The Unholy Land of Phandorie
Rachel
adorava andare a teatro; amava andare a prendere i biglietti e
stare in fila ore per assicurarsi i posti migliori degli spettacoli
più popolari. Amava i musical classici e intramontabili, ma
non le
dispiaceva neanche conoscerne nuovi. In quel caso passava molto tempo
su internet a documentarsi sugli interpreti, sulle canzoni, sui
giudizi della critica. Sentire il profumo delle signore avvolte nelle
pellicce che si atteggiavano a dive, sedersi sulla poltrona, vedere
il sipario alzarsi ed assistere ad una nuova storia che magicamente
prendeva vita grazie alla magia del teatro; queste erano le cose che
Rachel amava e a cui non avrebbe mai potuto rinunciare.
Quel
pomeriggio, quando uscì dal negozio,
non aveva nemmeno fatto pochi metri che si accorse di non avere con
se la borsa. Il cuore di Rachel saltò qualche battito. Non
può
essere, si disse. No, no, no! Si
guardò intorno, per vedere se le fosse caduta, ma sul
marciapiede
sporco non c'era nulla oltre alle cartacce e a qualche sigaretta.
Sono stata scippata? Si chiese, in preda al panico. Come faccio a
subire uno scippo e non accorgermene? Probabilmente in quel momento
il ladro stava aprendo la sua borsa e, visto il contenuto, si stava
sicuramente catapultando in teatro con in mano i suoi preziosissimi
biglietti, pronto ad occupare i suoi sudatissimi
posti in prima fila. No, si ripeté categorica. Non lo
permetterò.
Stava
quasi per chiamare la
polizia e denunciare il furto quando una voce la fece sussultare.
-Signorina!
Signorina!
Era Sol,
la barista del caffè
dove era appena stata Rachel. In mano teneva una gigantesca borsa
marrone chiaro.
-Ha
lasciato questa sul tavolino-
Rachel
strabuzzò gli occhi e
allungò le mani per prenderla. Cercando di non farsi notare,
si
assicurò che i biglietti fossero al loro posto.
-Stia
attenta, ci sono i soldi e
le chiavi, non può lasciarla in giro così...-
-Sei la
mia salvezza!- disse
Rachel abbracciando brevemente la barista interdetta, -non so cosa
avrei fatto se avessi perduto i biglie... cioè, se avessi
perduto la
borsa. Costa metà del mio stipendio.-
Non
voleva rivelare di essere
stata sul punto di piangere per dei biglietti del teatro. Sarebbe
sembrata maniacale.
Sol
guardò la borsa come se fosse
un mutante. -Come fa a costare tanto? Che poi è una borsa
come tutte
le altre...-
-Scherzi,
vero? Non è
assolutamente come le altre! E' una Louis Vuitton!-
Sol la
guardò come se fosse
scema, cosa che Rachel non apprezzò per niente. Era un
regalo del
suo adorato coinquilino e migliore amico, assodato guru della moda.
Ma dopotutto, cosa ne poteva mai capire una che indossava un
grembiule giallo sulla divisa marrone?
-Comunque,
ti ringrazio. A
presto!-
-Arrivederci-
Rachel
girò i tacchi e cominciò
a cercare un taxi che la riportasse a casa. Arrivata al palazzo,
entrò nell'ingresso e chiamò l'ascensore, per poi
premere il tasto
del 5^ piano. Rachel viveva nel più adorabile appartamento
(che
costasse meno di un occhio della testa) di tutta New York. Quando si
era trasferita lì, meno di un mese prima, non riusciva a
credere di
aver avuto tanta fortuna da trovare un appartamento come quello.
Anche se Rachel avrebbe dormito anche sotto un ponte pur di poter
stare a New York, doveva ammettere di essere stata davvero fortunata.
E per
giunta lo divideva con la
persona più adorabile del mondo, e che per lei era anche la
più
importante.
