OF
FINDING INNOCENCE
di
FanficwriterGHC
Traduzione
di Sara Izzie
CHAPTER 1
“Hai intenzione di lasciarmi qui?! Kate, io non li
leggo nemmeno
quei libri!” protestò Madison.
“Maddy, tu mi hai trascinato qui
per far autografare
questo libro. Devo andare al bagno. Torno subito”.
Madison le lanciò un’occhiataccia ma
annuì, e Kate passò
sotto il nastro che delimitava la fila verso Richard Castle, il
quale, convenientemente, si stava prendendo una pausa. Lei e Madison
erano in fila da quarantacinque minuti e Madison stava diventando
insopportabile. Kate non aveva veramente bisogno di andare al bagno,
ma era una buona scusa per scappare dai racconti di Madison riguardo
al suo ultimo ragazzo. Le voleva veramente bene, ma a volte.. per
carità.. la sua vita era troppo.. no, decisamente
poco carino.
Non dovrebbe invidiare la vita normale di Madison.
Kate attraversò il corridoio sul retro, si
infilò in bagno e fu
sollevata quando vide che era vuoto. Non aveva bisogno di una lunga
pausa, ma solo di una pausa. Dopo aver usato la toilette, si
fermò
davanti al lavandino e si lavò le mani, osservando il
proprio riflesso.
Le occhiaie stavano finalmente svanendo; aveva messo su un
po’ di
peso ed era molto meno pallida. La sua terapista aveva detto che le
cose stavano andando bene.
Sospirò e frettolosamente afferrò della
carta per asciugarsi,
distogliendo lo sguardo dallo specchio. Non voleva pensare al perché
fosse così bello che lei sembrasse più un essere
umano che un
cadavere vivente quel giorno: l’aveva udito fin troppo dagli
tutti
gli altri.
Spinse la porta per aprirla e stava per tornare in coda quando
si
scontrò con una massa di treccine arancioni e Mary Janes.
“Alexis!”. Udì la risata di una
voce maschile. “Stai
attenta a dove vai tesoro!”
“Scusa..” mormorò la bambina,
alzando la testa verso Kate.
“Non fa niente. Ti sei fatta male,
piccola?” chiese, guardando
l’esile figura della bambina, che pareva molto pentita.
“Sto bene, grazie” rispose lei, proprio
mentre un uomo alto
apparve.
“Mi dispiace” sorrise lui, abbassandosi
per prendere in
braccio la bambina “E’ un po’ su di giri
oggi”
“Oh, non c’è alcun..”
Kate si bloccò non appena si ritrovò
faccia a faccia con Richard Castle “.. problema..”
concluse
lentamente.
“Siamo appena tornati dalla California e
qualcuno..” fece il
solletico alla bambina e lei ridacchiò, nascondendo la testa
nella
sua spalla “..è un po’ scosso dal fuso
orario”.
“E tu mi hai dato un biscotto”
osservò lei.
“Anche quello” sorrise lui “Ti
sei comportata bene mentre
papà firmava gli autografi, meritavi una
ricompensa”.
“Ma adesso sono agitata..”
mormorò lei sbadigliando.
“Non per molto ancora, a quanto pare”
disse Kate. Aveva
davvero parlato? Richard Castle era davvero lì con sua
figlia in
braccio, discutendo degli eccessi di zucchero?
“Già, sta per crollare..”.
Richard Castle scrutò la fila di
gente “E ne avrò ancora per almeno tre
ore”. Kate lanciò a sua
volta un’occhiata e ridacchiò vedendo Madison
chiacchierare con un
ragazzo carino poco più indietro. Ovviamente. “Da
quanto lei è
qui?”
“Un paio d’ore” rispose lui,
voltandosi di nuovo
“Probabilmente sembrerò più
impertinente di quello che sono ma..”
“..speravo potesse autografarmi un libro, si” lo
interruppe Kate
sorridendo, mentre lui la guardò un po' impacciato.
Poi rise. “Beh, ho un pennarello. Lo firmo subito,
così puoi
andare a soccorrere la tua amica”.
“La mia amica?”
“Siete dietro a una trentina di persone giusto? La
bionda..?”
“Uh.. si” rispose Kate sconcertata.
Tutto ciò era
lusinghiero – stranamente lusinghiero, e non avrebbe
dovuto esserlo.
Castle sorrise e guardò sua figlia che si stava
pian piano
addormentando sulla sua spalla.
