May
all my Christmases be white
New York City,
11 dicembre 1990,
Martedì.
Era tutto così pittoresco…eppure così
freddo, santo cielo. Raymond strofinò le mani avvolte nei
guanti, trattenendo la Marlboro tra i denti. Mancavano ancora due
settimane a natale e già nevicava pesantemente da un giorno
intero. Peter aveva chiamato da casa di Dana, era bloccato
lì con lei e il piccolo Oscar e non poteva proprio andare ad
aiutarli quel giorno. Poverino, eh?!
Winston, lui e Egon avevano dormito alla centrale per un caso
improvviso a tarda notte e Janine era arrivata di buon ora munita di
macchina fotografica pronta a catturare qualche scorcio affascinante
della città innevata da usare come cartolina di natale per i
parenti.
All’ora di pranzo si erano resi conto che il telefono non
aveva squillato neanche una volta…esclusa la telefonata
della madre di Winston per assicurarsi che avesse indossato un maglione
pesante. Ma ormai la neve era caduta fino a circa sei centimetri ed
erano rimasti bloccati lì.
- Come sta la Ecto?-
Chiese improvvisamente Winston apparendo al suo fianco avvolto da un
piumino grigio e tirando fuori una sigaretta. Stanz gliela accese e
accarezzò con affetto il cofano dove era seduto insieme al
collega.
- Ha freddo anche lei, con i continui blackout non ci conviene togliere
energia al generatore della griglia per riscaldare la
caserma…anche se così probabilmente la macchina
si gelerà e noi andremo in ipotermia prima di tornare a
casa. -
- Egon vuole rimanere. Dice che deve rimanere a sorvegliare la griglia -
- E’ impazzito, senza riscaldamento! Domattina lo troveremo
congelato come Han Solo.-
- Chi?-
- Guerre Stellari. Il film? Lo hai visto, vero?!-
Winston sbuffò il fumo dalla sigaretta senza rispondere
mentre Ray lo guardava sconvolto e anche vagamente infastidito.
- Sì, sì…guerre
stellari…certo che lo conosco…certo.-
Borbottò alzandosi e sbattendo i piedi in terra per
scaldarli. Janine interruppe la discussione entrando nella stanza, era
già vestita per poter andare via.
- Ragazzi, sono quasi le sei. Come facciamo a tornare a casa? qui si
gela. –
Esclamò guardando la neve che vorticava fuori dalla porta.
Winston le mise un braccio sulle spalle.
- Tranquilla J, mio cugino guida un camion spargisale, gli ho chiesto
di darci un passaggio durante il turno. Farà in modo di
passare per tutte le nostre case così da
accompagnarci…tranne Egon, che a quanto sembra ha deciso di
suicidarsi.-
La donna li guardò allarmata.
- Egon cosa?!-
- Io resterò qui a sorvegliare la griglia, con tutti questi
cali di elettricità sarebbe estremamente pericoloso che il
generatore si spegnesse, è troppo instabile!-
Ray aprì la bocca ma lo scienziato lo anticipò:
- Accenderò un paio di fornelletti del laboratorio e mi
cucinerò qualcosa di caldo, ci sono un sacco di coperte di
sopra e io non dormo quasi mai!-
Janine lo abbracciò di slancio implorandolo di tornare a
casa.
- Ma sta arrivando una bufera di neve! Egon ti scongiuro.-
- Tu non sai cucinare!-
Obbiettò Zeddemore spegnendo la sigaretta con lo stivale.
Ray gli fece subito eco…inutilmente.
- Non possiamo rischiare. Io resto!-
- Allora resto con te, non puoi rimanere qui senza cibo a congelarti.-
- Grazie Janine, vai a casa. Fa freddo.-
- Se voi morite io resto senza lavoro quindi preferisco restare a farti
compagnia.-
Egon accennò un mezzo sorriso imbarazzato.
Il camion arrivò qualche minuto dopo.
Steve, il sorridente cugino di Zeddemore, aprì lo sportello
del camion per accoglierli.
Ray si voltò serio verso Spengler:
- Risposta secca: o con noi, o contro di noi!-
- Se non volete Manhattan invasa da fantasmi io resto. Buonanotte!-
- …sei pazzo!-
Rivolse al suo amico uno sguardo di rimprovero prima di entrare.
Winston abbassò il finestrino:
- Janine, molla lo scienziato pazzo e vai a casa a fare un bagno caldo.-
- Grazie ragazzi, mi prenderò il finesettimana
libero…se Venkman me lo permette!-
Egon sorrise ai colleghi rassicurandoli.
