Nowhere Man.

di Gwendin Luthol
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Nowhere Man


Le fatiche del giorno se ne vanno.
Come sudore evaporano dalla nostra pelle per poi adagarcisi come rugiada,
quando i colori del cielo si preparano ad accogliere il sole.

Un uomo stringe la sua ventiquattro ore fra le braccia,
seduto su un misero angolino di posto della métro.
Piccolo,diritto ma allo stesso tempo gracile,
si chiude nelle proprie spalle,
come per cercarne una sicurezza in più.

Perché ti disperi così? La vita è breve.
Dimmi quand’è stata l’ultima volta che hai inspirato l’aroma di un fiore.
Raccontami di com’era limpido il cielo questa mattina,sopra la tua testa.
Appesantita da tutto quello che la incatena,neanche hai fatto caso se tuoi figlio indossava la sciarpa che gli hai regalato questo Natale.
“Copriti,fa freddo” gli hai detto,quando quelli che è un pezzo di ghiaccio,sei proprio tu.


piccolo angolino del risentimento:
Avevo giusto una gran voglia di scrivere e ne è uscito fuori questo.
Non è un capolavoro però mi andava di postarlo ugualmente.
Grazie in anticipo chi legge e a chi recensisce :)




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