that winter;
t h a t
w i n t e r ;
Titolo: Polar
bears playing with snowballs
Autore: bittersweet
Mel
Fandom: Kingdom
Hearts
Personaggi: Axel, Roxas
Rating: Verde.
Note: beeeeene, l'inverno
si allontana ma la voglia di starsene lo stesso sotto le
coperte aumenta in modo spropositato.
Non so voi ma io vorrei starmene tutto il giorno vicino ad un bel
camino acceso, un libro in una mano e un po' di té caldo
nell'altra.
Quindi
mi è
venuta voglia di scrivere qualcosa di molto randomico sull'inverno e su
Axel e Roxas ( che immensa fantasia sulle coppie che ho ;A; )
Oh, oggi ero tremendamente sovreccitata dalla voglia di scrivere che un
mio amica aveva in mente di organizzare un Mellocidio.
Che bello, un'omicidio con il mio nome ♥
Beh, adesso che ho
finito questa piccola premessa posso iniziare. Sì, direi di
sì *gorgoglia*
Ps: come sempre è molto, MOLTO, nonsense. Insomma, una
tipica
uscita tra amici/fidanzati ( vedetela come preferite -w- ) con dei
pensieri stupidi di sottofondo.
Pps: buon 2012 in ritardo, gentagli adorata
Polar bears playing with snowballs
Quel
giorno le strade di
Twilight Town assomigliavano terribilmente ad una Tundra, una
fottutissima
tundra totalmente priva di animali, persone o qualunque altra cosa che
si
potesse muovere di sua spontanea volontà.
Se non si contavano quelle
piante mosse dal vento
ai lati dei vicoletti che parevano muschi e licheni,
ovviamente.
Probabilmente da qualche
parte si ergeva persino
un ghiacciaio, creatosi apposta sul momento solo per spargere ancora
più freddo
di quanto già non ce ne fosse.
Roxas - nonostante il
freddo tutt'altro che
gradevole- se ne stava immobile ad osservare la città
deserta, dove nessun
animale o umano avrebbe mai desiderato camminare.
Se si escludeva Axel.
Lui non entrava sicuramente
nella
categoria umana, né vegetale e nemmeno in quella
animale. Axel era una
cosa a parte, diciamo.
In ogni caso Roxas se ne
stava fermo ad osservare
il centro della città completamente ghiacciato, totalmente
certo che da un
momento all'altro sarebbero spuntati fuori persino degli orsi polari
tutti
intenti a giocare a palle di neve con dei pinguini.
«Sempre che nelle
tundre ci siano, i pinguini»
bofonchiò il biondo, affondando ancora di più il
volto nelle morbide pieghe
della sua amata sciarpa viola.
Ma la domanda che davvero
doveva porsi - e che in
ogni caso girovagava per la sua testa senza alcun controllo - era se
davvero gli
orsi polari sapessero giocare a palle di neve.
«Uhm? Parli da solo?» domandò
il ragazzo dai capelli rossi al suo fianco,
districando la mano destra dalla tasca del suo giubbotto in pelle per
portarla
sopra la testolina bionda affianco a lui, divertendosi a scompigliarne
i
capelli. Ma non aveva freddo, senza guanti?
Roxas ignorò la
domanda del ragazzo e si strofinò
le mani l'una sull'altra velocemente, cercando di scardarsele.
Poi le infilò
con un movimento fluido nelle tasche
della sua giacca nera, sperando di riuscire per lo meno ad evitare la
perdita di qualche dita.
Axel, che intanto
continuava a tenere la mano
sopra la testa del più piccolo, ridacchiò
lievemente alla faccia scocciata del
biondo.
Subito dopo quel gesto
alzò gli occhi al cielo,
osservando con un lieve sorriso la nuvoletta di vapore che gli era
uscita dalla
bocca volare in aria. Se qualcuno avesse visto la sua espressione in
quel
momento avrebbe potuto giurato di aver fatto la scoperta del secolo: il
cervello di un bambino in un corpo di un ventenne.
Axel infatti sembrava
felice come una pasqua
davanti a quel " nuovo gioco", così tanto felice che decise
di
ripetere l'opera: stiracchiò le labbra nell'ennesimo
sorriso, dischiuse la bocca
e alitò nell'aria, osservando le nuvolette spargersi nel
cielo grigio fino a
scomparire del tutto.
«Chissà come si formano queste nuvolette. M
ricordo che da piccolo fingevo di
fumare, per farmi vedere più grande da tutti quelli che mi
giravano intorno»
mormorò il fulvo pensieroso, mordicchiandosi un
labbro con fare interrogatorio.
«Non so, prova a chiedere agli orsi polari» rispose
con noncuranza Roxas,
sollevando le piccole spalle e poi sbuffando dal naso .
Al suo fianco Axel sollevò un sopracciglio, incuriosito.