- Se non ritrovano i nostri cadaveri, domattina lo convinco io. -
Ray guardò la caserma sparire dietro l’angolo, la
porta che si chiudeva in un turbinio di neve.
- L’ha fatto apposta.-
Esclamò porgendo una sigaretta a Winston e una a Steve.
Il collega rispose con un ghigno…
- …Il tostapane sarà geloso!-
***
Janine aveva preparato una cena niente male calcolando che nel
frigorifero della centrale c’erano solo uova, latte, burro e
melma umorale. Aveva aggiunto qualche ingrediente dalla spesa che aveva
fatto per se stessa e aveva cucinato delle crepes salate con funghi.
Deliziose…erano secoli che non mangiava qualcosa di cucinato
a mano.
Anche la conversazione era stata piacevole e varia: da quando Janine
aveva iniziato a lavorare con loro, confessò a Egon, aveva
letto qualche libro sul paranormale e studiato l’ecto-guida
del Tobin per poter classificare al meglio le emergenze.
Parlarono anche di Louis che era tornato in Florida dalla madre dopo la
rottura della loro storia.
- Non eravamo fatti l’uno per l’altra, un giorno
incontrerò l’uomo destinato a me! -
Concluse amaramente la donna sorseggiando vino rosso da una bottiglia
che avevano trovato sotto il letto di Venkman.
- Non credo nel destino. L’amore è più
che altro chimica e istinto. si producono ormoni e si è
attratti di conseguenza dalla persona che produce gli ormoni a noi
affini.-
- Questo vale per il sesso, ma che ne facciamo del romanticismo?!-
- Un sentimento inventato dai poeti. Non è nella natura
umana.-
Sentenziò Spengler rendendosi vagamente conto di quanto
fosse insensibile il suo discorso davanti a una donna che aveva appena
rotto col suo fidanzato.
Janine non sembrò offesa quanto sorpresa:
- Egon, tu non hai mai provato il desiderio di organizzare una cena a
lume di candela per una donna, qualcuna che ti abbia veramente colpito,
conquistato?! Il desiderio di passeggiare con lei sotto la neve,
guardare un film abbracciati sul divano, vederla dormire al tuo fianco?-
Egon si chiuse nei suoi pensieri per qualche minuto.
Aveva provato quei sentimenti…durante
l’adolescenza. Ma era un ragazzino interessato più
alla scienza che alle donne quindi non ci aveva fatto molto caso. E poi
c’era Peter che rimorchiava tutte le ragazze che
frequentavano lui e Ray.
- Forse una volta…non ricordo.-
Rimase seduto a fissare nel vuoto qualche altro secondo prima che
Janine si alzasse e cominciasse a sparecchiare.
- …credo che finirò da sola la bottiglia di
Venkman.-
Disse allontanandosi sospirando.
Egon inarcò le sopracciglia confuso, aveva detto qualcosa
che non doveva?
Scese nel seminterrato dove la griglia di contenimento continuava a
gemere pericolosamente. Era l’unico locale illuminato della
caserma, serviva tutta l’energia elettrica possibile in caso
di blackout.
Approntò due letti con le brande che avevano lì
sotto in caso di emergenza e vi mise sopra parecchie coperte, la
temperatura stava calando in fretta e la neve, notò dalla
piccola finestra all’altezza del marciapiede, non smetteva di
cadere.
Ripensò con una punta di rimpianto al caldo letto
matrimoniale di casa sua, alla vasca spaziosa e ai cassetti pieni di
maglioni pesanti. Indossava ancora camicia e cravatta sotto il golf di
lana, tolse la cravatta e slacciò i primi bottoni visto che
avrebbe dormito vestito…meglio essere comodi.
Janine aveva indossato una tuta di Winston al posto della gonna e del
maglione troppo scomodi per dormire. Egon perse qualche attimo a
guardarla scendere lungo la scala vestita
così…non era male come abbigliamento femminile. O
forse era lei a non essere male. O forse entrambe le cose. O forse si
stava facendo condizionare dal discorso di prima. O forse doveva
smettere di stare lì imbambolato mentre avrebbe dovuto
sistemare la griglia prima di mettersi a letto! la sua parte razionale
lo rimproverò per quella distrazione.
Aveva lavorato con Ray ad una versione “da tavolo”
del PKE da mettere vicino al dispositivo di stoccaggio, lo avrebbe
avvertito per una qualsiasi anomalia del sistema; lo
posizionò in modo da poterlo controllare anche da sdraiato.
