Per
Sempre.
{Broken
pieces of a barely breathing story
Where
there once was love,
Now
there’s only me. And the loneliness.}
[Alex.. Alec. Se ti
ho dato l’impressione di aver accettato l’idea
della tua morte,
allora non posso
fare altro che scusarmi.
Ci ho provato,
pensavo davvero di esserci riuscito,
pur continuando ad
immaginare di averti con me per altri cinquanta,
sessant’anni,
pensando che magari
a quel punto sarei stato capace di dirti addio.
Ma si tratta di te,
e ora mi rendo conto che non sarò più pronto a
perderti di quanto non lo sia ora.
Ovvero per niente]
~~~
..
È sempre stato
così.
È
una delle
conseguenze dell’immortalità,
com’è ovvio, e Magnus detesta doverci pensare.
Un attimo
prima é
accanto alla persona che ama, l’attimo dopo l’ha
persa e tra le sue braccia non
rimane che l’ombra di un ricordo.
Sempre così.
Lo stregone serra gli occhi, si
rigira senza sosta nel
letto, alla ricerca di una posizione comoda.
Vuole solo dormire, porca miseria, solo chiudere i
battenti del cervello
e smettere di pensare per un po’. Non chiede molto, alla fine.
.. I dubbi
di Alec,
infondo, sono anche i suoi. L’unica
differenza è che Magnus li sente ronzare in testa da secoli.
Per Alec, invece,
sono una scoperta che non dimenticherà tanto facilmente.
Come si può
dimenticare una cosa del genere?
Non
c’è nulla di
difficile, non ci sono spiegazioni logiche. È
così e basta, insomma.
Inutile
ribellarsi, inutile gridare, protestare, inutile cercare una
soluzione – che non c’è.
Magnus sbuffa stizzito, e si rigira
un’altra volta nel
letto, tirando le coperte fin sopra i capelli. Ha imparato –
ha dovuto imparare – a
riconoscere quelle
serate in cui il sonno non arriva, scacciato dalle troppe riflessioni
angosciose.
.. Un
girotondo di
pensieri, un circolo che si chiude sempre nello stesso fottutissimo
modo. Ecco cos’è.
Non riesce a
liberarsi
dall’idea che Alec ne rimarrà ferito. Che forse lo
è già -anzi di sicuro.
Ma non
è colpa sua,
non ha scelto lui di nascere così, e se non fosse stato
immortale Alec nemmeno
l’avrebbe incontrato.
Qualche lato positivo c’è,
insomma.
Il fatto
è che non può
pensare di lasciare Alec. Non sopporta più l’idea
di dover andare avanti,
un’altra volta.
Aver
superato tutti
quelli coloro che hanno lasciato questo mondo fa di Magnus una persona
senza
cuore? Può davvero riuscire a superare anche Alec?
Qualcosa
gli suggerisce di no.
Non potendone più, di
rimanere nel calore quasi opprimente
delle coperte, Magnus si alza con la seria intenzione di soffocarsi di
biscotti. Così
si dirige verso la
cucina.
.. Per sempre.
È
questa la sua
condanna. Magnus non se n’è mai lamentato, non ne
ha mai avuto seriamente
motivo. Ha sempre creduto di essere relativamente fortunato:
può fare quello
che vuole, conoscere un sacco di persone, viaggiare..
Ma ora si chiede quanta
fortuna ci possa
essere nel dover vedere Alec crescere – no, la parola invecchiare non la può nemmeno
prendere in considerazione – e
morire.
Gli si forma
un nodo
alla gola al solo pensiero.
Ha insistito
così
tanto per entrare a far parte della vita dell’altro, che non
ha mai pensato
alle conseguenze. E al fatto che, in realtà, non
sarà mai completamente
partecipe della vita di Alec.
