Mare
che passione!
Sempre e costantemente in
ritardo.
Pensavo a questo stesa sul mio
asciugamano sotto l’ombrellone. Indossavo una canottiera che
mi ricadeva larga addosso e un paio di pantaloncini discretamente corti
della mia vecchia divisa di pallavolo. Come ogni anno mi ero ritrovata
coi suoi in un campeggio estivo sulle coste della Sardegna, poco sotto
Olbia. Quando, 4 anni prima era cominciata quella routine estiva, non
mi ero mostrata molto entusiasta della decisione dei miei, ma negli
ultimi due anni avevo trovato un gruppo di amici con cui passare
piacevolmente quelle due settimane lontane dalla caotica Genova e dal
suo smog.
Persa tra i miei pensieri non
sentii arrivare quella pazza della mia amica romana, Ilaria, che si
gettò addosso a me senza troppi problemi:
“Ila ma sei completamente
impazzita??? Cavolo hai rischiato di uccidermi!”
“Ma figurati” rispose la
mia amica stritolandomi in un abbraccio da wrestler
“è un anno che non ci vediamo e non mi hai nemmeno
sentita mentre ti chiamavo dall’altra parte della spiaggia!
Perfino il bagnino si è girato.. ma l’hai visto
quel figo? Dio, ha gli addominali così scolpiti che sembrano
fatti col righello e quelle labbra..”
Eccola che ricomincia! Non
cambierà mai! Sempre dietro a fighi pazzeschi lei!
“.. ma dimmi di te piccola
traditrice! Come va con Davide?” mi chiese Ila a bruciapelo.
“Ah lui. Non va. Ho scoperto per
caso che usciva anche con una tizia della 4°B e quindi
l’ho mandato a quel paese in mezzo al corridoio!”
le risposi facendo spallucce.
“Grande ragazza! Sei sempre la
solita caterpillar, Matty!”
“Io non sono un
caterpillar!”
“No certo e io sono
lesbica!” e scoppiammo a ridere.
Matty era il soprannome che mi
avevano dato quelli del mare. A scuola non avevo soprannomi se non
storpiature del mio banale cognome; da Rossi mi chiamavano Reds, sai
che fantasia! Matty invece mi piaceva, ma lo usavano solo lì
in vacanza.
“Allora cosa mi dici di
quest’anno? Sei sempre la solita secchiona
rompiballe?” mi chiese Ila.
“Ehi io non sono
rompiballe!” risposi indignata. Un
po' si, ma non tanto dai.
“Ma secchiona si, vero?” Fregata.
Wow sempre la solita Ilaria.
“Si vabbè ma che vuoi
farci, studiare mi piace, mi riesce bene e non smetterò
certo per un branco di mentecatti che se no non mi invita alle
feste.”
“ehhhhh Matty Matty.. vedrai che non
la penserai così quando ti innamorerai!” Già. Ila era
la fan degli amori, lei che si innamorava ogni cinque secondi e
cambiava idea tanto velocemente quanto io cambiavo scarpe (e io avevo
decine e decine di scarpe!). Concentrate sui nostri ben poco maturi
discorsi non sentimmo l’arrivo dei boyz: quattro baldi
giovani, fisicamente ben messi, con i quali facevamo gruppo fisso da
due anni.
“Ehi signorine, ci concedete
l’onore di distendere i nostri leggiadri asciugamani affianco
alla vostra illuminante presenza?” quello che aveva parlato
come un libro stampato era Davide, arzillo 17enne bolognese, studente
del classico e amante del parlare forbito. Lato oscuro: aveva il
piccolo difetto di provarci con qualsiasi cosa respirasse.
“Oh scemo! Ma ti pare di rivolgerti
così a loro? Sono le bimbe!” sghignazzò
Alessandro, sempre 17enne ma Pisano, studente di ragioneria, innamorato
del suo corpo scolpito dal nuoto.
“Che damerini! Ciao ragazze come
state?” era intervenuto Cristian, di Imperia, e lì
in mezzo era quello che potevo considerare il mio migliore amico,
peccato che nell’ultimo anno mi fossi accorta della sua cotta
per me. Cotta di cui io non avrei dovuto sapere niente e che non era
ricambiata. Almeno fino a quel momento.
“Oddio cicci fatti abbracciare, mi
sei mancato tantissimo!” e gli corsi incontro saltandogli
addosso a mo’ di koala.
“Ehi piano microbo, ci siamo visti
due mesi fa!” mi accolse tra le sue braccia ridendo.
“Si ma è come se fosse
passata un’eternità e mi sei mancato
tantissimo!” risposi stritolandolo mentre gli altri ridevano
come matti.
“Ma cosa ridete! Siete solo
invidiosi che la nana qui presente abbracci solo me!” e in un
impeto di maturità fece la linguaccia agli altri. Qui
sfioriamo davvero il ridicolo.
“Ma sentilo il bullo! E non te la
stritolare troppo che deve abbracciare anche me!” rispose a
tono Luca, il quarto ragazzo di quel gruppo di matti, 18enne napoletano
e adorabile, gentile e meravigliosamente cotto segretamente di Ilaria
da sempre. Segretamente per gli altri, non per me ovvio! Io sapevo
tutto come sempre!
Passammo il pomeriggio a ridere,
con loro sì che il tempo scorreva veloce e spensierato.
Bleah che ragazzetta romantica che diventavo a volte!
Mi capitava di perdermi a guardare
Cristian, a pensare a come sarebbe potuto essere stare con lui, ma fino
a quel momento non avevo avuto la testa e mi ritenevo troppo piccola
per pensare all'amore! Dovevo andare in terza Liceo, mica in pensione
che diamine! Tra una battuta e un'altra decidemmo di fare un bagno e di
iniziare una delle interminabili partite a pallavolo acquatico: 3
contro 3, divisi da una rete invisibile, Io Cri e Davi contro Ila Luca
e Ale. Squadre equilibrate, ma chissà come mai vincevamo
sempre noi, la mia determinazione ormai era leggenda. E a proposito di
questo:
"Ehi Leggenda, ma il cane dove lo
hai lasciato povero piccolo?" Ecco
quella stronza di Ila che si faceva sentire.
"Non lo so scricciolo" le risposi
"Magari sarà col tuo criceto!" Questa parte di me un po'
bastarda era venuta fuori da poco, di solito lei mi faceva battute
quando sapeva che piangevo per qualcosa di stupido come i film, come
nel caso di "Io Sono Leggenda", e di solito io ci rimanevo male. Ma
questa volta avevo risposto e anche a tono, dato che lei aveva lasciato
il suo criceto fuori sul terrazzo e lui era scappato.
"Senti senti la piccola Matty che
tira fuori le unghie! Ma questo caratterino? Da dove viene, piccola?"
chiese ammiccando Ale.
"Non ti conviene chiamarla piccola
se vuoi vivere senza guardarti le spalle in continuazione! Lo sai che
è vendicativa, non la stuzzicare!" gli disse sbuffando
Cristian, ammiccando verso di me. Bene
ci mancava solo che si mettesse ad ammiccare. Perfetto. Ma dimmi te in
che guaio mi sono cacciata.
Gli altri si misero a ridere
vedendo la scena comica che ci si presentava davanti. Di sicuro sarebbe
stata una vacanza speciale anche quella.
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