***
Era passato da molto il
tramonto
quando Goku e Gohan
giunsero davanti casa. Stavano scherzando fra loro, nonostante la
brutta
notizia che avevano ricevuto dal ragazzo armato di spada: tempo tre
anni e una
coppia di androidi si sarebbe fatta viva, pronta a distruggere tutto, a
partire
da loro se non si sarebbero allenati a dovere. Ma un sorriso aleggiava
sul volto
di entrambi, troppo felici di essere di nuovo insieme. Il viaggio di
ritorno
sulla Terra per il sayan era durato mesi.
- Mi racconti
com’era
Yardrat papà? Mi fai rivedere quella
tecnica che ti hanno insegnato lì?- ripeteva Gohan,
saltellando entusiasta.
Goku ridacchiò
e
annuì:
- Prendimi la mano, ci
teletrasportiamo davanti alla mamma.
Vediamo se si spaventa.
Il bambino
allungò una
manina e la strinse alle dita del
padre.
- Pronto?- gli venne
lanciata
un’occhiata.
L’interessato
annuì deglutendo e in un attimo si ritrovarono
nel salotto di casa loro, appena dietro il divano sul quale era seduta
Chichi.
- Beh dietro,
avanti…
siamo lì.- bofonchiò Goku sotto lo
sguardo perplesso del figlio- Devo ancora esercitarmi.
La donna
avvertì lo
spostamento d’aria e si voltò appena,
quel tanto necessario per riconoscere Gohan e la figura del marito.
- Siete voi due.- disse
senza
un’intonazione particolare.
- Sì mamma, ti
ho
riportato papà hai visto?- fece il mezzo
sayan orgoglioso dell’impresa.
- Ah bene.- rispose lei
tornando a
fissare il giornale
posato sulle gambe.
I due combattenti si
guardarono
confusi l’un l’altro.
- Ehi Chichi, sono io!-
provò a riattirare l’attenzione
Goku, aggirando il divano e andandole di fronte.
- So benissimo chi sei!-
esclamò allora la ragazza rabbiosa
strappando in due la rivista, provocando un fremito di paura nel figlio
e un
sussulto nel marito. Quest’ultimo fece cenno al bambino di
andare di sopra e
lasciarli soli. Gohan stava appunto iniziando a salire le scale, che la
madre
si alzò rapida per raggiungerlo, senza curarsi di Goku
rimasto con la voce ferma
in gola.
- Andiamo piccolino, devi
metterti a
letto.- disse
autoritaria spingendo il figlio davanti a lei.
Una volta nella cameretta,
la donna
spogliò Gohan della tuta
e gli fece infilare il pigiama pulito:
- Pronto per una bella
dormita?- gli
sorrise mentre lui
saliva sul letto.
- Sì. Ma
perché
non hai salutato papà?- chiese dispiaciuto il
suo interlocutore, vedendo subito l’espressione dolce
irrigidirsi.
- Perché non si
è comportato bene con me.- rispose quieta
rimboccando meccanicamente le coperte.
- In che senso?-
cercò di
indagare, ma Chichi non era disposta
a continuare il discorso. Semplicemente fece finta di non aver sentito,
gli
diede la buonanotte con la promessa di raccontargli una favola la sera
successiva e uscì chiudendo la porta.
Appena fu fuori dalla
stanza,
avvertì un lieve peso sulla
spalla:
- Dimmi
cos’è
successo.- le fece la voce di Goku.
L’interessata sfiorò incredula quelle dita e si
girò a occhi bassi.
- Insomma,
che hai?
Ti sembro
diverso forse?- insistette lui, cercando senza successo di entrare nel
suo
campo visivo. Chichi si morse il labbro inferiore per evitare di
ribattere e rese
il suo sguardo libero di vagare dagli stivali ai pantaloni color
mattone, fino
a quando si soffermò sulla strana maglia bianca lasciata
appena scoperta da una
corazza sottile, molto simile a quella di un arciere. Un certo senso di
estraneità lo provava davvero: quei vestiti…
così diversi dalla tuta arancione
che lui aveva sempre adorato e poi… intuiva che qualcosa
fosse cambiato in lui;
le pareva cresciuto, più maturo insomma, nonostante
l’aria rilassata con cui
era tornato. Fino ad un anno prima, era sicura, non avrebbe nemmeno
preso l’iniziativa
di parlarle seriamente a quattr’occhi.
Goku, ulteriormente
turbato dal suo
comportamento, le prese
d’un tratto il viso fra le mani:
- Per favore, guardami!-
la
pregò, in pratica costringendola.
Chichi spalancò
gli occhi
nel ritrovarsi i suoi a pochi
centimetri di distanza, così familiari, neri, i
suoi… anche se leggermente meno
innocenti di come li ricordasse, vi si leggeva un riflesso di
disperazione
evidente.
