31 Years Of...
«Tommy, ti
dispiace tirare giù il tuo cazzo di piede dal cruscotto?» Nikki si
sistemò la bandana mentre la macchina riprendeva a muoversi
lentamente in quel biscione di traffico congestionato; Tommy lo
guardò scuotendo il capo: «E' proprio vero che più si invecchia e
più si diventa delle piaghe»
«Non sto
facendo la piaga» il bassista battè uno dei suoi anelli contro la
leva del cambio «semplicemente ho appena pulito la mia bestiola e mi
girano i coglioni che tu mi insudici il cruscotto con le tue
Converse». Tommy fece orecchie da mercante e continuò a fissare la
massa di stop accesi davanti al parabrezza mentre una volante della
polizia cercava di farsi strada nell'intoppo; proprio in quel momento
un ricordo, finito chissà in quale angolo remoto del suo cervello,
riaffiorò dal nulla. Una risata, dapprima sommessa, poi sempre più
forte e divertita iniziò a riempire l'abitacolo della Mustang. Nikki
pigiò sul freno delicatamente fermando il mezzo e si voltò a
guardare l'amico: «Che hai da ridere?»
«Bro...»
una lacrima gli scivolò sullo zigomo mentre la mano destra correva a
massaggiarsi gli addominali «ma...» proprio non ce la faceva a
smettere
«Stai
bene?» il bassista pensò in un frangente che la macchina che li
precedeva emettesse gas esilarante dal tubo di scappamento
«Cazzo
ma...» Tommy inspirò profondamente cercando di ricomporsi «Ma ti
ricordi quel pomeriggio di luglio? Sarà stato l'82... o l'81.
Insomma agli inizi. Faceva un caldo terribile e noi che avevamo
comprato quella brocca di limonata da quello sfigatello che ce
l'aveva lasciata a due dollari... DAI TI RICORDI?» il batterista
scoppiò nuovamente a ridere. Nikki stette un attimo in silenzio
mettendo la macchina in folle; poi, d'un tratto, si rammentò anche
lui: «Ma sì che me lo ricordo! Cazzo, che pomeriggio... doveva
essere l'82. Ma ti ricordi come eravamo in giro? Io con quei
pantaloni in pvc rossi e tu con quelli con una gamba bianca e una
nera»
«Sì! Che
quel nanetto ci era rimasto malissimo quando ci aveva visti» Tommy
mimò l'espressione facciale del bambino del chiosco delle limonate
facendo scoppiare a ridere l'amico
«Un litro
di limonata a testa ci eravamo sparati» Nikki battè la mano sul
volante «Ma... ti ricordi che cazzo abbiamo combinato poi?»
«Mi sa
che abbiamo esagerato... non sono più abituato a ubriacarmi con la
limonata» Tommy si grattò vistosamente il suo amico in mezzo alle
gambe. Di tutta risposta, Nikki grugnì: «E dove cazzo la facciamo?
Suoniamo alla prima vecchia e le chiediamo se ci fa usare il suo
cesso?»
«A te di
sicuro non ti apre»i
T-Bone lo spintonò giù dal marciapiede
«Perchè?
Cos'ho che non va?» il bassista lo guardò da dietro il frangione
spesso con occhi quasi stupiti
«Ma ti
sei visto? Con quei cazzo di pantaloni mi sembri una battona di
Hollywood Boulevard» il dito del batterista puntava dritto
sull'indumento preferito dall'amico
«Perchè
tu invece?» Nikki, permaloso, gli tirò un pizzicotto sul culo
«Sembri pronto per un party di Halloween! Mi sembri quella maschera
italiana... come si chiama? Pulci-coso...»
«Pulcinetto?»
Tommy si mordicchiò il labbro dubbioso
«Tipo...
se la vecchia ti apre, invece di farti andare in bagno ti dà le
caramelle» il bassista si mise a ridere e spinse l'amico lungo il
marciapiede, facendolo quasi cadere di faccia. Camminarono ancora per
qualche isolato prendendosi in giro a vicenda e ridendo come cretini,
quando, stremato dagli spasmi degli addominali, Nikki si accasciò
sull'asfalto: «Basta, piantala! Se vai avanti così va a finire che
me la faccio sotto!»
