Capitoli revisionati (5)
" Heroes are made when you
make a choice
You could be a hero
Heroes do what's right
You could be a hero
You might save a life
[...]
" You could be a hero
You could join the fight
For what's right "
( Hero - Superchick )
Il frinio
delle cicale era
fastidioso, o almeno, Axel non poteva che ritenerlo
tale ora che cominciava a comprendere e non
apprezzare particolarmente la piega che aveva preso quella che oramai,
viste le circostanze, aveva smesso di
considerare una
ricerca infruttuosa.
Perchè alla fine quel qualcuno lo aveva trovato, li
aveva trovati lo corresse la voce petulante della sua
coscienza quando udì Aerith
definire quel
dannato cicaleccio
estremamente rilassante.
Sì, li aveva
trovati.
Al plurale.
Roxas tese una smorfia nel guardarsi attorno e
vedere solo
una noiosa e illimitata distesa d'erba davanti a sè, e
avrebbe preferito
trovarsi di gran lunga nella simulazione virtuale di Crepuscopoli
piuttosto che
in quella landa desolata, ma almeno c'era qualcuno con lui
pensò
con un velo di sollievo.
Anche se i suoi compagni di viaggio erano un uomo che farneticava di
ricordi dimenticati e una donna che era appena diventata il suo eroe
dalla scintillante armatura.
Axel si scrollò di dosso i fili di paglia con un grugnito di
fastido mentre la consapevoleza di essere finiti in un mondo
estremamente noioso cominciava a prendere piede nella sua testa, una
constatazione rinforzata dall'incredibile presenza di
tanto,
troppo verde e dell’aratro che avevano
scovato andando più avanti, lungo la via
ciottolosa che si inoltrava nella foresta.
Gli alberi erano alti
e rigogliosi,
e il profumo degli iris disseminati lungo il cammino era delicato, un
odore che Axel aveva catalogato come ‘puzza
quando Aerith gli aveva sbattuto in faccia un mazzo di quei
dannati e maleodoranti fiori.
- Un po’ di
allegria – soffiò lamentosa nel venire
scostata gentilmente di lato per poi chinarsi a raccogliere
da terra un fiore di ciliegio trasportato dal vento, incurante
dell’occhiata al vetriolo del Nessuno che la
fucilò con lo sguardo per invitarla a non accostare quella cosa ai suoi
capelli e dello sbuffo scocciato di
Roxas.
- Allegria ? E di cosa
dovremmo
essere allegri ? – smozzicò torvo Axel, calciando
un sasso e
afferrando la fioraia prima che questa potesse inciampare nella fossa
alla sua destra che ovviamente,
presa com'era a raccogliere quei fiori puzzolenti non aveva visto.
Aerith lo
ringraziò con un
sorriso, lanciando uno sguardo di gratitudine anche a Roxas che si
era istintivamente piegato sui talloni per attutire
l’eventuale caduta, un
atto spontaneo che trovò estremamente tenero .
Perché il
Nessuno di Sora lo era.
Tenero, ma confuso e triste, sentimenti che avrebbe trovato
il
modo di migliorare, perchè erano in un mondo nuovo, un mondo
da
esplorare e visitare, un pianeta che sentiva vibrare di vita, di pace.
- Del fatto che siamo
insieme. E
dal momento che Roxas non sembra recuperare la memoria, potremmo creare
nuovi ricordi – esordì ovvia, annusando il
ciclamino che
aveva scovato dietro una siepe di rovi.
- Vuoi davvero che
io... -
ma Axel si morse la lingua a sangue quando colse il barlume
di speranza
appena comparso nello sguardo di Roxas, come se fosse stato
rincuorato dalla possibilità di avere dei ricordi
solo suoi, di avere un fine più alto dell'essere la copia
sbiadita di un eroe.
E non era una cattiva
idea
ponderò con un po’ di titubanza, non se
la sua
concessione poteva regalargli un sorriso.
Poteva essere davvero un modo per strappargli quell’aria
sofferente dal
volto e accontentare allo stesso tempo la smania di
Aerith di rendere felice il mondo intero.
- Non mi sembra una
cattiva idea
– mormorò con un filo di voce, osservando
l’ombra di
un sorriso affiorare sul viso bianco di Roxas con le farfalle
nello
stomaco.
Con un sorriso
affetuoso la
fioraia accolse l’assenso di entrambi, soffocando una risata
all’espressione imbarazzata di Axel, ma quando il fischio del
vento le ferì un orecchio Aerith si
trovò a
terra con Roxas ed Axel sopra di lei e lo sguardo verde
puntato verso il
cielo terso.
- Stai bene ?
– le chiese il
ragazzo con sguardo allucinato, tastandole la fronte e le
braccia
in cerca di ferite, gesti convulsi compiuti con mani
tremanti, il
risultato della paura di vedere una freccia mancarla per un soffio.
