Fallen and Rise

di bice_94
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C: ma manca ancora tanto?
Era la terza volta?
No, no.. probabilmente la quinta.
Erano partiti da solamente 5 minuti e lo scrittore non aveva fatto altro che sbuffare e lamentarsi.
Dovevano raggiungere la nonna di Ashley, ma Beckett aveva insistito per fare una passeggiata, vista la giornata meravigliosamente estiva.
Esisteva infatti una stradina secondaria, immersa in un immenso campo, ricoperto di ciliegi.
Un profumo particolare li avvolgeva e l’erba si piegava leggermente al loro passaggio.
Beckett osservò Castle, sorridendo appena e sorprendendosi per quella sensazione di calore che, dalla notte precedente, le riscaldava lentamente ogni centimetro del suo petto.
La detective scosse la testa all’ennesima lamentela e, aumentando un po’ il passo, si distanziò dallo scrittore.
B: Rick siamo partiti da 5 minuti e tu ti lamenti da 10. Mi spieghi come è possibile? Sei uno sfaticato pappamolle.
Lo scrittore si fermò all’istante, assumendo un’espressione maliziosa.
C: qui non si tratta di essere sfaticati, si tratta di essere mooolto stanchi per colpa di una donna moooooooolto esigente.
Le detective si voltò immediatamente con le guance appena arrossate e uno sguardo truce.
B: vorrà dire che questa donna mooooolto esigente ti farà riposare da ora in poi.
Fece per voltarsi, ma la risposta affrettata dell’uomo la fece scoppiare a ridere.
C: no, no, questo mai.
B: perfetto, allora muoviti.
Non passò neanche un minuto che l’uomo tornò all’attacco.
C: e poi mi fa male.
Subito Beckett rivolse un’occhiata preoccupata al volto di Castle.
B: la ferita?
Rick sorrise, scaldato improvvisamente da quella preoccupazione così spontanea e semplice.
C: no, no.. quella sta bene. È la mia milza che sta gridando pietà.
Se la mascella della detective fosse stata libera, sarebbe arrivata a terra.
Beckett roteò gli occhi e colpì la nuca di Castle con un leggero schiaffo.
B: mi chiedo perché continuo ad ascoltarti.
C: perché mi adori.
Il ghigno soddisfatto dell’uomo fece sorridere Beckett, ricordandole quanto in fondo le fosse necessario Richard Castle.
La donna si morse il labbro e si voltò.
Non lo degnò di una risposta, ma lo sguardo deliziosamente provocatorio bastò.
C: e poi sei sicura che questa strada porti dalla sig.ra Ford?
Beckett lo fulminò, bloccandosi.
B: Rick sei insopportabile.. veramente.. vengo in questo posto da quando avevo 5 anni e ho passato qui ogni estate da allora.. a 16 anni come credi che avrei potuto scappare di notte per andare da.. vabbè insomma.. conosco bene questa strada, fidati.
Castle aveva incrociato le braccia e assunto un’espressione indagatoria.
C: andare da?
B: ma niente su..
C: ti sembra il caso di raccontare di una tua vecchia fiamma al tuo uomo?
Beckett sorrise e si voltò, ma Castle le agguantò il polso, portandola gentilmente a sé, facendo aderire i loro corpi.
B: sei geloso delle mie fughe notturne di 14 anni fa?
Il volto di Castle si avvicinò a quello della detective, facendosi sfiorare appena le punte dei loro nasi.
C: mmmh.. chi lo sa..
La donna sorrise e finalmente fece toccare le loro labbra, abbandonandosi tra quelle braccia che ora sembravano il sostegno della sua vita.
Quando si staccarono, Castle aveva una faccia a dir poco soddisfatta e rilassata.
Continuando a camminare, l’uomo fece scivolare la sua mano in quella della donna, lasciando incastrare perfettamente le loro dita.
Nessuno dei due disse niente, consapevoli che proprio quegli attimi di normalità, di spensieratezza sarebbero stata la loro avventura.
 
