ok
Questa one shot fa parte della
serie Always.
Ho scritto questa follia molto
tempo fa e ora mi sono decisa a postarla
Spero vi faccia sorridere.
COFFEE
Una
lunga fila si stagliava imponente e sconcertante davanti a lui e terminava
all’uscita di quella caffetteria che non aveva le capacità di ospitare tutte le
persone accalcate per arraffare gli ultimi muffin rimasti, prima di recarsi al
lavoro.
Un
uomo, dall’aria impaziente e agitata, tamburellò con il piede per terra
sospirando irritato, continuando a guardare l’ora con insistenza. Altri tre
minuti persi a causa della fila.
Richard
Castle si sporse di lato, puntellandosi sui tacchi e osservò le decine di teste
che si agitavano per la mancanza di tempo e poi l’occhio gli cadde sul
colpevole di quell’ingorgo: un’incurvata vecchietta occupava il suo posto alla
cassa, intenta a contare i centesimi che le mancavano per arrivare ad un
dollaro.
Castle
sospirò passandosi una mano sul viso.
<<
oh ma andiamo … >> brontolò stringendo i pugni << tra tutte le
caffetterie della strada proprio io dovevo trovarmela … >> il signore
davanti a lui si voltò per lanciargli un’occhiataccia di rimprovero.
Lo
scrittore aveva sempre provato una particolare simpatia per le vecchiette dagli
occhiali spessi e le spalle curve che superava , con estrema facilità, per le
vie di New York, ma ora ad ogni centesimo che quella vecchietta “adorabile”
tirava fuori era un battito in meno dello scrittore. L’ansia e l’impazienza lo
stavano logorando.
Finalmente
la vecchietta ringraziò la cassiera, afferrò la sua colazione con la mano
libera e lentamente, molto lentamente,
si spostò dalla cassa trotterellando ancora più lentamente verso l’uscita,
lasciando defluire la coda.
Non
era la prima mattina che se la ritrovava davanti e il contrattempo cominciava a
non passare inosservato nemmeno al distretto .
<<
signora >> la fermò con gentilezza << c’è una caffetteria proprio
all’angolo della strada, è sempre vuota … può andare lì la prossima volta così
non sarà costretta a fare la fila >>
La
vecchietta lo guardò con un sorriso sincero e ingenuo in risposta al tono
mellifluo dello scrittore.
<<
grazie giovanotto … ma a me piacciono i muffin di questo bar >>
<<
lo immaginavo >> alzò gli occhi al cielo e salutò la vecchietta, che con
un incedere degno di una tartaruga, si allontanò sorridendo, addentando il suo
muffin.
Finalmente
poté fare tre passi avanti e di nuovo si porse controllando quanto mancasse al
suo turno. Proprio in quell’attimo il
suo cellulare squillò : << Castle >> rispose senza guardare il
display, impegnato com’era a lanciare sguardi di fuoco ad una segretaria
indecisa se il suo capo gradiva o meno i canditi .
<<
tre quarti d’ora per prendere la colazione … hai battuto un record >>
<<
Kate! C’è stata un po’ di ressa >>
<<
sei ancora in caffetteria? >> esclamò la donna alterando la voce. Si vide
costretto a dirle la verità.
<<
quella vecchietta mi farà diventare matto ! C’è una fila pazzesca e … >>
<<
e come mai la fila non la trovo mai quando ci vado io? >>
<<
perché tu non ci vai mai tesoro >> puntualizzò fiero pentendosi l’attimo
dopo di aver risposto in quel modo. Cercò di rimediare:<< non nell’orario
della vecchietta >>
<<
molto divertente Rick! Davvero! Sappi che abbiamo tutti fame qui e ci avrai
sulla coscienza se non ti dai una mossa >>
<<
sì mia signora >> borbottò divertito dal suo tono autorevole tutt’altro
che falso << che cosa desidera questa mattina? >>
<<
mh … muffin al cioccolato e caffè decaffeinato con panna >> sussurrò
languida . Castle sentì un brivido percorrergli la schiena e se lo scrollò di
dosso con un sorriso.