La freccia che Aerith trovò piantata nel tronco di
un albero poco lontano quando riabbassò lo sguardo.
- Oh .
- Non darmi un
‘oh –
esplose Axel nel rimettere in piedi entrambi, frizionando le ciocche
scure con le dita lunghe e gelate, tutto sotto lo sguardo
mite della giovane – stavi per essere uccisa, e
tutto
ciò che sai dire è un ‘oh?
Era arrabbiato, lo era
la voce
roca per la paura e gli occhi furenti, ma Aerith non potè
che
bloccargli le mani con dolcezza e allontanarlo da sé con un
sorriso.
-
È tutto a posto, sto
bene – soffiò conciliante, accarezzando con una
mano la
spalla di Roxas – non c’è nulla da
…
Il fischio di una
tromba la
zittì e portò Axel a nasconderla contro
il proprio
petto mentre il Nessuno al suo fianco brandiva il Keyblade con sguardo
duro.
Quattro
sagome comparvero al
limitare del bosco, prendendo le sembianze di un uomo smilzo
dall’espressione poco intelligente, un omone pelato dal
sorriso
bonario, un ometto basso e tarchiato dalla barba ispida e un
ragazzino sottile e dal viso delicato, il soldato che Aerith
guardò con curiosità, inclinando il capo e
assottigliando
le palpebre per metterli a fuoco.
Yao fu il primo a
rinfoderare la
spada, adocchiando con aria maliziosa l’avvenente
creatura
che quello strano uomo dai capelli rossi stringeva al petto.
- Non sono degli Unni
– li avvisò stupito,
indietreggiando di un passo quando una
palla di fuoco lo mancò per qualche misero millimetro.
- Unni ? Che diavolo
state dicendo
? – eruttò Axel con voce sepolcrale,
incenerendo con
lo sguardo il bassotto barbuto e lo smilzo dal sorriso da imbecille.
- Potremmo portarli
dal capitano Li
Shang – consigliò Ling con la sua voce squillante,
infastidendo i due Nessuno ma facendo ridacchiare Aerith.
Yao annuì
convinto, estraendo nuovamente la spada ed ordinando a Chien
– Po di andarli a prendere.
Il soldato
annuì con aria serena, raggiungendo il Nessuno e chiedendo cortesemente di
farsi catturare da loro .
- Andiamo con loro
–
esclamò eccitata la fioraia, sgusciando via dalla presa di
Axel
e accostandosi mansueta al lato del soldato pelato.
Roxas
sospirò con
sconforto, imitando la ragazza con sguardo dubbioso mentre il
Nessuno alle loro spalle si schiaffava il viso con la bocca arricciata
in una smorfia incredula.
- Sarà
meglio andare – esordì Mulan, attirando
su di sé gli occhi
verdi della graziosa donna dai capelli scuri, uno sguardo intelligente
e
comprensivo che le annodò la gola per la paura di
essere stata appena
scoperta.
°°°
- Ricapitolando, voi
affermate di essere un guerriero, un venditore di gelati e una fioraia?
L’espressione
scettica di Li
Shang causò una repulsione istintiva in Axel, ma Aerith lo
ammansì pestandogli il piede e annuendo brevemente
all’uomo dall’aria severa.
- È proprio
come le ho detto
capitano – esordì con voce sicura,
sentendo lo
sguardo oltraggiato del Nessuno che si era sentito etichettare
dall’amica come
un venditore di gelati pungerle la schiena.
Il capitano strinse le
labbra
scrutando quel curioso terzetto, soffermandosi poi sul ragazzo
mingherlino che la giovane donna aveva definito un guerriero.
- Credo stia dicendo
la
verità – si intromise con sguardo basso Mulan,
zittita
dall’occhiata imperiosa dell'uomo che si ritrovò
con
l’indice della fioraia pressato sul naso.
Axel espirò
bruscamente,
chiudendo gli occhi e cominciando a contare fino a cento per calmarsi
mentre Roxas sgranava gli occhi per la sventatezza della
compagna
di viaggio.
- Non dovrebbe
rivolgersi
così ad una … - l’espressione
terrorizzata del
soldato cinese la portò a scegliere frettolosamente un'altra
parola – una creatura di sesso maschile – concluse
soddisfatta, indietreggiando e aspettando che il capitano ribattesse.
Li Shang si
limitò però ad aggrottare profondamente
le sopracciglia e uscire dalla
tenda in tutta fretta, masticando parole che Aerith non
capì ma alle quali non diede alcun peso.
Solo allora, quando finalmente rimasero soli Mulan fissò la
donna con sospetto, avanzando di un passo e fronteggiandola a testa
alta.
- Hai capito.
Aveva provato ad usare
una voce
grossa, da uomo, ma la fioraia aveva notato la vibrazione tremula in
quelle parole, la paura che la faceva sentire braccata in un
accampamento di soldati.