Perché
Magnus può
permettersi di aspettare, ma Alec no. Magnus ha già visto un
sacco di cose che
Alec forse nemmeno mai vedrà. Magnus non potrà
mai avere lo stupore di un mortale:
dopo ottocento
anni, non c’è più nulla di cui
stupirsi. Magnus ha tempo, talmente tanto tempo
che la vita di Alec sembra un battito di ciglia al confronto.
E saperlo fa
male.
Lo stregone si passa le mani tra i
capelli, appollaiato sul
divano, mentre Presidente Miao si rannicchia sulle sue gambe facendo le
fusa.
Magnus lo carezza distrattamente, mentre lo schermo nero della TV gli
rimanda
la sua stessa immagine – che cosa l’ha preso a
fare, quell’aggeggio?
Odia la
situazione che
è venuta a crearsi.
Odia dover
dare ad
Alec spiegazioni scomode circa sé stesso ed il proprio
passato. Non ama ripensarci,
per certi versi è stupido, per altri doloroso, in qualsiasi
caso inutile.
Ogni tanto,
Magnus, si
sente stordito. Non è facile convivere con ottocento anni di
ricordi, e capita
che un oggetto qualsiasi gli rammenti una persona conosciuta. E non
può fare a
meno di chiedersi, sarà così anche per Alec?
Non vuole
ricordare
Alec attraverso degli oggetti: vuole averlo al suo fianco. Sempre.
È
egoista, da parte
sua. Ma non può più davvero vivere senza Alec.
Se non
c’è, è
preoccupato a morte. Non fa altro che pensare a lui. E si tratta spesso
di
qualche ora, nulla di più. Come potrebbe sopravvivere senza
di lui per
l’eternità?
Con uno schiocco di dita gli appare
il telefono in mano, e
digita quasi automaticamente il numero del ragazzo. Gli manca
l’aria, aspetta
con ansia che l’altro risponda, come in apnea.
- mmh. Ma lo sai che ore sono? - mugugna Alec,
sbadigliando. Magnus torna
finalmente a respirare. E no, non sa che ore sono, e non gli interessa.
Voleva
solo sentire la voce di Alec, nient’altro – certo,
sarebbe stato meglio averlo
lì, ma per ora può accontentarsi.
Lo stregone non risponde, ascolta
beato il respiro del
ragazzo nella cornetta.
- Magnus? – domanda il
ragazzo, titubante. Lo stregone può
quasi vederlo: gli occhi ancora mezzi chiusi, i capelli in completo
disordine
ed una smorfia adorabilmente assonnata. – ehi? Ci sei?
–
- Alec. – non dice
nient’altro, il suo nome ha un sapore
dolcissimo.
- lo so come mi chiamo, grazie
– ribatte pungente il
ragazzo, e Magnus si concede una risata.
- lo so anche io. –
- menomale. Iniziavo a preoccuparmi
– borbotta il
Cacciatore.
Magnus rimane in silenzio. Non gli
interessa riempire quel
momento con parole che non servirebbero a nulla. Gli basta anche stare
così.
Sapere di poter ancora godere della sua presenza, del suono della sua
voce, lo
rende incredibilmente più rilassato.
- ehi. Ma che hai? È
successo qualcosa? – per qualche strano
motivo, Alec è teso. Magnus sa che la colpa è
sua, che non gli risponde, che
non riesce nemmeno a mettere in moto il cervello.
- ti amo – è
l’unica cosa che riesce a dire, e questa volta
è Alec a zittirsi. – davvero. Mi dispiace di non
averti detto del mio passato,
ma è che quando ci sei tu non è importante, quasi
nemmeno lo ricordo, e non
volevo farti male cioè, insomma, io---
- Magnus. – lo interrompe
il ragazzo. – Magnus, non importa.
Cioè, si, importa, ma non così tanto. Posso.. posso capire. –
- si? – domanda flebilmente
lo stregone, stupito. Capire una
cosa come l’immortalità non è semplice.
Forse Alec intendeva accettare, ma
a Magnus si riscalda il
cuore lo stesso. Probabilmente anche altri avevano accettato la sua
“condizione”, ma nessuno glielo aveva mai detto
apertamente.
