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Vi ho mai raccontato di quella volta in cui James decise di dichiararsi a Lily?
Oh, quello sì che fu un giorno memorabile, miei cari amici lettori. Un giorno
che, come disse lo stesso Potter, sarebbe rimasto a lungo impresso nelle menti
dei presenti.
Le cose, comunque, andarono più o meno così...
James ripassò mentalmente le tappe fondamentali del piano,
controllando poi l'orologio.
Meno otto minuti all'ora X.
«Felpato, Lunastorta, Codaliscia, siete pronti?» domandò, ghignando,
una luce pericolosa negli occhi.
«Siamo nati pronti, Ramoso» replicò Sirius, stringendo le braccia
attorno alle spalle di un esaltato Peter e di un contrariato Remus.
«Ci butteranno fuori a calci» gemette Remus, sospirando. Sirius lo
mise a tacere con una possente gomitata tra le costole, sorridendo
innocentemente del suo rantolo di dolore.
James, tuttavia, non prestò loro attenzione, troppo concentrato sul proprio
compito.
Il trillo incessante della sveglia lo ridestò, portandolo a
sorridere malandrino.
«Ragazzi, si va in scena. E come è vero che il mio nome è James
Potter, stasera Lily Evans cadrà ai miei piedi».
Quella sera nulla lasciava presagire che i famosissimi Malandrini
avessero elaborato un piano tanto eclatante. Le loro espressioni erano
impassibili maschere di cortesia, mentre prendevano posto alla lunga tavolata,
chiacchierando svogliatamente, scambiandosi discreti sguardi di intesa. Il piano
sarebbe scattato al dessert, quando gli studenti avrebbero avuto voglia di
dissipare la classica sonnolenza post-pasto.
James non dovette attendere a lungo; i ragazzi, quella sera,
parevano particolarmente affamati e le portate si susseguivano velocemente, fino
a lasciare il posto a squisiti budini e deliziose crostate.
E quando anche l'ultima forchetta tintinnò nel piatto, James si alzò
lentamente, gli occhi fissi in quelli di Sirius. Con disinvoltura, aggirò la
tavolata, puntando dritto al tavolo dei professori che, vedendolo avanzare,
tacquero bruscamente. Gli occhi di Silente, notò James, brillavano di
divertimento; era come se fosse palesemente al corrente delle sue azioni, a
riprova del fatto che allungò una mano verso la professoressa MGranitt,
impedendole di parlare.
James lo ringraziò con un sorriso appena accennato, posizionandosi
quindi nell'esatto punto in cui Silente soleva tenere i propri discorsi di
inizio e fine anno. Dunque, diede le spalle ai professori, volgendosi agli
studenti. Il silenzio calò come una cortina spessa e pesante. Fissò i volti di
ognuno, sorridendo poi a Sirius.
«Miei cari compagni, per intraprendere questo mio discorso della
massima importanza ho bisogno dell'atmosfera giusta, quindi... Musica, prego»
chiese pomposo, alzando un braccio in direzione di Sirius che, a bacchetta
sguainata, mormorò qualcosa in direzione delle migliaia di candele, prontamente
Trasfigurate in un oceano di violini, accompagnati da viole, violoncelli
e perfino da un cupo contrabasso. Le note crearono una melodia armoniosa e
frizzante, tenuta a basso volume.
«Grazie, mio talentuoso amico. E adesso, permettetemi di abusare
della vostra attenzione, cari amici», iniziò, allargando le braccia, muovendo un
passo in avanti.
«Come molti di voi sanno, da anni cerco di conquistare il cuore di
una bellissima fanciulla» sorrise innocentemente, soffermandosi a lungo sul viso
di Lily, che, ad occhi sgranati, lo fissava attonita.
«Come fare?, mi sono spesso domandato» disse, passeggiando
lentamente, avanti e indietro, le mani intrecciate e la schiena un poco curva in
avanti. Poi, dopo aver finto un'attenta riflessione, si arrestò improvvisamente,
drizzandosi.
«Ci vuole qualcosa di straordinario, mi sono detto, qualcosa che
resterà negli annali di codesta magnifica scuola, qualcosa di memorabile, di
eclatante, qualcosa che i nostri beneamati professori ricorderanno anche tra
molti, molti anni» sorrise apertamente, allargando le braccia, per poi
richiuderle lentamente.
«Ma anche qualcosa di romantico, qualcosa che faccia impazzire una
ragazza, che la ponga al centro dell'attenzione» proseguì, misurando ogni tono
ed ogni parola, incrociando infine le braccia al petto.
«E allora, eccomi qui!» gridò improvvisamente e molti studenti
sussultarono.
«Lily», iniziò, fissandola insistentemente, «sono sette anni che mi
dai buca, sette anni che vanifichi ogni mio sforzo, sette anni che rifiuti il
mio appassionato, incondizionato, perfetto amore» disse malinconicamente,
scuotendo la testa, afflitto.