Rachel
aprì la porta, si pulì le
scarpe per poi toglierle subito e infilarsi le comode ciabattine
sistemate all'ingresso. Le luci erano tutte accese (cosa abbastanza
normale dato che il suo coinquilino non si preoccupava di pagare le
bollette) e si sentiva in lontananza la voce di qualcuno che cantava
a squarciagola pezzi di vecchi musical ormai quasi dimenticati.
Rachel
raggiunse il bagno; poteva
sentire lo scroscio dell'acqua della doccia e la voce farsi ancora
più alta per prendere al meglio l'acuto del finale.
Ovviamente,
venne perfetto. Sorridendo, aprì la porta.
-Stai
facendo crollare il palazzo-
L'acqua
smise di scorrere e dalla
doccia oscurata fece capolino un braccio muscoloso ma sottile che si
allungò a prendere l'asciugamano, che sparì
dentro la doccia.
Subito dopo, avvolto nel cotone bianco, un ragazzo alto dai capelli
castani uscì dalla doccia.
-Ehi,
è solo questione di
esercizio. Prima o poi mi riuscirà bene-
Rachel
rise e chiuse la porta per
non far entrare aria fredda nel bagno. Tutti e due sapevano che il
ragazzo aveva una delle voci più spettacolari di tutti gli
States.
Questo le si avvicinò e le diede un bacio all'angolo della
bocca per
salutarla.
-Dove
sei stata?-
Rachel
non rispose, ma prese la
borsa che aveva portato con sé fino al bagno e ne
uscì due
biglietti, sventolandoli sotto il naso del giovane
Quello
li fissò interdetto, fino
a quando un lampo di comprensione gli illuminò gli occhi
azzurri.
-Ommioddio
li hai trovati! Li hai
trovati davvero!- strillò il ragazzo, stringendo la bruna
ragazza
ridente in un abbraccio e facendola volteggiare, -Rachel Berry, sei
la migliore del mondo!-
-Lo so!-
rispose quella, dando
sfogo allo gioia che si era sforzata di reprimere. -Ora muovi il culo
e vestiti, lo spettacolo inizia tra meno di due ore e non ho
intenzione di arrivare in ritardo dopo essermi fatta una fila
chilometrica!-
Il
ragazzo la lasciò andare e
sbuffò. Lui non ci metteva così tanto a
prepararsi. Più o meno.
-Non so
cosa mettermi-
Rachel
ridacchiò. -Oh, Kurt.
Basterà che tu prenda una cosa qualsiasi dal cassetto, la
abbini a
una qualunque del tuo armadio e uscirà fuori un abbinamento
perfetto.-
-Non
potrei mai fare una cosa del
genere- disse Kurt scandalizzato. -Ora sparisci, zucchero, devo
prepararmi.-
Rachel
sbuffò e andò in camera
sua, dove accese il computer. Voleva riguardare gli ultimi commenti
sullo spettacolo che stavano per andare a vedere.
Era un
musical nuovissimo,
intitolato “The Unholy Land of Phandorie”, dal cast
non molto
conosciuto ma eccezionale, e solo la trama dava alla giovane
l'acquolina in bocca. In breve, parlava di un ragazzo e una ragazza,
molto amici, che per sfuggire alla terribile ondata di pestilenza e
orrori che si era abbattuta sulla loro città, avevano
intrapreso un
lungo viaggio alla ricerca di un posto sicuro e di un modo per
aiutare i loro cari a salvarsi dall'ignota minaccia, fino ad arrivare
alla capitale di Phandorie, bellissima terra incantata governata da
un terribile sovrano.
Rachel
non aveva voluto sapere
altro; le avrebbe rovinato la sorpresa di scoprirlo. Ma tutte le
recensioni erano così entusiaste che lo spettacolo doveva
per forza
essere un successo. Se lo sentiva.
