Titolo
Titolo: I sassi dell’amore
Fandom: Supernatural
Pairing/Personaggi: Dean/Castiel, Sam/Jessica, Gabriel/Kalì, Balthazar/tutti, un po’ tutti, dai.
Rating: Pg
Beta: Samek ♥ ♥ ♥
Words: 4004 (Fidipa)
Genere: commedia, romantico,
Warning: slash, AU (SONO TUTTI PINGUINI)
Summary: Dean era un pinguino con delle certezze nella vita. Poi ha incontrato Castiel.
Note: è una pinguini!Au, che vi aspettate che dica? Che sono impazzita? Che mi hanno costretta a scriverla? NO. È tutta colpa di , di Pedro e Buddy e del Prof. Novak e di Mr. Gennaio. No, non chiedete, è meglio.
E IL TITOLO. DIO, IL TITOLO È SOLO UNA PARODIA DE “I PASSI DELL’AMORE” DI NICOLAS SPARK, MA MI STA FACENDO RIDERE DA MEZZORA, QUINDI È PERFETTO PER QUESTA VACCATA *si suicida*
Comunque, per fare un po’ di chiarezza: Dean, Sam e gli esseri umani sono pinguini reali; Castiel e gli angeli sono pinguini minori blu; Kalì e gli Dei sono pinguini imperatori. Ah, per capire i dubbi che si fa Dean, guardate qui e notate la differenza tra un imperatore e un minore blu.
Okay, adesso potete leggere O/
DISCLAIMER: Vorrei tanto possedere Castiel, ma no, né lui né nessun altro mi appartiene .__. Neanche Dean, no *sigh*.
Dean aveva sempre saputo di essere diverso.
Fin dalla prima volta che aveva messo il becco fuori dal
guscio, nello zoo di New York, Dean aveva saputo di non essere come tutti gli
altri pinguini reali. O come qualunque altro pinguino, se per questo.
Prima di tutto perché non era un amante delle grandi nuotate,
come lo era tutto il resto dei suoi simili. Andava pazzo, invece, per i grattini
– soprattutto per quelli di Lisa, una delle addette dello zoo, perché aveva le
dita lunghe e affusolate, e perché lo grattava sempre nei punti giusti e con la
giusta intensità.
Infine, Dean sembrava essere l’unico pinguino a non essere
interessato alla monogamia. Era un bel esemplare di maschio, lo sapeva e non
aveva alcuna intenzione di limitare le sue possibilità di accoppiamento, grazie
tante. Le femmine, umane o pinguine che fossero, avevano un debole per il suo
piumaggio, e chi era lui per rifiutare le loro attenzioni?
Certo, ogni tanto il saltare da un nido all’altro creava certi
attriti – perché, okay, lui era uno spirito libero, ma le pinguine
continuavano a sognare la covata e il per sempre – però tutto sommato era una
bella vita. Ed era una vita che gli piaceva da morire.
E non gli interessava nulla dei discorsi di sua madre e suo
padre. Sì, era vero, la loro natura diceva che dovevano trovare un compagno e
metter su famiglia, ma, ehi, lui quell’istinto non ce l’aveva, che avrebbe
dovuto fare?
Lui non era come Sam, non aveva bisogno di una Jessica e
di covare uova, stava bene così.
-Perennemente sotto l’influsso della stagione degli amori!- lo
prese in giro Jo, becchettandogli la testa. Dean la affossò per protezione,
arruffando le piume del collo, e la guardò male, ma lei gorgogliò soddisfatta e
tornò da sua madre – Ellen era l’unico pinguino che sapeva essere sopravvissuto
alla morte del compagno. Sua madre gli aveva spiegato che in quel caso l’istinto
materno verso l’uovo era stato più forte di tutto il resto.
Comunque, forse era il caso di non avvicinarsi per un po’ né al
nido di Cassie né a quello di Rhonda se non voleva vedersi strappare le piume
una ad una. Magari avrebbe dovuto portar loro qualche pesce per scusarsi – certo
senza farsi vedere dall’una mentre era dall’altra.
Sospirò. Okay, la sua vita non era tutta rosa e fiori, ma col
cavolo che l’avrebbe ammesso a quel gigante di suo fratello e al suo stupido
piumaggio perfetto.
