Shoulder blade

di ImBatman
(/viewuser.php?uid=168422)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


HTML Online Editor Sample

 

Shoulder blade

 

La borsa di Dean è poggiata ai piedi di uno dei due letti gemelli. Nella gara di Dean sul peggior arredamento da motel il verde acido di quei copriletti raggiunge immediatamente i picchi massimi e lui aggiorna mentalmente la classifica. Ha preso una camera doppia anche se Sam non c'è. E' solo un'abitudine. Castiel lo guarda da un angolo della stanza. Ha l'espressione concentrata e Dean sente il bisogno di ridere.
“Pronto a fare baldoria, vedo” Castiel inclina appena la testa e non risponde e Dean maledice la sua inclinazione alla compagnia di gente totalmente incapace di stare al gioco.
“Dovremmo continuare, non abbiamo abbastanza tempo per poterci fermare”
“Sono stanco.” è laconico e i suoi occhi sono eloquenti. E guardano Castiel “sono davvero stanco, Cass. Ho bisogno di dormire e tu aspetterai domani mattina”
Castiel lo guarda assorto. Dean apre la sua borsa e tira fuori una maglia. Fa come se Castiel non ci fosse, toglie il giubbotto, lo lancia su una sedia, calcia via le scarpe.
“Vuoi che vada via.” non sembra una domanda. Dean si sfila la maglietta e ne mette una più comoda. Prende tempo.
“Puoi anche restare se ti va” dice e non lo guarda. Cerca le aspirine. Castiel lo fissa e non si muove. Dean non le trova, infila tutto il braccio nella sacca e non le trova. Fottute aspirine.
“Va bene” risponde. Dean lo ignora, le ha trovate e va in bagno.
Per Castiel è nuovo, quando i fratelli cominciano ad aggirarsi attorno ai letti e al bagno è il segnale per lui di sparire. In bagno Dean scopre quanto è difficile lavarsi riuscendo a non specchiarsi. Le aspirine non le prende, si lava la faccia con acqua calda perché ha freddo. E vorrebbe restare li anche se le mattonelle sono orribili. E vorrebbe essere tirato fuori ma non succede nulla e Dean esce da solo.
Castiel è accanto al letto, fissa serio la abat-jour a forma di sirena. Dean si siede sul materasso, Castiel torna a guardalo. Lo guarda sempre e Dean lo sa. E non sempre gli piace.
Sam non c'è ma è come se ci fosse. C'è perfino il suo letto. Dean è stanco. La stanchezza è tutta attorno agli angoli dei suoi occhi, Castiel la guarda. Presta così tanta attenzione alle cose e ne capisce così poche. A Dean viene di nuovo da ridere. Castiel la vuole tenere ferma li, bloccata e continua a guardarla e non sa cosa fare.
Dean aspetta e Castiel lo guarda e si avvicina. Il ricordo dell'ultima volta che Castiel lo ha visto così comporta il ricordo di qualcos'altro. Non ne hanno mai parlato. Gli occhi di Dean sono ancora gli stessi, Castiel lo guarda perché farlo è la sua unica arma e Dean gliela lascia.
“Vuoi dormire?” il suo tono è sempre dubbioso, Castiel non è mai sicuro di niente e chiede. A Dean il suo sguardo divertito e rassegnato questa volta non riesce.
“No.”
Castiel quella notte la ricorda bene, il dolore è lo stesso ma Dean non tende le mani e aspetta e Castiel capisce che sta aspettando lui e Dean ha deciso di tenerli aperti gli occhi così lo vede quando si avvicina ancora, piegando in avanti il busto. Restano aperti quando le labbra si toccano e Castiel rimane fermo in attesa di qualcosa. E li chiude perché tenerli aperti è impossibile e si vergogna per quel che ha spinto Castiel a baciarlo e si vergogna perché quello non è nemmeno un vero bacio e Castiel non respira. E più che stanco Dean è stanco di essere solo.
E' la prima volta che si tengono per mano, Castiel ha sentito quella di Dean stringerlo forte, strizzata come i suoi occhi chiusi che Dean spera con tutto se stesso siano una barriera abbastanza potente. Non vuole piangere perché Castiel non capirebbe il significato di quelle lacrime perché quello non è nemmeno un vero bacio e quella è più di una stretta di mano.
Castiel obbedisce al suo volere e gli si siede accanto, la mano di Dean lo lascia solo per posarsi sulla sua guancia insieme all'altra e non è una stretta tenera, Castiel sente la stessa forza e lo stesso calore ancora un po' intrappolato nel suo palmo. Dean lo guarda e i suoi occhi sembrano più lontani anche se Castiel non gli è mai stato così vicino, sono umidi e nascosti e bruciano e lo stesso bruciore raggiunge i polpastrelli. Ora Castiel non li capisce e li guarda, è la sua unica arma e non funziona. Pensa a Sam, a lui che potrebbe capirli e forse per questo che non è li.
Dean fa leva sulle mani e tocca a lui mostrargli un vero bacio e lo fa per non provare più vergogna e tornare a respirare.
C'è come un macigno che brucia dentro il suo petto e non fa passare ossigeno ed è come se Castiel l'avesse reso più forte e allo stesso tempo gli sembra di riuscire a rubare un po' della sua aria spingendosi dentro arrancando alla gola.
Castiel è preoccupato, non capisce se Dean stia bene o male e non sa dove mettere le mani per mantenersi in equilibrio e inizia ad agitarsi, Dean gliele prende e lui pensa le voglia stringere ancora ma invece se le passa dietro la schiena e Castiel capisce che deve essere lui a stringere, trovando facile appiglio tra la pelle tonica e le ossa delle scapole.
Dean non è più solo sulle labbra, passa una gamba attorno al suo busto e gli si siede addosso a cavalcioni, Castiel non sapeva che tante cose sul suo viso potessero essere morse. La faccia di Dean finisce contro la spalla di Castiel, una mano salda tra i suoi capelli e l'altra avvinghiata alla sua schiena e si aggrappa più forte spingendo in avanti il bacino, il respiro un basso ringhio e gli occhi ancora chiusi. Le mani di Castiel vengono spostate ancora, la guida di Dean è brusca e urgente, ne trascina una sulla propria nuca e trema quando Castiel risponde al comando e stringe le dita tra i suoi capelli tirando all'indietro mentre un braccio scende naturalmente a sorreggergli la schiena arcuata perché non cada a terra. E la gola scoperta di Dean è sia un invito che un ordine e quella sembra tanto una lotta che Castiel gli tira ancora più forte i capelli e accetta la battaglia lambendone la pelle che diventa rossa. Più che comandi sembrano preghiere e le preghiere Castiel le conosce e si sente più tranquillo anche se Dean trema forte e gli artiglia un braccio e quel che dice sembra solo un continuo lamento rotto dai tentativi di prender fiato. Dean geme sudato e con un gesto improvviso si sfila la maglia e la getta via, liberando pelle pulsante macchiata da cicatrici che Castiel scruta con sorpresa mentre l'impermeabile gli viene tolto con uno strattone e Dean torna ancora sulla sua bocca e sembra non voglia concedersi il tempo di respirare, Castiel lo sente prendere aria rumorosamente contro la sua pelle aggrappandosi forte con le mani e le unghie mentre gli strofina addosso il bacino.
“Tienimi le braccia” ordina rauco contro il suo collo, Castiel ubbidisce e usa la sua forza fisica di angelo per bloccargli i polsi dietro la schiena e stringe forte e sente Dean ansimare mentre poggia la fronte sulla sua spalla e la schiena nuda guizza di sussulti e trema. Dean sente le lacrime premere ancora, vorrebbe poter restare così e gli sembra non sia mai abbastanza, in ogni momento il sollievo dura solo qualche attimo e lui deve ricercarlo ancora e ancora e ancora, la camicia di Castiel è ruvida e lui si sposta nell'incavo del suo collo, strusciandoci il naso e ci si nasconde e chiede riparo e ancora una volta Castiel glielo da.