<<
toh, due persone e tocca a me! >>
<<
perfetto così forse riesco a fare colazione prima di entrare nella sala
interrogatori >>
<<
Esposito e Ryan hanno trovato lo spacciatore? >> lo stesso signore di
prima tornò a guardarlo scioccato e lui sorrise allontanando il ricevitore
dall’orecchio << è mia moglie, fa la detective . Anzi, dato che è molto
intransigente, mi farebbe passare davanti ? >> ma quello non gli rispose
nemmeno voltandosi con aria indispettita.
<<
Rick! >>
<<
Sì sono qui! Dicevi? >>
<<
L’appostamento ha dato i suoi frutti … Esposito e Ryan l’hanno trovato mentre
tentava di scappare con una moto rubata >>
<<
perfetto! Lo inchiodiamo il bastardo >> esclamò beccandosi altre
occhiatacce preoccupate .
<<
se arrivi entro l’ora di cena >>
<<
arrivo , arrivo … ecco tocca a me ! >>
La
cassiera sorrise ampiamente e cinguettò : << desidera? >>
<<
salve, dunque, tre muffin al cioccolato e caffè decaffeinato con panna >>
la barista si voltò .
<<
ah Rick … puoi portare anche due caffè per Esposito e Ryan? Sono distrutti
dall’appostamento … >> Castle annuì e richiamò la barista.
<<
e altri due caffè, neri >> ordinò .
<<
e … un ti amo >> lo scrittore si bloccò prima di ordinare “un ti amo”
espresso e ben zuccherato << grazie … è carino che tu faccia tutta questa
coda ogni mattina >> al tono della
sua voce sorrise con espressione ebete.
<<
qualsiasi cosa per te >>
<<
ti prego torna prima che io riveda la Gates e la strangoli … >>
<<
assolutamente >> disse fiero afferrando i caffè che gli venivano sporti.
<<
e non dimenticarti che … ah … >> Beckett all’improvviso gemette e Castle
perse il respiro.
<<
Kate? Kate stai bene? Kate? >> la sentì sospirare pesantemente .
<<
sì … era solo un calcio … >>
<<
no! Quello non era un calcio! Non lo era ! >>
<<
rilassati Rick … è tutto ok! Rick … Rick ? >> ma niente, lui aveva già chiuso la
chiamata con apatia lasciando i soldi sul bancone, più di quelli che servissero
e, mormorando frasi sconnesse, cominciò a correre fuori dal locale con il sacchetto
di muffin in una mano e i caffè
nell’altra.
<<
sto per diventare padre! Sto per diventare padre! Lo sono già ma lo divento di nuovo! >>
Corse
come una furia lungo la strada, evitando pedoni, vecchiette e bambini con un
agilità che non credeva nemmeno di possedere il tutto senza far cadere caffè e
dolci. Corse a perdifiato fino all’ingresso del distretto e continuò a correre
lungo l’atrio evitando di andare a sbattere contro i poliziotti .
<<
Signor Castle! E’ successo qualcosa? >> domandò l’uomo in guardiola che
lo seguì con lo sguardo, preoccupato da quell’atteggiamento.
<<
Non ho tempo Bob! Sto per diventare padre! >>
<<
Ma … signor Castle … l’ha detto anche ieri … >>
<<
Questa volta è vero però! >> la sua corsa terminò solo all’interno
dell’ascensore e frenò in tempo prima di andare a sbattere contro una delle
pareti.
Premette
con insistenza il tasto finché le porte si chiusero .
Primo
piano, secondo piano << accidenti a te! Per una volta non puoi andare più
veloce? >> urlò contro i numeri gialli che si accendevano troppo
lentamente.
Prese
un respiro per calmarsi.
Ricorda cosa ha detto il
dottore Rick, non agitarti perché se ti agiti tu si agita anche lei ed è la
fine … respira calmati e adesso comincia a contare.
Quando
le porte si riaprirono mise su un sorriso smagliante e riprese a camminare
velocemente verso la scrivania di Beckett. Lei era in piedi, gli dava le
spalle. Accelerò il passo.
