I tried to love you, my
love
Annette rientrò nella sua stanza quella sera. Era
tardi, di solito non rientrava mai dopo le tre.
Nonostante l'avesse aspettato tutta la sera,
Deryck non si era fatto vedere.
Nemmeno un messaggio, neanche si era sprecato a
chiamarla per dirle -Scusami non riesco a venire, divertiti.-.
Si era letteralmente dileguato, non lo vedeva
dalla sera prima.
Che strano però che era
stato: di solito era sempre così spiritoso, si prendevano in giro, si tiravano i
cuscini addosso scherzavano per poi finire a fare l'amore.
Quella sera però non fu così. Lui era
strano.
Arrivato a casa sua, si era seduto su una
sedia a guardare fuori dalla finestra.
-Cos'hai, piccolo?- gli chiese
lei.
-Non sto molto bene,
scusami.-.
-Hai mal di testa?-
-No no, non male fisico... sono solo un po'
triste...- disse a bassa voce.
Era così tenero da vedere, lì vicino al vetro,
gli occhioni castani da cucciolo, l'aria mortificata.
Lei lo cinse con le braccia baciandolo sulla
guancia -Posso fare qualcosa per te?-
-Siediti qui- le disse tirando una sedia di
fronte a lui. Lei si sedette guardandolo con malcelato
interesse.
-Io...- cominciò lui, quasi stentava a tirar
fuori le parole di bocca.
-Sai, io credo di essere arrivato ad un punto
fermo. Voglio dire... noi siamo arrivati ad un punto
fermo-
-Cosa vuoi dire?- gli chiese
lei.
-Annette... tu quando mi guardi, cosa
vedi?-
-Vedo il mio ragazzo,
no?-
Lui si passò una mano tra i capelli scuri
-Solo il tuo ragazzo, accidenti?-
-Beh io... c-cosa dovrei vedere in te scusa?
Un gatto?-
-Non mandarmi tutto in vacca per favore- disse
lui alzandosi ed andando a sedersi sul letto -Tu... cosa provi per
me?-
-Senti, ma che cazzo hai stasera? Tutte ste
menate sulla coppia perfetta?-
-Non sono menate, accidenti, voglio delle
risposte da te!-
Lei lo guardava come se le stesse chiedendo di
andare con lui su Marte, gli occhi spalancati, incredula.
-Delle risposte? Ma se sei stato tu il primo a
non volerne mai!-
-Annette, mi dispiace ma non sono in vena di
sentirmi rinfacciare le cose sta sera...-
-E allora per che cazzo vieni qui a litigare?!
Sono stufa di stare qui a pensare a ste cagate, non ti sei mai minimamente posto
il problema tu!-
-Credo che dopo cinque mesi il problema sia
abbastanza affrontabile, no?-
-Beh, tesoro... sta sera no. Se permetti, per
una volta sono io a non essere in vena, ti va?- urlò lei alzandosi dalla sedia e
parandoglisi di fronte.
Lui si girò prendendo il
cappotto.
-Che cosa stai facendo?- gli chiese
lei.
-Me ne vado, no? Non voglio litigare...- si
sporse per posarle un fugace bacio sulle labbra -Ci vediamo alla festa domani
sera- e, presa la maniglia della porta, scese le scale ed uscì di
casa.
La ragazza tentò di nuovo
di chiamarlo sul cellulare, ma era spento. Da tutto il giorno.
Decise di salire in camera
per mandargli un'e-mail.
Quando fu nella sua stanza
fece per accendere il computer ma si bloccò di scatto: sul suo cuscino c'era un
foglietto di carta ripiegato.
-Ecco, lo dicevo io che
troppo sentimentalismo fa male...- disse lei prendendo la
lettera.
Si, la scrittura era quella
di Deryck.
Cominciò a
leggerla.
Mia cara Annette,
mi dispiace per ieri sera, sono stato un idiota.
Dovevo dirti subito come stanno le cose tra noi, ma non sono perfetto: faccio
anch'io i miei errori.
Mi dispiace, amore mio, ma questa
lettera è l'unica
cosa che ti voglio lasciare.
Ti devo abbandonare, piccola. Per il mio
ed il tuo bene. Non voglio farti soffrire, non ne vedo il motivo, se so già
qual'è il
problema.
Il problema è che io non riesco più a stare con te.
Non perchè tu sia stata una cattiva amante, o insensibile, o indifferente: sei
una delle ragazze più speciali che io conosca, e te ne rendo
merito.
Io ti ho amata, e
conserverò sempre un
po' di questo amore nel mio cuore: te lo meriti tutto,
davvero.
Ma non posso più fingere di star bene, lasciarti
andare alle feste da sola, parlare a monosillabi.
Scusami mille e mille volte ancora, so
che è difficile
da accettare.
Ma il problema non sei tu, tesoro mio, sono io.
Io, che non ho saputo leggere in tempo nel mio cuore. Io, che ho stupidamente
fatto la parte dell'uomo perfetto quando di perfetto non ho proprio
niente.
Tu meriti di meglio, piccola.
Questa canzone l'ho scritta per te, per ricordarti
che io avrei voluto renderti felice, per farti capire quanto stupido sono stato
a fingere per così tanto, troppo tempo.
Ma ti giuro, non c'era cattiveria nel mio cuore,
volevo solo tentare di essere felice con te.
E lo sono stato, seppure per poco. E ti sono grato
per questo.
I tried to be perfect But nothing was worth it
I don’t believe it makes me real I thought it’d be easy But no one
believes me I meant all the things I said
If you believe it’s in my
soul I’d say all the words that I know Just to see if it would show
That I’m trying to let you know That I’m better off on my own
This place is so empty My thoughts are so tempting I don’t know
how it got so bad Sometimes it’s so crazy That nothing can save me
But it’s the only thing that I have
If you believe it’s in my soul
I’d say all the words that I know Just to see if it would show That
I’m trying to let you know That I’m better off on my own
On my own
I tried to be perfect It just wasn’t worth it Nothing could ever
be so wrong It’s hard to believe me It never gets easy I guess I
knew that all along
If you believe it’s in my soul I’d say all the
words that I know Just to see if it would show That I’m trying to let
you know That I’m better off on my own
Rimarrai sempre nel mio cuore, piccola.
Sappi che quando canterò questa
canzone davanti a migliaia di persone, non sarà a loro che
penserò, ma a una
ragazza di nome Annette, che ha saputo farmi sognare per cinque dei
più bei mesi della mia
vita.
Un abbraccio
Deryck
Così la loro storia era
finita? Con una cazzo di lettera?
Annette si stese sul letto,
affondando il viso nel cuscino, respirando il profumo del dopobarba di lui,
ancora fresco nella stoffa.
Lei ci aveva creduto, in
loro.
Con tutta se stessa.
Evidentemente crederci non era stato abbastanza.
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