Ritornare dopo tanti mesi a postare con una stupidata del genere non
è proprio l'ideale, ma il fandom è
così tristemente morto che forse anche una stupidata
è meglio di niente =(
Good Old Fashioned Lover Boy
Era raro che Jim si destasse per il primo turno
mattiniero ancora prima che la sveglia suonasse, dovevano essere
occasioni
speciali o giornate particolari per accendere la sua personale sveglia
biologica. E quel giorno lo era, almeno per la sua concezione, per
quanto non
lo avrebbe mai ammesso.
Stirò le braccia e le gambe cercando di occupare
il minor spazio possibile del letto, per non disturbare i due Compagni
che gli
dormivano affianco, sorrise, ancora leggermente intorpidito e si
tirò su seduto
sul materasso.
Si accorse solo allora che di fianco non aveva né
Bones, né Spock, e aggrottò le chiare
sopracciglia.
Certo, non era affatto strano che si svegliasse da
solo nel loro bel lettone a due piazze e mezzo, Spock del resto a mala
pena
dormiva e occupava le ore notturne per i suoi mille esperimenti, o per
la
meditazione, per gli allenamenti, o gli Dei sapevano solo per
cos’altro. Mentre
Bones era piuttosto mattiniero, se non altro per occuparsi della
colazione,
rigorosamente a basso contenuto calorico, del suo bel capitano.
Quindi, a rigor di logica, Jim non si sarebbe
stupito né sarebbe stato contrariato in alcun modo se quella
situazione fosse
accaduta un giorno qualunque.
Ma quello non era affatto un giorno
qualunque, per quanto ci tenesse a farlo sembrare
tale.
Il sorriso di Jim fu rimpiazzato immediatamente da
un piccolo broncio, e si alzò infine con uno scatto dal letto,
recandosi al bagno
dell’alloggio.
“Capitano in plancia”
Dichiarò il primo ufficiale con la sua solita
compostissima inespressività -troppo solita-, non appena
Kirk mise piede fuori
dall’ascensore. Jim fece un rapido gesto a tutto
l’equipaggio invitandoli a
sedersi e si avvicinò alla sua poltrona, senza distogliere
gli occhi dal
vulcaniano, aspettandosi qualcosa, anche solo un piccolo cenno, un
sorriso. E
continuò perciò a fissarlo, ma non
riuscì a scorgere nulla sull’ascetico volto
del primo ufficiale, non riuscì a captarne nemmeno un
pensiero o una
qualsivoglia sensazione.
“Tutto bene, Jim?”
Gli domandò alzando il suo solito sopracciglio, un
gesto che Kirk adorava oltre ogni buon senso, ma che in quel momento
trovò perfino
alquanto fastidioso. Scosse la testa e girò gli occhi chiari
verso il grande
schermo della plancia
“Tutto bene signor Spock, vada alla sua
postazione”
Spock annuì.
Era solo Spock, non doveva attendersi alcunché.
Quella era, del resto, una sciocca e illogica ricorrenza umana non
degna di
alcuna attenzione, forse anche deleteria da incoraggiare per giunta!
Eppure il vulcaniano sapeva bene che lui, Jim, il
suo Compagno, il suo T’hy’la -come
amava ripetere- ci teneva almeno un po’ a quella giornata.
E Spock, il
suo Compagno, sapeva leggerlo alla perfezione, sapeva di lui
ogni cosa,
dannazione poteva leggergli anche la mente!
-Potrebbe
fare uno sforzo!-
Come del resto Jim faceva mille sforzi per il suo
vulcaniano! Ma a quanto pareva ciò che Spock riteneva
‘troppo umano’ rimaneva
indegno di ogni attenzione.
Oh ma gliel’avrebbe fatto presente!
-E Bones?-
Bones dov’era?
Se da un certo punto di vista non poteva
pretendere da Spock più di tanto, da Bones poteva eccome!
Perché non era salito in plancia ancora?
Passava sul ponte di comando la maggior parte del
suo tempo, che fosse o no in servizio, e ora dov’era? Che si
fosse
improvvisamente ricordato di essere un dottore?!
Oh l’avrebbe fatta pesare anche a lui, senza
dubbio.
Ma proprio mentre cominciava ad escogitare
pensieri di crudele vendetta le
porte
dell’ascensore si aprirono, accompagnate dal loro consueto
rumore. Jim sorrise,
girò la poltrona ma non trovò chi si attendeva di
vedere e il sorriso scomparve
nuovamente.
