A volte nessuna scelta è quella giusta

di RoseSly
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Le strade di Hogsmeade erano deserte a quell’ora tarda, come sempre del resto.

Solo una figura nera avanzava silenziosa, nascondendosi nell’ombra e rifuggendo la luce dei lampioni come un bambino che guarda le fiamme del camino senza avvicinarsi, per paura di scottarsi ancora.

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“Era una notte buia e tempestosa1”. Non riusciva a ricordare chi avesse detto quella frase né perché gli fosse venuta in mente proprio in quel momento, ma si adattava perfettamente al suo stato d’animo.

Non si era mai sentito così devastato e incompreso prima d’ora, proprio come se una tempesta lo squarciasse dentro. 

Si sentiva un stalker o peggio un assassino, ma mise a tacere la coscienza: sapeva che era un sacrificio necessario, doveva farlo e doveva anche sbrigarsi.

Quella era l’ultima opportunità che aveva, l’ultima carta da giocare.


Sistemò il bavero del vecchio montgomery per ripararsi da quella pungente brezza estiva e osservò la ragazza che si affaccendava nel locale, pulendo i tavoli di legno con uno straccio bianco. 

Era davvero bella. 

Anche se provata da un’intensa giornata di lavoro, con i capelli sfatti e il grembiule sporco, era bella e sprizzante d’energia, sempre sorridente e disponibile.

Un raggio di Sole e lui stava per oscurare la sua luce.


Si maledisse ancora una volta per quello che stava per fare ed entrò ai Tre Manici di Scopa.

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L’ora di chiusura era quella che Madama Rosmerta preferiva. Le piaceva chiudere gli occhi e lasciarsi cullare dai mille odori che impregnavano l’ambiente: il profumo dolciastro della burrobirra e l’aroma floreale dell’acquaviola erano i più forti e riconoscibili, ma, prestando la giusta attenzione, se ne riuscivano a distinguere molti altri.

L’allegro tintinnio del campanello l’avvertì di un nuovo cliente, distraendola dalle sue fantasie.

- Mi dispiace, signore, siamo chiusi adesso- disse voltandosi verso l’ingresso- Oh, ciao. Entra pure, ti porto subito qualcosa.- si corresse quando riconobbe il nuovo arrivato.

Normalmente avrebbe mandato via anche Scrimgeour in persona, ma decise di fare un’eccezione per quel ragazzo che veniva al locale da qualche settimana, sempre sul tardi. Era un’attenta osservatrice e aveva capito che quel giovane era triste, riluttante, come se dovesse prendere una decisione difficile, magari problemi di cuore. 

Non parlava con nessuno, solo si sedeva al bancone e sorseggiava la sua burrobirra, senza neanche togliersi il soprabito e cappello, lasciando che solo gli occhi fossero visibili.

La prima volta si era chiesta come mai usasse abiti babbani, era raro vederne a Hogsmeade, ma non aveva fatto domande, era abituata ad avere gente di ogni tipo nel locale, dai maghi stravaganti a quelli seri e pomposi, nomadi e viandanti: ormai non faceva più caso alle mille stranezze che vedeva.

Si avvicinò al bancone e prese un boccale, pronta a riempirlo con la burrobirra fumante.

Boccale che cadde a terra e si frantumò in tante piccole schegge quando si accorse di avere una bacchetta puntata alla gola.

“Ti prego non mi uccidere”pensò, “non voglio morire”. 

- Imperius.

Era viva, ma stava perdendo il controllo sul suo corpo.

L’ultima cosa che riuscì a pensare fu che quegli occhi grigi non le erano mai sembrati così tristi.






1 Frase di Edward Bulwer-Lytton, presente nel racconto Paul Clifford. E' anche l'incipit dei racconti che Snoopy scrive a macchina, nonché il titolo di un film di  Alessandro Benvenuti.






Rieccomi! 
Pensavate di essere liberati di me??
Ebbene, vi sbagliavate :)
Sono tornata con questa storiella senza pretese, buttata giù qualche giorno fa...
Che dite, anche se non è una drarry, me lo lasciate un commentino piccino picciò? Accetto anche suggerimenti per il titolo, perchè quello attuale non mi piace per niente!




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