Era una splendida giornata primaverile.
Il cielo era azzurro, il sole splendeva alto e solo un lieve frinire di
grilli disturbava la quiete mattutina.
A Gwen piaceva il silenzio.
Se ne stava lì, tutta rannicchiata davanti alla finestra, con una
copertina che le copriva le gambe ed un album in mano.
Quel giorno si era svegliata presto, e con una strana ispirazione, una
vocina che sembrava sussurrarle “Disegna, disegna!” .
Così, aveva preso il suo blocco, e si era sistemata per benino davanti
alla
finestra, ad osservare il grande parco davanti casa sua in cerca di un
soggetto
adatto.
Era deserto a quell’ora, le sei del mattino, esclusa qualche persona
che passava di lì velocemente, intenta a fare jogging.
Gwen fece scorrere lo sguardo sui vari elementi dell’enorme giardino. C
‘erano vari cespugli, alcune panchine, un altalena e molti alberi. I
suoi occhi
si posarono su quello più grande, proprio al centro.
Un salice.
Aveva sempre amato quel salice, fin da piccola.
Sorrise compiaciuta. Il soggetto era appena stato scelto.
Prese il suo cofanetto, dove conservava accuratamente una quantità
infinita di matite, e ne scelse una, la sua preferita. Forse la durezza
della
mina, HB, non era perfetta per quel tipo di disegno, con tanti
dettagli, ma non
importava, si sentiva in vena di usare la sua migliore matita.
Cominciò a tracciare i tratti del fusto, e i rami.
Gettava veloci occhiate all’albero, e la matita graffiava precisa il
foglio ruvido.
Dopo una mezzoretta la sua opera era quasi totalmente finita, doveva
giusto ritoccare le foglie.
Fortunatamente l’albero era vicino, così era in grado di notare i
particolari della fronda.
E notò anche qualcos’altro.
O meglio, qualcun altro.
Assottigliò le palpebre, cercando di riconoscere la persona seduta
sotto il suo salice.
Riusciva a distinguere folti capelli neri, una chitarra e una maglietta
verde, gli occhi non li vedeva, era ancora troppo lontana.
Ma... poteva essere lui?
Proprio in quel momento il ragazzo si girò, e dopo qualche istante la
salutò con la mano.
Gwen ricambiò incerta il saluto, mentre lo vedeva avvicinarsi.
Si, i suoi occhi si intonavano perfettamente all’erba. Era proprio
Trent.
Bussò alla finestra, e lei la aprì.
Dopo un buongiorno imbarazzato, si misero a chiacchierare amabilmente.
Beh, piuttosto era lui che parlava, e Gwen ascoltava, mugugnando
qualche volta.
La ragazza era agli ultimi dettagli del suo disegno, quando Trent
interruppe il monologo sulla sua nuova canzone e la chiamò.
-Gwen?
-Mmh?
-Mi stai ascoltando?
Gwen alzò lo sguardo e lo fissò negli occhi smeraldo del compagno.
-Oh, si si. Non ti preoccupare.
Sentì Trent sospirare. –Sai, certe volte ho l’impressione che mi tratti
come se fossi una tua matita...
Lei rimase in silenzio.
-Beh, si è fatto tardi... Devo andare, ci vediamo stasera, ok?- riprese
il ragazzo, buttando un’occhiata al suo orologio.
Gwen annuì e lo salutò mentre lo guardava andar via veloce, così come
era venuto.
Un sorriso
le spuntò grande in viso, intanto che firmava il disegno.
“A Trent. Con affetto, Gwen”.
Trent aveva
detto bene.
Lei adorava le sue matite.
Angoletto
dell'autrice
Allora, vi è piaciuta?
In realtà a me non piace Gwen, per niente.
Eppure, mi era venuta in mente quest'ideuzza, quando mia sorella mi ha
detto che ho un'ossessione per le matite.
Così l'ho sviluppata e ... beh, è venuta fuori questa one-shot.
Vi va una recensione? Anche piccola piccola... io continuo a scrivere
ma non so se il mio stile può piacere... ho bisogno di certezze! :)
Un salutone
FaDiesis :D
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