- si – ripete Alec, e
Magnus lo trova molto convincente
nonostante l’evidente imbarazzo presente nella voce
dell’altro.
- non voglio nessun altro. Non vorrò mai più nessuno che
non sia tu. –
dice allora lo stregone, solo per
ricordarglielo. Alec, dall’altro capo della cornetta,
sospira.
- mm. Lo sai che è
impossibile.- mugola imbarazzato.
Magnus lo sa, ma non ne è
più così convito. Non riesce ad
immaginare qualcuno che possa farlo stare meglio di Alec. Non
c’era mai stato
nessuno, come lui.
Alec si schiarisce la voce. Poi torna
il silenzio,
interrotto solo dai loro respiri.
- Magnus, mi hai chiamato alle due di
notte solo per questo?
–
- ci tenevo a fartelo sapere
– sostiene convinto lo
stregone, grattando sotto il mento Presidente Miao, che fa le fusa
soddisfatto.
Alec borbotta qualcosa
d’imbarazzato e Magnus ride
sommessamente.
L’imbarazzo di Alec
è sempre così adorabile che a Magnus
viene voglia di continuare a stuzzicarlo all’infinito, per
vederlo arrossire
ancora, ancora e ancora.
- sei sicuro sia tutto a posto?
– borbotta il ragazzo. Poi
starnutisce forte un paio di volta. – scusa un attimo
– gli dice subito dopo, e
Magnus lo sente appoggiare il telefono ed aprire qualche cassetto, per
poi
soffiarsi il naso.
- umh. Ci sono. – lo
informa, tirando su con il naso. –
quindi? –
- quindi cosa? – domanda
Magnus, fingendo di aver
dimenticato la questione precedente.
- stai bene? -
Magnus sospira, chiude gli occhi per
qualche secondo e i meccanismi
della sua testa si mettono in funzione talmente velocemente che lui
stesso
fatica a seguirli. Apre gli occhi e sospira di nuovo. Poi appende.
- mi hai appeso in faccia!
– esclama indispettito Alec, la
mattina dopo, puntandogli al petto un dito, le guancie arrossate e le
sopracciglia aggrottate.
- no, Alec, è caduta la
linea, te l’ho detto – si difende
Magnus, con un sorriso stanco che però tradisce le sue
parole.
- lo so che stai mentendo, Bane – ribatte il ragazzo,
fulminandolo. Di scatto il Cacciatore si
ritrae, incrociando le braccia al petto. Lo fissa con sguardo furioso
per
qualche attimo, e Magnus non può fare a meno di pensare che
anche
quell’espressione offesa gli dona moltissimo.
Con uno sbuffo seccato, Alec ruota su
sé stesso e si dirige
con passo marziale verso l’uscita, fermandosi solo
all’appendiabiti per
recuperare la propria giacca.
- dove stai andando? –
domanda divertito Magnus, seguendolo
con calma ed osservando i suoi movimenti appoggiato allo stipite della
porta
della cucina. Si passa la lingua sulle labbra.
- fuori di qui – ringhia
Alec, tirando su la zip della
giacca scura con un colpo secco. – non ho intenzione di farmi
prendere in giro
da te –
- non ti sto prendendo in giro.
–
Alec volta di scatto il viso verso di
lui e a Magnus sembra
quasi sia sul punto di urlargli addosso, ma poi il ragazzo prende un
profondo
respiro. Solo dopo aver contato fino a dieci almeno due volte Alec
riapre gli
occhi, puntandoli in quelli dell’altro con decisione.