***
-Oggi è un gran giorno per voi, eh?- disse il cucciolo
adolescente di Lisa, lanciandogli un pesciolino. Dean lo afferrò al volo,
ingoiandolo con soddisfazione e ancheggiando poi verso di lui, in cerca di un
altro spuntino. Ben glielo fece penzolare davanti agli occhi e lui lo beccò
fulmineo.
Il cucciolo di umano aveva ragione, quel giorno lo zoo era in
fermento.
Era tutta la mattina che c’era un andirivieni di addetti nella
vasca accanto alla loro, a urlare ordini e controllare l’acqua ripetutamente.
Quando qualcuno esclamò -Sono arrivati!-, Dean si voltò a guardarli risalire
sulla piattaforma e sgomberare l’aria. Poi l’odore del pesce gli stuzzicò
l’olfatto e lo stomaco, e lui stornò, allungando il becco nel secchio tra le
cosce dell’umano.
-Basta così o diventi grasso, e poi chi le sente le tue
fidanzate?- lo schernì, ma gli lanciò comunque un ultimo pescetto, per sua
delizia.
-Oh, temo che per quello sia ormai troppo tardi!- esclamò una
voce allegra e poi Lisa comparve dietro al figlio, scombinandogli i capelli,
prima di accomodarsi sulla pietra con lui, che la spintonò giocosamente per
vendetta.
Dean stornò di nuovo, agitando le ali offeso perché, ehi!,
era un figo, lui, okay?
-Scusa.- ridacchiò lei, tendendo una mano in avanti e
attendendo che fosse lui stesso ad avvicinarsi. Quando, con una beccatina
affettuosa, la salutò, lei sorrise e gli fece un grattino – oh sì, proprio lì.
Immaginò di poterla perdonare, dopotutto.
-Da oggi avrete dei nuovi vicini, sai?- disse la donna,
guardando nella direzione della vasca incriminata. -Mi raccomando, cerca di non
valicare i confini come hai tentato di fare l’ultima volta con Kalì, mh?-
Dean frullò le piume e incassò la testolina.
Kalì era terribile. Bellissima ma terrorizzante e, dopo quel
loro primo, traumatico incontro, lui non aveva mai più tentato di avvicinare un
pinguino imperatore, per quanto bella potesse essere.
***
I nuovi vicini, comunque, si rivelarono una colonia di pinguini
minori blu.
Erano abbastanza tranquilli e si tenevano sempre in disparte –
a parte due, che sembravano esagitati e con il preciso scopo nella vita di
infastidire tutto e tutti. Erano anche i preferiti del pubblico, per ovvie
ragioni.
Erano decisamente più piccoli rispetto alla sua specie e
avevano un piumaggio di un bel blu notte – e i cuccioli sembravano anche più
tondi e ridicoli di quelli loro o degli Imperatore, il che era tutto dire.
Erano carini, poteva ammetterlo, e spesso si era ritrovato ad
osservali incuriosito – soprattutto le femmine. Deformazione professionale,
come lo prendeva sempre in giro Sam.
-Smettila di fissarli, è da maleducati.- lo richiamò proprio
quest’ultimo, ancheggiando appena per risistemarsi l’uovo tra le zampe.
-Non li stavo fissando.- borbottò lui, beccandogli un’ala, solo
per dargli fastidio, e allontanandosi poi il più in fretta possibile – che non
era molto, viste le stupide zampe corte che aveva.
-Molto maturo, Dean, prendertela con uno che sta covando!- gli
urlò suo fratello, ma lui lo ignorò e gonfiò il petto, mettendosi in mostra,
vittorioso – e facendo ridere una delle sue vicine.
Ciao anche a te, splendore.
Era già pronto a sfoderare la sua battuta migliore di aggancio,
quando un altro pinguino – sempre minore, sempre blu, ma con l’aria di
credersi il re dei Pinguini Imperatori – la richiamò:
-Anna.- disse solo, senza neanche una particolare inclinazione,
ma Anna chinò appena il becco, incassando la testa. Gli rivolse un sorriso prima
di voltarsi e raggiungere il resto del gruppo – non prima però di aver guardato
male Mr. Sono Il Fottuto Signore Di Tutti I Fottuti Pinguini Del Mondo
– e Dean ne approfittò per godersi il dondolio della sua coda.
