Note dell’autrice: scritta per il cow-t. Ambientata
dopo l’episodio 3x11, non tiene conto di quello che succede dopo.
Talkin’ about you and me
«Cosa
significa?»
«Niente
cavigliera… niente di niente. Fra tre mesi, potresti essere libero.»
Neal non sapeva cosa dire.
Niente più cavigliera. Niente più lavoro non pagato,
niente più raggio di due miglia. Forse, niente più White Collar, niente più
Peter.
Il respiro gli si bloccò in gola. Quella che avrebbe
dovuto essere una notizia grandiosa sembrava invece una specie di incubo.
Non si era neppure reso conto che Diana aveva lasciato la
stanza finché non aveva rivolto lo sguardo verso Peter, che appariva senza
parole quanto lui.
“Cosa stai pensando, Peter? Che non me lo merito, che non
dovrei ricevere un’onorificenza ma essere dietro le sbarre per ciò che ho
fatto?” si domandò. “Se me ne andassi, sentiresti la mia mancanza nonostante
tutto?”
Avrebbe voluto esternare i suoi pensieri, ma non ne ebbe
il coraggio. Cos’avrebbe fatto se Peter gli avesse risposto che non gli importava,
che avrebbe anche potuto andarsene non appena la cavigliera gli fosse stata
tolta?
Certo, gli aveva detto che per lui contava molto il fatto
che Neal si sarebbe costituito. Ma questo non voleva dire che…
Si sforzò di scacciare quei pensieri negativi, e infine rispose.
«Credi che se mi condonassero la pena… potrei continuare
a lavorare alla White Collar? Come consulente?»
Peter non rispose subito. «Se è davvero quello che vuoi,»
disse infine, «non credo ci saranno problemi. Dopotutto, se stanno prendendo in
considerazione quest’ipotesi è proprio grazie all’aiuto che hai dato qui.»
Neal annuì, nonostante quella risposta non fosse affatto
ciò che voleva sentirsi dire.
***
La ritrovata affinità tra Peter e Neal sembrò essere
svanita nel nulla, una volta che Elizabeth si trovò fuori pericolo.
Peter aveva abbandonato ogni aperta ostilità, ma sembrava
aver eretto una sorta di barriera invisibile che Neal non sapeva come
attraversare. Si salutavano ogni mattina, si scambiavano convenevoli, ma Peter
non aveva più davvero parlato con Neal, da quando la vicenda con Keller
si era risolta. E l’ex truffatore avrebbe davvero voluto sapere cosa fare per
mettere a posto quell’assurda situazione, ma ogni tentativo di avvicinamento
veniva inesorabilmente respinto.
Quando aveva chiesto a Peter come stesse Elizabeth,
questi gli aveva detto che andava meglio, e lo aveva ringraziato per
l’interessamento. Così come avrebbe fatto con un conoscente, con una persona qualunque
che conosceva appena. E quando aveva provato a domandare a Peter se per caso ci
fosse ancora qualche problema tra di loro, l’amico gli aveva dato praticamente
del visionario.
C’erano momenti in cui Neal pensava che forse non
sarebbero mai stati di nuovo affiatati come un tempo. E una parte di lui si
domandava se a Peter interessasse o meno che le cose tornassero come prima. La
verità era che preferiva non sapere la risposta.
***
Quando Peter iniziò ad occuparsi del primo caso dopo il
rapimento di Elizabeth, un trafficante di gioielli contraffatti ricercato in
quattro diversi stati, e chiese a Jones di accompagnarlo, Neal sentì la terra
mancargli sotto i piedi.
“È proprio finita?” si domandò, ma non disse nulla.
Peter non lo guardò neppure, mentre si allontanava. Così
l’ex truffatore si mise al lavoro su alcuni fascicoli che giacevano sulla sua
scrivania da giorni, e si preparò ad un’altra noiosa giornata da ufficio,
sapendo fin troppo bene che non sarebbe servito a distrarsi.
Quando Peter fu di ritorno, nel tardo pomeriggio, Neal
aveva preso la sua decisione.
L’agente lo guardò sorpreso, quando varcò la porta del
suo ufficio.
«Dobbiamo parlare, Peter.»
«Va bene. Ti ascolto.» Peter gli fece segno di sedersi, e
rimase a guardarlo, in attesa.
Neal non si sedette. «Lo so che ho sbagliato, che
Elisabeth è stata rapita per colpa mia, e che avrei dovuto pagarne le
conseguenze invece di uscirne fuori a testa alta. So di averti deluso, e
credimi, mi dispiace.»
«Credevo che avessimo già chiarito questo punto.»
«Non abbiamo chiarito un bel niente, invece, perché tu
continui ad avercela con me!» sbottò Neal. «Continui a non fidarti, e non so
più cosa fare. Credi sia stato facile per me? Credi che se avessi potuto
tradirti come se nulla fosse, ora non sarei in qualche isola caraibica?»
«Non ho mai pensato che volessi tradirmi,» disse Peter, con
amarezza, «ma mi hai mentito. Cristo Neal, sparisce il tesoro del secolo e ce
l’hai tu. Come dovrei comportarmi?»
«Lo avevo io, ma non l’ho rubato. Non ho mai chiesto di
averlo. E quando mi hai accusato, neppure sapevo che fosse stato Moz. Cosa
avrei dovuto fare, confidarmi con te quando mi davi la caccia già da prima che
io stesso sapessi il perché?»
Peter tacque per qualche secondo. «Avresti comunque
dovuto dirmi la verità,» disse, e tornò a leggere i suoi fascicoli.
Neal, frustrato, uscì dalla stanza.
***
Quando sentì bussare alla sua porta, erano quasi le
undici. Convinto che potesse essere soltanto Moz, Neal aprì la porta senza
neppure chiedere chi fosse. Così, quando vide che dall’altra parte c’era Peter,
fu a dir poco sorpreso.
«Ehi, ciao,» disse, e si scansò per lasciarlo passare.
«Cosa ci fai qui a quest’ora?» domandò Neal, ancora
incredulo.
Voleva evitare false speranze, ma in quel momento gli
risultava difficile.
«Io… credo di doverti delle scuse,» rispose Peter. «Oggi,
quando sei venuto per parlare, ti ho praticamente ignorato. In effetti, è più
di una settimana che ti ignoro, e… beh, non lo meriti.»
Neal sorrise. «È stata El a dirti di venire?»
Peter fece spallucce. «Mi ha fatto capire che sono stato
troppo duro. Io… forse se mi fossi comportato diversamente, le cose non
sarebbero andate così.»
«Forse,» concordò Neal, «o forse no. Credo che tu abbia
ragione. Avrei dovuto dirtelo.»
Peter alzò lo sguardo su di lui. «Se non ti avessi
accusato, quando è esploso il magazzino, me lo avresti detto?»
«Vorrei poterti dire di sì, ma la verità è che non lo
so,» ammise Neal. «Non volevo tradirti. Ma non potevo tradire nemmeno Moz. Lo
capisci, vero?»
Peter annuì. «Sì, lo capisco,» poi gli mise una mano
sulla spalla. «Comunque, mi farebbe piacere. Se rimanessi come consulente,
intendo. Mi farebbe piacere.»
E Neal sorrise. Quella era la risposta che voleva.
Mise la propria mano su quella di Peter e sussurrò
«grazie.»
Forse le cose tra di loro non avevano funzionato per un
po’. Ma si sarebbe aggiustato tutto, ora ne era certo.