- Sì, ti
riconosco.-
replicò con le lacrime ad offuscarle
pian piano la vista- Ora lasciami ti prego. Non puoi pretendere di
tornare
all’improvviso e...- proseguì con voce incrinata.
Il ragazzo intimorito cercò
di allontanarsi, ma proprio le dita della moglie lo stavano
trattenendo,
serrate con forza al tessuto bianco.
- Ehm, se non ti stacchi
tu, non
posso.- bisbigliò
impacciato. Chichi, meravigliata, lo scostò, per poi
rifugiarsi in camera
sbattendo la porta e girando la chiave.
- Ehi perché
non vuoi
spiegarmi?- chiese ormai del tutto
confuso- Che devo fare?
- Stasera niente cena e
dormirai sul
divano, qui non se ne
parla neanche. Voglio stare da sola.- rispose la voce femminile
attutita dal
legno- E non azzardarti ad apparire con quella strana tecnica di prima!
Goku, il quale aveva
già
due dita sulla fronte, colto in
flagrante le ritirò imbarazzato e si rassegnò a
scendere di sotto. Sul divano
c’era una coperta ripiegata e immaginò che la
moglie l’avesse preparata già da
prima per lui. Si stese con le braccia dietro la testa, ma era talmente
nervoso
che il sonno e la stanchezza erano spariti del tutto; senza contare che
sulla
navicella, durante il viaggio, aveva avuto tempo in abbondanza per
riposarsi.
Affamato e stufo della
situazione,
prese e mangiò qualcosa
direttamente dal frigo; quindi uscì sul prato a sgranchirsi
e respirare un po’
d’aria fresca, tenendo la coperta sull’avambraccio.
Chichi nel frattempo si
rigirava nel
letto senza trovare
pace. Non perché le paresse strano dormire da sola con tanto
spazio a
disposizione, ormai ci era abituata; piuttosto, averlo rivisto chinato
su di
lei, vicinissimo, essere stata fissata intensamente e lambita sul viso,
aver
sentito ancora una volta il suo respiro caldo insinuarsi fra le labbra,
l’aveva
sconvolta. A stento credeva di aver rivissuto quelle sensazioni che
ormai
parevano perse e lontane nel tempo. Il battito accelerato del cuore le
rimbombava nelle orecchie e si costrinse a scendere per bere qualcosa e
calmarsi.
Goku, fatta una corsetta,
allargò la coperta sull’erba umida
e vi si sedette sopra. Presto indirizzò le pupille verso
l’unica fonte luce: la
finestra della loro stanza. Stette a fissarla come un cucciolo ferito
fin quando
le palpebre non si fecero pesanti e si assopì in quella
posizione, incurante
del vento che si stava alzando.
La ragazza scese
pigramente la scale
e sbirciò nella
penombra della sala, ma restò sconcertata nel non trovarvi
nessuno. Ridusse gli
occhi a due fessure per mettere più a fuoco
l’immagine, ma il primo sguardo non
l’aveva ingannata. Iniziò a preoccuparsi e
girò completamente la stanza, quindi
controllò il resto del piano, ma senza risultati; che se ne
fosse andato di
nuovo? Solo ipotizzare una cosa del genere la stava gettando nel
panico. Risalì
frettolosamente le scale per ispezionare anche il piano superiore:
corridoio
niente, bagno nessuno, camera di Gohan solo il suo bambino, la loro
camera da
letto… nulla.
Non sapendo più
che fare
si diresse nuovamente di sotto in
cucina e riempì un bicchiere dal rubinetto, bagnandosi
leggermente il retro del
collo con dell’acqua fredda per darsi sollievo. Sfiduciata,
si appoggiò di
schiena contro un mobile facendo traballare una bottiglietta di vetro;
udendo
il tintinnio la guardò e la prese in mano. Era
sakè. Dopo un attimo di
esitazione svuotò il bicchiere dell’acqua e vi
versò il liquido alcolico,
dicendosi che non sarebbe stato male berne un po’ per
consolarsi; purtroppo
senza rendersene conto in cinque minuti ne aveva già
svuotati 3 bicchieri e si
bloccò quando la testa prese a girarle leggermente.
‘Basta, non mi posso
ridurre a questo.’ pensò richiudendo la bottiglia
‘Mi schiarirò le idee in
giardino’ decretò portando comunque con
sé i due recipienti. Chichi barcollò
nell’accostare la porta d’ingresso e la chiuse
davvero senza volerlo.
- Dannazione.-
esclamò
irritata dandogli un calcio e
girandosi poco dopo a guardare i fili d’erba bagnati di
rugiada; un brivido di
freddo le salì lungo la schiena. Si inginocchiò a
terra tremante e scossa dai
primi singhiozzi, osservando con poco interesse il terreno; prima
quello sotto
di lei, poi intorno, un po’ più lontano,
finché gli occhi non si fermarono,
attirati da un’ombra a qualche metro. La ragazza si
alzò, fece qualche passo e
ricadde quando le gambe cedettero, proseguendo a gattoni fino alla
meta.
