Hey, Tardis, could you just please take me to 221B, Baker Street? di Edithed_ (/viewuser.php?uid=129994)
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Lo seguii con lo sguardo scivolare dietro l'angolo.
Mi aveva urtato volontariamente 43 secondi prima, davanti alla porta
del 221B di Baker Street.
Ci fermammo entrambi, uno di fronte all'altro.
-"Oh, scusami."
Aveva sollevato entrambe le mani, in segno di scusa.
Mi sorrise provocante, fissandomi negli occhi.
Grigi, tendenti al verde, con diverse sfumature dorate vicino la
pupilla.
Quel ragazzo era sicuramente giovane, almeno esteriormente.
Ma i suoi occhi.
I suoi occhi erano così vecchi.
Mi leccai le labbra, curioso di scoprire qualche altro suo aspetto.
Lo scrutai attentamente: un papillon? Delle bretelle?
Chi era, un attore comico?
Aggrottai le ciglia, confuso.
Era successo esattamente come con La Donna.
Non riuscii a scoprire niente di più.
Cercai orli doppi alle maniche, spiegazzature, tracce di cibo, borse
sotto gli occhi, cicatrici, voglie, macchie d'inchiostro.
Niente.
Il ragazzo abbassò le braccia.
Ci limitammo a guardarci negli occhi, in silenzio.
Socchiusi leggermente l'occhio sinistro, incuriosito.
Mi accorsi che stava stropicciando i polpastrelli della mano destra
contro il proprio palmo.
-"Ci vediamo."
Di nuovo, lo stesso sorriso.
Inclinò leggermente la schiena, e dandosi una piccola spinta
con i piedi, progredì per la sua strada.
Aveva un'andatura abbastanza galoppante, camminava con la schiena
inclinata, le gambe divaricate, goffamente.
La forma e il peso dell'oggetto che si poggiò delicatamente
sulla mia spalla destra, pochi secondi dopo, apparteneva alla mano
destra di John, che mi rivolse stranito un'occhiata, invitandomi a
salire sul taxi che attendeva sotto l'appartamento messoci a
disposizione dalla Signorina Hudson da poco più di 3 minuti.
-"Sherlock?"
Aspirai rumorosamente col naso, avvoluppandomi la mia solita sciarpa
blu al collo.
-"Tutto okay?"
Mi voltai di scatto verso di lui, accigliandomi ed inclinando
leggermente la testa verso destra.
-"Perché non dovrebbe esserlo?"
John serrò le labbra scuotendo la testa, e
sospirò.
-"Per nessun motivo al mondo."
Due ore e 45 minuti dopo scendemmo di nuovo al 221B di Baker Street,
accompagnati da un taxi, avendo risolto un caso dove Lestrade, come al
solito, non sapeva da che parte mettere le mani.
Aprii la portiera, spingendola con il piede destro.
-"Sei stato fantastico."
Scesi dalla macchina, guardandomi intorno.
Destra.
Uno, due, tre, sei, otto, dieci pedoni.
Un taxi.
Un autobus.
Tre Ford, una Chevrolet, una Kia, due Fiat.
Perché la gente usa le auto? I taxi sono
così rilassanti.
Sinistra.
Uno, due, sette pedoni.
Un autobus.
Un camion.
Vetri per terra.
Residui plastici gialli, probabilmente appartenenti a dei fanali.
-"Mhn."
-"Davvero, sei stato fantastico."
John cercò di attirare la mia attenzione, scendendo
velocemente dal taxi e richiudendo violentemente la portiera dell'auto.
Misi le mani in tasca, girando su me stesso.
-"Sei riuscito a risolvere il caso.. solo perché la
segretaria aveva dimenticato delle mentine sul tavolo? Sherlock.."
-"Shht."
John si zittì - finalmente.
Scrutai meglio i pezzi di vetro a terra.
Oh, sangue.
-"Sherlock, cosa stai fissando?"
Sospirai deluso, rivolgendo uno sguardo infastidito a John, che
alzò le sopracciglia, in segno d'arresa, accorgendosi
finalmente su cosa avevo posato la mia attenzione.
-".. Oh, c'è stato-"
-"Un incidente fra le tre e mezza e le tre e quarantacinque, una
Limousine si è scontrata contro una Panda, provocando due
feriti. Fortunatamente non è niente di grave, se non che il
proprietario della piccola Panda dovrà pagare una bella
sommetta ai ricconi." - Ghignai - "Oh, ma c'è dell'altro.
Sembra che abbiano bucato una gomma alla Panda mentre stesse guidando,
provocando così lo sbandamento. Perché mai
dovresti voler far sbandare una panda? Miravi forse al suo conducente?
O volevi semplicemente che una persona che si trovava nella Limousine
decedesse?" -Aggrottai le ciglia - "Pfft, dilettanti. Ci sono modi
migliori per far fuori una persona."- Anticipai John, voltandomi
divertito verso di lui.
-".. Come-"
-"Oh, andiamo John. Guarda."
-"Sto guardando."
-"Sì.."- Concordai -"Ma non stai osservando."
Ho una minima percezione dell'odio che John prova verso di me quando
faccio questo tipo di uscite, e so anche che forse dovrei smetterla di
essere così acuto e intelligente di fronte a lui e alle
altre comunissime menti umane, solo che non ci riesco.
Osservare i loro sguardi sconvolti e infastiditi non ha prezzo.
Mi diressi verso la porta d'ingresso nera del nostro appartamento,
aprendola con nonchalance.
-"Entri?"
Mi rivolsi di nuovo al ragazzo, che sbuffando mi seguì a
ruota.
-"Sherlooock!"