- Se mancasse la corrente quanto sarebbe pericoloso
quell’affare?-
- Molto.-
- …e per noi che gli stiamo vicino sarebbe peggio o meglio?-
- Probabilmente peggio, verremmo investiti da un ondata senza
precedenti di energia psicocinetica che rischierebbe di farci impazzire
oppure di ucciderci trasformandoci istantaneamente in fantasmi di
quarta classe.-
-…non dovremmo dormire di sopra?-
C’era una nota acuta di panico nella voce della segretaria.
Spengler le rivolse un sorriso rassicurante.
- Questo strumento ci avvertirà se qualcosa non va e avremmo
il tempo di andarcene e chiamare i ragazzi prima che accada qualcosa di
brutto. Non rischierei le nostre vite se non fossi dannatamente sicuro
di quello che faccio, specialmente la tua.-
Non si era nemmeno reso conto di aver pronunciato
quell’ultima frase finche non vide la sfumatura color
pomodoro tingere le guancie della segretaria.
Si schiarì la voce e si voltò a controllare gli
strumenti, aspettando che la sua espressione tornasse del tutto seria.
Quando il suo autocontrollo fu ristabilito si decise a voltarsi e vide
che la rossa era seduta sul letto e stava accendendo un candelabro sul
tavolo; lo aveva sistemato su un piatto così da evitare che
la cera colasse sul tavolo che usavano per gli esperimenti. Lei
notò lo sguardo dello scienziato:
- Mi piace leggere prima di dormire e pensavo che fosse meglio spegnere
anche questa luce così il generatore avrà
più energia.-
Spiegò sorridente, Egon annuì incapace di
spiegare perché la bocca gli si fosse seccata alla vista
delle candele. Pochi istanti dopo queste ultime e la spia verde della
griglia erano le uniche fonti di luce nella stanza.
Egon si sedette sul letto, si tolse le scarpe e si infilò
tra le coperte afferrando un libro di occultismo.
- Anche io leggo spesso per conciliare il sonno…anche se non
dormo moltissimo. Sto sperimentando una teoria: diminuisco gradualmente
le ore di sonno lasciando che il mio organismo si abitui e forse un
giorno arriverò a non aver più bisogno di
dormire.-
- …non è un po’…dannoso per
l’organismo?-
Anche Janine si era messa sotto le coperte, ma con una rivista di
gossip. I letti erano messi ad L con il tavolino nell’angolo
così che facesse luce ad entrambi.
- …è quello che scoprirò con
l’esperimento! Se ne risentirò
riprenderò a dormire normalmente, se invece funziona
riuscirò a fare un sacco di cose in più. Ci
lavoro da qualche mese ormai.-
- Fai già un sacco di cose! Guarda questo posto, quella cosa
dove mettete i fantasmi è geniale e per ampliarla ci avete
messo davvero pochissimo tempo.-
- Dovremmo risistemarla dopo questa settimana di maltempo! Il fatto che
faccia tutti questi rumori non mi convince affatto.-
- Ciò non toglie che sia davvero fantastica! Hai una mente
brillante a inventare tutti questi strumenti per catturare i fantasmi.
Mi ha sempre affascinato il mondo ultraterreno ma non avrei mai pensato
che qualcuno lo studiasse. –
Egon si sentì terribilmente strano a sentire tutti quei
complimenti: di solito la gente lo trattava come uno psicopatico o al
massimo come un secchione. E le parole gli sfuggirono dalle labbra
prima che la sua parte razionale riuscisse a vagliarle e fermarle.
- Louis è stato uno stupido ad abbandonarti.-
La donna alzò lo sguardo dalla rivista, Egon
cercò di sviare il discorso su una strada più
sicura:
- …insomma, anche nel periodo in cui non era posseduto i
suoi livelli psichici erano molto al di sopra della media. Una mente
altamente condizionabile!-
- Grazie, Egon. -
Sorrise dolcemente Janine rintracciando il suo sguardo. Spengler
sorrise di rimando ma tornò a occuparsi del libro che aveva
di fronte, non aveva superato il primo paragrafo della
pagina…e non aveva capito nulla nemmeno di quelle tre righe.
Lo stava ancora guardando. Non aveva controllato ma sentiva quegli
occhi color nocciola fissi su di lui e si sentiva vagamente accaldato.
Si strofinò gli occhi spostando gli occhiali;
riuscì a scorgere un vago movimento alla sua destra prima
che due mani gentili glieli sfilassero dal viso:
- Non dovresti leggere con gli occhiali e con così poca
luce. Ti si rovina la vista!-
Alzò la testa per guardarla e si rese conto di quanto
dovesse risultare stupido il suo sorriso in quel momento.