Si
alzò dalla sedia e mise il
computer in stand-by per avviarsi verso la sala che fungeva da cucina
e da salotto. Aprì il frigo, agguantò una carota
e dopo averla
sbucciata cominciò a sgranocchiarla. Con la mano libera
prese il
telecomando e accese la tv sul notiziario. Doveva pur fare qualcosa
mentre aspettava che le interminabili cure per la pelle di Kurt
terminassero.
“Il
maltempo sembra non dare tregua alla nostra regione. Arriva dal
nostro inviato la notizia che un uragano di non precisata
intensità
si sta avvicinando alla città di New York in maniera
allarmante.
Dalle nostre fonti, non dovrebbe investire la città,
ma le passerà comunque molto vicino. Invitiamo i cittadini a
essere
prudenti ed evitare di uscire fino al segnale di scampato
pericolo...”
Kurt era
appena entrato in cucina,
vestito di tutto punto, le mani nei capelli mentre applicava il gel.
Guardò un attimo la televisione, poi si girò
verso Rachel.
-Che
storia è?-
Rachel
sospirò impaziente e
spense la tv. -Quanto allarmismo. Probabilmente non ci
passerà
nemmeno accanto. Non esiste che rinunci allo spettacolo per una cosa
del genere.-
Kurt la
fissò, meditabondo.
Rachel
insisté. -E poi, non può
accaderci niente dentro un teatro. Insomma, è il posto dove
le
storie prendono vita, chissenefrega di un po' di vento!-
Kurt la
guardò ora davvero
preoccupato.
-Ma col
vento mi si scombinano i
capelli!-
Finalmente
erano dentro.
Sembravano delle vere star mentre camminavano per le poltroncine fino
ai loro posti in prima fila. Rachel indossava un vestito stile diva
anni venti, bianco a disegni neri,rigido, senza maniche, cinturino
nero in vita, guanti bianchi che le fasciavano le mani e le braccia
fino a sopra il gomito e una mantellina per il freddo. Kurt esibiva
un perfetto completo scuro, con tanto di gilet chiuso sopra la
cravatta e fazzoletto nel taschino della giacca.
Nonostante
l'allarme uragano
lanciato dai media, il teatro era pieno. Si sedettero ai loro posti
sotto il palco e si guardarono con gli occhi che brillavano; non
tenevano più il conto di quante volte avevano visto insieme
uno
spettacolo, ma ogni volta trovarsi lì era come la prima.
Rachel
prese la mano di Kurt e la strinse con affetto.
-Senti
un po', non mi hai detto
com'è finita con quel bell'imbusto che lavora al
caffè di Sol!-
Kurt la
guardò, sorridendo
amareggiato. -Non è andata. Era carino e tutto, ma era
partito col
chiedermi di mantenere una possibile relazione tra noi segreta. Non
è
quello che cerco. Ho bisogno di qualcuno che non si vergogni di dire
che sta con me.-
Rachel
lo guardò dispiaciuta. Era
il suo migliore amico e gli voleva un gran bene, e non sopportava
vederlo così ogni volta che andava male. Meritava qualcuno
che fosse
fiero di stare accanto a una persona fantastica come lui.
Gli
strinse la mano più forte.
Kurt
sorrise. -E tu? Non hai
trovato nessuno di tuo gradimento qui a New York?-
Rachel
scrollò le spalle. -Al
momento non sono a caccia. E poi, sono già innamorata; di
questa
bellissima città, dei teatri, della gente... e di te,
ovviamente.-
Kurt le
stampò un bacio sulla
guancia, per poi raddrizzarsi e prendere di tasca il suo Iphone.
Stava controllando le ultime notizie, quando ne scorse una che
attirò
la sua attenzione. La aprì, lesse e passò il
telefono a Rachel.
-Che
c'è?-
-Leggi.-
Rachel
lesse. La notizia del
cambiamento di rotta dell'uragano era appena stata data. Kurt si
alzò.
