Stavo facendo un po' di
stretching, con
un occhio mezzo chiuso a causa di un raggio di sole che puntava
dritto sul mio volto,quando venni distratta dal fischio del coach.
Tutti si voltarono a guardarlo, me compresa,attendendo che proferisse
parola e si decidesse a svelarci il motivo del suo richiamo. Quella
mattina ero più impaziente e nervosa del solito, non mi
andava a
genio nulla...forse perchè la mia migliore amica era a casa
malata o
forse perchè avevo preso un sette in biologia! Era una cosa
che
odiavo quella di avere un voto inferiore all'otto in qualunque
materia,volevo essere la migliore in tutto. La mia media scolastica
doveva semplicemente confermarlo.
In silenzio, mi avvicinai
al gruppo di
ragazzi e cheerleader che si era formato attorno all'allenatore e con
le braccia incrociate al petto aspettai; si schiarì la voce
e
finalmente quell'odioso insegnante di mezza età,che a mio
parere ne
sapeva ben poco di educazione fisica e sport, aprì bocca:
-Ragazzi, oggi abbiamo una
nuova
recluta, David Reed! sappiate che questo batte duro... sarà
fondamentale per le prossime partite,dunque fatelo sentire a casa!-
Voltai il capo un po'
più a sinistra e
mi accorsi che in effetti accanto al coach c'era un nuovo giocatore.
Avevo intravisto quel ragazzo nei corridoi, dopotutto non era il tipo
da passare inosservato data l'altezza e i due occhi verdi che
attiravano tutti peggio di una calamita, ma come al solito non
l'avevo degnato di grande considerazione. Dopotutto coloro che
meritavano l'attenzione di Sabrina Theron erano pochi!
Smisi di perdermi in quegli
assurdi
pensieri, che sapevano più di auto convincimento, e mi
voltai per
tornare nella parte di campo assegnata alle cheerleader per il loro
allenamento, quando per poco non venivo scaraventata a terra da un
bestione che mi aveva colpito con la spalla!
-Ehi!- esclamai stizzita
mentre gli
lanciavo un'occhiataccia.
Lui sorrise e mi
fissò qualche
secondo. -Scusa piccola, come posso farmi perdonare?- chiese con un
tono che definire viscido e squallido era un eufemismo!
Odiavo quel tipo di
ragazzi, tutti
quelli che mi ponevano alla stregua delle altre, convinti che
bastasse una frase come quella per conquistarmi.
Alzai un sopracciglio e lo
fulminai con
lo sguardo. -Piccola, lo dirai a tua sorella! Guarda dove cammini la
prossima volta, davvero mi chiedo come tu faccia a correre dietro il
pallone se nemmeno vedi e fai attenzione alle persone che ti stanno
vicino!- il tono che usai per pronunciare quelle parole venne
automaticamente pieno di stizza e di sicuro la mia espressione non
era da meno... rimasi a fissare la sua faccia da pesce lesso per
qualche secondo, contenta dell'effetto ottenuto su di lui, quando
sentii una fragorosa risata dietro di me. Incuriosita mi voltai e
vidi che era il ragazzo di prima, quello appena entrato in squadra.
Lo guardai con espressione assolutamente piatta e tornai indietro.
Quelle sfaticate delle altre cheerleader avevano bisogno del loro
capo per iniziare o non avrebbero concluso un accidenti nemmeno dopo
un'ora.
Conclusa l'ora di
educazione fisica,
ero davanti lo specchio a sistemare i capelli biondi che mi
ricadevano sulle spalle in morbide onde e a dare gli ultimi ritocchi
al trucco. Odiavo con tutta me stessa fare la doccia a scuola,
lì
non avevo tutto il necessario per poter apparire al meglio e la cosa
mi destabilizzava parecchio. Avevo provato la sensazione di essere
seconda, di essere quella invisibile, quella che non è mai
abbastanza. Conoscevo il senso d'inferiorità e di
umiliazione che ti
attanagliava lo stomaco quando non si è mai la prescelta o
la
favorita. Conoscevo fin troppo bene quegli stati d'animo e le loro
conseguenze. Per questo mi ero ripromessa che mai un'altra volta
nella vita sarei stata seconda a qualcuno,che mai più mi
sarei
sentita in quel modo e che nemmeno in un universo parallelo sarei
arrivata ad affrontare quelle estreme conseguenze.