“Lex, puoi scendere un secondo?”. Lei
scosse la testa e posò
di nuovo la testa sulla sua spalla, mentre Rick le accarezzò
la
schiena. “E’ esausta”. “Andare
avanti e indietro dalla
California sarebbe faticoso per chiunque” convenne Kate. Stava
davvero chiacchierando con Richard Castle riguardo a sua figlia?
“Hai portato un libro o volevi prenderne uno dal
tavolo?”
chiese lui. Kate frugò nella borsa ed estrasse una copia di Storm
Season. “Ne ho portato uno”. Certamente
l'aveva; fingeva che fosse stata Madison a trascinarla lì
per quella
cosa così ridicola, ma segretamente non stava più
nella pelle.
Lui sorrise. “Puoi tenerlo fermo per favore? Non
voglio metterla
giù” aggiunse, alludendo ad Alexis.
“Certo. Grazie mille” disse lei.
Aprì il libro sulla prima
pagina e lo tenne sollevato per permettergli di firmarlo.
“Non c’è
problema” esclamò lui, la penna ferma sulla
pagina. “Me ne sono
completamente dimenticato.. come ti chiami?”. “Kate
Beckett”
rispose lei tranquilla. Dove
era finita la ragazza ammaliata e senza
parole che pensava sarebbe diventata di fronte a lui? E, cosa
più
importante, dov'era lo scrittore playboy che si aspettava di
incontrare?
“Gran bel nome” mormorò lui
scrivendo “Buona consonanza”.
“Grazie?” chiese lei mentre Castle
richiudeva la sua penna, e
strinse il libro a sé.
“Oh, è un complimento”
ammiccò lui.
“Papà, sono stanca..”
borbottò Alexis.
“Lo so tesoro. Tra poco avremo finito”
“Perché mamma non poteva tornare con
noi?”
Kate vide Castle corrugare la fronte e accarezzare la schiena
della figlia. “La mamma è dovuta rimanere in
California per girare
il suo film”
“Con quell'uomo?”
Il suo cipiglio si fece più profondo.
“Si. Alexis, tesoro..
quando tempo hai trascorso con 'quell'uomo'?”
“Mamma mi ha lasciata da sola con lui per un po'..
è noioso.”
Castle si accigliò e sbatté le palpebre,
come se avesse appena
realizzato che Kate era ancora lì. “Mi
dispiace” bofonchiò.
“Non c'è problema”. Il quadro
della situazione che si era
fatta non era dei migliori, e rimase colpita dall'idea che una donna
potesse volere qualcun altro quando aveva quest'uomo. E' vero, non
lo conosceva, ma lui era Richard Castle. E dato che non sembrava
rappresentare in alcun modo l'immagine di playboy che gli era stata
attribuita, perché lasciarlo? Perché lasciare la
bambina?
Lui lanciò di nuovo un'occhiata alla coda e Kate
notò che la sua
guardia del corpo l'aveva intravisto e gli stava facendo segno di
avvicinarsi, indicando l'orologio. “Pare che mi stiano
richiamando
all'appello”.
“Grazie per l'autografo”
“Grazie per non aver urlato contro mia
figlia” rispose lui.
“Chi potrebbe mai urlarle contro? E' così
carina..” sorrise
Kate. Dubitava che sarebbe stata capace di farlo dopo aver realizzato
che Alexis era sua figlia. Anche ammesso che non lo
fosse, non
avrebbe potuto urlare comunque contro quel piccolo viso sorridente.
“Ti dirò, è difficile
odiarla” rise lui. “Ma io.. dobbiamo
smetterla di pianificare tutti questi eventi dopo un viaggio”
mormorò, sistemando meglio Alexis in braccio a lui.
“Papà?”
“Si tesoro?”
“Devo andare al bagno..”
Sospirò. “Alexis, perché non
me l'hai detto prima?”
“Non ne avevo bisogno” rispose lei
staccandosi per guardarlo.
“Uhm.. ti farò accompagnare da Paula
mentre firmo gli
autografi, okay?”
Alexis scosse freneticamente la testa. “No, ti
prego”.
I suoi occhi si allargarono, e Kate improvvisamente si
sentì come
se stesse facendo molto di più che intravedere di sfuggita
qualcosa
della loro vita.
“Perchè?” chiese Castle.
“Parla di mamma..” sussurrò la
bambina.