Però prima che
potesse domandare che cosa
centrassero gli orsi polari con le nuvolette di vapore, Roxas lo
precedette.
«Sempre
che non
siano intenti a giocare a palle di neve, ovvio»
Il biondo guardò
altrove come assorto,
immaginandosi un orso tutto bianco e peloso svoltare l’angolo
tra Via per la stazione e Piazza mercato con in mano –
meglio dire
“ in zampa?” - una palla di neve
«Ma probabilmente
anche loro hanno troppo freddo e
preferiscono rimanere nella loro tana a dormire»
borbottò Roxas, osservando le
strade inanimate spolverate di neve bianca e pezzi di ghiaccio.
No, non era tutta bianca
ora che guardava meglio:
c'era un po' di neve marroncina all'angolo della strada, dove
probabilmente era
passato qualche ragazzino con le scarpe sporche.
Che
maleducazione, però:
passare sopra a qualcosa di bianco con la suola completamente macchiata.
Oh,
no.
Roxas sbarrò gli
occhi, desiderando di potersi
tirare uno schiaffo sulla fronte nonostante la paura di rimetterci poi
le dita.
Come mai iniziava a fare
dei pensieri così alla Axel?
Scosse
violentemente la testa, ignorando le espressioni sempre più
incuriosite del
fulvo al suo fianco.
Colpa del freddo, sì. Probabilmente il gelo gli
era entrato dal naso, si
era fatto spazio nelle narici e si era infiltrato nel suo cervello,
compromettendone il funzionamento.
Solo questo poteva spiegare il perché dei suoi pensieri
totalmente insensati.
D'altro canto, Axel, guardava Roxas con un'espressione tutt'altro che
intelligente. Aveva le labbra dischiuse, che andavano a formare una
piccola
'o', e le piccole sopracciglia sparate verso l'alto che formavano
un’espressione
che poteva significare solamente un " ti sei bevuto il cervello,
amico?"
«Roxas ... » iniziò a parlare il
maggiore, sbattendo le palpebre un paio di
volte « Forse è meglio tornare a casa. E durante
il tragitto ci fermiamo in un
centro psichiatrico, che ne dici? »
Il più piccolo si voltò verso di lui, lasciando
alla sua faccia scocciata il
compito di dare una risposta alla frase di Axel.
«Lo prendo come un no?»
«Prendilo come un " sei un idiota", va bene?»
sbottò Roxas,
strofinandosi la manica del cappotto sopra al naso per controllare che
fosse ancora intatto nonostante il freddo.
Quel
giorno era dannatamente preoccupato per la salute del suo corpo visto
che non ci teneva
a vedere pezzi di carne che se ne crollavano a terra a causa del
freddo, come
capitava spesso nei film.
«Non sono io quello che delira a proposito di orsi polari,
pinguini e robe
varie»
«Sono domande legittime»
Axel ridacchiò, allungando una braccio e cingendo le piccole
spalle dell'altro
ragazzo. Se lo trascinò vicino, ignorando le lamentele che
uscivano dalla bocca
di Roxas ancora coperta dalla sciarpa.
Sempre con un piccolo sorriso sulle labbra strinse il biondo a
sé, strofinando
la faccia contro una delle guance ghiacciate del più piccolo.
«Nh, sei proprio gelido marmocchio»
Roxas sbuffò, tirando una piccola testata contro il volto di
Axel.
«Ma dai, non me n'ero accorto»
«Allora che ne dici di andare a prenderci qualcosa di caldo
da bere?» domandò
prontamente il fulvo, socchiudendo gli occhi e continuando a
strofinarsi contro
la guancia del più piccolo.
Per lui non c'era differenza: restare fuori al freddo oppure andare
dentro
qualche locale al caldo non cambiava nulla, tanto lui stava bene
ovunque.
Doveva ringrazia la sua temperatura corporea, anche se non sapeva come
fare.
Mica poteva scrivere su un biglietto un " grazie", ingoiarlo e
aspettare
che il messaggio arrivasse direttamente alla sua temperatura corporea.
Troppo
spreco di tempo e, sinceramente, non era del tutto certo del successo
di quell’idea.
Quindi
Axel, senza aspettare una risposta positiva da parte del più
piccolo, trascinò
Roxas verso il lato opposto della strada in cerca di un bar aperto.
Il biondo, invece, si limitò a borbottare qualche parola da
dietro la sciarpa
per poi lasciarsi trasportare più che volentieri dalla mano
calda di Axel.
Ma solamente perché faceva freddo, eh? Altrimenti gli
avrebbe staccato le dita
per un’azione del genere.
E chi lo sa, magari anche gli orsi polari e i pinguini, dopo aver
giocato a
palle di neve, si tenevano per zampa e se ne andavano insieme a bere
una
cioccolata calda.
«Hey Axel»
«Nh?»
«Se ti compro un vestito da orso polare ti va di
andare a fare una gita in una Tundra?»
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