Titolo:
Luce di
candela
Autore:
Elizabeth_Tempest
Fandom: Saint
Seiya
Personaggi: Aries Mu
Rating: Verde
Genere: Generale
Avvertimenti: One
Shot
Prompt scelto: viola,
Urano
Note dell’autore:
sinceramente, non sono per niente fiera di questo lavoro. Non mi piace,
è fatto davvero male, ma è davvero un
periodo nero per me... okay, non è una giustificazione u_u
Violet mi ha già graziata nel punteggio XD
La vita è come una
candela.
Viene accesa alla nascita, si
estingue con la morte.
La tua candela si è
accesa sul tetto del mondo, in una
casa povera, in una notte fredda e buia. Una lanterna ha salutato la
nascita
dell’Ariete, in cielo le stelle brillavano più che
mai, un tributo a
quell’innocente creatura che sarebbe stata immolata
sull’altare della
giustizia.
Alla luce tremula del lume
narrarono al piccolo agnello
della sua gente, di Lemuria e dei doni degli dei. Di come la loro terra
scomparve dal pianeta, del suo popolo che fuggì in quel
luogo vicino al cielo,
isolati e diversi, ormai estinti. Di loro pochi rimanevano. Gli
narrarono di
Atena, del Santuario e delle guerre precedenti.
Alla luce di un lume venne
l’anziano saggio a prenderlo,
per condurlo nella lontana terra di Grecia, dove l’aria
sapeva di mare e sole,
invece che di gelo e neve.
Sua madre lo sospinse verso
l’anziano Ariete,
sussurrandogli parole d’incoraggiamento, piene di materno
orgoglio e femminile
dolcezza, col cuore schiacciato alla consapevolezza del terribile
destino della
sua creatura.
Mai pianse, davanti a lui, mai
pianse dopo che se ne fu
andato.
Alla luce della candela, il
bambino studiava la notte.
Tomi su tomi che doveva leggere, nel silenzio della grande Casa.
Complessi e a
volte incomprensibili, il piccolo imparava a memoria. Voleva compiacere
il suo
maestro, voleva rendere orgogliosa sua madre.
A volte piangeva, quando non
riusciva a ricordarla, ogni
giorno di separazione la sua immagine diventava più pallida.
Pallida come la
luce delle candele quando giungevano alla fine, la cera sparsa sul
tavolo di
legno scuro.
Presto quei libri diventarono
rifugio per la sua anima
dolente, dove seppellire il suo dolore.
Lume di candela, quella che aveva
trovato accesa nella
sua antica casa ormai vuota. Sul telaio di sua madre giaceva ancora un
suo
lavoro, i fili colorati intrecciati, mentre l’anziana gli
aveva rivolto uno
sguardo di pietà.
Era grande, ormai, non piangeva
più da tempo, non se lo
poteva permettere, gli era stato ripetuto fino allo sfinimento. Aveva
smesso di
piangere per i pasti parchi, aveva smesso di piangere per la paura,
aveva
smesso di piangere per ogni pugno e calcio.
Era diventato forte, il piccolo
agnello, era diventato un
Ariete, un guerriero protetto dall’oro.
Pianse, quando gli misero tra le
mani quel piccolo
fagottino. Lacrime su lacrime gli scorsero sulle guance, mentre il
bimbo
piangeva, chiamando quella madre che non poteva più
sentirli.
Quella madre che ora non poteva
più stringerlo a sé e
dirgli che tutto sarebbe andato bene, che mai più lo avrebbe
sgridato per aver
spaventato le capre o per aver rovesciato il te.
Candela, quella che accendeva la
notte, per rischiarare
le tenebre che spaventavano Kiki, guardandolo addormentarsi, prima di
tornare a
riparare le sue armature. Scintillava il metallo freddo e vivo, mentre
l’aria
si riempiva di martellate, i muscoli si tendevano sotto la pelle.
Avvolto in
quella penombra rassicurante, la mente rivolta altrove, leggendo gli
oscuri
presagi delle stelle.
Presagi che parlavano di morte e
tradimento.
Luce tenue, come la speranza di
sconfiggere quel male che
si annidava al Santuario,per il quale aveva lasciato quella casa a
lungo
conosciuta, rinchiudendosi in quel luogo desolato, affidando Atena a
quei
ragazzi. Aveva avuto speranza, fino alla fine. Speranza per non
tradire, per
rimanere forte nella sua fede. Anche quando il tradimento gli aveva
stilettato
il cuore.
Speranza, finchè non
aveva arso il suo Cosmo fino al
limite, rischiarando l’eterna oscurità come la
fiammella di una candela.
Grammatica:10
Proprio niente da ridire u.u brava
10/10
Stile: 8,2
Non ci sono veri e propri errori, diciamo che spesso ci sono frasi
corte che avrebbero potuto essere anche unite; i periodi corti mi
piacciono e sono anche d'effetto, ma non sempre. Inoltre per quanto il
testo sia abbastanza scorrevole, proprio in quei punti risulta troppo
"spezzato", se rendo l'idea di ciò che voglio dire.
Ho anche notato, nel dare il punteggio, che hai cambiato il tempo in
cui i verbi sono stati coniugati: all'inizio è in un modo,
mentre andando avanti è stato modificato. Probabilmente,
scrivendo, non te ne sei resa conto, ma devo ugualmente fartelo
notare^^
8,2/10
Caratterizzazione dei personaggi: 8,2
Uhm si, Mu è proprio lui, ma c'è qualcosa che non
mi convince. Forse non sei riuscita a renderlo al meglio in questo suo
viaggio nell'anima(mi viene da chiamarlo così), o magari non
è stato molto
approfondito dal momento che non è lunghissima questa One
Shot. Hai semplicemente accennato all'infanzia, al suo arrivo al
Santuario e al rapporto con Kiki, ma non ti sei mai soffermata su
nessuno di questi: forse avrebbero potuto essere approfonditi meglio^^
8/10
Gradimento personale: 3
Devo dire che Mu mi piace moltissimo, ma qui in qualche modo
è tutto troppo sbrigativo. Forse è l'idea che
è stata data con le frasi spezzate, o forse è
proprio l'idea che volevi dare! In ogni caso mi piace, ma non mi
è entrata al 100% nella pelle! Diciamo che, conoscendo il
tuo modo di scrivere, posso affermare a ragione che questa non
è la tua migliore opera, però è
ugualmente molto bella**
3/5
Originalità: 11
Avevo sperato in un uso differente della candela, che avrebbe potuto
essere utilizzata in mille modi: carinissima l'idea di paragonarla al
Cosmo di Mu -e di ogni Cavaliere - ma non è stata resa al
meglio! Però in sè la storia mi piace e la
ricorderò con piacere :=)
11/15
40,2/50.
|