Andare, e dove?

di zenzero
(/viewuser.php?uid=61068)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Andare, e dove?
“Temo ci sia stato un errore. Io non dovrei essere qui.”
E’ questo, ciò che la mia testa continuava a dirmi in continuazione. Ma è difficile ascoltarla, quando non si vuole sentire. Dove ero? Dove mi trovavo, prima? Da dove sono partito? E per quale motivo, partire?
Ricordo solo che fluttuavo, fluttuavo nella notte. Doveva far ben freddo, eppure io non avvertivo neppure uno spiffero sulla mia pelle. Le stelle mi ammiccavano, anche se offuscate dalla nebbia.
E la Luna, non c’era. Ecco, ecco quel che stavo cercando, la Luna. La luce che avrebbe potuto schiarire i miei dubbi. Oh, come la volevo, in quel momento.
Corsi veloce, senza sentire la consistenza della terra, senza quasi vedere nulla.  Corsi senza incontrare ostacoli. Per tanto, tanto tempo. Era erba, o cemento, quel che stavo calpestando? Non lo sapevo.
Poi, il silenzio che mi aveva accompagnato finora, si diradò. Persone. C’era una gran folla di gente.
Da dove era apparsa? Per cosa si era radunata? Non ci capivo più nulla.
Nessuno mi prestò attenzione, nessuno mi parlò. La gran frotta di gente sembrava piuttosto attratta in un’unica direzione. Guardai meglio, e lo vidi. Un enorme tendone, di un circo.
Un circo notturno. Tutto ciò non ha senso.
Nessuno va al circo di notte. Esso ha ragion d’essere nel divertire di giorno.
E infine, si accese. In un’esplosione di luci, di colori, come dei fuochi d’artificio, si mostrò a noi un’enorme insegna.
“Le Cirque des Rêves”.
Non conoscevo bene il francese, ma riuscì comunque a capire quell’insegna, mi guidò l’inconscio.
“Il Circo dei Sogni”. Sorrisi. Finalmente, tutto acquisiva un senso.





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=950758