Davvero un bell’esemplare, non gli sarebbe dispiaciuto per
niente dare una ripassatina a quelle piume.
Quando finalmente spostò gli occhi, il
pinguino-pallone-gonfiato lo stava ancora guardando in quel modo e lui... beh,
okay, poteva ammettere che era un po’ inquietante, sì.
Nonostante tutto non chinò gli occhi e, anzi, inclinò un po’ la
testa, in una tacita domanda. Per fortuna, l’altro sembrò decidere che non ne
valeva la pena superare la recinzione solo per fargli il piumaggio a strisce – e
qualcosa gli diceva che avrebbe potuto farglielo – e sciolse lentamente
il contatto, tornando a farsi gli affari suoi.
A quel punto, si permise di respirare di nuovo, dandosi
dell’idiota per essere così dannatamente coglione, e scosse la testa,
voltandosi per tornare verso i suoi simili, al centro della vasca.
Fu in quel momento, mentre con gli occhi scivolava sulla
distesa di piumaggio blu, che incontrò uno sguardo incuriosito e persistente.
Ma che diavolo di problema avevano questi pinguini con il
fissare gli altri? Lui, poi!
Si allontanò con un borbottio scocciato, ma continuò a sentire
quegli occhi bruciargli addosso per ore.
***
Dopo due giorni, Dean cominciò a sentire l’irritazione crescere
insieme alla sensazione perpetua di essere costantemente osservato. Qualunque
cosa stesse facendo, quel paio di occhi erano su di lui, che stesse
intrattenendo i turisti dello zoo – facendo lo sbruffone e infastidendo Sam – o
facendo il filo a Cassie – o a Rhonda, o a qualunque altra femmina – o decidesse
di farsi una nuotatina per sgranchirsi i muscoli. O, come in quel caso, stesse
tentando di scroccare uno spuntino al custode notturno, Bobby.
Il resto della colonia – il resto dello zoo – stava dormendo
della grossa da ore, ormai, così scivolò – beh, ancheggiò – verso la
balaustra che li separava dal vialone principale e agitò le ali in
ringraziamento, raccogliendo poi da terra il pesce lanciatogli dall’umano.
-Hai pubblico.- gli disse quello, facendo un cenno verso la
vasca dei Pinguini Minori Blu.
Lo so, pensò lui, senza neanche voltarsi. Già sapeva che
vi avrebbe trovato quel pinguino privo di qualsiasi tipo di espressione e
taciturno in modo esasperante. A volte si chiedeva se non avesse il becco
incollato, perché era certo di non averlo mai sentito fare alcun verso.
Era francamente inquietante.
Bobby gli lanciò un altro pesciolino e lui lo afferrò al volo,
questa volta, cercando di ignorare il formicolio sul piumaggio che l’altro gli
procurava.
-Okay, basta.- dichiarò il custode, riponendo il secchio dei
pesci, con sua grande delusione. Agitò le ali, stornando il più piano e
pateticamente possibile, ma quello gli rivolse un’occhiata saputa. -È
inutile che fai tutta questa scena, sai? Quella pancetta dice ben altro rispetto
ai tuoi lamenti affamati.- lo prese in giro. Dean stornò più forte, questa volta
offeso. Che diavolo avevano tutti da ridire sul suo fisico? Era perfetto,
altroché!
Bobby sorrise divertito e si appoggiò alla balaustra.
-Stammi a sentire, tu,- cominciò, abbassando la voce, neanche
ci fosse qualcuno nei paraggi che potesse sentirli – e in effetti c’era. -Se Mc
Leod scopre che ti do questa roba, finisco nei casini. Comincerà a strepitare e
io sarò costretto a prenderlo a pugni, e per quanto l’idea mi solletichi,
preferirei conservarmi il lavoro.- spiegò, facendogli l’occhiolino.
Dean capiva – voleva bene a Bobby, era praticamente uno di
famiglia – quindi con la morte nel cuore, lo vide allontanarsi e portarsi via il
resto dei pesciolini, fino a quando non lo perse di vista.
A quel punto, se ne tornò nel suo nido, accanto a quello dei
suoi genitori, e si accovacciò, nel tentativo di dormire.
Solo quando, quasi un tempo infinito dopo, la sensazione di
essere osservato sparì finalmente, riuscì a rilassarsi abbastanza da
addormentarsi.