- Grazie, mamma!-
Scherzò suscitando una risata su quelle labbra rosa e piene.
Distolse lo sguardo ancora una volta dedicando la sua attenzione al
tomo di occultismo sperando che tornasse tutto alla
normalità nel giro di qualche secondo.
Non fu così fortunato:
Janine scostò le coperte e si sdraiò al suo
fianco per guardare il libro che stava leggendo.
- “La via oltre l’altra vita” un trattato
sulla parapsicologia. Di che parla?-
- E’ un trattato sul mondo dei redivivi e sulle tecniche che
utilizzano per mettersi in contatto con il nostro mondo. -
Sentiva il cuore in gola e concentrò ogni atomo del suo
cervello nel rallentare il battito. In fondo era solo una donna
sdraiata accanto a lui…era già successo parecchie
volte.
***
Ricordava ancora quella volta che Samantha, la maggiorata studentessa a
cui Peter faceva la corte, era entrata nel suo ufficio mentre stava
correggendo i compiti:
- Professor Spengler, ha già corretto il mio compito? Sono
molto incerta sulla risposta che ho dato alla domanda quattro!-
Egon aveva già messo una bellissima A e la domanda quattro
era stata perfetta.
- Non l’ho ancora corretto.-
La ragazza si era avvicinata ondeggiando i capelli biondi e si era
seduta sulla scrivania.
- Pensavo…c’è qualcosa che posso fare
per recuperare il voto?-
Spengler aveva sorriso immaginando la faccia di Venkman…
- Hai già qualche progetto in mente?-
Samantha aveva un progetto ben specifico che gli aveva immediatamente
illustrato nel dettaglio. Molto nel dettaglio.
Le aveva aggiunto un meno…in fondo, aveva cercato di
corromperlo.
***
Ma così era davvero diverso!
Questa era Janine. Janine che gli preparava il the quando faceva
freddo; Janine che non si arrabbiava mai con lui, nemmeno quando aveva
fatto esplodere la sua scrivania per un errore di calcolo. Janine che
gli faceva anonimamente trovare snack in ogni stanza della
centrale…perfino lì sotto c’era un
pacchetto di barrette al cioccolato. Lei era la Janine che aveva
preferito il suo cervello alle battutine di Venkman; istintivamente si
portò più vicino a lei al pensiero del sorriso
sprezzante che apparteneva solo al suo collega.
Con lei non voleva bruciare tutto così.
Lei era… impossibile che stesse per pensarlo seriamente. Lei
era importante, non una studentessa che voleva solo uno scoop per le
amiche.
La rossa leggeva apparentemente molto interessata il prologo del suo
libro.
- Stamattina mi sono ritrovata a pensare…hai ancora la mia
moneta fortunata?-
Chiese improvvisamente voltando appena lo sguardo dalle lettere gotiche.
- …sì, la conservo ancora.-
Sussurrò evitando di menzionare che l’aveva nel
taschino della camicia anche in quel momento. La portava con se tutti i
giorni, non sapeva spiegare perché ma gli dava sicurezza
sentire quel pezzettino di metallo.
Janine sembrò soddisfatta della risposta ma Spengler non
resistette e infilò la mano nel golf e poggiò il
penny sulla pagina del libro.
- Oh, Egon!-
La rossa gli prese il volto tra le mani e lo baciò.
L’Acchiappafantasmi si lasciò andare a quel bacio
morbido e una parte remota del suo cervello a cui raramente dava
ascolto esulto di gioia. Il bacio si fece più caldo e
più appassionato.
E poi una luce rossa inondò la stanza…
Egon si voltò verso la griglia…una luce
lampeggiava e il PKE segnava un paio di picchi pericolosi.
-
…7…6…5…4…3…-
Luce verde, il marciapiede fuori dalla finestra fu illuminato dal cono
arancio del lampione.
- Che succede?-
Chiese la donna stringendosi a lui con forza. Spengler sentì
le sue unghie lunghe premere piacevolmente contro la schiena
e scosse la testa per tornare alla realtà.
- Deve essere stato un blackout temporaneo. Il generatore è
troppo debole, come temevo! Domani dobbiamo assolutamente sistemare
questa griglia, appena fa giorno chiamiamo Ray…sperando che
i cali di tensione siano finiti.-
Ora i valori erano tornati normali ma l’atmosfera era
glaciale.
- …credo sia meglio che io non
mi…distragga… dal controllare i valori!-
Janine scansò le coperte ma Egon la fermò
poggiando la mano sulla sua.
