“ dovrebbero farlo santo, questo Barry, un genio come lui non
può passare così inosservato”
proprio adesso questo tizio grasso, mentre mangia il suo sandwich mega
farcito, spiega la sua teoria a quest'altro tizio, un mingherlino dallo
sguardo di ghiaccio, che fa rabbrividire, ma che il tipo grasso non
sembrava notare.
Parlava di Barry quel tipo, parlava di me, e ne parlava così
bene che per un attimo fui convinto di essere un genio, illusione che
ovviamente subito svanì. Ridicolo, parlava di me quel
grassone come un grande scrittore, un genio, eppure mi aveva di fronte
e non mi aveva riconosciuto.
“ geni così sono incompresi, ma che ci vuoi fare,
c'è tanta ignoranza in giro”
mi facevo schifo, benché le case editrici cercassero in
tutti i modi di camuffare ciò che avevo fatto, io ne ero a
piena coscienza, mi ero venduto, come una lurida puttanella che appena
capisce che nessuno la batte più decide di abbassare i
prezzi, così ero io.
Luride puttanelle a parte, guardai l'orologio: Porcaccia se
è tardi!
Dovevo andare ad un party di alta classe, quelle cose organizzate da
mecenati convinti che il loro supporto economico sia fondamentale, quei
party dove ci si scambia idee filo-culturali e teologiche, insomma quei
party dove nemmeno una figa bagnata smuoverebbe quei vecchi decrepiti.
Carla, la mia segretaria, mi fece trovare i vestiti già
puliti, stirati e pronti. Quella donna sapeva come prendermi, accanto
allo smoking, sul mobiletto, c'era una bottiglia di vodka chiusa,
sigillata,
tutta per me, e nel taschino destro della giacca un bel sigaro pronto
per l'uso. Che donna Carla, da sposare, mi stupivo del fatto che non
ero riuscito ancora ad entrargli nelle mutande, più che
altro era lei che non voleva, se fosse stato per me..
Esco di casa quando è ormai buio pesto, prendo le chiavi
della Mercedes e mi dirigo alla festa.
Arrivo con un paio d'ore di ritardo, e benché io tenti
sempre di evitarlo quando sono o in ritardo, o nei guai, o ad un
processo, la mia entrata sarà sempre caratterizzata da una
rocambolesca caduta e seguita da un chiasso frastornante, in pieno
Barry-style, l'avevano soprannominato.
Gli invitati mi guardavano sbigottiti, come chissà chi
avessi ucciso, o che reato avessi commesso;
presi il sigaro e lo accesi, feci un lungo e grasso tiro, sentii i miei
polmoni riempirsi di fumo nero e denso così tanto da farmi
vomitare, poi espirai tutto e dandomi un'occhiata intorno pensai:
sarà una lunga serata.
Stavo sorseggiando del whiskey al bar quando questa bella ragazzona
bionda mi si avvicina, sexy, solare e bella più che mai.
Iniziamo a conoscerci quando ad un certo punto lei attacca una manfrina
sulla sua indecisione rispetto al suo nuovo taglio di capelli, in
quanto un nuovo look significava una nuova vita per una donna, e
proprio nel bel mezzo di questo suo discorso mi sale questa voce in
testa: hei! Hei Barry! Ma ti sei visto?! Stai veramente
ascoltando quello che ti sta dicendo questa squilibrata? Cosa ti
è successo? Cosa cazzo ti è successo?!? un tempo
avresti fatto finta di ascoltarla mentre avresti immaginato come
avresti potuto scopartela, avresti dedotto la sua posizione preferita e
nel giro di un quarto d'ora l'avresti portata a casa tua, coraggio
amico, sveglia!
Ed a quel punto realizzai, ero davvero cambiato, mi ero davvero venduto
per niente, per questa banda di vecchi ninfomani che ormai non hanno
più la forza neanche per pulirsi il culo.
Così osservai meglio la festa cercando qualcosa per
proclamare il ritorno di Barry al suo vecchio stile, a quello che
sapeva fare meglio, bere e scopare.
Osservò la bionda che da un'ora parlava con lui del tutto
ignara che non la stesse ascoltando, quando le osservò il
lato B, capii tutto. Era proprio un bel culetto: sodo, compatto e
gonfio, quei culi che potresti benissimo scopartela in piedi.
In quel momento, con il braccio sinistro abbracciai la bionda, che non
ne sembrava affatto dispiaciuta, mentre con la mano destra passai in
mezzo alle natiche così brutalmente da farla urlare di
piacere, al ché la bionda mi mollò un ceffone,
dovuto più che al gesto alla folla che ci osservava. Tutti
mi guardarono come a dire “ lurido porco!”
e la bionda urlò “stronzo!”.
Con la faccia segnata da 5, esili, dita, e il cuore pieno di gioia
decisi di andarmene,
ma prima di uscire mi voltai e dissi:” la differenza tra un
genio ed un idiota, è solo il proprio conto in
banca.” dopodiché me ne uscii fischiettando, il
giorno dopo sarebbero usciti tutti gli annunci sul giornale e Barry
tornerà ad essere visto di nuovo come un porco, come lo
stronzo che era prima.
Tornai nel mio appartamento e mi scolai quella bottiglia di vodka,
Carla se ne era andata, non mi stupiva, lei è una donna di
classe è merita qualcuno meglio di me, mi dispiace solo non
essermela scopata.
Mi addormentai ubriaco marcio sulla moquette, con il sigaro ancora
acceso tra le dita.
Quando rinvenni ero stonato, ed avevo un mal di testa feroce, decisi di
andare al solito bar, non c'è niente di meglio di un
bicchierino di birra per smaltire la sbornia.
Mi sedetti e notai una brunetta che leggeva il giornale, più
precisamente il mio articolo, quello che mi descriveva uno stronzo
malato di sesso senza speranza, quando la brunetta si gira e mi
riconosce, poi con lo sguardo più disgustato che arrabbiato,
e vi assicuro che era infuriata, mi tira un ceffone che mi scombussola
i pensieri, poi adirata mi dice:” porco!” e se ne
va ,“ grazie” gli dico, ridendo.
Il grassone dell'altro giorno mi riconosce e mangia il panino zitto,
con aria schifata, io mi riprendo, mi siedo e faccio cenno al barista
di darmi un'altra birra.
|