Il caminetto.

di Luna Rose
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Le braci brillavano nella penombra della stanza, sovrastate dallo scoppiettare del fuoco. Le fiamme calde lambivano i ciocchi di legna bruciandoli lentamente, le scintille salivano verso l' alto sfiorando i mattoni anneriti.

Lei era seduta sul bordo del gradino del caminetto. La testa appoggiata al muro, le gambe piegate contro il petto, circondate morbidamente dalle braccia, le dita dei piedi che si arricciavano sotto la stoffa spessa dei calzini. Gli occhi socchiusi a fissare lui e le guance arrossate dal calore. Si passò una mano tra i capelli lunghi e spettinati, allontanando le onde castane dal viso.

Lui, si voltò a guardarla. La pelle rifletteva appena lo zampillare rossastro proveniente dal centro del camino. Gli occhi verdi che brillavano e sorridevano e lo raccontavano. Il naso dritto, le labbra piene e socchiuse, i capelli lunghi legati dietro la nuca. Con due elastici, uno nero, l' altro marrone. Una ciocca scivolata giù ad accarezzargli una guancia, il colore del miele sulla punta che diventava quello di un campo di grano al tramonto salendo verso l' alto. Sorrise appena, e allungò una gamba fino ad accarezzare piano col piede nudo una coscia di lei.

Una mano di lei lo afferrò, risalì lentamente lungo la sua gamba, incespicando nelle pieghe color rubino dei pantaloni. Cadde in ginocchio e andò ad affondare il viso nel petto di lui. La guancia che le pizzicava appena contro la lana ruvida del maglione. Lei non sopportava la lana, ma non importava.

Lui sospirò, posando il mento sulla cascata castana e osservando distrattamente i riflessi rossastri. Poi chiuse gli occhi quando un dito freddo di lei s' infilò sotto la sciarpa e gli solleticò il collo.

Lei era davvero felice. Lui irradiava felicità. Particelle dorate che sprizzavano dai pori della pelle e penetravano sotto la stoffa dei jeans consunti, della maglietta troppo grande, della felpa.

Era davvero felice, così.





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