“Oh”. Sospirò e le
accarezzò la schiena. “Lexi, non so chi
altro potrebbe..”
“La accompagnerò io”. L'aveva
davvero detto? Oh merda.
L'aveva fatto, non è vero?
Lui la guardò. “Davvero?”
“Sono un poliziotto” balbettò,
mostrandogli il distintivo che
teneva sempre all'interno della giacca. “Dicono che
diventerò
Detective molto presto. Perciò.. si può fidare.
Wow” rise
nervosamente “Non è esattamente il modo in cui
avevo in mente di
dirlo..”. In verità non le era mai nemmeno
lontanamente passato
per la mente. La sua bocca aveva deciso di fare l'offerta prima che
il cervello potesse realizzarlo, ma lui sorrideva, e ciò le
suggerì
che forse, dopo tutto, non si stava rendendo così
ridicola.
Lui rise di gusto. “Okay.. un poliziotto eh?
Sarebbe.. cavolo..
sarebbe grandioso”
“Non c'è alcun problema”
“Alexis..”. Le diede un colpetto
affettuoso sulla schiena per
richiamare la sua attenzione. “Posso farti accompagnare al
bagno da
Kate?”
Alexis spostò lo sguardo da lui a Kate e viceversa.
“Okay”.
Castle la fece scendere e Kate le tese la mano. Aveva fatto la
sua
offerta; l'unica cosa rimasta da fare era portarla a termine. E
davvero, con quella piccola mano tra la sua, quanto orribile poteva
essere?
“Posso portarla al tavolo quando è
pronta?”. Lui annuì e
sollevò una mano in direzione della guardia, che li stava
guardando
torvo. “Grazie infinite”
Kate poté solo sorridere, la mano calda di Alexis
stretta nella
sua. “Non è affatto un problema, davvero”
“Fantastico” si inginocchiò
all'altezza di Alexis “Sarò là
al tavolo, d'accordo?”
“D'accordo” rispose lei, muovendo avanti e
indietro la mano di
Kate.
Si alzò e rivolse a Kate un sorriso pieno di
gratitudine. “Okay..
beh, ci vediamo tra poco allora”
“Non si preoccupi. Andiamo Alexis” sorrise
lei, voltandosi per
guardare la bambina “Ci sono appena stata, al bagno. E'
carino. Sei pronta?”
“Si” sorrise lei “A dopo
papà”.
Presero direzioni opposte e Kate portò Alexis in
bagno. La
bambina la seguì tranquilla, guardandosi intorno e
osservando gli
immensi scaffali di libri che si innalzavano anche oltre Kate.
“Non
c'è nessuno. Hai scelto un buon momento” disse lei
quando
entrarono.
“Papà non è
d'accordo..” disse Alexis a bassa voce,
lasciando la mano di Kate ed entrando in una delle cabine.
Kate si appoggiò alla parete di fronte.
“Tuo padre è solo
molto impegnato, non è arrabbiato”. Non riusciva a spiegarsi il
bisogno di confortare la bambina, ma qualcosa.. qualcosa l'aveva
colpita nel profondo, ascoltando Alexis parlare di sua madre e della
donna che apparentemente parlava di sua madre..
Sentì Alexis dare una risposta evasiva, e decise di
mettere via
il libro in attesa della bambina. Un minuto dopo Alexis riapparve e
Kate la accompagnò al lavandino. “Ce la fai da
sola?”
Alexis arrossì. “Papà di
solito mi tiene sollevata”
Kate sorrise e si piegò in avanti, issandola su una
gamba e
tenendola in equilibrio. “Vedi? Non c'è
problema”. Sembrava
tutto così facile. Quando
era stata l'ultima volta che aveva avuto a
che fare con una bambina?
Alexis ridacchiò e si lavò le mani.
“Da grande voglio essere
alta”
“Lo sarai. Nemmeno io ero alta alla tua
età” disse Kate, e
vide il suo volto illuminarsi.
“Ma tu sei così grande!”
esclamò Alexis spalancando gli
occhi. Kate rise e la poggiò a terra, passandole della carta
per
asciugarsi. “Porto i tacchi” spiegò,
sollevando un piede
cosicché Alexis potesse vedere le sue scarpe tacco dieci
“E sono
molto più vecchia di te”.
“Quanti anni hai?” chiese Alexis. Era la
perfetta immagine
dell'innocenza.
