Undici giorni verso Hogwarts

di Elos
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4. going to the graveyard
26.06
11:19:00 A.M.


(Tu. Tu. Tu. Tu. Tu.)
(Clic.)
“Pronto?”
“...”
“Pronto? C'è nessuno? ... come diavolo.... Pronto?”
“Scusa, Ginny. Sono io.”
“Harry? Harry. Harry, sei... sei davvero tu? Dio, Harry, non... non ero sicura che ti avrei sentito mai più, Harry, Harry...”
“Per favore, non piangere...”
“D-dove sei?”
(Respiro.)
“Ginny...”
“Dimmi dove sei. Vengo a prenderti. Mamma è impazzita, non sapeva... non sapevamo dove fossi andato, non sapevamo cosa... Abbiamo trovato le lettere, Harry. Che cosa diavolo pensavi di fare?”
“Mi dispiace, Ginny. Non volevo che vi preoccupaste.”
“Hai una voce terribile.”
(Colpo di tosse.)
“E' solo mal di gola.”
“Harry, ti prego. Dimmi dove sei. Non importa se sei dall'altra parte del mondo, vengo a prenderti. Non devi stare da solo, tu, tra tutti...”
“No, Ginny.”
“Ti prego, Harry. Ti prego, ti prego, ti prego...”
“Non posso tornare indietro.”
(Silenzio.)
“E' per via di Ron?”
“...”
“E' colpa di Ron, vero? Harry, Ron è un imbecille. E' un idiota. La mamma è furiosa con lui, Charlie... Charlie ha cercato di farlo ragionare, ma Ron non ragiona, è... è solo fuori di sé. Non pensa davvero quel che ha detto. Se torni...”
“Non credevo davvero che avessi ancora il telefono.”
“Non l'ho mai buttato via. He-Hermione mi ha insegnato ad usarlo. Non potevo buttarlo.”
(Silenzio.)
“... Harry, sei ancora lì?”
“Sì. Sì, sono qui.”
“Harry...”
“Mi dispiace tanto, Ginny.”
“Ti prego, non dirlo. Non sono arrabbiata. Voglio solo che tu torni indietro, per favore, perché non voglio che tu stia da solo, adesso. Tu meno di tutti dovresti...”
“Perché?”
“Come sarebbe a dire perché, perché sì, Harry, perché non è... non è giusto. Ron può andare a farsi fottere per quanto mi riguarda, tu hai fatto più di tutti perché questo schifo di guerra finisse e non meriti di stare da solo a... senza nessuno. Ti prego. Noi ti vogliamo bene. Io ti voglio bene, Harry, non mi interessa se... se torni come un fratello, o come... voglio solo che torni.”
“Scusami, Ginny. Ti prego. Scusami tanto.”
“Non... non voglio che ti scusi. Non devi. Ma, ti prego, torna.”
“Non posso ancora tornare.”
“Dove sei, Harry?”
“Non posso dirtelo.”
“Perché no?”
“Perché, se te lo dicessi, verresti qui.”
“... dimmi dove stai andando, allora.”
(Silenzio.)
“Harry?”
(...)
“Harry? Harry, sei ancora in linea?”
“Sì.”
“Perché non mi rispondi?”
“Sto andando ad Hogwarts, Ginny.”
“Ad Hogwarts?” (Silenzio – sorpreso, stavolta.) “Ma... come? Perché?”
“Ho bisogno di... di vederla. Ho bisogno di stare lì per un po'.”
“Perché non posso accompagnarti? Perché non può accompagnarti...” (Esitazione. Silenzio.) “...Bill... o... o i gemelli, o...”
“Devo andare, Ginny.”
“No! No, ti prego, resta... resta ancora un attimo a parlare con me, per favore...”
“Non posso. Sto chiamando da una cabina pubblica, ma stanno... stanno finendo le monete, e non ne ho altre.”
(Do dong.)
“Andrai... andrai ad Hogwarts, ma poi tornerai, vero?”
“... dì a Molly che sto bene. Dì a tutti che sto bene. Non vi dovete preoccupare.”
“Perché non mi rispondi?”
“Devo andare.”
(Do dong.)
“Harry, cos'è questo rumore?” (Campane pesanti, sullo sfondo. Do dong. Do dong.) “Non fare niente di... di folle, d'accordo?” (Do dong.) “Ti amiamo tutti moltissimo, Harry, perciò...” (Do dong.) “Torna presto, per favore. Torna.”
(Dong.)
(Clic.)





Note del capitolo: La forma di questo capitolo è la sceneggiatura (più precisamente, in realtà, il testo teatrale). La fotografia è stata tratta da qui e ritrae una delle famose cabine telefoniche inglesi, nei pressi di Newcastle... ma quella a sud-ovest in Inghilterra. La canzone è Hear the Bells.

Fino a cinque minuti fa qui nevicava come fossimo in Canada, e c'era un paesaggio da Natale in Inghilterra proprio fuori la finestra di casa mia: ma adesso ha smesso.
... oh, no! I pupazzi di neve stanno dando l'assalto alle porte! E sono armati di scope e carote! Via! Andate via! State lontani da me! No, no, noyeaaARGH!

Un grazie a tutti voi che vi siete fermati nello scorso capitolo. Grazie davvero.




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