-Fa un freddo cane…- balbettò Taiki tirando su
col naso stringendosi nel cappotto pesante.
Sprofondò il viso nella sciarpa di lana per ricercare in
essa un po’ di conforto, ma sembrava inutile. Il gelo
pungente nonostante il cielo sgombro di nubi non concedeva tregua
alcuna. –Tu non senti freddo con quell’armatura?!-
Beelzebumon lo fissò con aria leggermente
colpevole –No, mi spiace.- rispose -Ma sono stato addestrato
a resistere alle condizioni disagevoli.-
-Beato te…- ribatté Taiki, per poi esternare uno
starnuto di notevole portata. Il digimon sorrise divertito
nell’osservare quanto quel clima poco s’addicesse
al coraggioso generale. Perché Taiki era come
l’ardente e inarrestabile fuoco capace di riscaldare i cuori
di chiunque gli stesse accanto e in quel momento le guancie e le
orecchie arrossate, il naso che colava e i denti che battevano a ritmo
discordante, gli conferivano tutt’altro che l’aria
di un valoroso guerriero. Un bimbo sperduto, sembrava.
Un’immagine che comunque generava una fiamma ardente nel suo
petto. Forte o debole, era il suo generale. Il ragazzo che aveva
giurato di seguire e proteggere, a cui doveva e al quale aveva dedicato
la sua nuova vita.
Sorrise appena e scosse il capo quando gli occhi grigi di lui
incrociarono i suoi.
-Che c’è?- domandò Taiki.
-Nulla.- rispose alzando gli occhi alla volta stellata. Nonostante il
gelo, Taiki ci teneva che loro vedessero. I fiori di fuoco sbocciarono
alti nel cielo notturno. Enormi, maestosi, grandiosi, luminosi e
carichi di sensazioni e rimembranze dei tempi in cui alzava il braccio
scuro e sottile verso di Lei, in attesa di una risposta, di uno sguardo
benevolo. E non sentiva nulla, non si accorgeva della prova. Solo nel
presente poteva dire di comprendere il perché di quei
silenzi. La sua persistente sofferenza era solo la prima di tante prove
che l‘avevano poi portato a essere Beelzebumon e non
più solo Baalmon. Allora era troppo ingenuo per comprendere
a fondo cosa fosse davvero la forza, cosa significasse davvero la luce.
Ci volle un semplice bambino umano a rischiarare la via che nel buio
della disperazione aveva smarrito.
-Beelzebumon.- lo chiamò.
Si accorse, il digimon, di avere il braccio alzato al cielo. Socchiuse
le dita, imbarazzato, e si grattò la testa.
-Dimmi…-
-C’è qualcosa che ti preoccupa?-
domandò. Ecco perché lo ammirava tantissimo:
Taiki non faceva mai sentire in colpa nessuno, voleva semplicemente
comprendere. Mai l’avrebbe deriso, era una cosa per la quale
era disposto a mettere una mano fra le fiamme.
-Nulla.- rispose –Sai, durante la mia vecchia vita, quando
celebravamo la Dea, c’era uno spettacolo pirotecnico come
questo e noi tutti alzavamo le mani in segno di saluto e adorazione.-
sorrise tristemente –In quei momenti, m’illudevo
che, in mezzo a tanti altri, la Dea rivelasse la sua luce anche a me.
Accadeva e il mio cuore impazziva di gioia. Ma poi… poi
tornava tutto come prima e allora mi dicevo che quella luce non era per
me. La Dea neppure mi notava fra tutti i suoi fedeli…- se
non fosse stato abile anche a celare la più profonda
sofferenza, probabilmente, Beelzebumon avrebbe pianto a dirotto. Si
voltò appena per nascondere al ragazzo gli occhi umidi
quando la mano di quello si sollevò alta nel cielo.
-Salutiamo la Dea.- gli disse sorridendo e paralizzandolo
nell’incredulità completa. Poteva sembrare ingenuo
ma non lo era. Più di chiunque altro poteva affermarlo.
“Come ci si
aspetterebbe dal nostro generale.”
Pensò sorridendo nel citare mentalmente le parole sante di
Shoutmon e anche lui volse le dita alle stelle.
-Questo era più intenso…- commentò
entusiasta Taiki.
Annuì, Beelzebumon. Lo era davvero, quel fiore bianco che
rischiarò le tenebre annullando persino la flebile e lontana
la luce delle stelle. I suoi occhi avvamparono rapiti, qualcosa nel suo
cuore si sciolse. Forse erano gli ultimi cristalli di nostalgico
rancore, forse era solo suggestionato dai propri desideri, forse era
solo diventato molto più simile a Taiki di quanto si sarebbe
mai aspettato, eppure non ebbe dubbi che, per una volta, lei volesse
dargli riprova che lo vedeva eccome.
Nota: Questa
andava necessariamente pubblicata a Capodanno, con la speranza che
ciò comporti la scrittura per tutto il 2012 su questi due o
perlomeno sulla serie. Li adoro! Taiki è il secondo leader
che adoro e il primo protagonista di Digiworld che mi piaccia davvero.
Perché Taichi lo adoro, ma c'è voluto un pochino
per arrivare a questo, con Taiki è stato un colpo di
fulmine. Dipenderà dal fatto che Kiriha è anche
peggio di Yama e che andrebbe sbattuto al muro per un bel pezzo? Mmm...
forse... E vabbè, spero vi sia piaciuta questa cosetta,
fatemi sapere.
Baciotti e felice anno nuovo a tutti voi!! **
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