- se non mi stai prendendo in giro
– dice, fin troppo calmo,
aggrottando le sopracciglia – allora spiegami perché
io sono
costretto a
prestarmi ai tuoi momenti da psicanalista che cerca di capire cosa non va in me, mentre tu
nemmeno rispondi ad un semplice ‘come
stai?’. – prende un respiro, necessitando
d’aria dopo quel fiume di parole
dette senza interruzione. – spiegamelo. –
Magnus lo guarda sorpreso, sbatte le
palpebre e spera che
Alec la pianti di guardarlo con quel fare accusatorio. Ma,
com’è prevedibile,
il ragazzo non ha alcuna intenzione di mollare.
Diretto. È
quello
che pensa Magnus senza riuscire ad impedirselo. La rabbia pacata e
– mal –
contenuta di Alec ormai non è più una
novità ma, nonostante questo, lo stregone
trova assurdo che l’altro riesca ancora ad arrivare sempre al
punto, senza mai
perdersi nemmeno una volta.
- non ho mai detto che
c’è qualcosa che non va in te –
commenta Magnus, tentando di sviare il discorso e Alec si morde forte
le
labbra.
È dallo sguardo di Alec - forse un po’
offeso, sicuramente triste - che
Magnus capisce di aver perso per l’ennesima volta. Se
c’è una cosa che ha
imparato di Alec è che è facilissimo confonderlo
se ha la guardia abbassata,
tanto quanto è difficile che il ragazzo distolga la mente
dal proprio
obbiettivo quando invece è attento.
Ma Magnus non è abituato a
dare spiegazioni e nemmeno gli
piace. Per questo detesta i momenti in cui Alec è
così ostinato.
- non è quello che ti ho
chiesto, Magnus. Lo vedi che non
fai altro che pre-
- non ti sto prendendo in giro.
– lo ferma lo Stregone e,
prima che l’altro possa aggiungere qualche commento
sprezzante, sospira. –
davvero. –
Alec non replica, lo guarda in
silenzio con quello sguardo
di chi vuole risposte che sa non arriveranno. e Magnus per un
po’ si limita a
fissarlo in silenzio, cercando di imprimersi nella memoria ogni singolo
dettaglio dell’altro, dai capelli neri e spettinati fino alla
punta delle
scarpe da ginnastica bianche e sporche.
- come sto? – dice a voce
bassa, portando lo sguardo su
Presidente Miao che ha deciso di fare la sua entrata in scena in quel
momento. Gli si
struscia sulle gambe,
facendo le fusa e, dopo aver miagolato contento in direzione di Alec,
zompetta
in cucina con fare soddisfatto. –
secondo te come dovrei stare? –
Alec arriccia il naso indispettito e
si abbassa la zip del
giubbotto, riappoggiandolo sull’appendiabiti. – non so leggere
nel pensiero, Magnus. Se non
me lo dici non posso saperlo –
- stanco. – mormora quasi a
sé stesso lo stregone. Alec
inarca un sopracciglio.
- come scusa? –
- stanco – ripete Magnus, a
voce più alta. – e decisamente
frustrato. Sei
contento ora? –
Alec continua a fissarlo, e Magnus
crede di non essersi mai
sentito così a disagio
prima d’ora.
forse perché a nessuno era mai interessato come si sentisse
– men che meno a
Camille. O forse perché nessuno l’aveva mai
guardato con quella sorta di preoccupazione,
mista ad una punta di amarezza che non avrebbe mai voluto vedere sul
volto
dell’altro. O forse è semplicemente Alec; magari
è tutta colpa del fatto che
Alec sia Alec e non qualcun altro.
Il ragazzo gli si avvicina, e pian
piano la sua espressione
si addolcisce.
- contento no – sussurra a
qualche centimetro dalle sue
labbra, e Magnus si chiede se riuscirà a contenersi.
– però mi fa piacere che
tu ti sia spontaneamente confidato
con me –
Magnus emette un verso ironico, e
Alec ride piano,
strofinando il naso contro il suo mentre appoggia le mani sulle sue
spalle – e
Magnus si dice che no, non
riuscirà a
trattenersi ancora per molto. Sente già le mani prudere dal
desiderio di
toccare l’altro.
