- “Non me lo sarei mai aspettato che una famiglia come quella di Philoneil
di Sailoon potesse andare così tristemente in rovina…pare che la figlia si
sia messa a produrre…” Vargarv alzò un attimo gli occhi dal giornale “fiori
di carta!!! Ma mi stai ascoltando?”
- Naga sospirò bevendo un
altro calice di brandy “No…sei così noioso…mi stai facendo venire il mal di
testa…” sospirò con fare suadente, poi si alzò abbandonando il grande salone
dove fino pochi attimi prima, in mezzo ad altre orde di commensali, i due
stavano intavolando un melenso tête-a-tête.
- “Dove vai?!” esclamò il
ragazzo alzandosi.
- “A darmi una rinfrescata…sciocccone!”
ribatté prontamente Naga facendo sbavare un po’ di vecchi morbosi che li
circondavano! Eh sì in queste situazioni era inevitabile che ve ne fossero,
ancor più che per permettersi una cenetta in un locale come quello bisognava
aver sgobbato tutta la vita per accumulare un’immensa ricchezza, oppure aver
ereditato tale ricchezza da avi che avevano sgobbato a loro volta, oltre
naturalmente alla più semplice delle soluzioni: aver un corpo bellissimo come
quello di Naga. E proprio a questo stava pensando mentre ballonzolava verso un
gabinetto per darsi una rinfrescata: come avrebbe avuto la voglia di tornare
da suo marito, quel tonto bambaccione di Gourry e dai marmocchi lasciati dalla
sua ex-moglie!?
- A volte nella vita però
le soluzioni, o forse dovremmo dire le tentazioni visto l’evenienza, si
presentano da sole e così mentre si sciacquava il viso a Naga si rivolse una
ragazza, dai capelli neri, più bassa di lei, ma che aveva qualcosa di
eccezionalmente familiare: “signorina si sente bene? Le serve aiuto?” disse
Amelia appressandolesi, accorgendosi che era sull’orlo di una crisi.
- “No…” ruggì Naga
voltandosi a fissarla e per un attimo in un alone annebbiato le parve di
vedere la sua copia identica di fronte…ed effettivamente stava ancora
guardando lo specchio!
- “Sei tu che hai parlato?”
- “Signorina, temo le serva
aiuto!” proruppe ancora una volta Amelia!
- “Sì è vero…” sussurrò
Naga toccando la sua immagine riflessa nello specchio, poi si voltò, piroettò,
come una bottiglia di scotch vuota e afferò Amelia per il collo.
- “Mi devi aiutare!”
esclamò, poi seguirono minuti di risate isteriche, di pianto improvviso e di
rabbia. Nel minuto di rabbia Naga cominciò a gridare a squarciagola senza
alcun motivo apparente.
- “La prego la prego!!!” si
affrettò Amelia temendo che fosse sull’orlo di una crisi isterica: “si calmi!”
- “Mi calmerò solo ad una
condizione…” sussurrò Naga ridestandosi: “solo se tu sarai ME!!!”
- “COSA?!?!” squillò Amelia
allarmata pensando ad una proposta sessuale morbosa.
- “io dovrei essere lei, in
che senso scusi?!”
- “Nel senso…” proferì Naga
reggendosi a malapena in piedi “che io li odio? Hai capito?!?!?”
- “Sì” No. Amelia non aveva
capito assolutamente di cosa stava parlando, ma sperava che assecondandola
l’avrebbe calmata potendo chiamare un medico!
- “Dai scambiamoci i
vestiti!” squittì Naga.
- “Oh no, povera me!!!”
pensava Amelia col cuore in mano! “Questa vuole introdurmi a qualche pratica
sessuale da film a tre ics!!!”
- “Tu sei uguale a me, mi
sostituirai nella mia famiglia, con quel babbeo di mio marito, non si
accorgerà mai di nulla! Così io potrò continuare a fare la sciacquetta con il
culo sul Ferrari di questi ricchi bambolotti!” Si spiegò la ragazza stringendo
sulla povera cameriera.
- “Lei sta veramente male,
siamo del tutto diverse, non funzionerebbe mai!” Osservò Amelia in preda al
panico. Non aveva idea che cosa fare! Intanto Naga le stava infilando addosso
i suoi vestiti: “muoviti sgualdrina, che mi aspetta del sesso facile e non
voglio perdere altri minuti preziosi con te!”. Così in un attimo l’aveva
coperta con il budello di seta e il turbante finto-oro in testa.
- Amelia si sentiva a
disagio: “sembro un lombrico che si è immerso nel profumo J’adore!”
- “Non dire baggianate!”
esclamò Naga portentosa e la trascinò presso Vargarv che era in preda ad
allucinazioni dovute al troppo alcool.
- “Oh sei tornata...la mia
larva sta per schiudersi in una bella farfalla” gorgogliò il ragazzo in preda
all’incoscienza.
- “FUNZIONA!” esplose
nuovamente Naga gettandosi a rompicollo sul tavolo. “Babbeo questa qui è solo
una sosia, una misera sosia che imbroglierà quel mammalucco di mio marito e la
sua stolida famiglia!”
- “Mammalucco?!” si
interrogò Amelia vedendosi già in un harem orientale a ballare in mezzo ad
altre concubine del sultano.
- NO PER CARITA’!!!
- Furono le uniche parole
che scorsero per la sua mente prima di gridare davanti a tutti: “Non lo farò
mai” e inciampando nella veste di seta finto-oro rotolò via dal grande salone.
- “Una ladra!!!” urlò Naga
mentre uno sciame di vecchi decrepiti si alzava in suo soccorso nella speranza
che ciò potesse in alcun modo essere di aiuto alla loro deplorevole condizione
sessuale.
- Amelia balzò in piedi
circondata da un muro umano mentre una guardia in borghese la afferrò; Naga
stava sopraggiungendo.
- “E’ questa la ladra?”
- “Sì…agente…” commentò
Naga toccandosi il seno con entrambe le mani “ha rubato il mio bellissimo
vestito…lei non crede che sia bellissimo?”
- “Sì sono bellissime…a…è
bellissimo..sì!” considerò il poveretto in preda ai sensi!
- “Non lo rubato, me lo ha
dato lei!!!” si giustificò Amelia dimenandosi!
- “E’ ubriaca!” commentò
Naga: “Non sa quello che dice: perché mai una raffinata nobildonna come me
dovrebbe cedere le sue vesti ad una mocciosa sguattera come lei?!”
- IL’agente continuava ad
annuire: “Effettivamente è un’argomentazione sensata: perché avrebbe dovuto
farlo?!” strinse ancora più forte il braccio di Amelia!
- “Perché vuole che io la
sostituisca, perché io sia lei!”
- “Ma se non vi
assomigliate affatto!” osservò l’agente acuto, mentre Amelia si sentiva
precipitare in un vortice monocromatico. Avrebbe voluto urlare, ma non lo
fece; in compenso si mise a piangere, poi a ridere: “Mi ha fregata!” rideva a
squarciagola.
- Tra la gente tutto
attorno correva un sottile vociferio: “Povera ragazza così giovane e così
insana! Alla sua età!” Una nobildonna svenne per gli eventi poco consoni alla
sua fine natura.
- L’agente intanto si
appressò a Naga: “vuole sporgere denuncia?!”
- “No…non ancora!” ghignò
la ragazza mentre dietro di lei pareva alzarsi una cupa, tetra e tenebrosa
ombra che pervadeva ogni cosa e calava sulla povera Amelia: “Non ancora!"
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