Guardati intorno.

di MadLucy
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Guardati intorno.







Gocce di pioggia scivolano lente sul vetro gelido, in un cammino inevitabile. Giù, giù, sempre più giù. Poi svaniscono, inghiottite dal terreno.
I rintocchi pacati ed incessanti della pendola rieccheggiano, mi scherniscono con perfidia.
Guardati intorno, Arianna, e dimmi cosa vedi.
Cosa vedo? Vedo una stanza vuota e semibuia. Vedo un letto intatto, una porta chiusa, troppe sedie vuote. Vedo piastrelle lucidate alla perfezione che nessuno sporca, vedo un specchio opaco che non riflette niente.
Non vedo nulla.
Al contrario la mia mente è colma d'un sacco di cose. Di ricordi, di rimpianti, di antiche risate e recenti lacrime. Di te.
Di quel tuo gentile, adorabile sorriso.
Di quel tuo terribile, micidiale sorriso che mi ha fatto a pezzi.
-Volevo dire, ma certo che ci rivedremo!-
Bugiardo.
Hai cercato di rifilarmi la dolce, suadente bugia che volevo sentirmi dire.
Ma la tua partenza era un abbandono, il tuo arrivederci un addio.
-Guardare le stelle mi ricorda di non prendere le cose troppo sul serio.-
Quanto è vero. Ora non prendo niente sul serio.
Cos'è rilevante, in fondo?
Ora gli abitanti di Misthallery non mi odiano più. Ora sono tornati.
Ma tu no, Luke. Tu no.
Mi sembra impossibile. Ti avevo appena ritrovato, eravamo di nuovo insieme.
E te ne sei andato. Fugace, veloce, come la brezza primaverile. Non hai fatto rumore.
Ma nel mio cuore sì.
Sognavo, speravo, m'illudevo che saresti arrivato proprio come quel giorno. Spalancando le porte, riportando la luce in questa camera ombrosa. Nel mio animo affranto.
Ma non succederà, vero?
Guardati intorno, Arianna, piccola stupida. Sei sola. Lui non c'è.
Sola, già. Mi hai lasciata qui, ad affogare in un mare di parole pensate e mai dette, dette e mai pensate.
Mi hai abbandonata come tutti, alla fine. Come mia madre, come mio padre.
Sospiro stanca, mi alzo. I miei passi leggeri e silenziosi si dirigono fino ad un comodino.
Stringo una rosa fra le dita. Ne colgo una ogni mattina dal giardino, da quanto sei partito.
La casa ne è piena. Poche sono ancora vive.
Immergo lo stelo nel vaso di cristallo pieno d'acqua. Un tenue bruciore al polpastrello, una spina mi ha punto.
Magari cadessi in un sonno profondo e non mi risvegliassi più.
Ma questa non è una fiaba, Luke. Tu non sei un principe, io non sono una principessa. E non tornerai.
Eppure me l'avevi promesso. Un vero gentiluomo infrange le promesse?
Come vorrei tornare indietro, fermare quell'auto che ti allontanava da me. Fermarti.
Fermarti e dirti che ti amo, fermarti e dirti che non riesco più a vivere senza di te.
Lacrime di dolore scivolano lente sulla mia guancia gelida, in un cammino inevitabile. Giù, giù, sempre più giù. Poi svaniscono, inghiottite dalla stoffa del mio vestito.
Guardati intorno, e rammenta ciò che avevi ed ora hai irrimediabilmente perso.







Note dell'Autrice: Una sciocchezza sul Richiamo dello Spettro. Non mi è riuscito niente di meno melenso e banale, perdono. -.-"
Vabbè. Mi farebbe piacere se lasciaste una piccola recensione!
Lucy






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