- Non mi è
così
difficile riconoscere una donna quando la vedo–
rispose delicata, accostandola con un
sorriso complice -
Ma non
preoccuparti, non lo dirò a nessuno – la
tranquillizzò poi, ammiccando anche ai suoi compagni di
viaggio
con espressione sicura.
- Ci mancherebbe
–
ruggì una voce profonda, ma Axel non aveva aperto bocca, e
Roxas
non si sarebbe rivolto mai con quel tono ad Aerith, per questo, quando
un piccolo dragone scarlatto sgattaiolò fuori dalla casacca
di
Mulan la fioraia non potè che inarcare le sopracciglia per
la
sorpresa.
- Se provate anche
solo a dire una
parola io … - l’occhiata minacciosa del Nessuno
zittì Mushu, acciambellatosi attorno al collo della protetta
con
uno squittio che fece ridere delicatamente Aerith.
- Ma che
carino –
esclamò deliziata, punzecchiandolo con il dito mentre il
soldato
la osservava con riconoscenza.
- Perché ti
sei travestita
da uomo allora ? – chiese dal fondo della tenda
Roxas, scrutando l’espressione mortificata della
donna
dagli occhi a mandorla, incoraggiata dal sorriso morbido della donna
gentile che la affiancava a raccontare la sua storia .
Solo quando ebbe
terminato Axel
tornò a sfoggiare la sua indelicatezza, trovandosi con Mushu
e
un grilletto a strattonargli i capelli sotto gli sguardi divertiti
delle due donne e quello esasperato del compagno.
- Ti aiuteremo noi a
superare l’addestramento, vero ragazzi ?
Axel sapeva che la
smania della
fioraia di aiutare tutti lo avrebbe portato prima o poi alla
morte cerebrale e non solo fisica, ma Aerith sorrideva, e il Nessuno
non sarebbe riuscito a contraddirla, non fino a quando avesse ricevuto
quel
sorriso.
Non fino a quando fosse stata lei a rivolgerglielo.
°°°
- Quell’uomo
è davvero
un esibizionista – si lamentò Axel con la voce
soffocata
dal drappo nero con il quale Aerith gli aveva nascosto il viso e la
capigliatura fin troppo evidente, appariscente e fin troppo visibile
anche tra le alte spighe nelle quali si erano
nascosti per
sorvegliare Mulan durante l’allenamento.
Il Capitano Li Shang
stava infatti
mostrando con una certa boria come maneggiare un
bastone di
legno, esibendosi in giochi di abilità con due
vasi di
terra cotta, movimenti fluidi e veloci che Aerith commentava con un
“anche io sono capace di farlo”.
Non che lo mettessero
in dubbio, ma
Mulan non se la stava cavando molto bene presa di mira
com'era dalle angherie dei soldati, particolarmente
maligni e vendicativi con la povera donna.
- Non è
giusto
– si infervorò Roxas, brandendo il Keyblade tra le
mani e
avanzando nel campo dorato, ma al gemito terrorizzato di Yao
il
Nessuno seguì con lo sguardo la piccola fiammella che
bruciacchiava il posteriore del soldato.
Axel soffiò
la punta
dell’indice con un sorrisetto
gongolante mentre il
panico si disperdeva per l’accampamento e Mulan
guardava
verso di loro, sorridendo debolmente e accennando un saluto con la mano
libera dall’arma.
Un saluto che Aerith
ricambiò agitando freneticamente le braccia prima di venire
issata sulla spalla di Axel per raggiungere il fiume nel quale
avrebbero eseguito la seconda prova.
E dopo la prima sfida, aiutare Mulan non fu
facile, per nessuno di loro.
Per quanto Axel avesse preso gusto nell’incendiare
le vesti
dei soldati, si era rivelato inutile il più delle
volte vista la sua unica abilità di creare panico
e
null’altro, un diversivo particolarmente efficace se si
voleva
fare qualche trucchetto per mascherare l’esito della prova,
ma
non era sempre necessario.
Dal canto suo Roxas
aveva fatto del suo meglio.
Si era offerto di immergersi nel fiume per riempire un'
intera cesta di
pesci che Mulan aveva mostrato con un sorriso conciliante a quello
scorbutico di Li Shang che, con sua profonda indignazione, non era
rimasto per nulla impressionato da quello che a sua
detta
doveva essere il risultato minimo
di un suo sottoposto, e benché
la prova fosse stata sufficientemente superata, Roxas si era ritrovato
fradicio con un pulcino, con lo sguardo altezzoso del Capitano a
grattargli la schiena fradicia e a rodergli il fegato per la stizza.
Anche Aerith si era
destreggiata
durante l’allenamento, riuscendo a bilanciare la traiettoria
della freccia di Mulan con la forza del vento, un trucco di magia che
le era costata un' occhiata torva di Axel e una sorpresa di Roxas.
