Donne

di MedusaNoir
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Tutte noi siamo donne

Medea

Fra quante creature han senso e spirito,

noi donne siam di tutte le più misere.

 

Cammina monumentale, sovrasta le donne di Corinto celate da veli: è pronta ad annunciare la decisione presa, livida di dolore e umiliazione per la sorte subita.

Ahi, l’infelice! Lei donna dovrà patire, destino riservato a tutte quelle che appartengono alla sua specie.

Non c’è speranza, non c’è salvezza, per lei più di tutte.

La sofferenza la dilania, le resta solo di invocare l’aiuto delle donne come lei, le misere creature che la terra partorì. Si volge alla nutrice: non può ostacolarla, lei deve comprendere il suo tormento; deve, perché è donna.

- Tu mi ami, e per di più sei donna.

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Non ho idea del perché l'ultima frase sia così grande, non riesco in alcun modo a rimpicciolirla: sembra che quelle parole debbano essere in rilievo, forse è un segno.

La frase in corsivo è tratta dalla "Medea" di Euripide, mentre quella finale dal film di Pasolini.

"Maga, donna e straniera": questo ci diceva il professore del liceo, evidentemente innamorato della figura di Medea, e come dargli torto? Non amo lei, non approvo il suo atto finale nei confronti dei figli, ma è un personaggio affascinante e problematico. Ho affidato a lei il primo capitolo perché il suo essere donna è emblematico nel mito, lo dice la stessa citazione di Euripide: Medea è una persona che ha perso tutto per Giasone, non ha più una patria, è malvista perché pratica la magia ed è una donna, non servono spiegazioni per questo punto. E' il personaggio migliore per aprire la serie delle donne, quello adatto a cui mettere in bocca le parole: "Tutte noi siamo donne". La Nutrice, nel film, tenta di dissuaderla dal suo piano e le parole finali di Medea per convincerla sono, ancora, emblematiche.

Sono donne.





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