QUESTA STORIA SI E'
CLASSIFICATA PRIMA AL "Contest Marvelicious" INDETTO DA Æthelflæd
SUL FORUM DI EFP
Benvenuta
a casa, Laura
Quello
doveva essere un nuovo giorno.
Era appena iniziato ma già lo odiava.
Quella
doveva essere l'inizio della sua
nuova vita e già lo odiava.
Quello
doveva essere il posto in cui
d'ora in poi avrebbe vissuto e già lo odiava.
Quelli
dovevano essere i suoi nuovi
compagni di squadra e già li odiava.
Non
ci poteva fare niente, era nata
così, o meglio, era cresciuta in quel modo, circondata da
mura e
cancelli di pietra, lontana da tutto e da tutti, men che meno dai
suoi aguzzini.
Kimura
era la prima persona che
ricordava da quando ne aveva memoria e fu la prima che
iniziò ad
odiare profondamente... E continuava a farlo tutt'ora.
Poi
si aggiunsero Rice e gli assistenti
vari, i carcerieri, i medici, tutti rientravano nel cerchio d'odio
che si era creata intorno, costruendolo man mano, con le proprie
mani. Lo sentiva talmente parte di sé che ormai credeva che
fosse
nato con lei, qualcosa che era stato cucito insieme al suo essere,
una fitta trama che era stata tessuta intorno alla sua anima.
Gli
unici che avesse mai amato, sua
madre e il suo sensei, erano morti, come tutti quelli per cui provava
anche un accenno di simpatia. Tutti se n'erano andati, lasciando
dietro di loro solo ricordi. Ricordi che diventavano dolorosi
più di
ogni altra punizione corporale, quindi cercava di liberarsene
nell'unico modo possibile: iniziare a detestare anche loro.
Così
i sentimenti, i legami, esili,
eppure così stretti, venivano gettati via. E fu tutto come
se
nessuno di loro fosse mai esistito.
Ma se
c'era una persona che proprio non
riusciva a odiare era Lui.
Aveva
tentato di uccidere colui che le
aveva fatto il dono più grande, la vita, ma che allo stesso
tempo
l'aveva condannata alla sofferenza. Ci era andata molto vicina ma la
gente trova sempre il modo di stupirti nei momenti meno opportuni:
invece che pregare per la propria vita le aveva chiesto scusa per
tutto ciò che le aveva causato. In quel momento qualcosa in
lei si
era frantumato: si era aperto uno spiraglio dietro il muro che la
separava dal resto del mondo.
Lui
che ora la stava fissando da sotto
un cappello da cowboy; Lui che era lì fuori, sotto il
solleone di
mezzogiorno, ad aspettarla da chissà quanto tempo; Lui che
non la
odiava nonostante tutto quello che aveva fatto.
Non
era la compassione che li univa ma
qualcosa di più profondo che non si poteva esprimere a
parole perchè
era un misto di sensazioni. Erano due facce della stessa medaglia,
che volesse ammetterlo oppure no.
E
adesso che era lì davanti a Lui non
sapeva cosa dire.
“Benvenuta
tesoro”
Odiava
anche i nomignoli, in
particolare quelli mielosi, e avrebbe ucciso all'istante chiunque
l'avesse chiamata in quel modo, ma per Lui avrebbe fatto
un'eccezione.
Aveva
un'aria trasandata: i capelli
lunghi ricadevano disordinati sul volto, incorniciandolo come una
criniera. Il tutto era accompagnato da folte basette da vagabondo.
Tuttavia
quell'aspetto gli donava ed
era in sincronia con il suo carattere: nessuno avrebbe mai immaginato
Wolverine in giacca e cravatta, pettinato con cura a una cena mentre
parlava di finanza o argomenti simili.
Indossava
una maglietta grigio fumè
anonima, larga ma abbastanza attillata da lasciar intravedere il
fisico possente. Le piastrine militari da cui non si separava mai,
luccicavano sul petto, quasi stessero lì a ricordargli il
passato
tormentato di cui ricordava poco o niente. Un paio di jeans logori,
gli stessi che aveva indosso l'ultima volta che si erano incontrati,
concludevano l'abbigliamento semplice.
Come
se avesse intuito la risposta si
mosse lentamente verso il taxi che l'aveva portata fin lì.
I
tacchi degli stivali da cowboy
ticchettavano sulla terra battuta, scandendo i secondi come un
orologio. Allungò qualche banconota al conducente e, senza
attendere il resto, tornò da lei.
“Vuoi
che ti porti la borsa?”
chiese porgendole una mano: voleva essere gentile.
In
molti avrebbero apprezzato il gesto,
ma quell'atteggiamento di falsa cortesia non faceva altro che
irritarla. Lui non era così e lei lo sapeva benissimo.
