L era seduto… davanti al
computer, mangiando un dolce.
Stava pensando.
Beyond Birthday era fuggito dalla
Wammy’s House, infine.
La prima volta che l’aveva
incontrato aveva compreso quanto
deviata fosse la sua mente.
Sapeva che prima o dopo una cosa del
genere sarebbe
successa.
Dunque Beyond Birthday aveva ucciso A.
Oppure.. oppure no.
A quanto aveva capito tra i due
c’era un rapporto speciale.
Subito dopo averli conosciuti aveva
capito che non sarebbero
riusciti a reggere lo stress di dover essere un secondo, un terzo L.
La ragazza aveva evidenti segni di
ansia, e a quanto aveva
capito osservandone la stanza e il cadavere era ad alto rischio di
suicidio.
Che Beyond Birthday fosse fuggito
dopo averla vista morire,
dopo aver pianto sui suoi resti e dopo aver preso in mano il pugnale
ritrovato?
Era probabile essendo che una mente
così razionale e fredda
non si sarebbe mai lasciata sfuggire tanti indizi, neanche se
l’omicidio fosse
stato il primo.
Si, doveva essere così.
E, se non andava errando, riteneva
più che probabile che
Beyond Birthday fosse intenzionato a volere la sua morte.
No, cosa stava dicendo!?
Beyond Birthday aveva ora come scopo
il superarlo.
Se… le sue deduzioni erano
esatte.
Quindi lui doveva solo aspettare che
arrivasse il caso
perfetto, l’esca, nella quale sarebbe caduto, ma con le
giuste precauzioni,
volontariamente.
L, i tre investigatori più
grandi del mondo, aveva appena
formulato la sua prima ipotesi sbagliata.
La porta alle sue spalle si
aprì.
“Wammy?”
Nessuna risposta.
L sospirò.
“Quindi ho sbagliato. Hai
ucciso A, e ora vuoi uccidere me.”
Ancora nessuna risposta.
“Ma dove ho sbagliato?
Anche riflettendoci non riesco a
trovare un’altra soluzione. ”
Finì di mangiare il dolce.
Una figura si portò dietro
la sua sedia.
“L, L, è
scortese non offrire da mangiare agli ospiti,
quante volte devo dirtelo?” lo canzonò una voce
beffarda, in falsetto,
inquietante.
L alzò la testa.
Quelle erano le esatte parole che gli
aveva detto Wammy anni
prima, quando aveva avuto un primo colloquio con Beyond Birthday.
“Mi sfugge
qualcosa…”
Una mano incrostata di sangue si
posò sullo schienale della
sedia di L, girandola lentamente.
“Sei ancora
sporco.” Constatò L, poco prima di guardare
Beyond Birthday, che non vedeva da 3 anni.
Quando finalmente furono uno di
fronte all’altro, gli occhi
dell’investigatore osservarono con cura maniacale chi aveva
davanti, dalle
scarpe, alle gambe dritte, ai fianchi asciutti, al petto energico, al
collo
scoperto, alla linea dolce delle labbra,che per una volta non si mutava
in ghigno,
ai lineamenti delicati degli zigomi, la pelle macchiata di rosso sangue
scorreva
sotto lo sguardo di L.
Fino agli occhi.
Scarlatti.
Occhi che dopo aver percorso la
stessa strada degli altri
sul corpo dell’individuo di fronte a loro si erano fissati
nella pece più
profonda.
Il sangue annegato
nell’inchiostro viene a galla.
“Cosa mi è
sfuggito Beyond Birthday?”
L si rendeva conto di quanto fossero
diventati uguali.
Occhiaie profonde.
Candore anormale della pelle.
Capelli non curati.
Beyond Birthday fece un passo
indietro, per consentire a L
di alzarsi.
Per far capire a L che doveva alzarsi.
L’investigatore stette al
gioco, e si alzò.
Beyond Birthday si concedette lunghi
molteplici momenti per
poter osservare l’investigatore dappertutto.
Nelle pieghe degli abiti, nelle ombre
proiettate sulla pelle
dalle ciglia, uno sguardo molto più accurato del primo.
“L Lawliet”
esordì in fine.
L’altro non si chiese
neanche più come conoscesse quel nome,
e attese il resto.
“Tu sai dirmi cosa
è l’amore? ”
L, ponendosi molte domande sul motivo
di quell’unica, si
apprestò a snocciolare la definizione di amore
letta chissà quando su un vocabolario.
“No.” Lo
fermò Beyond Birthday prima ancora che aprisse
bocca.
“Non voglio una
definizione. ”
Passarono secondi lunghi, durante i
quali L si rendeva conto
di non averne mai provato.
“Non lo sai. Ecco cosa ti
sfugge. Ricordi quando avemmo il
nostro primo colloquio? Fu il giorno in cui baciai la prima volta… A.
Coincidenza? Io non credo nelle
coincidenze. Tu?” ancora quella voce canzonatoria, provocante.
No, non ci credeva. Ma ancora non
capiva.