- e per una volta tanto non sono io,
quello sotto analisi –
commenta il Cacciatore, con tono pensieroso. – è
una bella sensazione –
conclude con un sorriso soddisfatto e imbarazzato, che manda il sangue
di
Magnus tutto verso le parti sbagliate.
- non ti ho mai messo sotto analisi
– si difende lo
Stregone, con un sorriso che non promette nulla di buono, decidendosi
ad
allacciare le braccia intorno alla vita di Alec ed avvicinandolo a
sé.
- noo – è la
risposta ironica del ragazzo, che alza gli
occhi al cielo. – hai passato i primi giorni del nostro
viaggio a chiedermi ‘è
tutto ok, Alec?’
o ‘stai
bene Alec? Ti piace? Ti diverti?’ –
- avevi appena perso Max, era ovvio che io fossi preoccupato per te.
–
Lo sguardo di Alec
s’incupisce all’improvviso, e Magnus si
morde le labbra per aver tirato in ballo l’ennesimo argomento
delicato. I
pensieri si rincorrono velocemente nella mente di Alec, e Magnus li
vede
riflessi nei suoi occhi, così chiari
da starci male. Poi, il ragazzo tira un sospiro pesante.
- lo capisco. Ma anche io voglio
sapere come stai tu, perché
mi rendo conto che anche tu hai i tuoi problemi, e che spesso eviti di
parlarmene,
mentre io non faccio altro che riversarti addosso i miei. Preferisco di
gran
lunga condividere con te delle preoccupazioni piuttosto che essere
all’oscuro
di quello che pensi. –
Gli occhi di Alec sono
insopportabilmente azzurri, troppo
innocenti e colmi di talmente tanto amore incondizionato che Magnus non
può
fare a meno di sentirsi inadeguato di fronte a quel ragazzo che, in fin
dei
conti, rappresenta tutto quello che lui non è mai stato.
- i.. io – balbetta
incoerentemente, dandosi dell’idiota perché
si sta comportando come una ragazzina alla prima cotta.
Il ragazzo sorride, scuotendo piano
la testa e i capelli
neri gli ricadono sugli occhi.
- non devi rispondere. Volevo solo
dirtelo –
C’è qualcosa,
nello sguardo dell’altro, qualcosa che Magnus non
vi ha mai scorto. Una sicurezza che nemmeno Alec sapeva di avere.
- bhe – dice, scogliendo il
loro abbraccio con un sorriso
imbarazzato. – sarà meglio che vada –
Ma prima che riesca ad allontanarsi
anche di un solo passo,
Magnus lo ferma e lo stringe contro di sé, premendo forte le
labbra sulla sua
bocca. Lo sente tremare di sorpresa e d’imbarazzo, e
aggrapparsi con forza alle
sue spalle mentre schiude le labbra per lasciare che il bacio si
approfondisca.
Quando si staccano per mancanza di
ossigeno, Magnus lo
guarda e vede di nuovo quanto l’altro sia fiducioso. E fragile. Lo
stregone
nasconde la propria malinconia dietro un sorriso dolce.
- rimani qui – dice,
affondando il volto nella spalla
dell’altro, mentre reprime con forza il resto della frase: per sempre.
Can the lonely take the place
of you?
NdA
Gosh.
Non
mi
piace >.<
All’inizio doveva essere
qualcosa di completamente diverso
che poi è degenerato in quello che avete letto –
se siete arrivati fino a qui l’avete
letto, no?
In qualsiasi caso. Ispirato alla
canzone the lonely di Christina
Perri e dalle
parole di Magnus in CoFA *scuoricina*
Mmh. Boh.
Non mi convince per nulla. Ma non ho
altro da fare, ed è più
che giusto diffondere le Malec anche con questi turpi (?) mezzi u.u
(Perché
a me? T^T)
Aaaal solito, recensioni, commenti,
critiche e quant’altro
seeempre ben accetti *lancia coriandoli*
See Ya!
_ L a la
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