Odio la gente che pensa che solo lei prova dei sentimenti profondi.
Tutti provano le stesse identiche cose, senza neanche una sfumatura di
diversità.
Ci sono passati tutti, ci passeranno tutti.
Io l'ho capito soltanto qualche anno fa.
A quel tempo pensavo che nella mia vita non avrei mai trovato un
migliore amico come Luca, così comprensivo, così
fantastico, così simpatico, ma che, nonostante tutto, se
n'era andato.
Mi piaceva, Dio, come mi piaceva.
Pendevo dalle sue labbra, e gli dedicavo segretamente ogni canzone che
parlasse d'amore.
E quando ha preferito una ragazza con due taglie in più di
me mi sono sentita morire, nulla aveva più senso, ma
soprattutto non riuscivo più ad ascoltare quelle canzoni.
Me ne sono fatta una ragione: queste cose capitano a tutti, le canzoni
lo dicono. Lo dice Avril stessa in sk8er
boi, dove lui non era abbastanza buono per lei, ma dopo
qualche anno si ritrova ad essere una superstar, mentre lei
dà da mangiare a suo figlio.
Everybody hurts some days,
it's ok to be afraid
Everybody hurts
Everybody screams
Everybody feels this way
Ormai Avril era il mio pane quotidiano, avevo trovato un
consiglio per ogni canzone, era la forza che mi faceva andare avanti.
Dopo tutto, lei ne aveva passate più di me: è
stata derisa, picchiata, pregiudicata, ha dovuto lasciare il suo
migliore amico e viene da un matrimonio andato male.
Nonostante quello si è fatta una vita, è
diventata qualcuno ed è fidanzata con un uomo
fantastico, che darebbe la vita per lei.
Io voglio essere come lei, voglio poter cambiare qualcosa nella vita
degli altri, voglio saper trovare la felicità anche quando
sembra impossibile.
Per questo mi misi con un ragazzo, tipo per vendetta, uno
più grande.
Chissà come mai le ragazze pensano sempre che il modo
migliore per far soffrire una persona sia fargli vedere che l'abbiamo
sostituito.
Va bene, ufficialmente io e Luca non eravamo fidanzati, ma nella mia
mente si.
Pietro, così si chiamava.
Non era bellissimo, ma con me era veramente dolce.
Dopo neanche un giorno che stavamo insieme, mi sono rotta una caviglia.
Avrei dovuto prenderlo come un segno del destino, forse, come un segno
che era tutto sbagliato.
Dopo che mi lasciò, oltre a sentirmi una poco di buono venni
a sapere che mi aveva tratta bene e si era messo con me solo per venti
euro, per una scommessa.
E, ancora con lo stesso spitito di vendetta, conobbi Daniele.
Cioè, non che non l'avessi mai visto e non gli avessi mai
parlato; Daniele veniva ad aiutare il mio gruppo di teatro, ma non ci
eravamo mai tenuti in contatto.
Ecco,
ora posso iniziare a raccontare la mia storia.
|