Incredula sfiorò il viso pacificamente addormentato del
giovane sdraiato
accanto a lei… sembrava tranquillo, ma non resistette alla
tentazione di
svegliarlo. Quindi lo scosse, premendogli con le mani sul torace,
mentre lo
chiamava insistente. Goku ci mise un po’, ma alla fine il
disturbo era tale che
dovette svegliarsi; aprì gli occhi e rimase con espressione
ebete a guardarla mentre
si alzava seduto. Chichi, appena lui si era mosso, aveva ricominciato a
piangere chiedendo di essere perdonata.
- No, scusa tu, non sono
stato capace
di…- stava mormorando
lui, quando la moglie fulminea lo obbligò a scolare un
bicchiere di sakè tutto
d’un fiato.
- Ahah vero che
è buono?
Va già meglio vero?- disse
incredibilmente mutata di umore, osservandolo divertita mentre il
malcapitato
tossicchiava per il sapore troppo forte. Sapeva che non aveva mai
bevuto
alcolici ed era incuriosita dall’effetto che poteva fargli un
solo bicchiere.
Goku sentì quasi immediatamente di perdere
l’equilibrio necessario a restare
anche solo seduto e vacillò in avanti, ma il cuore gli si
strinse con
altrettanta rapidità quando lei lo abbracciò
energica.
Un alone di profumo
familiare presto
lo circondò stordendolo
ulteriormente, facendogli avvertire con non minore intensità
le dita di una
mano accarezzargli un orecchio e quelle dell’altra spingere
contro la schiena,
resa quasi insensibile dalla corazza.
- Mi sei mancato.-
sussurrò la ragazza commossa, chinata su
di lui. I lunghi capelli sciolti solleticavano le guance del ragazzo.
Il sayan poté
solo
arrossire vistosamente e restare ad
aspettare, fin quando la tensione venne meno e la stretta prima forzata
mutò acquistando
tenerezza. Goku allora si rilassò e chiuse gli occhi,
circondandole delicatamente
il corpo morbido con le braccia.
- Sei il mio uomo e il mio
secondo
bambino, lo sai vero
Goku?- proseguì lei- Sei grande e forte, ma poi ti comporti
con quell’ingenuità
che spiazza e…- la voce si spense gradualmente mentre lui si
accoccolava meglio
sul suo grembo e mugugnava di volerle bene.
- Ho avuto paura contro
Freezer-
prese a raccontare
stringendola di più- non sono stato sicuro di batterlo fin
dall’inizio;
nonostante questo tutti contavano su di me. Ho visto colpire a morte
Crilin,
Piccolo e Vegeta, ho fatto rischiare la vita a Gohan. E poi…
morire su Namecc; non
so bene come ho fatto a scappare, ero tanto disperato al pensiero di
non
rivederti più che non capivo niente io… lo sai
che vi amo vero?- volle
assicurarsi, alzando il viso accaldato per osservarla.
- Sì.-
annuì
Chichi con serenità, facendo scorrere le dita fino
alla spalle e baciandolo sulla fronte; quindi raccolse la coperta
abbandonata a
poca distanza e vi coprì entrambi.
- Ma ora sei qui e per
almeno tre
anni potrò starti accanto.
Non pensarci più.- lo cullò prima di cadere
addormentata.
La mezza luna
spuntò da
dietro le nuvole illuminando di un
chiarore argenteo i visi e i corpi dei due giovani.
***
Che dire,
ennesima ff sulla
mia coppia preferita di
Dragonball ; )! Vi chiederete perché abbia voluto
ambientarla proprio in questo
momento nella saga di Freezer. I motivi sono diversi:
1)
ho notato che scarseggiano le storie su
questo periodo e io stessa
non ne ho mai scritta nessuna;
2)
mi piacque tanto
quell’accozzaglia di vestiti che Goku indossava
appena tornato da Yardrat, mi rimasero impressi (ero insicura sul
colore dei
pantaloni ma sorvoliamo…:P);
3)
avevo intenzione, ispirandomi ad una
canzone, di approfondire
l’interiorità di Goku, ma sono riuscita in
realtà ad accennare qualcosa
solamente alla fine. Trovare un’AMV su Goku in cui
è stata usata la canzone
“Weight of the world” dei Saliva mi aveva
incoraggiata in questo senso (a
proposito se vi è possibile ascoltatela, è molto
bella e il testo si addice
perfettamente);
4)
è affascinante pensare alle
varie possibilità di usare il
teletrasporto nella vita quotidiana XD;
5)
volevo provare ad immaginare una reazione
un po’ diversa per Chichi
al ritorno di suo marito a casa;
6)
vista e scaricata una fanart da far
brillare gli occhi ho deciso che
quella sarebbe stata la scena finale della storia..
Insomma,
come sempre spero vi
abbia fatto piacere leggere. Aspetto critiche e consigli a
volontà.
Baci,
Barbara
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