NOTE DELLA TRADUTTRICE: questa ff è
tradotta da LITHTYS col permesso dell'autrice.
NEXT TIME
by uy
La luna era bassa nel cielo. C'erano alcune stelle visibili, tuttavia le luci
della città smorzavano la bellezza della loro naturale luminosità. Era senza
dubbio una bellissima notte, con alcune persone che si godevano la tarda ora e
l'indistinto suono dei motori e degli animali notturni che a malapena
attraversava l'aria.
Ranma era, stranamente, inconsapevole dell'ambiente circostante. Ancora meno
tipico era il fatto che fosse così perchè profondamente assorto nei propri
pensieri. Tardi, seduto sul tetto, come aveva sempre voluto...un'esperienza
personale senza che nessuno lo disturbasse.
Aveva finalmente trovato un modo per raggiungere questo posto solo due
settimane fa, quando Akane gli aveva dato un colpo particolarmente brutto con la
mazza sulla fronte e gli aveva fatto guadagnare un inaspettato sonnellino
pomeridiano. Si era svegliato nel cuore della notte, nella sua stanza, con suo
padre che russava regolarmente di fianco a lui. Non sapeva come fosse arrivato
dal cortile, dove era atterrato ed era svenuto, alla sua stanza, ma pensava che
una delle persone più amorevoli, come Kasumi o Nodoka, avesse provveduto per una
sistemazione più confortevole rispetto allo svegliarsi nello stesso luogo in cui
aveva perso conoscenza. Facendo nota mentale di ringraziarle entrambe la mattina
dopo, Ranma si voltò sul fianco e cercò di rimettersi a dormire. Dopo mezz'ora
che si girava e si dimenava, si arrese e si incamminò verso il tetto.
Fu così che lo scoprì; ad una certa ora della notte, le persone che
conosceva, dormivano. Da allora in poi, dopo che era
ritornato da scuola, si era allenato per qualche minuto, aveva mangiato un pasto
abbondante, sarebbe andato a dormire e si sarebbe svegliato quando il mondo
fosse stato abbastanza tranquillo. Dopo aver trascorso alcuni minuti sul tetto,
meditando sul perchè non farlo, tornava giù.
Ma non dormiva mai realmente fino a qualche ora prima dell'alba, quando si
ritrovava abbastanza soddisfatto per tornare nella sua stanza.
Che cosa combinava dopo aver trascorso del tempo sul tetto era un segreto che
lo faceva arrossire e gli dava la sensazione di avere delle farfalle nello
stomaco quando ci pensava, sia per il pericolo di essere scoperto che per
l'esaltazione di essere capace di farlo senza che nessuno lo sapesse.
Stanotte, sentiva quel sentimento di trepidazione ed eccitazione che stava
diventando piacevolmente familiare ai suoi sensi. Sorridendo stupidamente fra sè
e sè, si alzò velocemente, si dondolò su e giù dal borbo del tetto e aprì la
finestra della camera di Akane. Era una tecnica che aveva imparato a dominare
nell'anno appena trascorso, entrare in quella stanza senza fare alcun rumore.
Avrebbe tirato il bordo superiore della finestra con una mano mentre spingeva al
centro con l'altra. In questo modo, era capace di controllare il rumore che
avrebbe potuto prodursi. Grazie al cielo, Akane non aveva mai sostituito la
serratura che si era rotta la prima volta che Ranma aveva dovuto usare la sua
finestra per scappare o nascondersi. Aveva pensato che non sarebbe stata
l'ultima volta.
Dondolandosi nella stanza con una grazia dovuta all'abilità plasmata dalle
arti marziali, Ranma tirò un sospiro di sollievo, vedendo che la sua fidanzata
non si era svegliata. Si girò per chiudere di nuovo la finestra e guardando
indietro da sopra la spalla il volto di Akane illuminato dai raggi della luna,
cambiò idea. Si sedette di fianco al letto, mezzo nascosto nell'ombra e guardò
respirare Akane.
La gente lo avrebbe deriso se lo avesse scoperto. Guardare qualcuno dormire
non era esattamente una cosa da Ranma. Comunque, mentre faceva ciò, notte dopo
notte, gli importava sempre meno quanto fosse melenso.
Ranma pensava che Akane fosse la più affascinante delle dormienti. Non
russava, nè sbavava o digrignava i denti, come la maggior parte delle persone
che conosceva. Le sue ciglia che ondeggiavano contro il pigro color roseo delle
sue guance era qualcosa su cui Ranma fantasticava durante il giorno. Voleva
sentire quelle ciglia contro il suo petto...o sotto le sue labbra. Inoltre Akane
non si muoveva molto, come si era aspettato, col suo essere così energica tutto
il tempo. Normalmente sarebbe rimasta in una posizione, raggomitolata sul fianco
sinistro sul bordo del letto, lontana dal muro. Aveva sempre metà del cuscino
sotto la guancia e l'altra metà lo abbracciava al petto.
Akane dormiva pacificamente. Anche nella frenesia degli incubi, tutto quello
che avrebbe fatto sarebbe stato succhiarsi il labbro inferiore, mormorare parole
incomprensibili ed aggrottare le sopracciglia. E talvolta faceva la cosa più
straziante - sussurrava un nome che Ranma poteva a malapena comprendere ed una
lacrima scendeva dagli occhi giù nel cuscino. Il più delle volte, era il nome di
sua madre; altre volte, quello di Ranma.
Quando scoprì che nella confusione del sonno che la induceva a sussurrare, il
suo nome era spesso presente, Ranma sentì un calore diffondersi nel petto. Lui
ed Akane non avevano mai realmente parlato della loro relazione, così non c'era
mai stata nessuna certezza che l'investimento emotivo fosse reciproco. Ranma era
sollevato e felice di sapere che lei ci teneva, ma ancora non trovava che il
fatto che Akane sognasse di lui fosse un'attendibile fonte di coraggio per
rivelarle i suoi sentiemnti.