Una vocina familiariamente stridula raggiunse i miei timpani appena
richiusi la porta, in perfetto orario.
-"Mrs. Hudson, per me due cucchiaini, grazie." - Replicai, non
prestando attenzione a ciò che stava per uscire
dall'appartamento della tanto affezionata vecchina.
Mi diressi poi verso le scale, l'unica cosa che volevo fare era
sdraiarmi un attimo sul divano.
-"Sherlock." - La voce di John mi raggiunse.
Mi fermai così a metà scale, guardando
infastidito il soffitto.
-"Cosa c'è."
La signorina Hudson si affacciò timidamente sulle scale,
indicandomi qualcosa con lo sguardo.
-"Abbiamo un nuovo coinquilino. Che ne dici di prendere un po' di
thé tutti assiem-"
-"Declino l'offerta, mrs. Hudson. Sono alquanto occupato in un caso
appena assegnatomi da Lestrade, ho bisogno di lavorarci su."
-"Sherlock, non è vero!" - Mi buttò
giù la copertura John.
-"Beh, effettivamente, non lo è."
Salii finalmente le restanti scale, entrando voglioso di nicotina nel
mio appartamento, richiudendo violentemente la porta dietro di me.
-"Oh, perdonalo.. Sherlock è sempre così.."
Udii la tenera voce della vecchina cercare di giustificarmi da sotto le
scale, mentre cercavo impaziente il pacchetto di sigarette comprato tre
giorni fa da John, che aveva sapientemente nascosto.
Sotto il cuscino del sofà.
Wrong.
Sotto il tappeto?
Wrong.
Nel camino.
Wrong.
In frigo?
Wrong.
Nel teschio.
Ahah, trovate.
Wrong.
Mi buttai sul divano sospirando e congiungendo le mani sotto al mento.
Udii dei passi salire velocemente le scale.
-"Prenderemo il thé tutti insieme in casa di Sherlock,
allora.."
Signorina Hudson, davvero. Per una volta, non poteva semplicemente
lasciarmi nel mio palazzo della mente, a fare l'asociale?
No, eh?
Cigolando, la porta si spalancò, facendo entrare John, la
vecchietta e il nuovo coinquilino, in cui non ero affatto interessato.
-"Sherlock, lui è.."
-"Non mi interessa."
-"Sherlock! Non essere maleducato!"
-"Davvero, non mi interessa."
La signorina Hudson sbatte i tacchi sul parquet, sdegnata.
-"Signorino, alzati subito da quel divano e present-"
-"Tranquilla, Mrs. Hudson. Non ce n'è bisogno. Capisco
perfettamente. Avremmo altre occasioni per presentarci."
Quella voce.
A tratti divertente, a tratti dolce. A tratti misteriosa.
Mi ricordava..
Balzai subito in piedi, voltandomi di scatto verso quello che doveva
essere il mio nuovo coinquilino.
Un metro e ottantacinque di ragazzo, probabilmente sui 27, capelli mori
e corti, leggermente più lunghi sulla parte frontale, i
quali ricadevano ribelli sulla parte destra del viso lungo e quadrato
del ragazzo dagli occhi grigi, tendenti al verde, con diverse sfumature
dorate vicino la pupilla. La postura non eretta, leggermente gobba, e
le gambe vistosamente divaricate, con quel farfallino, quelle bretelle
e quella giacca color marrone, i pantaloni neri pece e le scarpe
buffe.. Oh, era lui.
Serrai leggermente gli occhi, scrutandolo curioso.
-"Che.. che ci fai qui?"
Il ragazzo spostò il peso sui talloni, indietreggiando
leggermente, leccandosi le labbra e giocando con l'orlo della giacca,
guardandosi distratto intorno, per poi guardarmi negli occhi,
puntandosi indeciso l'indice mancino contro, socchiudendo la bocca.
-"Dici a me?"
Annuii leggermente, rivolgendo tutta la mia attenzione a quel ragazzo
misterioso, di cui non riuscivo a capire niente.
-"B-beh." - Sbattè rumorosamente la mancina che ricadde
sulla coscia, scrollando le spalle - "Sono il tuo nuovo coinquilino..
semplicemente." - Replicò distratto, con nonchalance,
guardandomi negli occhi.
Deglutii, serrando ancora entrambi gli occhi.
-"Ci deve per forza essere una spiegazione logica a tutto quello che ti
circonda.. Sherlock Holmes?"
Il ragazzo si portò le mani ai fianchi, sorridendo
maliziosamente, rivolgendosi a me.
Spalancai gli occhi, confuso.
Deglutii, e, portandomi una mano alla testa che subito feci scendere
nuovamente verso il basso esclamai, irritato:
-"Chi sei?"
Il misterioso ragazzo fece goffamente due passi verso di me,
avvicinandosi vertiginosamente al mio viso, e, leccandosi il labbro
inferiore, mi scrutò divertito, sorridendo.
-"Chi sono io? Mhh, piuttosto vediamo. Il grande Sherlock Holmes non
riesce a vedere niente?"
Aggrottai le ciglia, incuriosito.
-"Sono io che faccio le domande, qui."
Intravidi la lingua del ragazzo poggiarsi sul proprio palato, rinchiuso
dalle umide labbra socchiuse, che si allargarono, dando spazio ad un
ampio sorriso.
-"Giusto."
Il ragazzo abbassò la testa ridacchiando, infilando
lentamente le mani in tasca e voltandosi di nuovo verso la signorina
Hudson e John, che erano rimasti perplessi a fissarci.
-"Sono il Dottore."
Piroettò divertito su sé stesso, fermandosi
vicino a me.
-"Molto piacere."
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