Il modo con cui imbracciava il fucile era sbagliato, il giovane Albert
lo sapeva bene eppure non diceva nulla. Quel ragazzo era appena
arrivato, dicevano che avesse un paio di anni più di lui,
inglese di origine, completamente pazzo. O meglio, amava il
divertimento e il rischio in ugual misura.
Ad un certo punto il più giovane se lo vide a distanza di 10
cm dal naso che lo fissava intensamente. Molto intensamente.
“Che... Che vuoi?!” Esclamò fissandolo
con gli occhi sgranati. Lui continuava a fissarlo.
“La tua pistola.” Disse semplicemente alzandosi e
facendo ruotare il fucile, come un bastone.
“Che ha che non va?” L’inglese continuava
a guardarlo distrattamente mentre lui si passava la pistola da una mano
all’altra.
“Non ha la sicura. Ci stai giocando... Se ti parte un colpo
mi toccherà dividere la camera con una ragazza di nome
Alberta... Le ragazze proprio non sono il mio genere,
sappilo.” Disse con semplicità guardandosi
attorno. Dal canto suo Albert smise all’istante di giocare
con la pistola e lo guardò, riservandogli
un’occhiata di ghiaccio.
“Quindi tu saresti... Angius?” Azzardò.
L’inglese si voltò lentamente, così
lentamente che Albert credette di aver sbagliato qualcosa. Che
l’avesse confuso con qualcun altro?
“Angius...?” Domandò soffocando una
risata prima di esplodere e lasciarsi cadere sull’erba ,
quasi a gambe all’aria. “Ahahahahah sarebbe un nome
che preferirei!!! “Esclamò ridendo più
forte sotto gli occhi confusi del più giovane che pensava
fosse pazzo.
“Angus è il nome giusto.” Un leggero
rossore avvolse il volto di Albert che si affrettò a
scusarsi. Doveva aver letto male nella fretta.
“In ogni caso... “ La voce si fece più
seria, forse troppo seria rispetto a quella di un ragazzo della sua
età. “Chiamami solo Richter. È
più formale... E lo preferisco.” Concluse dopo
essersi seduto sul prato, guardandolo.
Erano diversi, per non
dire opposti, sempre a discutere e battibeccare, ma in fondo, per quel
poco tempo che Richter rimase li e fu il suo compagno di stanza, Albert
si affezionò vedendolo come un fratello maggiore, un
esempio, nonostante i comportamenti a volte pazzi. E tutto
ciò che già sapeva Richter fu più che
felice di insegnarglielo. Eppure restavano due opposti, ed entrambi lo
sapevano. La luce e l’ombra.
“A me non serviranno questi. A casa mia il sole non si fa
vedere quasi mai.” Disse lanciandogli un paio di occhiali
scuri sistemandosi la sacca militare su una spalla.
“Ma sono comunque tuoi!”
“Consideralo un regalo. Addio.” Lentamente si
avviò verso un furgoncino già in moto che
l’avrebbe accompagnato all’aeroporto.
“Che vuoi dire?!” Fermò i suoi passi e
si voltò lasciandosi sfuggire un piccolo sorriso.
“Anche il primo giorno hai esordito con un che
vuoi.” Concluse allontanandosi.
Il tempo passa per
tutti, cambia tutti. Le persone incontrano nuovi visi, fanno amicizie
che durano forse per sempre o forse per mezza giornata. Ci si dimentica
del passato, spesso. A volte è un bene, a volte è
un male. Ma la memoria umana è fatta così, una
volta piena sovrappone le cose nuove alle vecchie nascondendole. La
memoria di alcuni cancella completamente, quella di altri, forse
più elastica, meno sistematica, tende ad incastrare i
ricordi. Come nel tetris.
“Ehilà! È comodo questo pezzo di
prato?”
Wesker aprì gli occhi e fissò da dietro le lenti
scure l’uomo chino su di lui senza capire chi fosse. Al suo
fianco William stava osservando con curiosità i due
stranieri, seduto li accanto.
“Che vuoi tu?” Domandò senza alzarsi,
con voce scocciata per il disturbo. L’uomo invece di
allontanarsi si chinò di più, se non avesse avuto
equilibrio gli sarebbe caduto addosso. Un sorriso divertito era dipinto
sul volto circondato dai capelli corvini.
“Sei sempre il solito... Certe persone non
cambiano.” Disse. Wesker non poteva nemmeno alzarsi ora,
senza rischiare di dargli una testata nel naso.
“Che vuoi dire?” Domandò ancora
fissandolo. L’uomo si alzò e lo guardò
dall’alto senza smettere di sorridere.
“No, non sei cambiato... Meglio così.”
Si sedette a terra facendo un cenno al compagno di seguirlo.
Alzò lo sguardo verso il cielo incrociando il sole con lo
sguardo.
“Spero almeno che tu abbia smesso di giocare con la pistola
senza la sicura inserita... Altrimenti il tuo amichetto sarà
in compagnia di una donna... E scommetto che gli piaci più
così... Alberta.”
Angolo Autrice:
Nata così, senza capo ne coda... Angus Richter è
un mio OC di una Fic su Assassin's Creed, ha 2 o 3 anni più
di Wesker... ho immaginato un loro incontro... il pazzo inglese e il
cubetto di ghiaccio...
Non so che dire di altro... Spero vi sia piaciuta, che vi
abbia fatto sorridere.
Dedicata sempre a voi, Evelyn13,
martamatta
e Son
Manu con cui stiamo riempiendo / invadendo il fandom di
Resident Evil!!
Bye Bye~
Aki
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