“Buongiorno capitano”
Esordì Scotty con un bel risolino smagliante a
trentadue denti, avvicinandosi al tenente Uhura, seduta alla sua
consueta
postazione. Jim annuì
“’giorno…”
Mormorò con molto poco entusiasmo continuando a
osservare il suo ingegnere capo porgere amorevolmente una tazza di
caffè alla
propria donna, con mille amorevoli attenzioni.
Beh, non che fosse una novità, non era un
comportamento particolare.
Si rigirò e lanciò un’occhiata di
traverso a
Spock, chino sulla sua postazione, come al solito, ma non un solo
pensiero, che
non fosse il lavoro, sfiorava la sempre brillante mente del vulcaniano.
-Eccellente-
Ma Spock sembrava non accorgersi, o non dar peso,
nemmeno ai suoi pensieri.
All’ennesimo bisbiglio proveniente proprio dietro
la sua testa, Jim si girò di scatto sulla poltrona
“Signor Scott, le ricordo che il suo posto è in
sala macchine”
Invitò molto velatamente il capo ingegnere ad
andarsene, con quella voce dura e ferma che la sua carica gli
conferiva. Il
povero scozzese annuì
“Aye, sir”
Si limitò a sbiascicare obbedendo.
“Capisco la simpatica giornata, ma siamo in
servizio signori. Siate professionali!”
Continuò Jim accavallando una gamba e sistemandosi
la maglia verde, con noncuranza.
Il tempo sembrava leggermente rallentato, le ore
si rifiutavano di scorrere via, e tutto si crogiolava nella noia e nel
silenzio
più asfissiante, nemmeno un piccolo attacco klingon a
rallegrare la giornata.
Il rumore dell’interfono ridestò il capitano dai
suoi pensieri e, con un automatico movimento, premette il pulsante
bianco sul
bracciolo della poltrona.
“Qui Kirk…”
“Jim? Vieni
un attimo in infermeria per favore”
E nuovamente, un sorriso smagliante apparve sul
volto del capitano, che si alzò di scatto.
-Oh beh,
meglio tardi che mai.-
“Hai fatto in fretta…”
Mormorò Bones alzandosi dalla sua scrivania non
appena Kirk fu entrato, Jim alzò le spalle, senza rispondere
“Di solito trovi mille scuse per non farti vivo da
queste parti”
Continuò il dottor McCoy cominciando a cercare
qualcosa nella sua credenza che recava quegli inquietanti teschi
umanoidi.
“Beh sai, anche se è una sciocchezza, fa sempre
piacere almeno un…”
Mormorò il capitano, McCoy girò appena il collo
per guardarlo con aria quasi offesa
“Una sciocchezza? Ah certo per te sono sempre
sciocchezze! Siediti!”
Il capitano, ringalluzzito, rallegrato e perché
no, rasserenato, obbedì prontamente rimproverandosi la
propria impazienza e la
sua solita lieve
irrazionalità.
“Che cos’è quello?!”
Domandò vedendo Bones avvicinarsi con un
hipospray. Il dottore aggrottò le sopracciglia
“Come sarebbe a dire? Il tuo richiamo! Che altro
dovrebbe essere?!”
Jim spalancò spiazzato la bocca e rimase immobile
mentre il Compagno gli inoculava il vaccino e tornava poi, mestamente,
dietro
la sua scrivania.
“Ok, puoi tornare in plancia, ci vediamo più
tardi, devo lavorare”
Mormorò appena, congedandolo sommariamente.
Jim rimase inebetito per qualche secondo prima di
uscire, a rallentatore, dall’infermeria.
-Ah giusto,
che altro doveva essere?-
Un vaccino, solo un altro, ennesimo, maledetto
vaccino. Quella
sì che era qualcosa da
non scordare!
E, per di più, ogni singolo membro dell’equipaggio
che incrociava era sperduto in romantici atteggiamenti con qualcun
altro, sembravano
quasi farlo a bella posta, dispettosamente, al capitano. Due giovani
ragazze
erano anche in dolci effusioni proprio davanti alle porte
dell’ascensore!
“Tenenti! Vi sembra il luogo adatto?!”
Kirk le riprese e se ne andò sbuffando.
La giornata sembrava destinata non solo a
trascorrere con estrema lentezza e quasi a non finire mai, ma anche ad
essere
insopportabilmente condita dalle effusioni di quattrocentotrenta
persone.
Non si poteva stare in palestra, non si poteva
stare sul ponte d’osservazione, e tanto meno si poteva stare
nella serra.
