Londra brucia

di Viki_chan
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Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri Babbana-Light-babbana, tanti auguri a te.
Anche senza magia, ti meriti un regalo.


LONDRA BRUCIA



Londra.


A braccetto, Harry e Hermione camminano.
Camminano con calma, fermandosi di tanto in tanto davanti ad una vetrina.
Pochi istanti, poi ripartono.
Harry e Hermione si guardano e proseguono.
E' quasi doloroso.
Forse è la neve, pensa Harry stringendo la presa.
Forse è ora, pensa invece lei fingendo di togliersi un po' di neve dal viso.
Una lancetta basta.
Sono quasi le tre.



Londra Brucia.


Harry e Hermione camminano.
Si sono già detti tutto quello che dovevano.
“Raccontami tutto”.
L'avevano fatto davvero.
Gole secche e pance vuote.
Avevano mangiato.
Si erano appisolati davanti ad un vecchio film.
Tendendo le orecchie ogni volta che sentivano un rumore sul selciato.
Come se fosse un errore.
Stare così vicini.
Toccarsi.
Anche respirare la stessa aria.
Forse sarebbe stato meglio non sentire, pensa Harry che pensa a Ron con un po' di rabbia.
Forse sarebbe stato meglio non parlare, pensa invece lei mordicchiandosi le labbra.



Mentre Londra Brucia.


Harry e Hermione scendono i gradini della stazione di Tottenham Court Road.
Camminano da un paio d'ore, superando i negozi, attenti al ghiaccio a terra.
“So che è la soluzione migliore”.
Harry aveva preso una mano di Hermione e se l'era portata sul volto, cullandosi.
Hermione si era avvicinata, le aveva accarezzato il naso con il suo, aveva respirato il suo odore.
“Ripetimi perché.”
Forse sarebbe stato meglio non amarla così tanto, aveva pensato Harry che comunque non riusciva a trovare niente di sbagliato nell'amore.
Forse sarebbe stato meglio non amarlo così tanto, aveva pensato anche lei cercando di ricordare quando tutto era iniziato.



Mentre Londra Brucia Uccidi.


Harry e Hermione guardano la gente accalcarsi dietro alla linea gialla.
Il rumore dei vagoni della metropolitana già riempie il tunnel.
Hermione apre la bocca, poi la chiude, poi la apre.
Pensa a Ron che è a casa.
Pensa alla missione che Harry ha accettato solo per andarsene.
Pensa a quel bacio che si erano scambiati solo un anno prima.
Un errore, pensa lei e con gli occhi un po' appannati dalle lacrime vede già la testa del treno.
“Hermione?”
“Sì?”
Vocina acuta di una bambina.
“E se prendessi il prossimo?”



Non resta più niente dei tuoi rimpianti solo il ricordo di alcuni istanti stretti a dovere intorno alla panciacome una cinghia.


Londra brucia.


Forse sta davvero bruciando, pensa Hermione risalendo le scale della stazione senza Harry.
Si sente già il freddo della città.
Meno umido e più ovattato.



Londra brucia sotto la neve, come noi.


Hermione si accorge del freddo solo ora e si stinge la giacca.
Sente i denti, le labbra, le ginocchia tremare.
Non ce la fa.
Si ferma, si siede su una panchina incurante della neve.
Si piega, come ferita.
Appoggia la testa alle gambe e sente i muscoli tirare.
E trema ancora.


Vorrei odiarti un po'
senza, senza nemmeno amarti.
E vorrei amarti poi
senza, senza nemmeno conoscerti.

Harry cede il posto a una vecchietta e si appoggia alla porta della carrozza.
E' sbagliato, pensa stringendo i pugni.
Una ragazza ascolta musica ad alto volume.
Harry la guarda e lei si spaventa.
Lui sorride e immagina il suo volto in quel momento.
Deve far paura.
Brucia.
Brucia intensamente.
Harry si sfiora la cicatrice e la vecchietta a cui ha ceduto il posto gli fa un cenno.
L'ha riconosciuto solo ora.
Solo che non importa.
Non basta essere Harry Potter per essere felici, pensa lui stringendo i denti.
Il vetro dietro di lui scricchiola.



Londra brucia ancora.




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