“Non
ce ne sarà bisogno.” disse
decisa ma senza sembrare scortese. Prese il borsone da palestra e con
uno slancio se lo sistemò sulla spalla destra. Meglio
troncare i
convenevoli sul nascere, altrimenti avrebbero passato una settimana o
giù di lì comportandosi in quello stupido modo.
Se
lui avesse capito le sue intenzioni
o no non lo diede a vedere e continuò con la farsa.
“Benvenuta
allo Xavier Institute,
Laura.” disse aprendo il cancello.
Osservò
il metallo luccicante dei
battenti oscillare leggermente mentre veniva spinto, lasciando spazio
a uno degli edifici più grandi che avesse mai visto. Nel
frattempo
il taxi se ne stava andando sulla strada dissestata, sobbalzando ogni
qualvolta incontrava una buca.
Il
vento che le scompigliava pigramente
i capelli portava con sé non solo gli odori ma anche le voci
chiassose di alcuni ragazzi che oziavano seduti sotto un albero un
centinaio di metri più in là. Socchiuse gli occhi
al bagliore del
sole e insieme si incamminarono sul lungo viale che portava alla
scuola.
“Sono
dei bravi ragazzi, anche se a
volte possono sembrare un po' invadenti. Ti ci abituerai
presto.”
Annuì
in modo quasi impercettibile
anche se nutriva qualche dubbio nelle parole di Logan. Del resto, se
si era abituato Lui, poteva riuscirci benissimo anche lei..
Le
fece fare un tour della scuola:
mostrandole la stanza che avrebbe occupato, le aule, i laboratori, i
campi da baskett e quant'altro. Anche i professori sembravano delle
persone a modo.
“Come
hai fatto?” chiese ad un
certo punto.
Lui
la guardò con aria interrogativa.
“A
vivere qui, intendo.” aggiunse.
Rimase
attonito, non sapeva cosa
rispondere. Poi dopo un attimo di riflessione disse
“Flessibilità
di adattamento.”
Laura
inarcò un sopracciglio.
“Che
c'è?”
“Aspetto
la vera risposta.”
“E'
questa la vera risposta.”
bofonchiò Lui
“Non
sei il tipo che da un giorno
all'altro abbandona la vita da nomade e si stabilisce in una scuola.
Una scuola per mutanti oltretutto.”
Logan
scrollò le spalle “Non so
come... E' successo è basta.”
“Sei
sotto l'influenza psicologica di
qualcuno?”
“Ehi
per chi mi hai preso bimba?”
ruggì.
Laura
non ribattè: meglio non farlo
innervosire.
“Forse
ho solamente imparato a vedere
le cose in un'altra ottica. Questo posto mi fa star bene, sembra
quasi di vivere in...”
“In
un mondo normale.” concluse
lei.
Logan
la guardò e annuì. Sul suo
volto spuntò l'ombra di un sorriso che svanì
immediatamente. “Nel
caso dovessi avere qualche problema ricordati che io ci
sono.”
Lo
disse a bassa voce, in modo che
solamente lei potesse udirlo.
Lei
annuì e sempre sottovoce rispose
“Me ne ricorderò. “
“Grazie”
aggiunse.
Il
sorrisetto ricomparve in faccia a
Logan per un istante prima di scomparire di nuovo.
In
fondo perché non essere gentili
con lui? Pensò.
Non era
così burbero come se lo immaginava, e forse non aveva tutti
i torti:
quel posto faceva bene sia allo spirito che all'anima.
Alla
fine si convinse che quella
sistemazione non era tanto male come se la immaginava, anzi avrebbe
potuto viverci tranquillamente, senza guardarsi le spalle ogni volta.
Dopotutto se c'era riuscito Wolverine, perché non doveva
riuscirci
anche lei?
Sentiva
che l'odio che provava
inizialmente iniziava a dissiparsi, lasciandole una sensazione quasi
di sollievo.
Benvenuta
a casa, Laura.
Si disse.
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Adoro X23! E' il mio
personaggio preferito (ovviamente insieme a
Wolvie <3) e sono sempre rimasta affascinata dal suo carattere e
dal suo comportamento, forse perché in certe cose sono
simile a lei.
Come
si può ben capire questa storia si basa su X23 e anche sul
fumetto
100% Marvel dedicato a lei intitolato “Bersaglio X”
(che a furia
di leggere e rileggere ho consumato le pagine). Non contenta del
finale del fumetto ho voluto immaginare l'arrivo di Laura allo Xavier
Institute (se ne è già stata scritta una versione
perdonatemi perché
non l'ho letta ^^”)
A
metà del racconto ho inserito più volte la parola
“lui” con la
L maiuscola. Ho voluto far notare l'importanza che ha avuto, e
continua ad avere, Wolverine per la ragazza.
Credo sia tutto,
grazie per aver letto e se avete voglia commentate ^^
Un bacio,
MrsLovett
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