“Ho solo ventitré anni” rispose
Kate “E tu?”
“Ho sette anni” sussurrò Alexis
“Da quattro giorni”
Kate sorrise. “Per questo eri in California dalla
tua mamma?”.
Era troppo invadente?
Alexis annuì.
“Lei e papà mi hanno
portato allo zoo”.
“Sembra
divertente” sorrise
Kate; la prese per mano e insieme uscirono dal bagno, dirette verso
la zona dei libri per bambini. “Ti sei divertita?”
la incitò
Kate sperando di vedere il sorriso sul volto della bambina, dato che
il solo menzionare la madre sembrava averle strappato tutta la
felicità. Lei annuì, poi alzò lo
sguardo verso Kate con un vago
cipiglio. “Litigavano tanto”.
Kate strinse la
sua mano.
Apparentemente era la domanda sbagliata. “Qualche volta i
genitori
litigano” le disse, sorpresa dalla sua stessa risposta. Era
onesta,
ma non eccessivamente schietta, e si chiese cosa l'avesse fatta
sentire a suo agio abbastanza da parlare in questo modo a una bambina
che quasi non conosceva.
“Lo
so..” sospirò Alexis “Lo
fanno sempre..”
Kate
abbassò lo sguardo su di
lei e sentì il suo cuore stringersi. Questa era senza ombra
di
dubbio la bambina più dolce che avesse incontrato da un
pezzo, e
sembrava così senza speranze..
Kate non era
pratica in fatto di
bambini, ma sapeva che nessuno a sette anni dovrebbe sentirsi
così
rassegnato.
“Sono
sicura che tutto
funzionerà, Alexis” le disse Kate mentre
raggiungevano il tavolo e
la rumorosa fila di donne esaltate. Le lanciarono sguardi incuriositi
quando passò con Alexis e non sapeva se sentirsi un po'
compiaciuta o totalmente disorientata dalla loro attenzione.
“Anche
papà dice così”
rispose Alexis, e guidò Kate. “Da questa
parte”.
“Okay”.
Kate alzò le spalle,
lasciando che Alexis la trascinasse verso il tavolo dove Castle
sedeva. Doveva averlo detto agli assistenti, perché a
nessuno sembrò
strano che la figlia di Richard Castle stesse portando una donna
sconosciuta al tavolo. Indubbiamente Kate trovò la
situazione bizzarra. Era
davvero in piedi dietro a Richard Castle mentre autografava libri?
“Siamo tornate
papà!” annunciò
Alexis arrampicandosi su una sedia accanto a lui.
“Ciao
tesoro” la salutò lui,
sporgendosi per darle un tenero bacio sulla guancia mentre
autografava il libro di un'impaziente donna bruna che guardava Alexis
come fosse la peste. Qual era il suo problema? Alexis era adorabile!
“Grazie”
mormorò quando lui le
riconsegnò il libro.
Kate osservò
Castle lanciare alla
donna uno sguardo prima di voltarsi verso.. oh, merda. Quella
era
Madison.
“Kate?”
“Uh.. hey,
Maddy” rispose Kate
muovendosi leggermente, a disagio, mentre Alexis spostava lo sguardo
dall'una all'altra.
“E' una tua
amica?” chiese.
Kate annuì. Non
aveva una buona
spiegazione questa volta, e percepì esattamente come Madison
si
sentiva -scioccata, silenziosamente compiaciuta, e confusa.
“Lei è
una tua amica?!”
chiese Madison con gli occhi sgranati. “Oh, uh.. salve, sono
Madison” aggiunse, guardando Castle
“Uhm..”
“Sei con Kate
giusto?” ridacchiò
lui “Sei la benvenuta qui se lo desideri”
“Uhm..”.
Madison li guardò.
“Veramente Kate, devo andare al lavoro, ma.. tu divertiti. E
chiamami dopo”.
Kate annuì e la
guardò uscire. Le
avrebbe fatto il terzo grado più tardi, e probabilmente
anche un
quarto e un quinto. Alexis la guardò. “Non si
è fatta autografare il libro”.
“Non credo che
Madison fosse qui per
questo” rispose Castle prendendo il libro di una giovane
ragazza
“Come ti chiami?”
Lei sembrava sul punto di
svenire. Kate
sarebbe stata così, se la bambina accanto a lei non si fosse
scontrata con le sue gambe?
“Mi chiamo
Stacey”.