Jim si chiese come mai quella giornata fosse tanto
tranquilla quando, ogni giorno, la sua nave era presa di mira da un
qualche
alieno psicopatico a zonzo per la galassia.
“Che cosa è successo?”
Domandò il capitano trovando Scotty e Uhura
davanti alle porte chiuse della sala ricreativa numero 2
“Nulla di grave signore, un piccolo guasto alle
porte automatiche, me ne sto occupando”
Mormorò il capo ingegnere leggendo i dati che il
suo strumento luminoso captava
“Ci sono rimaste persone dentro?”
“Oh usciranno tra una decina di minuti capitano,
intanto può andare a mangiare nella sala 1, non si
preoccupi”
Kirk annuì
“Va bene, tienimi informato”
“Aye aye”
Nyota seguì il capitano con lo sguardo fin quando questi
scomparve dietro l’angolo del corridoio, solo allora le porte
della sala 2 si
aprirono e il capo ingegnere sospirò
“Ma guarda che ci tocca fare…”
Uhura sorrise
“Oh dai, è una cosa carina!”
Concluse la ragazza sorridendo.
Kirk sbuffò di nuovo quando trovò anche la luce
spenta nella sala 1
“Ma cos’è oggi?!”
Esclamò tra sé, ma quasi non fece in tempo a
finire la frase che le luci si accesero di colpo rivelando una sala
vuota e
deserta.
Eccezion fatta per un imbandito tavolino rotondo
al suo centro.
Jim aggrottò le sopracciglia, avvicinandosi
istintivamente a tutte quelle leccornie che splendevano su quella rossa
tovaglia. Nel bel mezzo di tutti quei bei piatti vi era anche un pacco
regalo.
Il pluri-gabbato capitano portò le mani ai fianchi
e scosse la testa ridacchiando mentre due forti braccia gli
circondarono la
vita da dietro
“Dai ammettilo, sei un idiota!”
Gli mormorò Bones all’orecchio, palesemente
divertito, e sul viso di Spock, alla sua sinistra, trovò la
stessa vittoriosa e
soddisfatta espressione.
Il capitano incrociò le braccia al petto, non
riuscendo a contenere un sorrisetto colpevole.
“E’ un periodo stressante, avevo altri pensieri
per la testa, e te l’ho detto, è una cosa stupida,
ma fa piacere infondo un…”
“Sei un bambino, Jimmy. E soprattutto sei un
idiota!”
Continuò Leonard, con una voce molto più dolce di
quanto le sue parole denotassero. Kirk nascose il viso lievemente
imbarazzato
nel collo di Spock, che strinse forte a sé il suo capitano.
“Va bene va bene, ho capito. Quando comincerai a
dire qualcosa di carino?”
Mormorò Jim allungando un braccio verso il tavolo
e rubando uno dei tanti cioccolatini lì presenti
“Tra tutte le festività illogiche che usate
celebrare sulla Terra, devo osservare che questa…”
“Sì è la più insulsa, lo
sappiamo Spock!”
Il dottore interruppe bruscamente il vulcaniano,
come suo solito, e, come suo solito, Spock non si scompose minimamente
e
proseguì stoicamente la sua osservazione
“Probabilmente Leonard, ma apre, senza dubbio,
prospettive… affascinanti
per il suo
festeggiamento…”
Mormorò il bel primo ufficiale portandosi le dita
del capitano alle sottili labbra
“Mh, è cioccolato Spock”
Lo mise in guardia prontamente Jim, ma il
vulcaniano si limitò ad alzare un sopracciglio
“Lo avevo intuito, T’hy’la”
Sussurrò Spock mordicchiandogli le dita sulle
quali si era sciolto un po’ di cacao, senza distogliere
quegli occhi neri e
profondissimi, e ardenti, dai suoi.
Jim sentì un’ondata di calore alle guancie e allo
stomaco mentre Bones, ancora ridacchiando, lo strinse nuovamente da
dietro e
gli catturò delicatamente il mento tra l’indice e
il pollice, portando le belle
labbra carnose del capitano a contatto con le proprie, lambendole
dolcemente.
“Buon San Valentino, Jimmy-boy”.
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Forse era meglio niente alla fin fine, ma ormai era scritta.
Attendendo l'ispirazione per pezzi migliori colgo l'occasione per
salutare tutto il fandom, o quello che ne è rimasto,
sperando che torni bello vivo e carino com'era =)
P.S. Lo so il titolo non c'entra nulla ma stavo ascoltando la canzone,
e ai Queen non si può dire di no U___U
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