***
Dean scoprì che esistevano pinguini più promiscui e pazzi di
lui, ed entrambi erano blu e amici del suo personalissimo
pinguino-stalker.
Ovviamente, pensò lui, guardandoli andare a dargli
fastidio e distrarlo dal suo compito di mettere lui a disagio solo guardandolo.
Nonostante tutto, però, il pinguino-stalker non parlò né urlò loro di
piantarla una buona volta. Si limitò a guardarli malissimo e farli ridere di
gusto. Solo a quel punto, si decise a beccarli sulle teste e agitare le ali
scocciato.
Comunque, che andassero a farsi una nuotata, lui aveva altro da
fare che guardarli, doveva entrare nelle grazie di una femmina che aveva appena
raggiunto la maturità sessuale.
-Allora...- riprese, arruffando le penne in modo sexy.
-Dov’eravamo rimasti?-
Ci fu una risata lì accanto, e lui si voltò già pronto a
scacciare il rompiscatole, quando si ritrovò becco a becco con il
pinguino muto – e i suoi incredibilmente grandi occhi.
-Ma che cavolo...- sbottò, dondolando all’indietro per lo
spavento. L’altro pinguino inclinò la testolina di lato e continuò a fissarlo
con quell’aria incuriosita di un pulcino; gli altri due risero – bastardi.
-Voi non dovreste essere qui!- sbottò, cercando di beccarli, ma quei maledetti
erano veloci, dannazione.
-Come tu non dovresti fare tutti quegli spuntini di straforo,
mh?- lo rimbeccò – letteralmente. Gli piantò il becco su un’ala e dio, che
male! – quello più bassino e con lo sguardo furbo.
-Gabe, Gabe, guarda un po’ quanto bel piumaggio!- disse
l’altro, quello secco e alto quasi la metà di lui – praticamente uno spilungone
per la sua specie – a quello che, a quanto pareva, si chiamava Gabriel. Questi
annuì, guardandosi attorno e poi bloccandosi.
-Sai che ti dico, Balthe? Sono tutti tuoi, amico mio. Io ho
appena trovato la mia dea.- disse, superando gli altri tre in direzione della
vasca dei pinguini imperatore.
Ah, pensò Dean, seguendo il suo sguardo e trovandoci
Kalì, bellissima e austera come sempre, che cacciava a beccate l’ennesimo illuso
pretendente.
-Rinunciaci, non hai speranze.- ghignò Dean. -Kalì è fuori
dalla tua portata. È fuori dalla portata di tutti.- aggiunse quando
l’altro lo guardò sornione.
-Vuoi scommettere?-
-Cosa ci sarebbe in palio?-
Gabriel parve pensarci, poi propose:
-Tre dei tuoi spuntini extra, se riesco a farmi accettare come
suo compagno. Se invece vinci tu... avrai tre dei miei pasti.-
Dean si voltò a guardare la prova da superare e già
sentì lo stomacò apprezzare i pesci in più.
-Ci sto.- disse, ritornando a guardare lo sfidante.
-Sfida accettata! Io e Cassie faremo da testimoni!- affermò
Balthazar, battendo un’ala sul compagno taciturno – Cassie? Ma era un
nome da femmina.
-Cassie?- domandò infatti lui, guardandolo sorpreso.
-Castiel.- lo corresse, rivolgendo uno sguardo scocciato al
compagno blu.
-Woah! Allora sai parlare!- esclamò Dean sconvolto, facendo
ridere di gusto gli altri due. Castiel inclinò di nuovo la testolina.
-Perché non dovrei saperlo fare?- domando, incuriosito.
-Attento, Cassie,- rise Balthazar -Hai quasi terminato le tue
parole mensili.-
Gabriel rise di nuovo e lo stesso Dean non riuscì a trattenere
uno sbuffo divertito. Castiel, invece, continuò a guardarli male, ma non
rispose, cosa che fece venire a lui il dubbio che avesse davvero le parole
contate.
-Okay, resterei ancora qui con lor signori in frak, ma ho una
dea da conquistare.- esclamò all’improvviso Gabriel, sistemandosi il piumaggio
con una scrollatina. -Fatemi gli auguri.- aggiunse. Poi, senza aspettare oltre,
si diresse verso l’altra vasca.