Un coro di risolini divertiti si amalgamò al suono degli archi che,
quasi intelligentemente, mutavano melodia e volume ad ogni sua affermazione.
«E io mi domando» indietreggiò rapidamente, arrestandosi ad un passo
dal tavolo dei docenti, «cos'ho che non va? Professoressa,» iniziò, aggirando
freneticamente il tavolo e afferrando la mano di Minerva McGranitt che, avvolta
ancora dallo stupore, si vide trascinare dall'altra parte del tavolo. James fece
due passi indietro, aprendo le braccia.
«Mi guardi, professoressa, mi guardi e mi dica cosa vede».
«Un rimbambito che sta per far perdere molti, molti punti
alla sua Casa» replicò a labbra serrate, suscitando il riso generale.
James scosse freneticamente la testa, stringendole la mano e allontanandosi, le
loro braccia ben tese nel vuoto che li separava.
«Non trova forse che io sia di bell'aspetto?» le domandò,
ammiccante. La donna espirò violentemente dal naso.
«Non trova forse che io sia un discreto studente?» incalzò, «Non
trova forse che io disponga di simpatia e buonumore a volontà?»
E senza darle il tempo di rispondere, James aggirò nuovamente il
tavolo, afferrando il sottile polso di Silente, costringendolo a seguirlo.
Quando fu ad una debita distanza (di sicurezza) da Lily, mise un braccio attorno
alle spalle del vecchio, quasi fossero due grandi amici di vecchia data.
«La guardi, professore, la guardi e mi dica davvero se sono un
pazzo. La guardi, guardi come è bella – perfino adesso che vorrebbe
Schiantarmi – la guardi e mi dica se sono un pazzo a pretendere una piccola,
piccolissima possibilità con lei, dal basso della mia umiltà».
«E come darti torto, mio giovane amico?» domandò retoricamente il
vecchio, sorridendo divertito.
James esultò interiormente. Tutto scorreva come da piano, stava andando tutto
perfettamente bene.
Ricondusse Silente alla propria sedia, ignorando lo sguardo di fuoco
della McGranitt.
«Lily, io voglio farti conoscere l'amore. E che cos'è l'amore, se
non un apostrofo rosa tra le parole James e Potter?» un coro di risate si
levò dagli studenti Nati Babbani, così come un fitto scroscio di applausi.
«Lily, voglio che tu venga al mio fianco, ora» e tese la mano,
gettando un eloquente sguardo a Peter che, velocemente, s'alzò, prendendo
sottobraccio una scioccata Lily, conducendola sino al fianco di James.
«Mia amata, mia diletta, cara, carissima Lily, ho solo un'ultima
domanda da porti. Prego, messer Lunastorta» gridò e Remus, accucciato oltre la
schiena di Sirius, sollevò la bacchetta.
Gli stendardi delle quattro Case vennero prontamente rimpiazzati da
un unico, ripetuto messaggio:
"Lily, esci con me, sabato prossimo?"
La musica s'alzò improvvisamente di volume, facendosi cupa e
frenetica, dando tono all'attesa e alla curiosità collettiva mentre un applauso
dirompeva poderoso ed ammirato.
Quello che successe dopo ve lo risparmio. Vi basterà sapere, amici lettori, che
James trascorse un paio di giorni in Infermeria; a quanto pare, Lily non gradì
particolarmente quell'appassionata dichiarazione d'amore.
I restanti Maladrini, come molti di voi avranno immaginato, furono messi in
punizione. E nonostante i rimproveri della McGranitt, la donna era così
intimamente divertita dal gesto di Potter che si rifiutò di sottrarre punti alla
Casa dei Grifondoro, con gran sollievo dei Malandrini, i quali già sentivano il
dolore delle eventuali percosse dei propri compagni.
So bene, adesso, qual è la domanda che vi state ponendo: Lily accettò di uscire
con James, il sabato seguente?
Ebbene, dopo averci a lungo pensato, e ripensato, e ripensato, Lily accettò.
E quel che accadde durante quell'appuntamento, quella, be', è tutta un'altra
storia.
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NdA: Dopo aver definitivamente distrutto la
poca fama che ero riuscita a guadagnare, mi congedo, avvisando i gentili lettori
che nessun Malandrino è stato maltrattato durante la stesura di questa
fanfiction e sperando vivamente di aver mantenuto l'IC dei personaggi, anche in
questa...cosa.
EDIT del 16.02.2012: Un enorme
grazie a tutti coloro che hanno commentato; le vostre recensioni mi hanno
fatto sorridere, accresciuto pericolosamente il mio ego e, ultimo ma non meno
importante, mi hanno fatto veramente, veramente piacere. Al momento attuale mi è
praticamente impossibile rispondervi singolarmente, pertanto, vi prego di
accettare questo grazie collettivo.
A presto rivederci!
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