Letter
to Jude
Dec.
31, 2047
Caro
Jude,
qui il cielo fiocca neve,
troppo freddo per far piovere.
Le
strade sono bianche,
ghiacciate, assai diverse da come le hai lasciate. Se solo potessi
essere qui,
di fianco a me, vedresti come in queste vie vuote tutti gli alberi, sui
quali
ci arrampicavamo, ora non ci sono più: tagliati, sradicati
per alimentare il
fuoco dei nemici e i pochi dei nascondigli rimasti. Sai, anche la
nostra
quercia non si è salvata ai bisogni degli uomini:
è stata una delle prime a
cadere.
La
ricordi, vero? Ti torna
in mente quel giorno in cui ci incontrammo per la prima volta?
L’estate
era agli
sgoccioli, l’autunno avanzava, il caldo non demordeva e tu
eri bello. Sotto quelle
fronde che dispensavano ombra, aspettavi pazientemente che
l’ultimo carro della
giornata passasse: la maglia blu, scollata, si attaccava alla tua pelle
chiara, come i
capelli alla tua fronte,
i quali, biondi, venivano catturati dalle tue lunghe dita per essere
rimessi
dietro le tue orecchie, che, come quelle di tutti i giovani, non
avevano
orecchini.
Mi
ero avvicinato,
lasciando gli altri andare avanti senza di me, con la speranza di
poterti
conoscere, ma se qualcuno me l’avesse chiesto IO volevo solo
sapere l’ora.
Ti
domandai se avevi un
orologio. Ti guardasti attorno pensando che non potevo parlare proprio
come te,
poi fissasti i tuoi occhi su di me: azzurri come solo il mare estivo e
il cielo
primaverile potevano essere.
Dopo
poco le tue carnose
labbra si stirarono in un sorriso infantile e gentile:
l’orologio in realtà l’avevo,
ma come ti raccontai quella notte, sotto il cielo cosparso di stelle,
l’ora era
solo un pretesto per conoscerti. Inutile inoltre ricordare che quel
carro non
lo prendesti mai.
Giovani,
belli e
felicemente insieme. Cos’altro potevamo desiderare se non
vivere per sempre? Ma
quel ‘per sempre’ non è arrivato, come
è stato per ‘insieme’.
E,
ormai non si vive più. L’unica
cosa che si cerca disperatamente di fare è sopravvivere: ed
è difficile,
maledettamente difficile senza te.
Qualcuno
si arrende e
aspetta di essere trovato e portato via. Altri partono pensando che
altrove sia
meglio. Solo alcuni restano e combattono.
Vorresti
sapere cosa
faccio io? Io rimango qui per aspettare il tuo ritorno. Affronto il
nemico per
difendere la nostra vita. Io vivo per rivedere i tuoi occhi.
Ti
devo salutare ora. Jared
ed Ewan, che ti salutano, soprattutto Ewan a cui manchi molto, dicono
di
sentire degli spari in lontananza. Colin, ti saluta anche lui, li ha
avvistati
già da qualche minuto. Ti scriverò ancora e, se
la fortuna vuole, presto.
Mi
manchi. Ti amo.
Tuo per
sempre, Robert
Questa…cosa
l’ho scritta molto velocemente e senza averla riletta neanche
quella quindicina
di volte. Una lettera mandata da Robert al suo Jude, che non vede ormai
da un
po’. La storiella si ambienta in un futuro pieno di guerre e
ostilità, nel
quale i giovani sono l’unica speranza. Spero non vi abbia
fatto schifo. Buon
anno nuovo.
Ugaz
Ps.
Sono rinchiusa in una bolla di tristezza dalla quale mi è
difficile uscire.
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