“Grazie per
essere venuta, Stacey”
disse lui, lanciandole uno dei suoi seducenti sorrisi
che facevano arricciare i suoi brillanti occhi blu. Per
essere corretti, era abbastanza per far andare in estasi chiunque.
“Amo i tuoi
libri!” disse lei
emozionata. Sul punto di svenire o no, Kate non si sarebbe mai
comportata così. “E sai, sei
ancora più attraente di come
appari in copertina!”.
Kate sentì una
mano tirarle la giacca
e abbassò lo sguardo su Alexis, che le faceva segno di
avvicinarsi.
Kate si abbassò e pose l'orecchio accanto alle labbra di
Alexis.
“Lo fanno
sempre” sussurrò.
“Che
cosa?” chiese Kate guardando
la ragazza decisamente troppo estasiata, che osservava Castle come se
stesse per sporgersi sul tavolo per baciarla. Lui non ne aveva la
minima intenzione.
“Dire che
papà è attraente”.
Kate ridacchiò e
si inginocchiò così
da essere parzialmente accovacciata dietro il tavolo; in quel modo la
giovane ragazza non si sarebbe resa conto che Alexis parlava male di
lei. Dovette però concordare. “Il tuo
papà è attraente”
le disse Kate con onestà.
“Beh,
ovvio!” replicò Alexis “Ma..
perché glielo dicono? Sono qui per far autografare i
libri”.
Kate era sconcertata.
Quella bambina
era abbastanza perspicace da capire che i libri di Castle e la sua
persona erano due entità completamente diverse. Ne sapeva
forse
anche di più di Kate riguardo a ciò, dato che
anche lei li aveva
ritenuti una cosa sola fino a circa dieci minuti prima. Cosa poteva
rispondere? “Qualche volta le persone hanno un comportamento
inappropriato” decise di dirle, dopo un attimo di pausa. Sua
madre.. sua madre le aveva sempre detto che la verità non
può
ferirti.
“Già..”
convenne Alexis,
risvegliandola da quell'improvvisa spirale colma di offuscati ricordi
delle sue stesse lezioni di vita. “Non mi piace”
“Va bene
così, Alexis” disse Kate
battendole con gentilezza una mano sul ginocchio “Non sei
obbligata”
“Di solito non
vengo” spiegò lei
lanciando uno sguardo a suo padre che stava diligentemente autografando
e lanciando sorrisi seducenti. “Ma la nonna era
impegnata”
“Hai qualcosa da
fare quando vieni?”
chiese Kate guardandosi intorno. La maggior parte delle persone
era totalmente ignara che lei fosse lì; tutto ciò
doveva
essere di una noia a dir poco mortale per una bambina.
“Colorare libri e
leggere storie” rispose
Alexis “Ma Paula ha lasciato la borsa in macchina”
continuò,
arricciando il naso.
“Beh, questo
posto è pieno di
storie” disse Kate. Un attimo.. stava davvero
considerando di
rinunciare a metà del suo unico giorno libero solo per
portarla nella sezione per bambini? Non conosceva nemmeno
quelle persone.
Poi, però, gli
occhi di Alexis si
illuminarono. “Mi porteresti?”
Castle si voltò,
apparentemente non
così preso dall'autografare libri come Kate aveva pensato.
“Alexis,
cosa stai chiedendo a Kate?”
“Ha detto che mi
porterebbe a vedere
dei libri” rispose Alexis.
In verità Kate
non l'aveva fatto, ma
era stata sul punto di farlo, no?
“Alexis, non puoi
aspettarti che Kate
passi tutto il giorno con te” disse gentilmente.
Il sorriso di Alexis
svanì, ma annuì
comunque. “Non fa niente. Scusa papà..”
“Non devi
scusarti tesoro” replicò
lui, passandole una mano tra i capelli e guardandola un po' triste
per un secondo prima che una donna con i capelli neri raccolti in una
coda gli desse un colpetto sulla spalla. “Per quanto carina
tua
figlia possa essere, Rick” sussurrò, la voce
abbastanza bassa per
non essere udita dalla coda, che si era trattenuta, ma non da Kate.
“Queste persone non sono qui per vederti fare il
papà”. Wow.
Quelle si che erano parole aspre.