Riposi il pennello per il
phard dentro
l'astuccio ed uscii dal bagno delle donne, pronta ad affrontare due
estenuanti ore di matematica.
-Ehi biondina!- avevo fatto
si e no
cinque passi in direzione dell'aula in cui tra poco sarebbe iniziata
la lezione, quando mi sentii chiamare in quel modo. Decisamente
odioso! Mi voltai scocciata in direzione della voce che avevo sentito
e vidi seduto su un banchetto messo lì all'angolo, il
ragazzo che ci
aveva presentato il coach. Aveva ancora i capelli umidi dopo la
doccia, più che biondo scuro sembravano quasi marroni
adesso,
indossava un paio di jeans ed una maglia nera a maniche corte; mi
fissava con un sorrisetto sghembo mentre lo guardavo scocciata con le
braccia conserte.
-Per tua informazione, ho
un nome e se
non lo conosci devo ammettere che sei proprio un caso disperato.-
affermai sicura di me, convinta che questo mio atteggiamento
l'avrebbe indisposto.
Quel mezzo ghigno che aveva
stampato
sul volto si trasformò in un ampio sorriso,
schioccò la lingua e si
mise in piedi. Senza dire nulla, completamente rilassato e forse
anche divertito dalla mia reazione, si avvicinò, senza mai
staccare
gli occhi dai miei, fin quando per poco il suo naso non sfiorava il
mio; mi guardò ancora ed io... io mi sentivo tremendamente
in
imbarazzo in quel momento. E non poteva succedere una cosa del
genere! Non doveva! Nessuno doveva avere il
“potere” di mettermi
minimamente in soggezione!
-mmm immaginavo avessi un
nome- disse
con voce calda,senza smettere di sorridere -ma magari non credi che
io non lo sappia per il semplice motivo che alla fine non sei
così
importante come credi?-
E no, cascava proprio male
questo
spilungone con le spalle larghe quanto un armadio!
Mi alzai leggermente sulle
punte dei
piedi, fissando con sicurezza quelle iridi color smeraldo, facendo
nascere sulle mie labbra un leggero sorriso.
-Eppure sei tu quello che
mi ha
aspettata qui fuori, quello che mi ha chiamata- affermai sicura e
soddisfatta della mia risposta.
Mi guardò in un
primo momento
interrogativo e poi scoppiò in una risata... che cavolo
aveva da
ridere! Non stavo mica scherzando io!
-Biondina arrivi sempre a
conclusioni
così affrettate?- mi chiese mettendosi una mano in
tasca,continuando
a guardarmi tranquillo e sorridente. Mi stava letteralmente mandando
su tutte le furie con quell'atteggiamento e soprattutto mi stava
facendo perdere tempo,rischiando di arrivare in ritardo per la
lezione. Stavo per aprire bocca e rispondergli ma mi batté
sul
tempo...
-Ti stavo aspettando solo
per portarti
questo!- disse ridacchiando ancora e alzando un oggetto tondo nero e
fucsia, tenendolo con due dita. -Non sia mai che una come te perda il
suo fondamentale specchietto!-
Sentii le guance
infiammarsi, sentivo
di aver fatto proprio una brutta figura e per la prima volta dopo
tempo ero rimasta a bocca aperta, alla ricerca di una risposta a tono
per zittirlo. Arrabbiata, con un gesto veloce, gli tolsi lo
specchietto dalle mani e lo rimisi in borsa, guardando David per
mezzo secondo negli occhi e abbassando poi lo sguardo decisamente
imbarazzata.
-Come immaginavo!- disse
sicuro,
passandomi accanto e facendomi perdere un poco l'equilibrio con un
leggero colpo di spalla.
Mi sentivo quasi furiosa
per non essere
riuscita ad usare la mia solita corazza di superficialità e
arroganza con lui.
Il suono della campana mi
ricordò che
ero già in ritardo di qualche minuto, cosa che il professore
Peterson odiava, così iniziai a correre, attenta a non
inciampare
nelle mie ballerine firmate.
Cercai di fare il
più presto
possibile, ma quando arrivai in classe erano già tutti
seduti ed il
professore aveva iniziato a svolgere lo studio di una funzione.
-Signorina Theron, come mai
questo
ritardo?- mi chiese,alzandosi gli occhiali con l'indice.