Eppure, nel sentirsi
chiedere cosa fosse in realtà lei aveva risposto
con la stessa identica affermazione.
“Sono una
fioraia”.
Nonostante tutto
si erano
divertetiti davvero, e avevano creato nuovi ricordi, proprio come
Aerith aveva
suggerito di fare, memorie che Roxas si sarebbe
premurato di serbare nel cuore e di riportare alla mente nei
momenti più bui, quando il bisogno di rammentare a se stesso
di
avere qualcosa di suo
sarebbe divenuto pressante.
E di ricordi ne crearono molti, così tanti da poter quasi
colmare il vuoto che Roxas aveva in fondo al cuore.
Axel si
potè ritenere molto soddisfatto
del
bombardamento dei manichini di paglia che Aerith e Roxas gli
avevano indicato tra le risate, e perdere la voce
per urlare di frustrazione quando il Capitano non
degnava Mulan di uno sguardo nonostante la buona
volontà non era mai sembrato a Roxas così
divertente,
ma alla fine di tutto la giovane guerriera si
era dimostrata molto più forte di quanto
si fossero aspettati, e ben presto fu pronta per andare in battaglia.
L’idea di
combattere non era
molto allettante per Aerith, ma aveva promesso di aiutare
l’amica
dagli occhi a mandorla, e avrebbe vegliato su di lei, una
protezione che si decise a concederle dall'ombra dopo
l'arrivo
di Sora, Paperino e Pippo, altrettanto desiderosi di rendersi
utili.
La reazione di Roxas
era stata di
puro panico, terrorizzato all’idea di doversi riunire con
lui, ma
Aerith lo aveva ammansito con calore, promettendogli di andare via
subito dopo la buona riuscita della missione, così da non
attirare l'attenzione del prescelto.
E il giorno prima della battaglia Aerith si era
sentita in vena di una passeggiata in solitaria.
Quando uscì
la luna era alta e libera
dall'abbraccio soffocante di nuvole nere che da bambina fissava con
terrore per paura di vederle cadere giù, e le
tenebre
erano così fitte da rendere difficile non perdersi per
strada,
ma lei era abituata a viaggiare nell'oscurità.
Non lo aveva mai temuto, in compenso, aveva avuto paura di trovarsi in
alto, tanto vicina al cielo da poterlo
toccare con una mano, un terrore che con l'avanzare dell'età
e
la scoperta sulle sue origini aveva risposto alle sue domande, a quelle
voci che la chiamavano ma alle quali, in presenza di Elmyra, evitava di
rispondere.
Era stato difficile mostrarsi sorda a quei richiami, ma aveva tentato
di essere il più normale possibile per il tempo che le
rimaneva, per quanto aveva potuto, una normalità dalla
quale era stata spogliata per essere investita dal peso dei suoi
antenati, del suo compito e onere.
Raggiunse il lago in silenzio, e non si sorprese di trovare
Mulan raggomitolata su se stessa.
Perchè il bisogno di cercare il silenzio dentro se stessi lo
aveva provato anche lei, lo capiva, e non perché
fosse una
maga, ma perché anche lei era stata una donna che
un tempo
era stata
braccata e costretta a mantenere l’anonimato,
perciò, quando la raggiunse il soldato
la
guardò con un sorriso
incerto prima di tornare ad osservare il proprio riflesso
tremolante.
Era triste, dubbiosa
sul suo
futuro, su ciò che era, su ciò che doveva essere,
così simile a lei, a come si era sentita in passato.
Prigioniera di un destino che non aveva scelto.
Vittima di una condizione che la rendeva incapace di scegliere per
sè, di decidere cosa diventare.
Il destino di anime grandi dicevano alcuni, ma lei non aveva mai voluto
essere un'anima grande.
Lei per tutta la sua vita non aveva desiderato altro che
essere normale.
- Cosa vedi ?
Mulan
sobbalzò per la
sorpresa di averla udita parlare prima di seguire
con la coda dell’occhio la
silohuette della donna appena sedutasi su uno spuntone,
tornando ad osservare
poco dopo se stessa nello specchio d'acqua.
Cosa vedeva?
Una donna che aveva
mentito al
proprio padre, all’uomo del quale si era innamorata, una
sposa
indegna, una ragazza che non sapeva qual’era il suo
posto
nel mondo.
Ecco cosa vedeva.
- Nulla
– sussurrò con voce fioca, lasciandosi cadere
accanto alla fioraia con un sospiro di sconforto.
Aerith
osservò lei, il suo
riflesso, allungandosi e sciogliendo il pezzo di stoffa che
teneva i capelli del soldato legati severamente, e
quando
le ciocche corvine le caddero ai lati del viso con dolcezza
Mulan
sentì gli occhi pungere.