“Paula”
sibilò Castle “Hai
organizzato questa cosa un'ora dopo il nostro viaggio di ritorno. Ho
dovuto portarla, e se hai intenzione di parlare di mia figlia, fallo
dove non ti può sentire”
“Se portassi
Alexis a vedere i libri
per un po', e lei venisse da noi quando ha finito?”
suggerì Kate.
La sua voce era uscita prima che potesse fermarla. Non voleva vedere
Alexis rannicchiarsi ancora di più sulla sedia; la faceva
stare
male, e non aveva mai incontrato quella bambina prima. Come poteva
qualcuno essere così insensibile nei confronti di un
bambino,
specialmente di una così carina ed educata?
Castle si voltò
di scatto. “Kate,
non.. ci hai appena conosciuti, non posso chiederti una cosa
simile”
“Hai intenzione
di lasciare che una
sconosciuta si prenda cura di Alexis? Non lasci nemmeno che io
mi prenda cura di lei!” replicò Paula.
“Kate
è un agente di polizia”
intervenne Alexis.
Kate annuì e si
alzò in piedi,
aprendo la giacca furtivamente in modo che solo Paula potesse vedere
il distintivo. “Sono contenta di poterlo fare. Ho il giorno
libero”. Non le piaceva quella donna, e ciò era
totalmente
irrazionale, ma erano lì, e lei doveva aiutare Alexis. Non
aveva
bisogno di essere in nessun altro luogo.
“Che è
probabilmente il tuo unico
giorno libero” aggiunse Castle “Onestamente Kate,
è molto
gentile da parte tua, ma..”
“Ma
niente” lo interruppe lei
“Saremo nella sezione per bambini. Venga da noi quando ha
finito”.
Tese la sua mano ad Alexis e la bambina saltò subito in
piedi
afferrandola.
“Posso,
papà?”
Castle sembrava perplesso,
ma alla fine
annuì. “Okay, divertiti pumpkin. E
vieni a cercarmi se
qualcosa va storto” aggiunse, guardando Kate.
“Non è
un problema, signor Castle”
sorrise lei “Sua figlia è divertente. Ho bisogno
di divertirmi”.
Oh, ecco.. ancor più onestà.
L'interruttore che le faceva tenere
la bocca chiusa si era magicamente spento?
“Chiamami Rick. E
grazie infinite
Kate, davvero”.
Lei sorrise. Rick.
“Andiamo
Alexis, cerchiamo qualcosa da leggere”.
Guidò
la bambina fuori dalla
zona autografi, verso la sezione per bambini, sorridendo mentre Alexis
muoveva le loro mani intrecciate avanti e indietro. C'era
qualcosa di stranamente confortante in quel gesto, e Kate
realizzò
che l'ansia che l'aveva pervasa dal momento in cui aveva messo piede
in quel posto stava svanendo.
“Grazie”
disse la bambina a
bassa voce quando raggiunsero l'entrata della colorata sezione dei
bambini, con il suo accogliente pavimento di legno e gli scaffali
più
bassi. Kate aveva sempre pensato che Barnes and Noble facesse un gran
bel lavoro nel rendere i libri invitanti per i bambini piccoli, e
ora, trovandosi lì con una di loro, si sentì
spinta a cercare la
storia perfetta.
“E'
un piacere Alexis. Come ho
detto, sei simpatica” disse alla bambina, rivolgendole un
piccolo
sorriso.
Alexis sorrise
a sua volta.
“Anche tu sei simpatica”.
Kate le strinse
la mano. “Forza,
cerchiamo un libro”.
Alexis
saltellò e la trascinò
dentro alla sezione per bambini, chiacchierando eccitata, lo
sfinimento di poco prima ormai dimenticato. Kate si sentì
più
leggera, più giovane. L'intero incontro era surreale, e il
suo
comportamento di certo rientrava nella categoria. Ma la bambina che
esaminava ogni scaffale trascinandola qua e là era dolce, e
vivace e
innocente. E dopo aver
inseguito ladri e criminali per tutta la settimana, c'era qualcosa di
stranamente confortante nell'essere la persona più
fantastica per
quella piccola creatura.
Alexis si
fermò davanti ad una
collezione di Shel Silverstein
e prese in mano un libro. “Possiamo leggere questo?”
“Certo”
rispose Kate “Dove
vuoi sederti?”
“Le beanbags*
sono
le mie preferite” disse timidamente.
Kate sorrise.