-Torno
subito.-
Rachel
rimase basita a fissare il
piccolo schermo, col cuore che batteva veloce. Calma, si
disse. Non succederà niente.
Kurt
tornò trafelato e si sedette
accanto all'amica. -Sembra che nessuno lo sappia, sono tutti molto
tranquilli e lo spettacolo sta per iniziare come se niente fosse. Non
sanno che praticamente l'uragano ci sta arrivando addosso.-
Rachel
trattenne il respiro, il
cuore che aumentava i battiti. Kurt riprese fiato. -Sono andato fino
al bagno degli uomini, dove c'è quella finestra che da sulla
strada.
C'è un vento infernale, non possono non essersene accorti.
Probabilmente la sicurezza vuole far finta di niente, per non creare
confusione, ma le porte sono state bloccate. Sanno che è
troppo
tardi per uscire e che è meglio che tutti rimangano qui. Ma,
in
poche parole, siamo chiusi dentro ad aspettare che ci travolga.-
In quel
momento si spensero le
luci, cosa che stava ad indicare l'inizio dello spettacolo. Rachel,
tremante, si avvicinò al giovane, che le mise un braccio
attorno
alle spalle e la strinse a se. Entrambi fissavano il palco buio.
Cominciò
senza problemi. Il
numero di apertura mostrava la scena del disastro nella
città dei
due protagonisti, Phandorie, con una sceneggiatura e una musica
davvero inquietanti che peggioravano l'ansia di Rachel e Kurt. I
protagonisti dello spettacolo, mano nella mano, in quel momento
stavano cercando di fuggire dalla città piena di persone
infette,
orribili e disumane.
Qualcosa
fece tremare il teatro.
Una volta, poi un'altra. Kurt e Rachel si guardarono e si strinsero
più forte. Kurt chiuse gli occhi, cercando di respirare
normalmente.
Il pubblico si era accorto che qualcosa non andava e Rachel
notò che
anche gli attori ormai faticavano ad andare avanti.
Un altro
tonfo, stavolta più
forte e più vicino, fece spegnere le luci dei riflettori
lasciando
la sala completamente al buio. Qualcuno urlò e Rachel si
aggrappò
alla giacca di Kurt, piangendo. Anche il ragazzo era terrorizzato, e
non poteva fare altro che rannicchiarsi e tenersi stretto all'amica.
Poi le
urla si fecero più forti e
frequenti, finché un ultimo tonfo assordante e potentissimo
fece
tremare l'intero edificio, tanto da far cadere Kurt e Rachel, ancora
aggrappati l'un l'altro, ai piedi del palco. Cercarono di rimettersi
in piedi, ma non fecero in tempo a fare una mossa che qualcosa li
investì in pieno, travolgendoli, e l'ultima cosa che
percepirono fu
il buio attorno a loro, le grida disumane, la presenza dell'altro
accanto a sé e tanto, tanto freddo.
Elphie's
Corner.
Buonasera a tutti! Questa ff era nata come storia
originale, ma andando avanti mi sono accorta che nella mia mente i
due protagonisti praticamente erano Kurt e Rachel, quindi mi sono
detta “perché no?”. Ovviamente mi sono
dovuta regolare di
conseguenza per il continuo della storia e per gli altri personaggi,
anche se mi sento in dovere di dirvi che alcuni saranno un po' OOC.
Vedrete vedrete!
Un'altra
cosa che voglio chiarire subito: Kurt e Rachel qui sono migliori
amici come nel telefilm, con la differenza che non sono mai stati in
nessun glee club, quindi non hanno conoscenze con nessuno degli altri
componenti dello stesso (almeno per ora...)
Bene,
spero che il prologo vi abbia incuriosito almeno un po'. Ho grandi
progetti per questa ff a cui tengo molto. Se avete consigli da darmi
sarò più che felice di ascoltarli!
Aggiornerò
presto, prestissimo. See you!
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