-Scusi, ho perso tempo
nelle docce dopo
educazione fisica.- gli risposi prontamente, guardandolo con il mio
solito sguardo da cucciolo, che incantava tutti quanti, e con
un'espressione dispiaciuta.
-Magari hai perso tutto
quel tempo a
truccarti...- arrivò questa frase, dal fondo dall'aula,
facendo
ridere tutti quanti e lasciando me sbalordita.
Voltai immediatamente lo
sguardo in
direzione di quella voce ed eccolo lì... Dio ma era una
persecuzione?!
-Reed, faccia silenzio e si
ricordi che
è qui perchè deve necessariamente recuperare il
quattro che ha
nella mia materia!- lo zittì subito il professore, mentre io
con i
nervi a fior di pelle andavo a sedermi nell'unico posto libero, in
fondo all'aula, proprio dietro a quel David. Cavolo non vedevo nulla
con quella specie di armadio a quattro ante che avevo davanti!
Questa giornata non
sembrava
migliorare, già dal risveglio, quando avevo letto il
messaggio di
Emma in cui mi diceva di avere la febbre, sapevo che sarebbe stata un
inferno... ma com'è che si dice? Le cose possono sempre
peggiorare!
Già... stamattina ne avevo avuto la conferma!
Dopo due ore che sembrarono
infinite,
trascorse a prendere appunti e a voltarmi a destra e sinistra con
l'intento di vedere la lavagna, la campana suonò e mi
precipitai
fuori dall'aula.
Con i libri ancora in mano,
mi diressi
verso il portone d'uscita, ma la mia attenzione fu attirata da un
gruppo di ragazzi che ridevano. Uno era quel cretino di David ma gli
altri due non li avevo mai notati... uno era alto, biondissimo e con
un sorriso ampio e solare; mentre l'altro era un po' più
basso degli
altri due, con i capelli scuri e due occhi blu che di certo non
passavano inosservati nemmeno da dove mi trovavo io.
Guardando in un'altra
direzione,
continuai a camminare per uscire da scuola; passando accanto a loro
mi accorsi con la coda dell'occhio che quello moro si voltò
a
guardarmi, magari gli avrei anche sorriso dato che sembrava uscito da
Abercrombie & Fitch, ma la presenza di quell'antipatico di
David
mi spinse a guardare dritto ignorandoli.
Arrivata a casa, dopo aver
parcheggiato
il motore in garage, mi precipitai in bagno a legarmi i capelli e poi
mi diedi da fare per prepararmi il pranzo. Proprio come ogni
santissimo giorno, la casa era deserta, mia mamma era sicuramente in
ospedale a fare il doppio turno pur di non pensare al divorzio ed io
me ne restavo in pace, non più costretta a sorbirmi tutte le
litigate furibonde dei miei.
Mentre aspettavo che
l'acqua per la
pasta iniziasse a bollire, presi il telefono e digitai il numero di
Emma.
-Pronto?- una voce nasale
mi rispose al
secondo squillo.
-Emminaaaa come ti senti?-
le chiesi
sorridendo, pensando alla faccia che poteva avere in quel momento la
mia amica..
-Una vera cacca! Comunque
come te la
sei passata senza di me oggi?-
-Per favore, cambiamo
argomento! Non
vedevo l'ora che quelle sei ore si concludessero!- dissi con tutta
sincerità e sentendo riaffiorare il nervoso al solo pensiero
della
mattinata trascorsa.
-Oh mi dispiace!-disse con
un tono un
po' afflitto -Senti volevo chiederti se oggi mi davi una mano...
ricordi che faccio la baby-sitter vero? Bene, oggi devo tenere un
bimbo di cinque anni ma da sola non ce la faccio combinata
così,
potresti venire anche tu?- concluse con tono quasi supplichevole.
Ovviamente non mi sarei rifiutata mai di darle una mano ma avevo
troppo bisogno di passare del tempo con lei quel pomeriggio
così
accettai subito.
Verso le tre del
pomeriggio, arrivai a
casa di Emma. Mi aspettavo che mi aprisse la porta un essere
pallido,in pigiama,avvolto in chissà quante coperte e
vagamente
somigliante alla mia amica; invece mi aprì la porta di casa
un' Emma
vestita come se dovessimo uscire a fare shopping, truccata con
così
tanta cura da non sembrare malata ma semplicemente raffreddata dato
il rossore al naso e con un sorriso smagliante. La guardai facendo un
mezzo sorriso ed inclinando il capo di lato per osservarla meglio.