“Anche le mie”
Trovarono
una
beanbag abbastanza
ampia per entrambe sul retro della sezione. Kate si sedette e Alexis,
felicemente, si lasciò cadere sulle sue gambe, appoggiandosi
contro
di lei, completamente a suo agio. Kate aprì il libro e lo
tenne
aperto di fronte a loro.
“Me
lo leggeresti?” Alexis
chiese a bassa voce, con timidezza.
“Certamente”
rispose Kate, e
sentì Alexis rilassarsi alla sua risposta “Questi
sono da leggere
ad alta voce. Puoi aiutarmi”
Alexis
annuì e lessero una
storia dopo l'altra; Kate era deliziata dalle risate e dai commenti
della bambina seduta in braccio a lei. Era contenta e divertente, e
seguiva Kate pagina dopo pagina. Aveva amato questi libri da bambina,
e c'era qualcosa di.. nostalgico.. nel riscoprirli quel giorno,
lì,
con quella bambinetta che si fidava di lei tanto da volere che la
tenesse al sicuro e felice per tutto il pomeriggio.
Alla fine gli
interventi di
Alexis si fecero meno frequenti e si addormentò, la testa
ciondolante contro il suo torace. Kate la guardò e
sospirò,
rilassandosi nella beanbag.
Era seduta a Barnes and Noble con la figlia di Richard Castle
addormentata tra le sue braccia. Distrattamente passò una
mano tra i
capelli della bambina e osservò gli scaffali che le
circondavano.
Lei e sua madre l'avevano mai fatto quando era
piccola?
Erano spesso andate in biblioteca, se lo ricordava. Ma si era mai
addormentata in una libreria? Certamente
non l'aveva mai fatto con qualcuno che conosceva a malapena, ma i
suoi genitori, felicemente sposati, non erano scrittori famosi.
Kate
lanciò uno sguardo ad
Alexis. Era giovane, spensierata e innocente. Tutto ciò che
Kate non
provava da un pezzo. Era a malapena in grado di camminare lungo la
strada senza la sensazione che qualcuno la stesse seguendo. Ma questa
bambina aveva trascorso solo dieci minuti con lei e già la
riteneva
sicura. Anche suo padre però, e questo era forse merito del
distintivo. Avrebbe dovuto dirgli di non credere sempre alle persone
con un distintivo. Alexis si mosse su di lei e la sua mano si
aggrappò ai jeans di Kate.
Lei sorrise e
dondolò un po'
avanti e indietro. Si sarebbe preoccupata di tutto questo
più tardi,
quando Castle -Rick-
avrebbe finito di autografare libri. In quel momento voleva solo
godersi il tempo con quella bambina. Non sapeva cosa sarebbe
successo, ma aveva trovato una sorta di conforto in Alexis, un
conforto che era mancato.
Il suo
cellulare suonò e lei si
mosse per estrarlo dalla borsa. Guardò lo schermo e
trovò un
messaggio di Madison.
Okay, quello che cavolo era?
Note dell'autore (FanficwriterGHC)
*Beanbags: grossi cuscini imbottiti di polistirolo.
Link della storia in lingua originale:
http://www.fanfiction.net/s/7176396/1/
Questo
autore è straniero e a gestire questo
account è la persona che traduce le sue storie.
L'indirizzo email della traduttrice è sara.bresciani@aol.com
Se
vuoi pubblicare su questo sito una
traduzione di questo autore, e hai il suo permesso, inviami almeno il
primo capitolo della traduzione completa (nel caso di fanfic one-shot,
tutta la one-shot tradotta). Allora ti fornirò la password
per accedere a questo account'
Note della
traduttrice (Sara Izzie):
Salve a tutti :) Sono certa che molti di voi
conoscono la fanfiction "Of Finding Innocence". Io me ne sono
innamorata sin dal primo capitolo, e mi è venuta la pazza
idea di tradurla. Dopo aver contattato Emma, l'autrice della storia, ed
avere ottenuto la sua approvazione, eccomi qui.
Ho cercato di attenermi il più possibile
all'originale, benchè ritengo sia impossibile tradurre
letteralmente molte espressioni senza alterarne la sfumatura. Come
avrete notato, ho mantenuto l'appellativo "pumpkin" che
Castle attribuisce ad Alexis, così come le beanbags, di cui ho
fornito una brevissima spiegazione nella nota.
Vorrei sapere cosa ne pensate della traduzione e ovviamente
sono ben accette le critiche!
Sara
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