“La cosa più triste quando
piangi, è capire che l’unica persona che può consolarti, è quella per cui stai
piangendo” (Anonimo, almeno per quanto ne so)
Sei un bugiardo.
Io sono qui, in silenzio, nella
mia stanza. Non ho più voglia di fare niente, perchè il mio cervello non fa
altro che cercare di capire. Perchè? Che cosa è successo esattamente? Che cosa
mi sono persa di così grossolano da fare così tanto la differenza?
Eppure mi avevi detto,
mi avevi giurato,
che non mi avresti lasciata mai.
Che saresti stato sempre con me,
che mi avresti protetta.
Nonostante i tuoi sentimenti.
Nonostante tutto.
Poi un giorno mi accorgo che non
mi parli più come prima. C’erano dei periodi in cui ognuno di noi si prendeva il
suo spazio, per metabolizzare le proprie ferite, le proprie inquietudini.
Ma poi ci cercavamo sempre,
perchè sapevamo che nell’altro
avremmo sempre trovato appoggio,
sostegno,
coraggio.
Mi dicevi che mi amavi, ma che
non avrebbe mai intaccato la nostra amicizia. Sono sempre stata chiara con te, e
tu avevi accettato la cosa. Ne soffrivi tanto, lo so, ma non ti sei mai tirato
indietro. E tu non sai quanto ti ero grata per questo. Tu eri il mio unico
appoggio, sapevi tutto di me, e io di te.
E invece sei solo un bugiardo.
Un giorno smetti di parlarmi. Mi
dici che hai bisogno di tempo, e io lo rispetto. Ma improvvisamente mi rendo
conto che il tempo era più lungo del solito. Ti cerco, ma tu mi ignori, sfuggi i
miei sguardi, non mi vuoi parlare.
E poi all’improvviso mi dici che
non puoi più essere mio amico,
così,
da un giorno all’altro,
senza motivo.
Eppure ora non è più come prima,
non sei più un innamorato non corrisposto, hai la tua ragazza che ami, e con cui
stai insieme da molto tempo, quindi non è questo il motivo.
Mi dici che forse sono cambiata
io, o forse sei cambiato tu, ma che della mia amicizia ormai non sai più che
fartene. Quanti giorni ho passato a pensare a cosa ti ho aver mai potuto fare,
quante notti mi ritrovavo a piangere, bagnando il cuscino. Non ho mai pianto
tanto come quell’anno, passato a chiederti il perchè.
Mi sono resa ridicola al
telefono,
cercando di parlarti,
cercando di capirti... ma
l’unica cosa che sentivo dall’altra parte era la tua freddezza.
Non sei mai stato così freddo
con me.
Sei diventato irriconoscibile.
Della persona gentile che conoscevo è rimasto solo il nome.
Ho provato per un anno,
un intero anno,
a capire perchè,
a incolparmi,
a cercarti.
E mai una volta che mi sei
venuto incontro.
Mai una volta un tentativo di
riconciliazione.
Mai una volta una spiegazione.
Hai deciso di tagliare i ponti,
senza neanche darmi il pretesto della litigata. Ma io in fondo al cuore pensavo
che ancora ti importasse qualcosa di me, che ci tenessi. E invece no. Non ti
importa più niente e l’ho capito nel modo peggiore. Quando ho avuto l’incidente
stradale non ti sei neanche degnato di chiamare. Non che mi sia fatta chissà che
male, ma la paura è stata tanta, e tu non c’eri. Non mi aspettavo di certo che
ti precipitassi a casa mia, come avrei fatto io, ma ogni giorno che il telefono
squillava, la tiepida speranza che mi scaldava il cuore puntualmente veniva
delusa.
Non una telefonata,
un biglietto,
un messaggio.
Niente.
Ormai il sole sta per
tramontare, e la mia stanza è avvolta nella semioscurità, con i rumori soffusi
del traffico che creano una strana atmosfera. Guardo una delle pochissime foto
nostre che mi sono sfuggite quando ho messo via tutte le altre.
Eri tutto ciò che avevo, ma ho
deciso di lasciarti andare.
E’ inutile stare dietro ad una
persona che non ti considera più. Mi hai cancellato dalla tua vita come se fossi
una macchia, e io ho intenzione di fare lo stesso con te. Quando ora ti vedo, è
come se non ti riconoscessi. Non riesco neanche a starti vicino, non perchè la
tua presenza mi fa male, ma perchè mi da fastidio. Sì, mi infastidisci. Sei
diventato poco più di un estraneo, freddo, distaccato. Quando ti guardo provo
solo disprezzo.
Vorrei urlarti contro per farti
capire quanto mi da fastidio la tua presenza,
per farti capire quanto mi hai
ferito.
Ma non lo farò. Non ti darò
anche questa soddisfazione. Tu devi pensare che per me vali meno di zero, che
sei diventato l’ultimo dei miei pensieri, non devi sapere che mi fai nascere così tanta asprezza
dentro da farmi paura.
Non devi sapere che nonostante
tutto sei ancora abbastanza importante da farmi scrivere queste parole.
Non devi sapere che nonostante
tutto, anche ora una stupida lacrima sta bagnando ancora una volta la nostra
foto.
“Cosa rimane ad un tratto
della nostra amicizia? ...non è la fine di un viaggio, è solo il vuoto che
inizia...”
(Massimo di Cataldo - Cosa
rimane di noi)
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