- Io vedo una donna
coraggiosa che non ha paura dei giudizi della gente. Io vedo
un eroe.
Mulan si
lasciò sfuggire un
singhiozzo a quelle parole, asciugando con la manica della tunica le
guance umide prima di guardarla con un sorriso tremulo in viso.
- Lo credi davvero ?
- Riconosco un eroe
quando lo vedo,
ne ho incontrati molti nella mia vita, e tu Mulan sei una di
loro–
e le prese il viso tra i palmi per invitarla a leggere la
verità
in fondo al suo sguardo, a specchiarsi e vedere ciò che era
davvero –e sei tu a decidere
cosa diventare, cosa essere, non i tuoi genitori, non i tuoi amici,
solo tu. E se credi di essere un eroe, allora lo sei. Il tuo
riflesso ti mostrerà sempre quelo che sei davvero.
La superficie del lago
era limpida,
immobile e sfocata per le lacrime che lasciò scivolare nella
pozza quando si voltò a fissare il
riflesso
che
le sorrise dolcemente in risposta, brandendo una lancia
illuminata
dal suo sorriso, dalla forza del suo orgoglio.
- Grazie.
Aerith le
sorrise con dolcezza prima di
decidersi a tornare nella grotta dove Axel sarebbe esploso in urla nel
non trovarla dove l'aveva lasciata, e per un attimo, solo per
un istante si soffermò a guardare il
suo, di riflesso, ma scostò subito lo sguardo con un sospiro
pesante, ignara degli occhi sgranati con i quali il soldato
osservava la
superficie del lago.
Un alone magico, un
fascio di luce
delicato che tendeva le sue mani d'aria verso la donna sulla quale
Mulan sollevò uno sguardo incredulo,
ritrovando solo una figura minuta accarezzata dal vento che
percorreva la via illuminata
da pulviscoli di luce, residui di un passato che non avrebbe
mai
smesso di ricordarle che anche lei, molto tempo prima, aveva voluto
essere qualcosa di diverso.
Qualcosa di normale.
°°°
Faceva freddo
lì in
montagna, un gelo secco che faceva battere i denti e arrossare le mani
e le guance, ma Axel non sembrava risentirne, né tantomeno i
compagni che teneva al caldo con il calore del proprio corpo.
Roxas era imbarazzato
dalla
posizione, ma Aerith non sembrava farci molto caso, issata
sulle
spalle del Nessuno mentre il ragazzo si trovava stretto tra le braccia
muscolose della creatura d’ombra.
- Sei meglio di un
camino –
cinguettò serena, strofinando il viso gelato contro i
capelli
rosso fiamma dell’amico, annoiato come d’abitudine,
ma con
un lieve sorriso ad arricciargli le labbra.
- Dovrei prenderlo
come un complimento ?
Aerith gli
lanciò un' occhiata saccente, tornando ad annidarsi sulle
spalle con un pigolio di soddisfazione.
- I miei sono sempre
complimenti
– ci tenne a sottolineare, rizzando le orecchie quando
udì
la tromba degli Unni dare inizio alla battaglia.
Erano nascosti sulla
cima
più alta della montagna, accovacciati su un spuntone di neve
che
fendeva la conca dove le due fazioni si correvano in contro, e lo
videro, Sora, correre con il Keyblade verso i nemici assieme a
Mulan, intrepidi e coraggiosi più delle truppe che
avanzavano
con titubanza alle loro spalle.
- È forte
– si
ritrovò a sussurrare Roxas nel vederlo difendere
l’amica
con maestria, fronteggiando gli Heartless con sguardo sicuro e mano
ferma come lui non era riuscito a fare, come forse non
sarebbe mai riuscito a fare pensò amareggiato.
Nel vederlo tanto
triste Aerith gli scompigliò affettuosamente i capelli,
pizzicandogli le guance con un sorriso dolce.
- Siamo tutti diversi.
Lui ha i suoi punti forti, tu i tuoi.
Ma
l’espressione scettica di
Roxas mostrò quanto il suo tentativo di consolarlo fosse
andato
a vuoto, ed Aerith si ritrovò a scalciare con stizza,
strozzando
Axel con la forza delle sue braccia.
- Digli qualcosa
tu –
esclamò infine esasperata,
allentando la presa
e tornando a guardare con naturalezza la battaglia in corso.
- Ha ragione lei.
Aerith
roteò gli occhi con una smorfia contrariata, picchiandogli
il capo con un pugno.
- Tutto qua? Non puoi
fare di meglio ? Non sei convinto neanche un po’ di quello
che dici!
Axel
digrignò i denti
scrollando le spalle per infastidirla ma riuscendo solo a farle
rafforzare nuovamente la presa attorno alla sua povera giugulare.
- Mi stai …
soffocando …
- E tu cerca di essere
più convinto,
- Non …
- Perché
Mulan ci sta puntando contro un razzo ?
