Tre drabble (tutte di cento parole! Ci ho messo di più a farle rientrare nel conteggio che a scriverle XD) sull'istante che ha segnato la vita del principe dei saiyan.

Il dominatore dell'universo guarda il principe e vede un'arma allo stato grezzo, pronta a essere plasmata dalle sue mani. È tutto ciò a cui i saiyan hanno sempre aspirato: un guerriero perfetto, inarrestabile, spietato; e lui lo renderà l'emblema del rimpianto.
Gli concederà di sopravvivere per suo personale diletto, come principe senza regno, perché un giocattolo non ha bisogno di sudditi ma solo di un padrone. E, da padre severo e spietato carnefice, gli insegnerà un odio sconosciuto perfino alla sua razza assassina, godendosi ogni stilla della sua rabbia impotente e dell'umiliazione.
Sa già che sarà la sua creazione migliore.

Il sovrano dei saiyan guarda l'alieno dinanzi a cui è costretto a chinare il capo e nelle sue iridi color sangue vede la fine stessa della sua razza. Un lampo di perverso compiacimento balena nella piega delle sue labbra, come se Freezer avesse appena divorato il suo orgoglio e lo stesse assaporando assieme al declino di un popolo intero.
Ha gli occhi puntati su suo figlio, e l'orgoglio e l'umiliazione per quell'erede tanto potente spariscono dinanzi alle tenebre insite in quello sguardo bramoso.
C'è solo l'oscurità, adesso, nel suo cammino. E per la prima volta il buio gli fa paura.

Il principe guarda i due guerrieri e vede solo due possibili bersagli con cui mettersi alla prova.
Non è un bambino, malgrado l'età; non lo è mai stato, come testimoniano le mani imbrattate di sangue e quel ghigno crudele che presto spaventerà l'intero universo.
- Tuo figlio è molto interessante, Vegeta. – commenta l'alieno, e il principe si stupisce di vedere il padre annuire con il mutismo degli sconfitti.
In quell'istante si è deciso il suo destino, ma lui ancora non lo sa. Ha solo la certezza che Freezer non gli piace e che un giorno gli strapperà la vita.