Kira
Kira, un nuovo mondo.
La porta del luogo scelto da Near come
incontro per il supposto smascheramento di kira si aprì,
sinistramente, tetramente, lasciando lentamente e malignamente
intravedere la figura dell'assistente del Dio del nuovo mondo.
"Quanto tempo è passato dalla
scrittura dell'ultimo nome Mikami?", parole leggere e sicure
quelle di Light; il motivo: molto semplice, la voce calma e sicura
leggera uscente dalle proprie labbra non lascia trapelare la minima
insicurezza, anzi, una totale freddezza data dal completo controllo
della situazione.
Nessun pericolo, nessuna possibilità
di essere scoperto, la vittoria.
Celeri sono questi i pensieri che si
figurano nella mente del giovane, del Dio.
Spenti gli occhi dell'avversario, Near,
impotente, forse per un leggero sussulto dovuto all'insicurezza del
momento:-Ho fallito?, non ho fallito?- domande semplici, ovvie per
tale ambientazione.
Fantasmi gli altri presenti, non
contano, come se non fossero mai esistiti, sono due ora le persone
psichicamente presenti, sono tre le persone che in 30 secondi
decidono del destino dell'intera umanità.
E' un attimo, un brivido lungo la
schiena; "Quaranta!".
Il gelo, il silenzio, l'epilogo.
Immediatamente, allo scadere del tempo
previsto, i membri del gruppo di indagine del caso Kira si accasciano
a terra, senza vita, colti alla sprovvista da un qualcosa di
inaspettato, un quacosa di assolutamente imprevisto.
Un istante, lo sguardo di Near incrocia
quello di Light, Kira.
Un sorriso di quest'ultimo, che non
lascia il minimo dubbio: ha vinto.
Adrenalina, eccitazione, odio, ansia,
entusiasmo, tutti stati d'animo che non possono nemmeno avvicinarsi a
quello provato ora dal ragazzo.
Pupille che si dilatano, tetre e
sinistre nelle orbite quasi apparentemente troppo strette per
trattenere gli occhi, ormai strabordanti di superba sensazione di
libertà, leggerezza, rara felicità.
L'estasi, l'estasi totale in
quell'istantante di assurda follia, di assurda esaltazione e
fanatismo per quello che è un progetto troppo grande per un comune
essere umano.
Non è un comune essere umano, Light
Yagami, il solo che poteva svolgere una tale ardita impresa, il solo
che poteva scagionarsi in un modo tanto teatrale quanto crudele,
anche se non sarebbe il termine adatto per ciò che qui è accaduto,
in uno squallido capannone abbandonato.
Ancora in piedi, ancora osservante il
soffitto, non vedendolo per nulla in realtà, la mente viaggia,
viaggia veloce, al dilà di ogni comprensione.
Ha vinto, nulla vi è da aggiungere; un
nuovo mondo.
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