La rinuncia

di purepura
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La rinuncia

    È la bufera.
    Sotto quelle guance rosse, quelle mani fredde, è la bufera.
    Sotto quelle coperte, sotto quei vestiti, sotto la mia pelle, è la bufera.
    È la bufera fra le tue risa, nei tuoi tocchi, è la bufera che viene con i tuoi baci.
    La bufera nascosta nei tuoi occhi, la bufera che vedi nei miei.

    È la tempesta, e insieme il vento. È l’aria che tira e insieme il tempo che scorre.
    È l’energia. L’elettricità e l’acqua dei torrenti.
    È l’etichetta. L’etichetta che si sfalda e il suolo che ti abbandona.

    È la rinuncia. E insieme la rassegnazione.
    È la bufera, quella di quando ti guardi indietro e sai che sarà sempre così.
    È la concentrazione di un solo momento. La consapevolezza e poi, subito, il dolore.

    È la rinuncia. La rinuncia con le tue mani e la sua assenza.







[Tutto ciò che avete letto non si ispira a fatti veramente accaduti. In effetti, non s’ispira a fatti.
142 parole]
No, non sono morta. È da un po’ che non mi si vede, ma sono ancora viva. In quinta liceo, ma sono ancora qui. Grazie alla neve mi sto riprendendo, ma non ho dimenticato la santa gente in attesa. Non ho dimenticato le mie storie.
Vi saluto. Spero di riuscire a tornare presto. ^_^





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