Sentiva la risposta li dannatamente
vicina, ma non riusciva
a comprendere.
“Allora? Ti ho fatto una
domanda, L Lawliet, rispondi.”
“Non ci credo”
“Bravo!”
esclamò Beyond Birthday con eccessiva energia.
Fece un passo avanti.
“Tu. Tu non conosci
l’amore. Non è così?”
Perchè ora sembrava
arrabbiato?
“Si”
“E allora
perchè”
Esordì Beyond Birthday
scandendo ogni singola parola e
avvicinando il proprio volto a quello di L.
“Perché…
ne causi tanto?”
L comprese tutto.
Era così
ovvio!
Beyond Birthday aveva simulato una
relazione con A, per
ingannarlo, per nascondergli ciò che provava per lui, per
vergogna, perché
sapeva che l’investigatore avrebbe capito, avrebbe compreso
tutto fin troppo presto.
Ma non l’aveva uccisa.
“Tu?”
“TU COSA?”
Esplose Beyond Birthday.
“TI STAI CHIEDENDO SE IL
TUO AMATO CERVELLINO C’HA
AZZECCATO? SI, CE L’HAI FATTA, VUOI UNA MEDAGLIA ORA? DOPO
CHE PER ANNI E ANNI,
IO TI HO SPIATO DA DIETRO LE MIE STESSE BUGIE, DOPO CHE TUTTO HO FATTO
PER TE,
PERCHè TU DIVENTASSI QUELLO CHE SEI, DOPO CHE TI HO SPIANATO
LA STRADA,
MENTENDO, UCCIDENDO, DOPO CHE MI SONO SPORCATO PER TE, TU NON HAI
NIENTE DA
DIRMI OLTRE A QUESTO? NON TI CHIEDI perché IO SIA VENUTO
AVANTI? TU! TU SEI LA
CAUSA DI TUTTI I MIEI PROBLEMI, TU HAI UCCISO A, TU STAI UCCIDENDO ME!
PERCHè
LO STAI FACENDO? TU LO SAPEVI CHE SAREBBE SUCCESSO, LO SAPEVI
BENISSIMO, LO SO,
E NON HAI FATTO ASSOLUTAMENTE NULLA perché NON
ACCADESSE!”
L non si lasciò
impressionare, ma fece un passo indietro, e
si sedette di nuovo.
Beyond Birthday si calmò.
Respirò profondamente,
prima di parlare ancora.
“Lawliet, ti ho dato
abbastanza informazioni mi pare. Perché
non vai avanti tu? Dopotutto io non sono mica l’investigatore
più grande del
mondo, non so se potrei arrivare alla conclusione da
solo…” il tono di voce ora
era tornato quello di prima, ironico, cantilenante.
“Quando A si
suicidò, tu capisti che io sapevo che sarebbe
successo e credesti che, come non avevo fatto nulla per A, non avrei
fatto
nulla per te. L’idea che colui che ami avrebbe lasciato che
tu ti consumasti
fino a morire ti fece impazzire, e dopo aver pianto A, alla quale
dopotutto
volevi bene, e soffrivi mentendole, venisti qui. Ma… per
uccidermi, o per
rapirmi? Questa è la domanda. ”
Beyond Birthday lo guardava, con un
sorriso malato.
“C’è
una cosa che non sai di me. Una cosa che ci
diversifica. Tu lo sai L Lawliet, perché i miei occhi sono
rossi?”
L si stupì a quella
domanda. Nessuno, neanche i medici più
capaci erano riusciti a capire come mai gli occhi di Beyond Birthday
fossero di
quello strano colore.
Era curioso, doveva ammetterlo.
“I miei occhi. Forse avrei
vissuto una vita più bella se
fossero stati normali. I miei occhi sono rossi come il sangue di
A.” disse
guardandosi le mani.
“Come il sangue delle
cinque persone morte casualmente
proprio quando faceva comodo a L Lawliet, ma senza che alcun indizio
portasse
alla sua persona, bensì su altri individui, arrestati e
condannati dalla
polizia… individui innocenti. Perché
l’assassino era veramente L Lawliet.”
“Non ti ho mai chiesto di
ucciderli.”
“Non ti ho mai chiesto di
ucciderli!” lo scimmiottò Beyond
Birthday.
“Ma i tuoi occhi li
guardavano esprimendo chiaramente quanto
ti avrebbe fatto comodo che non fossero esseri vivi! ”
Beyond Birthday inclinò la
tesa, facendo scrocchiare il
collo.
“Comunque sia, non sono qui
per discutere con te. Sono qui
per rendere la tua vita insensata. Infatti, come stavo dicendo, i miei
occhi
hanno qualcosa di speciale. I miei occhi posso vedere cose che gli
altri non
credono esistenti.” (ndLupanera: e che
cos’è, Blade Runner?)
L, molto incuriosito gli si
avvicinò, guardando nei suoi
occhi, con un interesse tutto nuovo.
“Cosa… cosa
vedi?”
Beyond Birthday scoppiò in
una risata fragorosa, cattiva,
crudele, colma di odio represso.