<<
Eccomi ! Ci sono! Ho calcolato il percorso in ascensore! Cinque minuti per
raggiungere l’auto, sette per arrivare in ospedale ! Se usiamo la sirena e la
corsia preferenziale entro quindici minuti saremo a … >> si bloccò.
Kate,
Esposito, Ryan e la Gates lo fissarono come fosse impazzito e si ritrovò a
dover subire gli sguardi increduli di quattro persone senza riuscire a trovare
una spiegazione logica ai suoi sproloqui mattutini o una rapida via di fuga.
<<
ehm … caffè ? >> la Gates lo trucidò con i suoi occhi d’acciaio e respirò
uno sbuffo osservando lui e ciò che reggeva nelle mani tremanti.
<<
Quando avrà finito di interrogare il sospettato e il suo calo di zuccheri sarà
sparito mi chiami detective Beckett >> e detto ciò si voltò richiudendosi
nel suo ufficio.
Esposito
e Ryan si scambiarono un’occhiata preoccupata.
<<
sei sicuro di stare bene amico? >>
<<
io …? Ma … lei ha … >>
Kate
scosse la testa e prese il suo caffè << te l’avevo detto che era solo un
calcio, esattamente come quello che riceverai tu se mi farai fare di nuovo una figura
del genere davanti alla Gates >>
Si
appoggiò alla scrivania guardandolo di sbieco.
Castle
arricciò le labbra e allungò il pacchetto << muffin? >>
<<
ti sei salvato >> sorrise e sbirciò nella busta.
<<
e per noi? Ho una fame che non ci vedo >>
consegnò a Ryan i muffin e tornò a concentrarsi su Kate .
<<
mi dispiace, ma al telefono … >> la detective , senza smettere di
guardarlo, si sedette e afferrò la sua colazione con voracità.
<<
Rick, non puoi fare così ogni volta che tira un calcio perché sai, lo fa più o
meno ogni cinque minuti >> lo scrittore abbassò lo sguardo verso il
ventre rigonfio e si rabbuiò . Kate sorrise gli prese la mano e gliela posò
esattamente dove la bambina scalciava << è presto Rick, manca un mese …
so che tutta questa situazione ti sta eccitando più del solito però almeno
davanti alla Gates cerca di trattenerti >>
<<
promesso … >> sorrise e appoggiò il palmo vicino all’ombelico e poco dopo
percepì un piccolo movimento di vita. Come ogni volta che accadeva gli salirono
le lacrime agli occhi che abilmente ricacciò dentro.
<<
sai, con tutti questa frenesia fra scene del crimine e appostamenti, dovremmo
inventare una parola in codice. Sì, una parola che significhi , Johanna sta nascendo
>> Kate mollò il suo caffè sulla scrivania e lo fissò sbalordita.
<<
scherzi? >>
<<
affatto, è importante per la vostra sicurezza >>
<<
che ne dici se mi metto ad urlare “ Johanna sta nascendo”! Va bene? >> lo
schernì tornando a sorseggiare il suo caffè decaffeinato che oramai cominciava
a non sopportare più. Otto mesi passati a ricordare solamente il gusto del suo caffè preferito della
mattina, non me poteva più.
<<
no,no, no … troppo lungo, ci vuole qualcosa di più incisivo >> rifletté
seriamente .
<<
non posso credere che tu stia pensando davvero a … >>
<<
ci sono ! >> esclamò ignorandola << mele >>
<<
quella è la tua parola di sicurezza
>>
<<
giusto … allora vediamo, lamponi, banane? Pesche? >>
<<
per forza della frutta? Non potrebbe essere caffè? >>
<<
no Kate, abusi già troppo di quella parola che per almeno altri due mesi ti
dovrebbe essere vietata >>
<<
ok, genio. Allora dinne tu una più appropriata >>
<<
deve essere una parola non comune ma identificabile , una che non pronunciamo
spesso … >>
<<
forchette? >> e rise di gusto. Castle la guardò male e tornò a
concentrarsi.
