E’ un’acqua tranquilla, quella che prometti:
ancor più necessaria dopo tanta sete.
Risplende tutta la propria preziosità,
illuminata dalle tue parole.
La gola urla pietà, ma io ne ho terrore:
e come un prigioniero affamato
rifiuta il cibo che gli viene offerto
per paura d’essere avvelenato,
sto lontana dalla pozza, ruminando
l’esperienze altrui, trasformandole nel
mio personale incubo, dove divento
solo una nuova gazzella nelle tue fauci,
un pezzo di carne appagatore di fame. |