Was it love since the beginning?

di despicableandri
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“Già scappi?” chiedo, stiracchiandomi sul letto sfatto e sentendo il suo odore arieggiare tra le mie lenzuola.
“Vuoi che resti?” ribatte lui, sporgendosi quanto bastava per puntare lo sguardo nel mio.
“No. Sparisci” sussurro, lanciandogli i boxer. Si riveste velocemente. Lo fa sempre.
“A mai più arrivederci, mia signora” anche questo dice sempre, con lo stesso tono deciso e senza enfasi. Mi bacia per l’ultima volta, leggero e distante, come se non vedesse l’ora di lasciare la camera d’albergo che mi paga lui e tornare a rispondere a domandine in un qualsiasi talk show. Anche questo fa di consuetudine, però poi torna, sempre.
Avevamo sbagliato entrambi ad iniziare questa storia, ma ora ne eravamo drogati. Dipendo da quelle notti in cui ci siamo solo io e lui, e poi tutto svanisce, scompare. Al risveglio c'è solo un bel ricordo e una vita normale. Ogni giorno.
 
1.
 
“Successo qualcosa?” chiedo armeggiando con il cellulare alla ricerca del vivavoce. 
La mia migliore amica Shereen trovava sempre i momenti peggiori per telefonare e questo è sicuramente uno di quelli. Tra meno di mezz’ora dovrei essere dall’altro lato della città per scegliere qualcosa da far indossare al ragazzino in non ricordo quale trasmissione, ma mi sono appena svegliata.
“No, volevo darti la buonanotte!” sbotta lei allegra mente la sento sbadigliare dall’altro capo del telefono.
“Sai che da me sono quasi le undici del mattino, vero?” sospiro, infilandomi alla bene e meglio un paio di jeans chiari e un maglione beige.
“Davvero? Da me sono le due del mattino!” risponde semplicemente. Povera ragazza, si dimentica sempre del fuso. Non eravamo mai state così lontane per così tanto tempo. Da cinque mesi lavoravo per Bieber, dovevo semplicemente scegliere cosa avrebbe indossato ovunque andasse, anche se doveva solo scendere con la madre. 
Mi paga bene, giro per il mondo gratis e lavoro facendo shopping. Non potrei chiedere di meglio.
“Stavi con qualcuno?” ammicca improvvisamente, mentre mi lego i capelli in una crocchia scomposta sulla nuca.
“So chi intendi e no, è passato ieri sera” sussurro, come se non volessi neanche ammetterlo. Me la immagino sorridere col telefono tra la spalla e l’orecchio, mentre si ripassa lo smalto sulle unghia già laccate.
“Ti lascio al tuo splendido lavoro, buona giornata dolcezza!” mi saluta e attacca. Sospiro.
Butto il telefono e il portafogli nella borsa ed esco di corsa dalla stanza. Bum.
Come non detto. Vado a sbattere contro qualcuno, qualcuno della mia stessa altezza e un delizioso profumo che conoscevo fin troppo bene.
“Devi farlo proprio sempre?” sussurro allontanandomi e aggiustandomi gli occhiali sul naso.
“E tu devi essere sempre così costantemente in ritardo?” sbuffa lui, guardandomi dall’altro in basso.
“In realtà sei tu quello che viene costantemente presto!” controbatto, ammiccando con lo sguardo al cavallo dei suoi pantaloni. Lo sento schioccare la lingua contro il palato, visibilmente non contento della mia risposta.
“Se non avessi quest’intervista ti porterei di nuovo nella tua stanza per farti ricredere, Abigail” risponde tranquillo, voltandosi. Lo seguo nella macchina e per il resto del tragitto non mi guarda neanche mentre scherzo con Kenny.
Fuori dalle quattro mura della sua o della mia stanza è come se fossi davvero solo una sua dipendente, colei che gli suggerisce come vestirsi e basta.
“Hai portato entrambe le giacche?” mi chiede, facendo cozzare il mio ginocchio col suo per ricevere la mia attenzione.
“Si, sceglieremo sul posto quale andrà meglio con luci e palco. La routine, Bieber” sospiro.
“Ed è esattamente per questo che ti ho suggerito mia nipote per questo genere di cose!” aggiunge Kenny, sorridendo ad entrambi guardandoci dallo specchietto retrovisore. Sento lo sguardo di Justin perforare il mio proprio come se volesse dire ‘ e poi io me la sono portata a letto’, ma cerco di non pensarci.
Kenny non è uno zio per me, è come il mio migliore amico ed è la prima volta che gli mento su qualcosa. Ed è anche qualcosa di serio.

 
“Cosa ci fai qui?” mormoro come se potessi disturbare qualcuno nella stanza vuota. Lo vedo sorridere nel buio.
“Son tornato” sussurra lui. Maledetto. Apro un po’ di più la porta e lui non se lo fa ripetere due volte. Entra nella mia stanza e mi cinge i fianchi, chiudendo la porta con un colpo secco del tallone.
“Avevi promesso che ieri notte era l’ultima” quante volte l’avevo detta questa frase in quattro mesi?
“Ho mai mantenuto promesse con te?” mi risponde lui, lasciandomi un bacio leggero sul labbro inferiore, per poi scendere al collo. Maledetto, sempre di più.


 
"non so come chiamarlo" s corner. (?)
Tadàn. :3
Finalmente sono tornata a scrivere in questo fandom. avevo parecchie storie su Bieber ma a questa tengo particolarmente.
Shereen, è un personaggio ispirato a una mia amica reale, a cui tengo davvero. Si chiama Mars e mi aiuta sempre bnfkj. (cliccate
qui per a sua storia, è sui one direction, è magnifica, parola mia!)
Spero vi piaccia, davvero.


-Andrea.
( @horansmile ) ♥




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