Con un gemito
sconsolato Axel vide
la giovane dagli occhi a mandorla puntare davvero
l’arma contro lo
spuntone di neve sul quale si trovavano, e fu con
crescente apprensione che il Nessuno seguì
il
consumarsi della miccia prima di udire il fischio che precedeva lo
scoppio.
Roxas si
lasciò sfuggire un
gemito strozzato quando il razzo sfrecciò nella loro
direzione,
e mentre Axel si chiedeva perché mai
Aerith gli avesse
appena ordinato di incidere nel ghiaccio una lastra
spessa
tre metri e lunga
uno capì che non c’era tempo di capire la fioraia,
non ce
ne sarebbe stato mai abbastanza.
Sora
sobbalzò nel sentire il
frastuno del colpo, e seguì con occhi increduli la
caduta
di un quantitativo di neve che li avrebbe sommersi tutti, lui
ed i suoi
nemici compresi, senza lasciare a nessuno di loro via di scampo.
Paperino
cominciò a
starnazzare frasi incomprensibili, colpendo con il bastone
magico
la testa del povero Pippo mentre i soldati urlavano
la ritirata e Mulan osservava con decisione la valanga che aveva appena
sommerso Shan-Yu.
C’era gente
che urlava, voci
maschili che gridavano il nome dei propri comandanti o, più
semplicemente, chiedevano pietà per la propria vita,
perciò nessuno si sarebbe aspettato di sentire qualcuno
ridere,
non in quel momento, non quando una valanga rischiava di sotterrarli
vivi.
Sora fu il primo a
vederla, una
macchia scura che scendeva velocemente sulle onde di neve con le iridi
chiare sgranate per l’eccitazione, le mani artigliate sulla
placca di ghiaccio e la bocca schiusa in una risata profonda.
- Ma quella non
è Aerith ? -
chiese Pippo con aria confusa, riconoscendo la massa di
capelli scuri che Axel masticava tra i denti mentre Roxas, seduto in
mezzo ai due, si stringeva alla donna con gli occhi chiusi e
il
viso affondato nella schiena della giovane.
Stavano surfando sulla
cresta della
montagna con una placca di ghiaccio come slitta e una fioraia come
capitano di bordo, una constatazione che strappò un gemito
strozzato ad Axel e un urlo angosciato a Roxas.
Eppure Aerith non
riusciva a
smettere di ridere, virava ogni qual volta uno spuntone rischiava di
farli rovesciare, puntando decisa verso la conca senza
sentirsi
impaurita.
Era solo inspiegabilmente euforica, perchè si sentiva viva.
Si sentiva libera.
Sora si vide
strattonare
d'improvviso, e quando Mulan lo trascinò di forza dietro uno
spuntone che fendeva la pianura Yao, Ling e Chien-Po
con il
Capitano stretto tra le braccia di quest’ultimo volarono
già dal dirupo assieme alla neve.
Paperino
gettò un verso
isterico nel piantare i piedi palmati nella neve, reggendo per le
bratelle Pippo che a sua volta si caricava del peso di Mulan,
Sora, i tre soldati e Li Shang, una catena umana che
oscillava
nel vuoto e che un papero reggeva a fatica.
- Stanno per cadere, dobbiamo aiutarli!
- Cosa ? Ma sei
impazzita ? - le urlò contro Axel sopra il brontolio della
neve.
Aerith rise
di cuore,
pizzicando la gamba del Nessuno sempre così scorbutico e
virando
verso destra per far rientrare nella traiettoria Sora e i loro amici.
- Prendi Paperino per
le zampe, e tu Roxas , non lasciarmi per nessun motivo.
- Non ne ho alcuna
intenzione !
– strillò il ragazzo con voce acuta, stritolando
la vita
della donna e sentendo Axel allungarsi alle sue spalle.
- Te la
farò pagare
– la minacciò arcigno il Nessuno prima di
gettarsi di lato e
afferrare Paperino prima che questo potesse scivolare nel vuoto
assieme agli altri, e quando Ling urlò con la sua voce
agghiacciante nel vedersi cadere nel vuoto il sibilo della
placca
di ghiaccio che scivolava via coprì il gemito di
angoscia
di Mulan.
Eppure, quando ognuno
di loro
schiuse gli occhi poco prima serrati si trovò
sì il nulla sotto di sè, ma
si trovò anche vivo e
sospeso in
aria, sorretto dalla donna dagli occhi verdi che, senza un
motivo plausibile, sembrava aver ripescato dal suo strambo repertorio
l'improbabile capacità di volare.
Aerith prese un lungo
respiro prima
di fare forza sulle braccia e dondolare tutti verso il limitare del
dirupo, cosicchè potessero toccare terra, zittendo con un'
occhiata la maledizione a fior di labbra di Axel che aveva ripreso a
rimbrottarla alacremente.