<<
una parola più romantica di forchette … mmh … ciliegie >>
<<
quella è la mia parola … >> obbiettò imbronciandosi .
<<
giusto … ok … mmh … >>
<<
mentre ci pensi io vado ad interrogare il sospettato >> si alzò a fatica
dalla sedia e lui l’aiutò perso con la mente a ragionare su una parola idonea.
<<
Balenottera ti piace? >> Kate sgranò gli occhi e lo afferrò per la
camicia.
<<
perché ? Si sembro grassa? E’ per questo? >>
<<
no,no … è una parola che mi fa ridere … io ti trovo stupenda … lo sai !
>> lo lasciò e ricadde all’indietro sulla sedia << sono incinta , non
disarmata. Non scordarlo >>
E
dicendo ciò si diresse verso la sala interrogatori . Aprì la porta ma la mano
dello scrittore la richiuse immediatamente lasciandola basita << l’ho
trovata . Rose . E’ romantico, corto, incisivo , in una parola perfetto
>>
<<
rose? >>
<<
sì , se senti un dolorino, una cosa da niente tu urli “rose” ed io corro!
>>
<<
rose … >> ripeté scettica arcuando un sopracciglio.
<<
è perfetto … >> mormorò compiaciuto . Kate arricciò le labbra e annuì
assecondandolo. Aveva letto da qualche parte che molti futuri padri, non sopportando
quella situazione spesso stressante, o
si allontanavano o impazzivano. Richard Castle era decisamente impazzito.
Gli
accarezzò una guancia e gli spostò la mano dalla porta .
<<
va bene Rick … ora vado ad interrogare il sospettato >>
<<
io chiamo Alexis, sono sicuro che apprezzerà più di te la mia idea >>
<<
ma certo >>sorrise accondiscendente.
<<
smettila di prendermi in giro! >>
<<
non lo sto facendo, ma vedi … la prima regola che ho imparato in accademia è di
assecondare i matti, non provocarli >> aprì la porta e tornò seria in un
lampo << allora signor Monroe, si è deciso a parlarmi di cosa è accaduto
due notti fa? >> e la porta si richiuse alle sue spalle.
Castle
sospirò ed entrò nella stanza accanto, dove Ryan gli aveva riservato un posto
in platea.
<<
ha ragione amico … devi farti vedere da un analista >>commentò .
<<
sapete, l’altra notte ho sognato un universo parallelo dove voi non origliavate
ogni nostra conversazione privata >>
<<
ah ah divertente … >> sbottò Esposito .
<<
buoni i muffin ? >>
<<
sì grazie ! >> ribatté Ryan addentando il terzo << sai … non è così male l’idea delle rose
… insomma, potreste chiamare la bambina Johanna Rose Castle , suona bene !
>>
<<
sì suona bene, a meno che Beckett non la voglia chiamare Johanna Caffè Castle >>
<<
ipotesi molto probabile >>
Castle
sorrise << la verità è che ieri ho guardato l’era glaciale tre con Alexis
, quel cartone mi ha ispirato. Avevamo bisogno di una frase in codice per quel
momento perché potremmo sempre ritrovarci sperduti in una giungla preistorica
ed essere attaccati da pterodattili non estinti >>
<<
certo, certo … tutto è possibile >> Esposito scosse la testa esasperato.
Ryan
li interruppe indicando il vetro antiriflesso << signori,comincia lo show
. Detective incinta di otto mesi vs spacciatore pluriomicida, primo round
>> e mentre Beckett cominciava la tua battaglia, torchiando in tutti i modi possibili il sospettato,
Castle pregava che si ricordasse, per ogni evenienza quella parola . Guardò per
un secondo i suoi amici poi si
picchiettò sul petto dove teneva la piccola fotografia in bianco e nero di Johanna e sorrise fra sé.
Rose
suona bene. Si ripeté.
Rose
è una parola perfetta, romantica e profumata.
Ed
io sono un genio.
Grazie di averla letta!
Spero vi sia piaciuta! =)
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