Dean lo osservò valicare il confine e puntare con decisione
verso il Pinguino Imperatore appena uscito dall’acqua – e oh, era anche
più bella del solito con tutte le piume lucide. Kalì si scrollò di dosso l’acqua
in eccesso – una visione, davvero – e guardò con supponenza il pinguino minore
blu che aveva cominciato il rito di corteggiamento per lei. Dean avrebbe
sogghignato per l’assurda differenza di stazza tra loro, se solo Kalì non avesse
riso appena – giusto un sorrisino, ma assolutamente impossibile da non notare,
conoscendola – e non gli avesse rivolto la parola, cosa più unica che rara.
Quando poi Kalì cominciò a rispondere al corteggiamento, Dean sentì la
terra tremare sotto le sue zampe.
-Fottutissimo figlio di una foca in calore.- soffiò sconvolto,
mentre accanto a lui Balthazar rideva.
-Immagino che questo decreti la fine della scommessa.- disse.
-Gli devi tre spuntini.- aggiunse, rigirando l’ala nella ferita.
-Non ci credo, non è possibile, dai! Era tutto organizzato,
vero?- domandò, sempre più sconvolto alla vista di Kalì che accettava il sasso
offertole da Gabriel. -Oh, andiamo!- sbottò a quel punto. -Com’è possibile? Che
diavolo ha lui che io non ho? Rispondi e giuro che ti becco in un posto che fa
molto male!- minacciò, quando Balthazar aprì il becco per parlare. A quel punto,
il pinguino lo richiuse, ma rise comunque, il bastardo, quindi Dean lo beccò in
testa e se ne andò, rimarcando la sua incazzatura a ogni dondolio.
E ovviamente, per tutto il tragitto, sentì lo sguardo di
Castiel fisso sulla sua coda.
Fantastico.
***
La voglia di Dean di strozzare Gabriel con gli stessi pesci vinti aumentò quella
stessa notte quando, una volta ritiratisi tutti nei rispettivi nidi, sentì
distintamente il suo ragliare provenire da quello di Kalì. Per un attimo la
curiosità prevalse sull'irritazione e si chiese come diavolo potevano
accoppiarsi un maledetto pinguino minore blu e un pinguino imperatore, ma poi
Gabriel fece di nuovo il suo verso – tremendamente compiaciuto – a difesa del
territorio, e la voglia di farlo star zitto a suon di beccate tornò prepotente
in lui.
Era ancora nero di rabbia quando, la mattina dopo, prima dell'apertura dello
zoo, sconfinò nel territorio dei minori blu, dove Gabriel era ritornato prima
che qualche umano lo vedesse. Con la voglia sotto le zampe di darla vinta a
quello stupido pennuto nano e un pesce bello grosso a penzolare dal becco, Dean
si fece strada in quel mare di piumaggio bianco e blu, tra lo sconcerto
generale.
-Sei sicuro?- gli aveva chiesto Sam, quando, qualche minuto prima, gli aveva
spiegato la situazione.
-Ho dato la mia parola, no?- aveva risposto lui. Suo fratello lo aveva guardato
poco convinto e si era agitato appena.
-Se non avessi da... beh, lo sai. Se potessi, verrei a copriti le piume.- aveva
detto con un sospiro. Dean gli aveva battuto un'ala sulla spalla.
-Resta a casa a fare il paparino, non mi serve un dannato pinguino imperatore
come guardia del corpo.- aveva detto, con espressione sicura. E poi era andato e
aveva valicato il confine.
Quindi, okay, era stato lui a dirlo, ma in quel momento, attorniato da tanti –
davvero tanti – pinguini minori, si disse che quel gigante di suo fratello gli
sarebbe stato di supporto.
L'unica che non aveva l'aria di volerlo beccare e, anzi, sembrava divertita
dalla sua presenza lì, era Anna – ed era anche più carina con quell'aria
furbetta, davvero, quindi magari dopo che aveva chiuso quella storia con
Gabriel...
-Va' via.-
Dean batté gli occhi, colto di sorpresa, ritrovandosi becco a becco con il
pinguino imperatore nel corpo di un minore blu. Uh. Posò il pesce a terra
e alzò le ali in segno di pace.
