Cuori
in Tempesta
prologo
Boston 1875
"Mio
caro amico,è in tristi circostanze che vi scrivo questa
lettera. Purtroppo da avvocato di vostro fratello,sono
angosciato nel dirvi che è venuto a mancare a causa di un
incidente di
caccia. Sapete meglio di me che erano anni che cercavo di farvi
riconciliare ma la testardaggine vostra e quella dell'ormai defunto
Robert,ha sempre avuto la meglio. Ma sapete meglio di me che lui ha
sempre nutrito stima e affetto nei vostri confronti e infatti nel
testamento ha specificato voi come solo e unico erede dei suoi averi..."
Era già la
terza volta che rileggeva quella lettera e ogni volta gli rifaceva lo
stesso effetto.
Incredulità.
Suo fratello era venuto
a mancare,il fratello a cui un tempo aveva confidato tutto e che
stimava più del loro stesso padre.
Morto.
Era
morto senza averlo potuto salutare un ultima volta,senza aver avuto la
possibilità di chiedergli perdono per avergli sbattuto la
porta in
faccia anni prima,quando per volere del padre dovette dimenticarlo.
E ora se ne
era andato come niente fosse,senza sapere quanto in realtà
fosse dispiaciuto per quello che gli aveva fatto.
-Robert...- e prese un
lungo respiro prima di rimettersi a leggere l'ultima parte della
lettera. La parte più importante.
"Erede
ad un patto. Che voi vi prendiate cura di sua figlia ,la piccola Alice.
Ha specificato che,se gli fosse accaduto qualcosa quando lei non avesse
ancora compiuto la maggiore età oppure che non abbia
contratto ancora
matrimonio,che voi siate il suo unico tutore legale. Vi prego di
accettare le sue condizione,la piccola non ha nessun parente vivo al di
fuori di voi e sarebbe anche un modo per dare pace ai vostri dissapori.
Sereno nel sapere che sicuramente prenderete atto dei vostri doveri,vi
saluto aspettandovi nella dimora di vostro fratello Robert Emmet Hall.
James Appelfild"
Strappò
la lettera per poi buttarla nel camino acceso. Cosa avrebbe dovuto
fare? Prendersi cura davvero della figlia del suo defunto fratello?
Stava per sposarsi e sapeva che Candice non avrebbe mai accettato di
prendersi cura di una bambina che non era sua.
Eppure doveva
farlo,doveva prendere atto di ciò,suo fratello era morto e
non sarebbe
arrivato nemmeno in tempo per il funerale. Non avrebbe nemmeno avuto il
tempo di salutare Robert per l'ultima volta. Avevano vissuto
questi
anni da perfetti estranei,dimenticandosi di quell'affetto che li aveva
legati per anni e tutto questo solo perchè lui era andato
contro il
volere del loro padre. Si prese un sigaro dal cassetto e
iniziò a farlo
girare da una mano e l'altra come faceva ogni volta che doveva prendere
una decisione importante. Sospirò piano e si
ricordò di tutte le volte
che Robert lo aveva difeso contro la furia di suo padre e di come si
era preso cura di lui quando la loro madre era venuta a mancare,aveva
fatto sempre di tutto per la sua felicità e lui invece gli
aveva
sbattuto la porta in faccia quando ne aveva più bisogno. Ma
ora poteva
riscattarsi,adesso una cosa poteva farla,una cosa che poteva mettere
pace alla sua anima e che avrebbe tranquillizzato quella di suo
fratello.
Prendersi cura di Alice.
E così
dicendo ordinò al
maggiordono di preparare le sue cose e la carrozza. Sarebbe partito
subito per dare conforto alla sua nipotina.
Ma quello che Matthew
non sapeva è che quella lettera avrebbe portato
più scompiglio di quanto potesse immaginare.
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