Nota legale: Total
Drama © 2007, Jennifer Pertsch&Tom McGillis.
Il qui presente intreccio è da considerarsi
proprietà esclusiva dell'autrice; pertanto, non
può essere riprodotto - totalmente o parzialmente
- senza il consenso di quest'ultima.
Avvertimenti:
fluff, diabete&ammore a palate, what if dopo il reality.
Note: È
la mia prima storia nel fandom, mi sembrava doveroso iniziare
con una delle coppie che più ho apprezzato in questa nuova
stagione♥
Non
vale
Vero, le persone vanno e
vengono,
ma ce ne sono alcune
che, pur andando via,
rimangono più
presenti di chi è presente,
più tangibili
di chi resta,
sono quelle che riesci a
sentire, anche se non le vedi,
concrete assenze di un
eterno passaggio.
(Paola Melone)
Anche quell’estate stava finendo: l'arrivo imminente
dell’autunno era preannunciato da fastidiose folate di vento
che facevano danzare mucchietti di foglie gialle e marroni nell'aria
rosa del crepuscolo.
La sera era ormai arrivata e nel parco, oramai rischiarato dagli primi
flebili raggi di luna, rimanevano soltanto una coppia di pittoreschi
vecchietti presi dalla loro conversazione su Marx e quei fantocci
moderni che avevano la pretesa di far politica e un ragazzo che
attraversava il grande viale centrale.
Teneva lo sguardo basso; le iridi grigie seguivano rapidi i movimenti
delle scarpe consunte.
Stava camminando sempre più veloce - non fermarti, non fermarti -, la schiena
diritta e le mani chiuse a pugno in tasca. I capelli rossi erano
tagliati corti e a spazzola, quasi a richiamare un passato da militare
- o da carcere minorile.
Avrebbe emanato sicurezza - se il suo sguardo non lo avesse tradito.
Carico di una strana malinconia.
Scott ricordava e ad ogni passo si malediva per aver ucciso qualcosa
ancora prima del suo sbocciare. Camminare avrebbe dovuto distrarlo, ma
la luce argentea ormai diffusa gli faceva rimpiangere
uell’amore abortito a causa della sua brama di denaro, della
sua stupidità, della sua cecità.
Il piano doveva proseguire, doveva vincere. E lei, lei con i suoi
vestiti strambi, con le fissazioni new age, con gli incensi e il karma
e tutte le altre stronzate, si era intromessa. Nonostante tutto, la sua
eliminazione non era prevista.
In fondo, però, quando se n’era andata aveva
tirato un sospiro di sollievo.
Aveva paura, Scott, di quella bambolina di porcellana.
Era così delicata, un cerbiatto bisognoso di protezione. Ma
i suoi occhi erano così grandi , limpidi e
profondi, lo catturavano e lo portavano in un altro mondo, il
mondo di Dawn, così diverso dal suo. Era puro, immacolato,
come lei. Forse ingenuo.
Scott ne era destabilizzato.
Com’era possibile che una simile creaturina lo potesse
mettere tanto in soggezione?
Nonostante tutto, però, Dawn era speciale, per quanto
facesse male ammetterlo.
Scott sorrise laconicamente, mentre si rendeva conto
dell’inutilità di quei pensieri, ormai
l’aveva persa per sempre.
Alzò il viso alla luna.
Era bella, luminosa come lei, così si fermò,
lì, in quell'angolo dimenticato e verde della metropoli,
incantato con il naso all’insù. Gli sembrava quasi
di sentirla, la risata appena percettibile di Dawn.
Era sicuramente uguale a quello di una fata, ne era certo. Migliaia di
campanelli d'argento.
Si faceva sempre più forte, limpida e cristallina.
Scott si girò.
Stava provando una sensazione nuova perchè, per la prima
volta nella sua vita, qualcosa nel petto iniziò a battere
più velocemente, era sicuro, anche il suo cuore rideva
insieme a quel suono, gorgogliava di felicità.
Eccola, la gioia, quella vera, che scalda il petto nel più
freddo degli inverni. Che ti spinge a celebrare la vita,
perché è meravigliosa. Che si sente quando si
ritrova qualcosa che si credeva perduto per sempre.
Dawn era lì «Non hai mai smesso di
pensarmi, e di amarmi, lo so» sorrideva, gli occhi che
sfavillavano di luce propria.
«Non vale» Scott la guardò con
aria di rimprovero,e la giovane cambiò espressione. Sembrava
mortificata.
Il ragazzo, però, l’abbracciò. Stavolta
lui scoppiò in un fragoroso riso, stringendola forte al
petto.
«Tu leggi le
aure».
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