Fu allora che L capì cosa
voleva fare Beyond.
Voleva nascondergli questo segreto,
voleva farlo vivere con
questa domanda rintoccante nel cervello.
Ma non glielo avrebbe permesso.
“Beyond
Birthday… prima o poi ti estorcerò
quest’informazione…
lo sai che posso farti di tutto, dalla mia posizione, no?”
“è qui che viene
il bello, Lawliet. ”
Beyond Birthday si
avvicinò a L, prendendolo per i fianchi.
“L Lawliet…
mettiamo da parte i miei occhi per un momento… voglio
infatti… farti un favore…” disse
sorridendo, per la prima volta usando un tono
normale.
“Tu… hai detto
che non sai cos’è l’amore,
giusto?”
“Io..
beh…”
“Te lo mostrerò
io… ”
“Beyond Birthday! Cosa
vuoi…”
Due ore dopo
Beyond Birthday si
svegliò, sdraiato di fianco a L Lawliet,
il più grande detective del mondo.
Trattenne a stento una risata.
Si rivestì in fretta, e
rivestì con cautela il detective,
ben attento a non svegliarlo.
Dopodiché estrasse un
pugnale.
Attraverso le grandi vetrate
dell’ultimo piano di quel
gigantesco palazzo osservò il sole.
I suoi raggi erano rossi ora.
“Calerò il
sipario della mia vita col sole… con la
notte…”
Fece un respiro profondo…
E affondò.
Il pugnale entrò nel suo
petto con facilità, con troppa
facilità.
Arrivò a stuzzicare il
cuore.
Beyond Birthday, non
mugolò nemmeno, stando attento a
versare il suo stesso sangue su L.
Si mordeva il labbro inferiore con
forza.
Le sue nocche erano bianche tanto
stringeva il pugnale.
Con le ultime forze si
inginocchiò, davanti a L.
Gli prese le mani, quelle mani
così perfette, quelle mani
che tanto amava, e le mise al posto delle sue.
Ora era L a ucciderlo.
Come aveva previsto, dopotutto.
Il pugnale affondò ancora
di più nella carne giovane, avido
di possederla.
Beyond
Birthday cadde a terra.
“Ti amo”
sussurrò, con le ultime forze, mentre L Lawliet si
svegliava.
Anni dopo
L era seduto sul pavimento di una
cella.
Beyond Birthday aveva vinto.
Le sue impronte erano chiare sul
pugnale che lo aveva
ucciso.
Non si era potuto difendere con la
scusa della “legittima
difesa”, intanto perché non amava mentire, e poi
perché, constatando la sua
intelligenza, il giudice aveva ritenuto superfluo l’uso della
forza.
E ora, quello che una volta era il
più grande detective del
mondo, stava li, a pensare, pensare, pensare all’infinito.
“Maledetto!” gli
sfuggì.
D’un lato non avrebbe mai
saputo niente su quella questione
degli occhi.
E
la cosa lo faceva
IMPAZZIRE!
E poi… ogni volta che
pensava a lui… sentiva.. qualcosa…
Qualcosa di ignoto.
E anche questo lo faceva IMPAZZIRE!
Dopo quel giorni non aveva pensato ad
altro che a queste due
cose.
Ogni volta che si vedeva riflesso
vedeva Beyond Birthday.
Non c’era scampo.
Era una persecuzione.
Ovunque guardasse c’era
lui, a qualsiasi cosa pensasse, lui
c’entrava.
Sembrava una vera maledizione.
Nemmeno nel sonno, il suo sonno di
solito così pulito, c’era
più pace.
Si sentiva circondato.
Ogni giorno, ogni notte, ogni ora,
ogni minuto, ogni
secondo, lui era li a ricordargli quel giorno.
La cosa che lo spaventava di
più era che… gl mancava in un
certo senso.
Sentiva di nuovo bisogno di quel
corpo.
Da quel pomeriggio.
“Tu sai dirmi cosa
è l’amore? ”
“Tu lo sai L
Lawliet, perché i miei occhi sono
rossi?”
“Tu..
hai detto che
non sai cos’è l’amore, giusto?”
“Ti amo”
Queste frasi gli rimbombavano nella
testa.
“Ti
amo”
L Lawliet stava diventando matto.
Sempre di più.
Era mattina, quel giorno.
L Lawliet si guardò allo
specchio, ancora una volta, e
ancora una volta vide Beyond Birthday che lo fissava.
“Basta..”
sussurrò.
“Ti
amo”
“BASTA!”
Tirò un pugno allo
specchio, ferendosi la mano.
“Basta basta basta
basta!”
Stava perdendo il controllo.
Prese le schegge.
“Basta, basta!”
E se le piantò nel collo,
sulle braccia, dappertutto.
Dolore per dolore
Fisico per psicologico.
Dolore per… amore.
“Ti
amo”
“Ti
amo” sussurrò un attimo prima di morire, capendo,
finalmente cos’era
quella sensazione che provava pensando a Beyond Birthday.
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