Ling
affondò i denti nella
neve per far da leva alla povera fioraia, e quando tutti riuscirono ad
issarsi sul terreno ghiacciato Axel potè puntare gli occhi
in
aria e osservare con incredulità la figura fluttuante della
compagna di viaggio.
- Scendi subito da
lì!
Come se fosse facile
pensò divertita, ma era stanca, tanto stanca.
Aveva usato un vecchio incantesimo che Merlino le aveva insegnato tempo
addietro, ma erano secoli che non si esercitava, e i tempi di pace
avevano raffredato i suoi rapporti con la magia, perciò
richiedere un incantesimo di quelle proporzioni l'aveva sfinita.
Non riusciva a trovare neanche la forza di ammansire
l’amico con un sorriso perché anche le ossa del
viso le
dolevano per lo sforzo, ma quando nel discendere a
terra
rischiò di sbilanciarsi all’indietro
qualcuno la
afferrò appena in tempo con una presa salda.
- Ti sei deciso ad
intervenire alla
fine – sbottò Axel con asprezza, fulminando con
occhi
irritati l’alta figura del ragazzo che gli riservò
un'occhiata di ghiaccio – volevi rimanere nascosto per tutto
il
tempo ?
Riku
schioccò la lingua
senza alcuna voglia di rispondergli prima di aiutare la
donna a reggersi a lui benché Aerith riuscisse a
malapena
a tenere gli occhi aperti.
- Ti senti bene ?
Sora le si
avvicinò
cautamente nel vederla ondeggiare pericolosamente
su se stessa, ma la vide
tornare in sè nel riconoscere la sua voce, riservandogli uno
sguardo che valeva un abbraccio.
- Certo,
io … -
- Sei una dannata incosciente, ecco cosa sei - la
rimbrottò Axel,
sfilandola da un irritato Riku mentre Roxas accorreva al
fianco
del Nessuno con sguardo preoccupato.
Si sporse
per tastarle
il polso, e l'ondata di panico che lo aveva assalito si
quietò nel sentirle il battito.
Quando Paperino, nello
scrutare con
apprensione la vecchia amica riconobbe il Nessuno di Sora
cominciò ad inveire, consigliando al custode di colpirlo con
il Keyblade
per riappropriarsi dei suoi ricordi, ma il giovane eroe non avrebbe
potuto avanzare o indietreggiare, neanche se avesse
voluto, non quando un vortice di migliaia
di minuscoli pulviscoli di luce
circondò Roxas con fare protettivo, quasi a fargli
da scudo.
- Cosa-
- Credo sia Aerith,
non ho ancora
capito come ci riesca, ma sembra riuscire a trovare ogni espediente
possibile per
impedire che qualcuno gli faccia del male
–
spiegò asciutto Riku, sfiorando
delicatamente una di
quelle
graziose lucciole con una mano, e quando le vide
esplodere
con un grazioso 'pop accanto al suo viso, una bolla di calore
gli
soffiò sulle guance il calore di un bacio per il quale si
trovò a socchiudere dolcemente le palpebre.
Aerith sollevò il viso con un sorriso
morbido, attirando
l’attenzione di Axel che le riservò un' occhiata
torva con le sopracciglia color rubino profondamente
aggrottate.
- Ciao Sora.
Il custode
addolcì il
sorriso di circostanza quando riconobbe la voce delicata
dell'amica,
una tonalità calda che aveva sempre avuto il potere di farlo
sentire meno spaesato, meno confuso e impotente, da bambino, quando
tutti lo chiamavano il prescelto e pretendevano da lui di essere
salvati.
Ma c'era stata lei, che di domande non gliene aveva mai poste, come se
avesse intuito il bisogno di ascoltare più dell'essere
ascoltato, e lei lo aveva fatto.
Gli aveva dato delle risposte, e quando il peso diveniva
troppo
gravoso lo invitava sempre a sedere accanto a lei davanti al
camino
nello studio di Merlino per avere un pò di calma,
per
pensare a
cosa volesse fare lui, della sua vita, non a quello che
avrebbero
voluto gli altri che
lui facesse.
Ed
era cresciuto con
la consapevolezza di voler
essere il prescelto, perchè
diventarlo avrebbe voluto dire proteggere le persone che amava, e
lui voleva sapere tutti al sicuro.
E nel suo viaggio
aveva imparato cos’era la
giustizia, il perdono, e a non cercare
nemici, ma amici
anche in chi non ci sarebbe aspettato di poter trovare un aiuto, una
persona della quale fidarsi, e Aerith sapeva che
non
avrebbe fatto del male a Roxas, lo leggeva nel suo sguardo buono.
- Hai
fatto delle conoscenze
davvero insolite – scherzò divertito, portando il
Keyblade
sulle spalle larghe mentre Axel rispondeva all’occhiata vispa
dell’eroe dei mondi con un sibilo scocciato.
