cap I firelight
Ciao!
Questa
storia inzia alla fine di Firelight LA RIBELLE. Quindi se non volete
svelarvi il finale è meglio che leggiate tutto il libro.
A
me non piaceva come si è concluso e ho deciso di allungare
di qualche pagina la storia.
Ho
scritto oggi tutto quanto, ero troppo coinvolta per smettere.
Questa
ff sarà quindi di tre o quattro capitoli ancora, non molto
lunga. Cercherò di postare con regolarità, visto
che ho tutto pronto.
Fatemi
sapere cosa ne pensate
Spero
di non aver rovinato un libro davvero coinvolgente e fantastico.
Capitolo I
Piove.
Mi ero dimenticata il
profumo dell’erba bagnata. Ispiro a pieni polmoni, non li
sentivo così leggeri
da mesi, da quando ero andata nel deserto. È bello,
però piango, ormai ho
rinunciato a trattenermi, almeno quando sono sola. Will, ho il cuore
distrutto,
brucia peggio di del fuoco, peggio delle mie lacrime.
Sono
sola nella camera del motel
sulla strada verso il clan, sento Cassian muoversi nell’altra
camera, dorme a
bocca aperta, sembra davvero rilassato. Io non sono riuscita a dormire,
ogni
volta che chiudo gli occhi vedo Will, il suo sangue viola, il sangue di
draki,
e vedo mia madre, il volto stanco, vecchio, quando siamo arrivati
davanti a
casa. Mi ha guardato, poi ha abbracciato Tamra, l’ha guardata
negli occhi e le
ha chiesto cosa volesse fare. Lei ha guardato me, Cassian, la piscina,
quella
che era diventata la sua casa, e sceglie il mondo umano, lo dice a
bassa voce.
Cassian la guarda, credo che non lo facesse da anni, e annuisce, sapeva
che
loro potevano evitare di tornare al clan, forse è anche
contento, senza di loro
io ho meno possibilità di fuggire.
E
così ora sono sola, anche mia
madre e mia sorella mi hanno abbandonato.
Mi
asciugo le lacrime, apro la
finestra sporca e respiro l’aria umida, sentendo la forza
farsi sempre
maggiore, non mi sentivo così viva da mesi, proprio quando
vorrei morire.
È
assurdo.
Will
ha detto che mi troverà.
Nonostante tutto non posso dimenticare quelle parole, non riesco a non
pensarci, ad abbandonare la speranza di poterlo rivedere.
Mi
sento tremare al pensiero del
clan, alla possibilità niente affatto remota che mi
costringano a rimanere lì.
Cassian non ne ha più parlato da quando siamo partiti, ma so
che non si opporrà
troppo.
Respiro
e sento la forza crescere
dentro, guardo il cielo cupo, scuro. Piove.
Avevo
scelto di andarmene, di
abbandonare mamma e Tamra, di cercare un altro posto dove vivere.
Loro
hanno scelto, posso farlo
anche io? Posso andare da qualche altra parte? Sono davvero costretta
ad andare
al clan?
Una
strana speranza brucia dentro
di me, la sento forte proprio come il mio corpo, ora che è
vicino alla viva
terra.
Cassian
mi seguirà, però posso
mettere una bella distanza tra di noi, ora dorme.
Non
ci penso ancora, non ho più
nulla da perdere, al massino rinvio solo il ritorno al clan. Non ho
fatto
nessuna scelta fino ad ora, e il mio mondo si è comunque
rovesciato.
Mi
svesto e mi lascio tornare
draki, è molto più facile rispetto a quando ero
nel deserto.
Raccolgo
i vestiti, un paio di
jeans e una maglietta che mia mamma mi aveva dato appena mi aveva
visto. Dove
li metto? Mi potrebbero servire se devo mangiare tra gli uomini. Infilo
la roba
nello zaino, ha anche una cinghia in vita, e lo posso allacciare
così, senza
che mi dia fastidio alle ali.
Non
mi ero mai sentita così
lucida, era la pioggia, la terra o la mia scelta? Forse dovevo trovare
la forza
di decidere, non l’avevo mai fatto. Mi ero sempre adeguata
alle scelte degli
altri: prima il clan e poi mamma. Forse la mia unica scelta era stata
quella di
non abbandonare il draki… e di permettermi di amare Will.
Be’
qualche scelta alla fine
l’avevo fatta, ma solo negli ultimi tempi… stavo
davvero crescendo?
Le
gocce di pioggia mi bagnano
non appena mi lancio e inizio a battere le ali, devo avvicinarmi alle
nuvole
per proteggermi dagli sguardi.
I
venti sono impetuosi, rispetto
a quelli del deserto, e mi sospingono con fin troppo impeto da una
parte
all’altra. Devo concentrarmi, smettere di pensare andare
avanti, allontanarmi
da Cassian più che posso.
Volo
per tutta la notte, sono
stanca, le ali sono pesanti da muovere. Non avevo mai volato
così a lungo, mi
rendo conto, e devo farlo ancora per mesi, se voglio riuscire a
seminare
Cassian.
Ora
però so di dovermi fermare.
Ho pochi soldi, quelli che mi ero presa per l’appuntamento,
nulla di più, non
posso permetterli di sprecarli per pagare un albergo.
Atterro
quindi in un boschetto,
non è grande come quello che circonda il clan, ma
è una novità rispetto
all’arsura vuota del deserto.
Sento
la pelle viva, sono forte
nonostante la stanchezza.
Mi
arrampico sull’albero più
grande e decido di dormire, al mangiare penserò dopo, ora
sono davvero stanca.
Mi
vesto e mi aggrego alla calca
di ragazzi che escono da scuola, cercando di risultare normale, lo
zaino in
spalla, entro in un supermercato, compro delle scatolette di cibo in
offerta e
delle bottiglie d’acqua, non posso caricarmi troppo,
faticherei a volare. Pago
e mi domando se Cassian ha capito che sono fuggita volando, se mi sta
seguendo
o se ha deciso di tornare al clan. Forse andrà da mia mamma,
forse la costringerà
a tornare al clan. Non ci avevo pensato, ma anche mamma e Tamra devo
essersi
trasferite, per scappare ai cacciatori, Cassian impiegherà
comunque del tempo
prima di trovarle.
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