Stanotte era la prima volta che lasciava la finestra aperta. Era sempre stato
spaventato dall'idea che qualcuno avrebbe potuto guardare, aspettando solo il
momento opportuno per urlare o attaccarlo e svegliare Akane.
Così stanotte, nel rischioso ma comunque magnifico bagliore della luce della
luna, Akane sembrava straordinariamente incantevole.
Era così difficile trovare dei momenti di tranquillità a Nerima e Ranma,
avendoli avuti per due settimane, si sentiva un poco più sfrontato. Voleva
baciarla. E sapeva che c'erano davvero poche possibilità di farlo quando sarebbe
sorto il sole; sapeva anche che sarebbe stato estremamente difficile trattenersi
fino alla notte successiva. E baciare così, improvvisamente, Akane durante il
giorno, non era da considerare un'opzione. A Nerima, improvvise mosse facevano
andare le cose nel panico e nel caos.
Così, chiamando a raccolta tutto il coraggio che aveva, Ranma si chinò in
avanti, sentì il respiro di Akane sulle sue labbra, e la baciò, dolcemente
quanto poteva e risolutamente quanto osava. Si soffermò lì, nel suo mondo di
calore, prosperità e umidità, per alcuni momenti prima di tirarsi finalmente
indietro. I suoi occhi rimasero chiusi, l'oscurità permetteva loro di rimanere
ancora un po'più a lungo nel sogno di baciare Akane.
Aprendo languidamente gli occhi, un sorriso sulle sue labbra dischiuse, non
si aspettava di incontrare delle scintillanti, curiose, e speranzose iridi
un marrone idistinto.
Akane battè le palpebre. Ranma ancora stupito e inpanicato, realizzò che la
sua faccia era ancora insolitamente vicina a quella di Akane e si spostò,
sedendosi a disagio nelle ombre sfumate di blu. Aspettò che lei dicesse o
facesse qualcosa, gli occhi spalancati per la trepidazione e le guance che
andavano tingendosi di rosso per l'imbarazzo.
Akane non interruppe il contatto visivo. Lentamente, si tirò su a sedere con
una mano mentre con l'altra teneva i bordi delle coperte. Inclinò la testa da un
lato e si morse il labbro inferiore, sentendo il sapore di Ranma e finalmente
afferrò la realtà di quel bacio.
Avrebbe gridato per la rabbia, per l'indignazione e lo shock nel trovare
qualcuno, specialmente il suo perverso fidanzato nella sua stanza, nel cuore
della notte, ma si era svegliata con le labbra di Ranma sulle sue ed il suo
corpo che perdeva i sensi nella serenità di sapere che era lui che era lì e non
qualche REALE pervertito che cercava di violentarla o rapirla. In qualche modo
il sonno la teneva stretta ancora per metà e le evitava di agire e di reagire
violentemente.
E così l'unica emozione che era rimasta era la sorpresa, ed il fremere di
piacere soppresso.
"Beh?", disse, sollevando le sopracciglia con impazienza.
Ranma deglutì nervosamente. "A-Akane?". Perchè sono ancora vivo?
"Uh. Chi altro potrebbe essere?", e si sedette diritta, incrociando le
braccia sotto al seno. "A meno che tu davvero non ti aspettassi
qualcun'altro...". La collera le incupiva gli occhi, rendendoli grigi
nell'oscurità.
"N-no! No!", Ranma agitava le mani di fronte a lui. "Io..uh...stavo
solo...stavo...stavo...".
"Mi stavi baciando".
Ranma deglutì di nuovo. Non disse nulla, aspettando che lei riprendesse il
controllo delle sue emozioni ed infine lo colpisse. "Sei...arrabbiata?".
Con sua sorpresa, Akane arrossì e sorrise. "Beh, no...non penso. A meno che
tu non mi dia una ragione per infuriarmi...".
"Così non sei arrabbiata per il fatto che...che ti ho baciata mentre stavi
dormendo?".
Akane scosse la testa.
Sentendosi fiducioso ora, Ranma sospirò di sollievo (ed eccitazione) e si
chinò in avanti, appoggiando i gomiti sulle ginocchia.
Dopo alcuni momenti di impacciato silenzio, Ranma si alzò per andarsene.
"Beh, ehm, buona notte, 'kane".
Akane si ridistese nel letto e tirò su le coperte. "Buona notte, Ranma". Aprì
la porta e guardò la sua fidanzata. I suoi occhi erano di nuovo chiusi e stava
sorridendo dolcemente. Sollevò un sopracciglio, soddisfatto e divertito.
Prima che riuscisse a fare un passo fuori nel corridoio, la sentì chiamare il
suo nome. "Potresti solo chiedermelo la prossima volta. Mi hai quasi spaventata
a morte".
Chiuse la porta e vi si appoggiò contro, guardando il soffitto. Ci sarà
una prossima volta.
E, tirando un pugno all'insù, reprimendo un urlo poco virile, fece un piccolo
salto di trionfo.
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Note dell'autore: ho intitolato la storia "Next Time" (la
prossima volta) perchè mi sembra sempre che i protagonisti dell'anime,
specialmente Ranma e Akane, stiano sempre a procastinare ed a trovare scuse, e
naturalmente hanno raramente l'opportunità di continuare qualsiasi cosa stiano
per fare. Ed è per questo che le loro vite sono così incasinate. Così, ecco, è
per questo.
Grazie per aver letto la mia storia! Se recensite lo apprezzerò
molto!
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