«Oh
merda!» Tommy lo seguì a ruota «Ma ti immagini la chiazza gialla
sui pantaloni? SUI MIEI? Che schifo» risate sempre più forti
«E io
invece? Che se me la faccio addosso mi scende fin negli stivali
perchè sti pantaloni sono impermeabili!» Nikki aveva il viso
paonazzo; rideva così forte che rischiava l'apnea. Quelle risate
quasi isteriche erano l'unico suono che si udiva in quel quartiere
residenziale di West Hollywood. Poi, improvvisamente, Nikki smise di
ridere; Tommy, preoccupato, lo guardò con gli occhi che gli
lacrimavano tossendo. Gli toccò la spalla per avere spiegazioni, ma
l'amico non si voltò; continuava a fissare qualcosa dall'altra parte
della strada. Forse una ragazza, una di quelle che potevano essere
definite “Yankee Roses”; invece gli occhi di Nikki erano fissi su
un'auto. L'auto della polizia, con le portiere aperte, posteggiata
dall'altra parte della strada. In un secondo, gli occhi verdi del
bassista ispezionarono la via: deserto e silenzio; poi si voltò
verso l'amico, che lo fissava stupito. Bastò un cenno del capo verso
la vettura per accendere il loro neurone in comune: «T-Bone, stai
pensando anche tu quello che penso io?». Non ci fu una risposta.
Entrambi schizzarono in piedi e corsero verso la volante, l'uno dalla
parte del guidatore, l'altro dalla parte del passeggero: «Sicuro che
non ci veda nessuno?» Tommy sembrava quasi preoccupato
«Zitto e
piscia» rispose Nikki guardandosi attentamente intorno.
L'adrenalina
scorreva a fiotti nelle vene dei ragazzi: le gambe tremavano, il
respiro era corto e risatine acidule uscivano dalle loro bocche; il
tutto durò solo venti secondi. In tempo record i ragazzi si tirarono
su le zip dei pantaloni e corsero più veloce che poterono, con
indosso i loro stivaloni con il tacco a spillo, al limite della
distorsione delle caviglie.
«Che
imbecilli che siamo stati» Nikki scosse il capo avanzando lentamente
nel traffico
«Siamo
stati fortunati che non ci ha visti nessuno... altrimenti ci
avrebbero portato in centrale e ci avrebbero tagliato il pisello».
Tommy si girò verso l'amico, cercando di studiarne gli occhi
nascosti dietro gli occhiali scuri; non erano cambiati di molto nel
corso degli anni. Certo, c'era stato quel periodo buio in cui erano
paurosamente spenti, ma poi lui si era ripreso. Era risorto. Una
specie di Gesù Cristo rock. «Mi hai fatto prendere una paura
fottuta quella sera»
«Di
che cazzo parli?» Nikki frenò di nuovo; si girò verso l'amico con
sguardo interrogativo
«Quando
sei morto» il batterista fece spallucce.
Nikki
sorrise e si abbassò gli occhiali sul naso: «Non dirlo a me...» si
fermò a fissare gli occhi nocciola dell'amico; avevano sempre quella
sfumatura così energica, a tratti vulcanica. Non erano mai stati
vacui come i suoi, avevano sempre avuto quella scintilla esplosiva
che caratterizzava T-Bone: «Credo che la morte non mi abbia voluto
perchè ero ancora troppo scemo per morire»
«Non
iniziare coi tuoi discorsi filosofici» Tommy sbuffò ma Nikki lo
bloccò:
«No,
no... volevo solo dire che è una fortuna che non sia morto quella
sera. Perchè... perchè mi sarei perso un sacco di cose. Perchè non
avrei fatto in tempo a capire cos'è l'amore. Perchè non avrei fatto
in tempo a scrivere la musica migliore. Perchè non avrei fatto in
tempo ad apprezzarti come amico vero. Perchè non avrei mai visto i
Mötley Crüe crescere, trionfare, cadere nel fango e poi risalire».
Tommy
sorrise; sempre quel sorriso da trentun'anni: «Hai ragione bro... ti
saresti perso il meglio. Anche io ho fatto i miei errori in queste
decadi ma... credo che i Crüe siano stati la miglior miniera di
esperienze che abbia potuto trovare». Un altro sorriso; poi una
stretta di mano ed un abbraccio caloroso.
Di
acqua sotto i ponti ne era passata parecchia, così come fiumi e
fiumi di vodka avevano inondato la gola di Mick Mars fra l'85 e l'88;
un sacco di macchine distrutte e chili e chili di droga consumata.
Incidenti. Morte. Galera.
Ma
Nikki e Tommy sapevano che se avessero riavvolto il nastro non
avrebbero cambiato nulla; o quasi. Correggere solo gli errori più
madornali. Perchè quello stile di vita chiamato Mötley Crüe va
vissuto fino in fondo; con tutti i suoi pro e contro.
Eccomi
qui :) fra un capitolo della tesi e l'altro, ho scritto nel giro di
un paio d'ore questa one-shot dato che oggi ricorre il trentunesimo
anniversario della fondazione della band che più di ogni altra mi ha
cambiato la vita. Forse è un po' troppo romantica sul finale... però
mi piace così.
Se
avete commenti, sia positivi che negativi, scrivetemeli ;) sono
sempre pronta a cercare di migliorare le mie storie. Grazie a tutti
voi che leggerete (e anche recensirete)
Ellie
iSo
che non è grammaticamente corretto, ma è mio intento simulare la
lingua parlata in questo caso.
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