Eyes love you
Eyes love you
It’s a
dream, I’m in love with you…
Mi sono
sempre chiesta come una persona del genere possa essersi lasciata scivolare
nella debolezza e nel sonno fino a sbiadire nel vuoto della distruzione. A
volte, guardando le sue foto, ascoltando le note della sua musica, mi sembra di
vedere una luce sincera, pura e candida scaturire dai quei lontani simulacri di
vita. Osservando i fenomeni del mondo non posso non riconoscere il suo legame
coi momenti più belli della giornata, con l’alba, con la pioggia estiva e
sottile, coi colori vividi, violenti, impressivi che gridano nella mescolanza e
nei contrasti della scala cromatica. Mi sembra impossibile che tanta luce sia
sparita dal mondo con una facilità spaventosa ed una velocità incalcolabile,
perché adesso ho paura che ognuno di noi possa morire più facilmente. Capitemi
bene: ogni dettaglio di lui, di quella sua esteriorità scintillante rivestita di
allegria gialla e arancione e rosso splendente mi riconduce sempre a delle
sensazioni positive di vitalità, di gioia e di una forza interiore così grande
da essere custodita segretamente nel cuore di poche persone predisposte –come
hide era-, ma sconosciuta al resto del mondo. Mi chiedo se il suicidio sia stato
così facile, se sia stato così immediato ed inevitabile. Allora io, che non ho
capelli rosa e sorrisi sincerissimi ed abbaglianti, posso morire ancora più
rapidamente? Io che non ho quella forza, quella luce abbacinante, mi spegnerò
più in fretta consumandomi nelle tenebre? Magari mi sbaglio. Magari ci siamo
sbagliati tutti quanti ed abbiamo presunto davvero di scorgere in quella
maschera di colori ed energia inarrestabile la sua essenza più intima, mentre,
al di sotto di un sottile strato di apparenza, lui nascondeva turbato un mondo
di contraddizioni e di dolori che non lasciava mai sfiorare a nessuno perché
potesse essere sanato. O magari, ancora, stiamo vivendo solo un sogno nel quale
ci siamo tutti innamorati dei suoi capelli rosa e della sua immagine senza tempo
impressa nel destino, mentre questa tragedia non è stata altro che una banale,
ebbra distrazione mai cercata. Adesso ci siamo svegliati e lui è morto.
Anche se non conoscerò mai la
sua verità, potrò riscoprirlo per sempre nelle sue foto e nelle sue canzoni.
Io non avevo neanche dieci anni
quando un fiume di persone si riversava grondante e piangente nelle strade
incredule di Tokio, che si svegliava un timido giorno di primavera per dare
l’addio a quest’uomo pieno di luce ed ombra, di forza e di fragilità sconosciute
eppure ben impresse nella memoria quasi per un caso fortuito, per un insieme
contingente di fattori artistici ed estetici mai coscienti; non avevo neanche
dieci anni quando i suoi compagni cantavano sulle sue ceneri di continuare
per sempre ad amare e continuare per sempre a sognare fra le lacrime che
scorrono finché la stagione splendente si trasforma in Eternità; o quando
suo fratello gettò al vento i suoi resti finalmente liberi, e, forse, anche la
sua anima finalmente libera. Il momento in cui lo vidi in foto per la prima
volta sapevo di stare osservando l’immagine di una persona già morta. Non
credevo fosse morto. Nessuno lo crede, all’inizio, perché attorno a lui si
sprigiona costantemente una certa energia vibrante e piena di fascino. Quella
luce tutta sua particolare, quella sorta di vigore, sembra essersi depositata in
qualche dettaglio immortalato del suo viso, dei suoi occhi dal taglio orientale
pieni di un sentimento indecifrabile, dei suoi capelli rosa e poi rossi e poi
rosa mai ordinati.
L’immagine persistente del
ragazzo che era mi si è depositata nel cuore senza che io me ne potessi rendere
conto per fermarla. Prima ancora di conoscerlo come artista, valore per cui è
rinato nella memoria e nell’immortalità, io sentivo di amarlo come persona, e di
essere, senza una ragione particolare, senza un senso accettabile,
incredibilmente triste e malinconica per la sua scomparsa prematura. Forse è
questo il suo potere. Intendo, il potere di una leggenda. Si potrebbe continuare
per millenni a chiedersi come si riesce a morire in quel modo eppure continuare
a trasmettere inconsapevolmente una strana, vivissima luce.
The dream
is over
In your
voice still words are repeated that I’m not accustomed
On a
colourful wall is passed an amount of ash
After,
the emotions of that day I repeat in my dreams
Until I
can forget your love
Endless
rain fall on my heart, in the wounds of the heart
Let me
forget all of the hate, all of the sadness
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“Eyes love you” è stato il
primo singolo di hide, mentre la canzone quotata è “Endless rain”. Ho riportato
il testo in inglese e non nella versione originale in giapponese e inglese (dato
che il giapponese non lo so e non vorrei scrivere stupidate). La parte in
corsivo nel testo è la versione adattata di “Forever Love”, che per chi non
sapesse è la canzone suonata dagli X al funerale di hide. Le ho messe un
po’tutte ^_^’’’.
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