La pluie

di Ornyl
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Sì,doveva esserci freddo e il cielo era nero. Cadeva la pioggia giù sugli champs-élysées,sulla torre Eiffel e su Montmartre,il suo quartiere,e sulla città in generale.
Ma Zòe mai si era sentita tanto libera. Non sentiva quasi più freddo,di questo ne era contenta,ma non sentiva nemmeno la pioggia toccarle le braccia,la testa e le guance,e questo un po' la intristiva. Non avrebbe più rivissuto quei momenti che prima la facevano infuriare perchè l'acqua le gonfiava i capelli ed entrava nelle sue vecchie scarpe,che tuttavia non aveva intenzione di cambiare e buttare. Ma era una tristezza non potersi godere la pioggia di Parigi senza nemmeno sentirla.
Ma dai,aveva la libertà. Cosa voleva di più? Quella era un'occasione più che unica di vedere quella sua splendida città sotto la pioggia,di ballare sotto un cupo cielo nero senza temere nè il freddo nè i capelli crespi,di volteggiare accanto alla gente senza che nessuno se ne accorgesse. Aveva ancora addosso la sua t-shirt col gufo,quella a maniche corte che avrebbe messo anche con la neve,il suo maglione blu e i vecchi jeans. Ma aveva dimenticato cosa fosse il freddo.
Aveva dimenticato perfino che fosse Zòe,no,vabbè,quello lo sapeva. Aveva dimenticato tutti i suoi guai,le sue paure,le sue stupide ansie.
C'erano solo lei e la pioggia,anche se non la poteva più sentire.
Avrebbe voluto piangere di gioia,del fatto che si sentiva libera,ma non riusciva a farlo. Ci aveva provato,ma niente.
 
Stringeva i pugni,sollevava le braccia,sorrideva al nulla e alzava lo sguardo,chiudeva gli occhi senza paura di andare a sbattere contro qualcuno o qualcosa,nessuno la poteva prendere per pazza,che aveva tredici anni e che era ormai grande per mettersi a ballare sotto la pioggia.
Basta,basta. Benchè avrebbe a momenti abbandonato la città e Montmartre,non era affatto triste,anche se una nota di malinconia le restava. Poi però la malinconia sparì.
 
Aveva un attimo smesso di piovere. Zòe arrivò sul ponte Alexandre III e si sedette. Guardò la Senna scorrere senza vedere il suo riflesso,ma aspettava che almeno un suo braccio affiorasse dall'acqua. Sospirò.
Ricominciò a piovere. Si mise in piedi e osservò la Senna un'ultima volta. 
Se fosse piombata giù non si sarebbe fatta male,l'acqua non l'avrebbe sfiorata.
Si buttò giù. La pioggia continuava,silenziosa.
Le macchine sfrecciavano sull'asfalto bagnato. 
Forse non avrebbe nemmeno toccato l'acqua,sia perchè non riusciva a sentirla e perchè sarebbe scomparsa. Chiuse gli occhi e si abbandonò alla caduta.
Dicevano che si sarebbe potuta veder la luce.
Ma la luce non c'era. Solo la nera acqua della Senna,che riusciva ad attraversare senza affogare.




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