- Però potresti sempre rimanere qui con me per evitare la
dispersione di calore. Senza secondi fini! Le ricerche dimostrano che
il calore umano è la fonte migliore di calore.-
La segretaria si accoccolò contro il suo petto.
L’Acchiappafantasmi si accomodò su un fianco in
modo da controllare il PKE e la strinse delicatamente: quel respiro
caldo sul suo petto era ipnotico e il profumo di fiori esotici del suo
shampoo gli fece chiudere gli occhi sognante. Dopo pochi minuti ogni
forma di resistenza o prudenza cedette il passo a quella bellissima
quiete e si ritrovò tra le braccia di Morfeo…
solo che Morfeo aveva morbide braccia e un corpo caldo e sinuoso.
Si addormentò sorridendo.
***
- Non sono carini?-
Chiese Ray appoggiandosi contro lo stipite della porta del sotterraneo,
Winston si allontanò ridacchiando.
- …Hai capito Egon!?-
- Conoscendoli avranno giocato a scacchi.-
- …o parlato di muffe.-
Peter sbatté le palpebre con fare sexy in direzione
del’amico e gli accarezzò la guancia dolcemente:
- Adesso chi si occuperà di quella povera melma?-
Stanz allontanò la mano ridendo e gli diede uno schiaffo
sulla nuca.
- Vieni ad aiutarci a scongelare la macchina, piuttosto. -
- Tra un minuto, cara.-
- Venkman, per favore.-
- Cosa?-
Chiese innocentemente scendendo lungo i gradini, Ray se ne
andò scuotendo la testa.
A metà della scalinata il telefono squillò e il
volto di Peter assunse un’espressione da Grinch,
portò la mano alla bocca:
- JANINE! Non ti paghiamo per dormire, vai a rispondere!-
I due spalancarono gli occhi istantaneamente. Appena vide Venkman, la
segretaria scansò le coperte rossa in viso e corse di sopra;
la sua voce squillante risuonò nel solito
“Ghostbusters, desidera?” mentre Egon si schiariva
la voce e recuperava gli occhiali dal tavolo.
- La griglia ha avuto un paio di problemi durante la notte, il
generatore ha retto per miracolo quindi dovremmo prelevare un
po’ di soldi dalla cassa per sistemarla. Proporrei di
comprare anche un paio di componenti per sistemare il …che
stai facendo?-
Peter si era sdraiato al suo fianco in posa sensuale.
- Scommetto che stanotte non hai avuto freddo, mio caro cervellone.-
- …per sistemare il PKE perché questa versione
portatile mi ha fatto venire un paio di…-
- Ho visto che avete anche brindato con la mia bottiglia di chianti.-
- …un paio di idee per uno strumento da tenere qui in
centrale che ci avverta anche a distanza di qualsiasi anomalia del
sistema di stoccaggio in modo da poter intervenire in tempo.-
- Egon Junior ha gradito la neve?-
- Egon Junior non ha gradito nulla, Venkman. Abbiamo solo dormito.-
- …Abbracciati.-
Puntualizzò Peter sbattendo le ciglia amabilmente,
l’altro mantenne l’espressione seria nonostante il
tono scherzoso.
- Posso alzarmi e tornare a lavoro?-
- E mi lasci qui da solo?-
- Potresti provare a lavorare anche tu, per fare una cosa nuova.-
Si avviarono insieme lungo le scale e Egon si lasciò
sfuggire un sorriso quando i colleghi lo accolsero con una riverenza,
stavano scaldando il motore della macchina ora che finalmente i
riscaldamenti della centrale erano accesi.
Il suo sguardo si posò su Janine, intenta a scrivere
indirizzi e numeri di telefono, aveva i capelli ancora vagamente
scompigliati e la tuta da acchiappa fantasmi.
Janine intercettò il suo sguardo con un sorriso dolce che si
trasformò in rabbia quando Peter le si rivolse a
voce abbastanza alta da farsi sentire da tutti:
- …spero almeno abbiate messo la segreteria telefonica.-
Ray e Winston scoppiarono nella risata che avevano trattenuto tutta la
mattina e Spengler assunse il suo cipiglio professionale mentre li
ignorava e guardava fuori dalla finestra il cielo ancora buio.
In fondo c’era tempo per sistemare la griglia e il
resto…e magari quella notte avrebbe nevicato di nuovo.
Note: Spero vi sia piaciuta. :)
Ho sempre immaginato come potesse svolgersi una scena romantica con
Egon come protagonista.
Non so se sono riuscita a rendere il suo carattere alla perfezione ma
spero che non sia troppo OOC.
Fatemi sapere che ne pensate ;)
un bacio
Strana90
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