-Ehi, amico, non cerco rogne, okay? Devo solo dare questo... ehi!- sbottò,
schivando una beccata. Riuscì a evitarne altre due prima che qualcuno si
frapponesse tra loro, agitando le ali e stornando contro il proprio simile.
-Fatti da parte, Castiel.-
-Mi dispiace, Michael.- rispose solo quello, voltandosi poi a guardarlo.
-Sto bene, Cas.- si ritrovò a assicurarlo, vedendolo inclinare la testolina con
curiosità,ma poi annuire in risposta.
-Ha invaso il nostro territorio, non può restare impunito!- dichiarò quello che,
a quanto pareva, era una specie di capo – Michael lo aveva chiamato Castiel.
-Temo sia colpa mia, fratello.- intervenne un terzo pinguino
blu, e Dean vide Gabriel raggiungerli. Si fermò accanto a lui e indicò con il
becco il pesce abbandonato a terra. -Vedi, ho fatto una scommessa con Dean e
quella è la mia vincita.- ciondolò con la testolina, poi aggiunse. -Beh, un
terzo della mia vincita.-
-Avrai anche il resto.- sbottò lui, guardandolo male. Era un
pinguino di parola, lui!
-Lo so, lo so!- rise quello, battendogli un’ala sul fianco.
-Comunque, vedi, Mike? Adesso che mi ha dato il pesce, Dean se ne va.- disse
ancora, sempre con quel tono accondiscendente.
Michael non mutò espressione, ma dopo alcuni secondi di
silenzio, si voltò e se ne andò – Dean si chiese come fosse possibile che fosse
l’unico pinguino il cui dondolare non sembrasse ridicolo.
-Adesso che ti ho salvato la coda, sarà meglio che tu vada.-
sussurrò Gabriel, facendo poi segno a Castiel, che annuì. -Beh, ci vediamo!-
esclamò poi, afferrando il pesce e dirigendosi verso la recinzione. Non ci
voleva un genio per sapere dove stava andando.
Bastardo fortunato.
Castiel lo accompagnò fino al suo nido, anche se glielo aveva
detto che, davvero, non ce n’era bisogno, ma quello aveva insistito con lo
sguardo e alla fine lui aveva ceduto.
-Non sembrano preoccupati.- disse, osservando con sorpresa gli
esemplari di pinguino reale che lo degnavano solo di una fugace occhiata prima
di tornare alle loro faccende.
Dean rise. -Beh, non sei esattamente una minaccia.- disse,
ridendo di più quando quello inclinò la testa di lato in quella sua posa che,
ormai lo aveva capito, era tipica di lui. -E si fidano di me.- aggiunse poi,
annuendo compiaciuto.
Castiel non rispose, ma sembrò divertito – lui cercò di non
chiedersi per quale motivo.
-Allora, ci vediamo, Cas.- lo salutò una volta davanti al suo
nido e l’altro lo guardò di nuovo il quel modo sorpreso e confuso, com’era
successo prima con Michael. -Cassie?- provò allora, anche se il suo tono fu più
scandalizzato del dovuto. Il pinguino si rilassò e raddrizzò la testa.
-Cas va bene.- disse e Dean si sentì un po’ più felice di
quanto avrebbe dovuto.
***
Castiel era simpatico in un modo tutto suo, discreto e quieto,
e Dean cominciò a sentire il desiderio di passare con lui sempre più tempo.
Inizialmente si trattò solo di qualche cenno o una
chiacchierata breve la mattina presto, prima dell’apertura – beh, più che altro
Dean chiacchierava e Castiel si limitava ad ascoltare e annuire o, quand’era
proprio in vena, a rispondergli con un’intera frase – poi, con il passare del
tempo, Dean si era riscoperto a cercarlo sempre più spesso con lo sguardo nella
distesa infinita di pinguini piccoli e blu, a coinvolgerlo in ogni sua attività
– che fosse prendere in giro Sam, o nuotare dopo la chiusura dello zoo, o ancora
scroccare qualche spuntino extra a Bobby – e a spendere, in generale, molto più
tempo al confine, con grande divertimento del pubblico, che continuava ad
additarli e ridacchiare, sussurrando “teneri”.
Aveva così scoperto tante piccole cose del suo piccolo amico,
come per esempio che adorava i gamberetti e che gli piaceva da matti nuotare e
che era, in effetti, tra i migliori nuotatori della sua colonia.