-Ti vesti così
per badare ad un
bambino di soli cinque anni?- le chiesi ridacchiando, mentre entravo
in casa e mi chiudevo la porta alle spalle.
-Questo perchè
tu non hai visto il
fratello maggiore! È qualcosa di spettacolare... secondo me
è un
alieno! Nessun essere umano è così bello!- mi
disse su di giri,
mentre ci dirigevamo in salotto.
Quando entrammo rimasi
scioccata nel
vedere il bambino che sorridente le venne in contro correndo e
stringendosi poi alle sue gambe. Era in assoluto il bambino
più
bello che avessi mai visto, i capelli biondi che sembravano dorati,
gli occhi enormi di un azzurro intenso, il nasino piccolo ed un
sorriso bellissimo che mi faceva pensare a quello di un angelo.
-Ecco... immaginati uno
come questo
piccoletto qui a diciassette anni!-mi disse ridendo, mentre
scompigliava i capelli del piccolo con un gesto della mano veloce.
-Beh, mi sa che ora capisco
perchè ti
piace su- non ebbi nemmeno il tempo di concludere la frase che Emma
mi tappò la bocca con una sua mano.
-Ma sei scema! Si sa che a
quest'età
riferiscono tutto!- mi disse allarmata, mentre il bambino era tornato
sul tappeto a giocare con i suoi pupazzi fregandosene altamente della
nostra presenza.
-Mah! Se lo dici tu!-
tagliai corto,
sorridendole.
Erano passate circa tre
ore, Emma era
visibilmente impaziente mentre io navigavo un po' su internet con il
suo portatile.
-Emma ma che hai! Sembri in
preda ad
una crisi nervosa!- le dissi guardandola, dimenticando di controllare
il mio profilo Twitter.
-Ehm, niente tra poco viene
Alex a
riprendersi Matthew- disse tutta agitata. Ah ecco ora si spiegava
tutto. Nemmeno a farlo apposta, sentimmo il campanello suonare e
subito Emma mi rivolse uno sguardo tra il terrorizzato e il
“cavolo
finalmente rivedo quel bonazzo”.
Volevo vedere a tutti i
costi chi era
questo fantomatico ragazzo super bello che aveva letteralmente fatto
impazzire la mia amica, così presi per mano il bambino ed
insieme
seguimmo Emma che andava ad aprire la porta.
-Ciao! Scusa ho ritardato
un po' perchè
ci hanno fatto fare cinque giri di campo in più!- disse il
ragazzo
mentre Emma sorrideva in silenzio come un'allocca... oddio la
situazione era più grave del previsto se lei aveva questa
reazione!
Mi avvicinai e spalancai
gli occhi
vedendo chi avevo davanti.
Cavolo, ma proprio lui
doveva
piacerle?! Secondo me andava a cercarseli con il lanternino!
-Ciao!- mi disse il ragazzo
sorridendo,
mentre il piccolo Matthew gli andava in contro tutto contento.
-Ciao!-dissi a mia volta un
po'
titubante. Quel ragazzo alto e biondo era uno degli amici di David
che avevo visto all'uscita della scuola... ciò significava
che Emma
ad ogni cambio di ora e ad ogni ricreazione mi avrebbe letteralmente
assillato affinché ci trovassimo
“casualmente” vicino a lui.
Questa per completare la
giornata ci
voleva proprio!
NOTE
DELL'AUTRICE: Ciao
a tutti :) come vi sembra come primo capitolo? Diciamo che questa
idea è venuta all'improvviso ahahah spero vi sia piaciuto!
Ma cosa
assolutamente fondamentale è precisare che questa storia la
sto
scrivendo con una mia carissima amica fensi94 :)
Non
ho altro d'aggiungere però ci tenevo a darvi un'idea di come
sono i
personaggi fisicamente e com'erano vestiti in questo capitolo :)
Sabrina:
Emma:
David:
Alex
(amico di David):
Secondo
amico di David:
Ed
ovviamente non potevo non postarvi com'erano vestiti ahahahah
Un
bacione a tutti :) Morgana e Franci!
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