Al
di là del cielo
Guardo
il cielo. Il mio sguardo vaga e si perde nel buio della notte, mentre
contemplo il firmamento e mi lascio abbagliare dalla luce delle
stelle.
Lei
è accanto a me. Riesco
a sentire il
suo respiro affannato dopo la gran corsa, e l'odore dell'erba fresca
così simile al suo profumo.
“Cosa
credi che ci sia, al di là del cielo?”, mi
domanda, fissando
la luna bianca e silenziosa.
“Non
lo so”, rispondo vaga. “Non ne ho idea.”
Ascolto
la sua risata appena accennata. La sua solita risata triste.
“Un
tempo, non eri così”, mi dice amaramente.
“Così
come?”, chiedo, nonostante conosca già la risposta
a
quell'interrogativo.
“Sorridevi,
ecco. Adesso, sembra che tu abbia scordato come si fa. Ti ricordi
quando scrivevi quelle poesie? Il sole che tramonta dietro le
colline, e affoga nel mare. Il vento che scompiglia i capelli, le
prime parole di un bambino. Hai dimenticato tutto questo? L'hai fatto
per davvero?”
Mi
lascio cadere sull'erba e chiudo gli occhi.
“Non
c'è un bel niente, oltre il cielo.”
Lei
sospira. “Lo dici solo perché non riesci
più a
immaginare.”
Volge il viso verso di me e mi guarda dritto negli
occhi. “Ti prego, non puoi aver smesso anche di sognare.
Dimmi che
non è vero.”
Non
rispondo. È diventata quasi un'abitudine, quella di
ignorarla.
Lei è solo la stupida che mi sta accanto nonostante tutto.
La
stupida a cui voglio un bene a dir poco immenso, la stupida che
considero la mia migliore amica.
Torno
a fissare l'immensità del cielo, senza pensare a nulla.
“Perché
è successo?”, domanda. “Un tempo, ti
chiedevi cosa ci
fosse al di là di ogni cosa, di ogni singola cosa, e
fantasticavamo insieme. Non puoi averlo scordato, non puoi aver
rinunciato a tutto questo.”
La
sento singhiozzare piano. Non tento di confortarla.
“Ho
quasi dimenticato il tuo sorriso...ormai è solo un vago
ricordo...”
Continua
a piangere, in silenzio. Per alcuni minuti, in un crescendo di
singhiozzi e di respiri mozzati.
“Mi
manchi, sai”, dice poi, asciugandosi le lacrime.
“Mi manca la mia
migliore amica.”
Anche stavolta, non faccio niente. Non cerco di
scusarmi, come sempre.
“Non
sei morta anche tu”, sussurra piano.
La
guardo, interrogativa.
“Il
sole muore a ogni tramonto. Sembra che tu sia morta con lui, da quel
giorno.”
Fingo
di non ricordare. “Quale giorno?”
“Lo
sai benissimo!”, esclama. “Da quando tua nonna se
n'è
andata, non hai fatto altro che aspettarla. Non tornerà! Lei
non tornerà mai più! Arrenditi!”
Rimango
immobile. Nessuna emozione dipinge il mio volto.
Il
mio sguardo è fisso sull'orizzonte, lo sguardo di chi vede,
ma
non guarda.
“Dov'è
andato a finire, il tuo cuore?”, chiede lei, alzandosi in
piedi.
Piange, e mi grida questa frase, guardandomi negli occhi con i suoi
pieni di lacrime.
“Rispondimi!”,
singhiozza, sembra che non riesca più a trattenere il
dolore.
“Dov'è finita la tua anima, il tuo cuore?
Dov'è
finita la mia migliore amica?”
Corre
via piangendo, mentre io rimango immobile sull'erba.
“Al
di là del cielo”, rispondo in un sussurro, ormai
sola. “Al
di là del cielo.”
Angolo
Autrice
Questo,
è un piccolo sfogo, niente più che un piccolo
sfogo.
Lo
dedico alla mia migliore amica, Valeria, che mi è stata
vicina
quando mia nonna se n'è andata.
È
il mio modo di chiederle scusa per tutte le volte, in questi mesi,
che mi ha chiesto: “ma sei triste?” e io le ho
risposto,
costantemente, “no, non ho niente”.
Per
tanto tempo, è andata avanti così. Il mio cuore
è
finito al di là del cielo, ma ora l'ho ritrovato, Vale.
Ti
voglio bene.
Grazie
a chi ha letto questo piccolo sfogo, ve ne sono davvero grata.
Seele
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