 

 

Castiel fissa la sua camicia imbronciato, mancano due bottoni, la cravatta lo nasconde solo in parte. Dean è in bagno, si sta lavando i denti, Castiel lo sente dal suono familiare dello spazzolino in uso e quando esce lo guarda solo un momento prima di controllare che la sua borsa sia a posto.
“Colazione?” chiede con noncuranza. Da quando sono entrati in quella camera, il giorno prima, Dean ha accuratamente evitato di guardare il letto inoccupato.
“Lo sai dov'è Sam?” chiede e Dean è bravo a non irrigidirsi.
“Si.” dice “Bobby è in contatto con lui” Castiel lo guarda nei suoi gesti abituali.

“Credo dovresti chiamarlo” Dean guarda il menù del fast food del motel, cercando di valutare se sia meglio di quello in fondo alla strada visto quando sono arrivati.
“Dean, credo dovresti chiamare Sam” Dean chiude definitivamente la borsa e la solleva da terra.
“Credo che..”
“Ti ho sentito, Cass” sbotta e lo guarda “ti ho sentito non sono sordo”

Castiel lo fissa in attesa, Dean ridacchia stanco passandosi una mano sul viso e sospira.
“So di doverlo fare ma non ora. Lo farò. Presto ma non ora. Lui sta bene e io voglio fare colazione e andiamo in fondo alla strada che il posto mi convince di più”

Dean lo supera e apre la porta, gli occhi di Castiel sono puntati alla sua schiena. Portano entrambi sempre la stessa giacca. Prima di uscire Dean si volta ed è sia scocciato che paziente “vieni?” chiede ma non sta chiedendo, gli sta dicendo di sbrigarsi, ha le occhiaie ed è sempre stanco ma a Castiel sembra che tremi meno e lo segue.





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=941431