Andare, e dove?
“Temo ci sia
stato un errore. Io non dovrei essere qui.”
E’
questo, ciò che la mia testa continuava a dirmi in
continuazione. Ma è difficile ascoltarla, quando non si
vuole sentire. Dove ero? Dove mi trovavo, prima? Da dove sono partito?
E per quale motivo, partire?
Ricordo solo
che fluttuavo, fluttuavo nella notte. Doveva far ben freddo, eppure io
non avvertivo neppure uno spiffero sulla mia pelle. Le stelle mi
ammiccavano, anche se offuscate dalla nebbia.
E la Luna, non
c’era. Ecco, ecco quel che stavo cercando, la Luna. La luce
che avrebbe potuto schiarire i miei dubbi. Oh, come la volevo, in quel
momento.
Corsi veloce,
senza sentire la consistenza della terra, senza quasi vedere
nulla. Corsi senza incontrare ostacoli. Per tanto, tanto
tempo. Era erba, o cemento, quel che stavo calpestando? Non lo sapevo.
Poi, il
silenzio che mi aveva accompagnato finora, si diradò.
Persone. C’era una gran folla di gente.
Da dove era
apparsa? Per cosa si era radunata? Non ci capivo più nulla.
Nessuno mi
prestò attenzione, nessuno mi parlò. La gran
frotta di gente sembrava piuttosto attratta in un’unica
direzione. Guardai meglio, e lo vidi. Un enorme tendone, di un circo.
Un circo
notturno. Tutto ciò non ha senso.
Nessuno va al
circo di notte. Esso ha ragion d’essere nel divertire di
giorno.
E infine, si
accese. In un’esplosione di luci, di colori, come dei fuochi
d’artificio, si mostrò a noi un’enorme
insegna.
“Le
Cirque des Rêves”.
Non conoscevo
bene il francese, ma riuscì comunque a capire
quell’insegna, mi guidò l’inconscio.
“Il
Circo dei Sogni”. Sorrisi. Finalmente, tutto acquisiva un
senso.
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