In breve tempo, quindi, Dean cominciò a trascorrere tutto il
suo tempo con Castiel, con gran divertimento di Sam e una strana curiosità dei
suoi genitori – un giorno suo padre gli chiese se avesse cominciato o
cominciasse ad avere l’istinto di covare e Dean si chiese che razza di idee si
stessero facendo tutti.
Poi, una sera, Castiel gli depositò un sasso davanti alle zampe
e la sua realtà vacillò pericolosamente.
Okay, si disse. Okay, rallentiamo. È Cas, è... è
fatto così, non lo fa apposta ad essere inopportuno e imbarazzante.
Attorno a loro si alzarono una serie di mormorii indistinti –
ma Dean riuscì comunque a sentire abbastanza bene Jessica sussurrare a Sam: -Ho
vinto io.-, mentre i becchi dei suoi genitori sbucavano dal loro nido e si
fissavano su di lui, in attesa.
-Uhm...- disse, per schiarirsi la gola, e il mormorio cessò
all’istante. Si guardò attorno, avendo la certezza di essere appena diventato
oggetto dell’attenzione di ogni singolo pinguino presente nelle tre vasche – e
forse anche qualche altro animale nei paraggi. E poi c’era Jo, che rideva fino
alle lacrime – stronza – ma in silenzio, ed Ellen che, dopo averle
rivolto un’occhiata ammonitrice, si voltò verso lui e gli fece cenno di tornare
dal suo spasimante.
Duh.
C’erano anche un po’ di minori blu ad assistere alla scena.
Dean vide Gabriel e Balthazar fargli gesti d’incoraggiamento, e si chiese da
quanto sapessero.
-Cas,- cominciò, tornando finalmente con gli occhi sul pinguino
davanti a lui, fermo in attesa. -Io sono un maschio.- specificò, perché poteva
capitare, no? Non era sempre facile capire di che sesso fosse un pinguino, e non
voleva azzuffarsi con Cas, perché... beh, perché era Cas.
L’altro inclinò la testolina, guardandolo confuso per un
istante, poi però annuì.
Oh.
***
-E tu cosa ci fai qui?-
Il pinguino minore blu scappò, ma le mani della donna riuscirono comunque a
intrappolarlo – almeno fino a quando una beccata dolorosa non le fece lasciare
la presa.
-Ma... Dean?-
Portandosi il dorso sanguinante al petto, Lisa guardò con sorpresa il pinguino
reale frapporsi fra lei e il piccolo infiltrato, stornando in tono
minaccioso. La donna passò con gli occhi da un pinguino all'altro, osservando
come Dean continuasse a nasconderle alla vista il minore blu e agitasse le ali
con il petto all'infuori, in un chiaro segnale di avvertimento.
-Non ci credo...- soffiò lei, prima che le sue labbra tremassero per una risata
appena trattenuta. -Oh, quanti cuori che infrangerete, quando si verrà a
sapere!- esclamò divertita, e Dean stornò di nuovo, ma senza aggressività questa
volta.
Castiel si arrischiò a fare qualche passetto in avanti, affiancandosi al
compagno, che gli diede qualche beccata affettuosa – riuscendo ad apparire
imbarazzato perfino agli occhi di Lisa – in risposta.
-Okay, ho capito.- disse lei, ridacchiando ancora. -Allora buona notte,
ragazzi.- aggiunse, salendo poi sulla piattaforma per gli addetti.
Dean la guardò andare via ridendo ancora, fino a quando non fu richiamato da una
beccatina delicata e si ritrovò di fronte l'espressione da pulcino curioso di
Castiel.
-Torniamo nel nido, dai.-suggerì con uno sbuffo divertito.
Dean aveva sempre saputo di non essere come tutti gli altri pinguini, e anche se
aveva scoperto di non esserlo per tutt’altra ragione rispetto a quella che
credeva lui, questo non cambiava il fatto che la sua vita gli piaceva. Era
diverso, era unico, ma mentre ragliava in difesa del loro nido, con
Castiel accanto, una piccola pallina di piume calde e morbide premuta contro il
suo petto, non riuscì a trovare un solo motivo per cui non dovesse piacergli da
impazzire.
Fine.
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