- E tu devi
essere il mio Nessuno, molto piacere.
Nel vedersi tendere la
mano con
tanta innocenza Roxas non seppe cosa dire, cosa fare, come interpretare
il sorriso amichevole di Sora e quegli occhi azzurri puliti
come
quelli di Aerith.
Gli occhi di chi non avrebbe
mai fatto del male.
Fu
proprio
quell’ultima constatazione a convincerlo a ricambiare la
stretta prima di ritrarre la mano, non del tutto abituato a
quello scambio di effusioni, benché amichevoli .
Il custode si decise
allora a
voltarsi verso l’uomo incappucciato alla sua
sinistra, la
sagoma affusolata che la donna vide fremere sotto i suoi occhi attenti.
E si aprì
un sorriso sul
volto disteso di Sora, un sorriso vero, uno di quelli che ti
riscaldano dentro e raschiano il dolore incrostato nel cuore,
in
fondo allo sguardo, un sorriso che Riku non ricambiò.
Non perché
non volesse
ma perché, semplicemente, a
lui
non piaceva sorridere, non gli era mai piaciuto, e questo Sora
lo
sapeva bene.
- Ti trovo bene .
Riku fece spallucce,
indifferente
alla pacca che l’amico gli aveva rifilato con una risata
profonda
prima di tornare a fissare Aerith, sorretta tra le
braccia
di Axel, con un espressione sollevata.
- Anche tu in viaggio
per i mondi ? Leon starà dando di matto.
Una risata le
sfuggì al pensiero – non immagini quanto, e tu
Sora ? Chi stai cercando ora ?
Un' ombra scura
solcò il
volto del custode per un secondo prima che questo tornasse a
sorridere, a illuminarsi per qualcuno.
- Ora che so che Riku
sta bene non mi resta che trovare Kairi. Le ho
promesso che sarei tornato da lei.
Riku non
potè fare a
meno di contrarre il viso in un moto di insofferenza al
quale,
per quanto impercettibile fu, nessuno sembrò far
caso, ma
lei, lei lo aveva visto, il dolore, lì, proprio in fondo ai
suoi
occhi dorati.
E il senso di colpa, il disagio.
Era ancora
incredibilmente fragile,
combattuto tra ciò che era giusto fare e ciò che
voleva,
ma era ancora giovane, e un cuore spezzato poteva
guarire,
con il tempo, questo Aerith lo sapeva bene.
- Se avete finito di
ciarlare come vecchie comari potremmo anche andare ora, questo mondo mi
ha stancato.
Lo aveva detto con
quell’aria
indolente che la faceva sempre sorridere, le iridi chiare cariche di
fastidio ed irritazione, sentimenti, emozioni che persino Roxas aveva
cominciato a riconoscere, ad apprezzare.
- Pensi che ci
rivedremo ? – le chiese Sora poco prima di vederli fare un
passo indietro.
- Ne sono
sicura – affermò risoluta,
allacciando un braccio attorno alla vita del Nessuno
–
credo che ci rivedremo spesso, vero Axel ? Magari prima di
quanto
pensiamo.
- Spero il più tardi possibile – fu il commento
acido di lui,
infastidito dallo sguardo torvo con il quale Riku aveva preso a
fissarlo, anche se a pensarci bene, quel ragazzino lo aveva
sempre fissato a quella maniera,
quasi volesse dirgli qualcosa, avvertirlo di qualcosa che non andava
fatto, non in sua presenza almeno.
E quando Aerith gli si
aggrappò all'avambraccio lo vide,
sentì
l'odio, la furia, e capì che quello che gli
incupiva il
viso non era ovvia avversione nei suoi confronti, ma gelosia.
Pura e semplice gelosia.
- Oh.
Roxas lo
fissò inorridito
quando udì quell’esclamazione così da
…Aerith, una constatazione che fece comprendere ad
Axel quanto in profondità la bella fioraia fosse
giunta, quanto ascendente avesse sulle sue azioni e, a
giudicare
dalla sua esclamazione, ora anche sul suo modo di parlare .
Aerith li
salutò entusiasta
mentre le ombre cominciavano ad addensarsi ai suoi piedi, e si
scoprì sorpresa dal modo in cui Riku
serrò d'improvviso le mani in pugni nel
guardare nella sua direzione prima che
le ombre la inghiottissero.
Fu allora, solo
allora che Axel si lasciò scivolare tra le dita la
ciocca bruna che
aveva accostato alle labbra e che abbandonò una
volta perduto il contatto visivo
con gli occhi incattiviti del ragazzino, consapevole di aver appena
trovato il punto debole di quel rompiscatole dai capelli
d’argento.
Perché Riku
era innamorato, ma non di chi Aerith si sarebbe aspettata.
Oh no.
Continua
…
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