C: non ci credo, siamo arrivati veramente allora?
Beckett si voltò con aria minacciosa e, senza degnarlo di una parola, suonò il campanello.
Castle continuò ad osservare la donna accanto a lui, rimanendo in silenzio per qualche minuto.
L’uomo riportò il suo sguardo sulla porta ancora chiusa e poi sussurrò come se niente fosse.
C: lo sai che ti amo, vero?
Quelle due parole, per quanto già dette, per quanto già adorate, colpirono la detective come un fulmine a ciel sereno.
Il tono semplicemente innocente di Castle o forse il suo pronunciarle quasi con distrazione rese la voce dello scrittore un suono meraviglioso.
Beckett infatti si voltò di scatto rimanendo immobile.
Castle la guardò e si limitò a sorridere, prima di rubarle un bacio fugace, giusto in tempo rima che la porta si aprisse.
Sig.ra Ford: ma è lei sig. Castle.. è arrivato finalmente! Che piacere incontrarla.
Una signora piuttosto anziana, ma dallo sguardo sveglio si era affacciata alla porta e sfoggiava un sorriso radioso, felice di avere compagna in abbondanza.
C: piacere mio sig.ra Ford.
Lo scrittore strinse la mano dell’anziana signora, con un’espressione rilassata, mentre alle spalle della sig.ra Ford comparvero Alexis e Ashley.
Gli occhi della piccola Castle studiarono velocemente la detective e il padre e finalmente si sciolse in un’espressione di pura felicità.
Sig.ra Ford: Alexis, ma non mi avevi detto di avere una mamma così bella e giovane..
Castle tossì imbarazzato, mentre Beckett guardò l’uomo accanto a lui in cerca di aiuto.
Alexis tentò di spiegare, mentre Ashley si copriva il volto con le mani.
A: no, signora, la detective Beckett è un’amica di papà..
L’anziana abbassò leggermente gli occhiali e studiò meglio la donna, assumendo un’espressione soddisfatta.
Sig.ra Ford: allora lei è una poliziotta.. ma che bello averla nella mia casa..
Anche per Beckett ci fu una stretta di mano energica, corrisposta con gratitudine.
Sig.ra Ford: ma su forza, entriamo.
 
La signora aveva portato ogni tipo di dolce fatto in casa, per la felicità di Castle, divenuto improvvisamente  il centro delle prese in giro delle sue due donne.
Con una faccia imbronciata aveva fatto scoppiare tutti a ridere, finalmente in un momento di totale abbandono della realtà.
Alexis si era fermata improvvisamente e la sua risata era stata sostituita da un sorriso veramente felice, nato solo dalla vista della rilassatezza del padre e dalla detective, diventata per lei un punto fermo.
La sig.ra Ford notò il cambiamento della ragazza accanto a lei e, stringendole la mano, la accompagnò nel suo sorriso.
L’atmosfera fu però interrotta dallo squillo del cellulare di Beckett.
Tutti si zittirono e Castle puntò la sua attenzione sulla donna, mentre quella continuava a fissare lo schermo immobile.
Era consapevole che rispondere avrebbe significato tornare alla vita di sempre, fuori da quell’atmosfera ovattata, da quella bolla di sapone che li cullava dolcemente in quel mondo quasi surreale.
Gli occhi di Beckett incontrarono per un momento quelli di Castle e bastò quel piccolo contatto ideale per lasciare che la detective trovasse la forza di un tempo.
Si alzò e rispose.
B: scusatemi..
Lo scrittore seguì il corpo della donna con lo sguardo, quasi a volerla accompagnare.
La detective non si fece attendere e dopo appena 5 minuti tornò in sala, con ancora il cellulare in mano e un’espressione quasi imbarazzata.
B: Rick, credo che dovremmo tornare a casa. O almeno io devo tornare, ma se tu vuoi rimanere ancora un po’ non c’è alcun problema.
L’uomo spostò i suoi occhi sulla figlia, che si limitò a scuotere la testa in modo complice.
Castle sorrise e si alzò.
C: sig.ra Ford, la ringrazio di cuore per averci ospitato e per aver ospitato Alexis, ma ora dobbiamo proprio andare. Si torna alla normalità.
La sig.ra Ford, Alexis e Ashley si alzarono e si avvicinarono ai due.
Sig.ra Ford: non si preoccupi sig. Castle, sua figlia è adorabile e lei e la sua amica ancora di più. È stato un piacere conoscerla e spero verrete a trovarmi presto.
C: lo spero, grazie ancora e arrivederci.
Castle salutò la figlia e lasciò poi il posto a Beckett che abbracciò Alexis.
B: grazie Al, io… Mi dispiace per tutto quello che ho fatto.. e spero  finalmente di riuscire a gestire tutto questo.
A: Kate, a me dispiace per tutto quello che ti ho detto, ma ora voglio ringraziarti. Grazie, Kate, me lo hai riportato indietro.. mi hai ridato mio padre.
Le due donne si staccarono e tornarono a sorridersi.
C: è ora di andare..
Lo scrittore e la detective uscirono, ma prima di incamminarsi Beckett afferrò il polso di Castle.
B: Rick, sarai con me?
Castle sorrise e sfiorò la guancia di Kate.
C: sempre.
 


p.s eccomiiiiiiiii..
lo so, vi chiederete che senso ha dopo così tanto tempo..
avete ragione, ma la scuola mi sta uccidendo.. :)
comunque, nonostante tutti i ritardi, la tristezza e il miele di questa fanfiction, spero che vi sia piaciuta.. :D
un bacione e grazie enorme a tutti quelli che hanno continuato a leggere..
un bacione..
e grazie ancora a tutti.. :D






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